Fumetti/Cartoni americani > Gargoyles, il risveglio degli eroi
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Autore: ladyzaphira    05/07/2015    2 recensioni
Dopo tante delusioni, sembrava che non potesse esserci amore per Brooklyn ma ... in realtà, è solo quando ne hai davvero bisogno, che trovi ciò che desideri
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Lei era nata per essere una guerriera.
 
Non era una principessa.
 
I suoi capelli non odoravano di fiori, ne di mare; ma di terra sporca, olio per motori e a volte anche sangue.
 
Brooklyn aveva imparato presto ad amare il suo odore.
 
Ricordava ancora la prima volta che l’aveva sentito, quando lei aveva appoggiato la testa nell’incavo del suo collo.
Ricordava le lunghe ciocche bionde solleticargli la spalla e parte del petto, alcune svolazzare davanti al suo viso, altre aderire alla sua pelle a causa del sudore di entrambi.
 
Era di nuovo finita in una scazzottata tra teppisti di strada,
da cui lui aveva dovuto tirarla fuori, come al solito.
 
Lei non usava la forza, lei ERA la forza.
 
E quell’unica ciocca di capelli tinta blu elettrico le finiva sempre sugli occhi quando prendeva a pugni il suo sacco da box.
Gli scappava un po’ da ridere quando lo vedeva.
 
Tuttavia, il gargoyle dalla pelle vermiglia non poteva fare a meno di chiedersi ogni volta come diavolo facesse una ragazza umana come lei a resistere così tante ore di fila ad allenarsi …
 
… che fosse calcio, box o … qualsivoglia altra attività.
 
Ma poi ricordava che la motivazione con cui lei faceva tutto questo, era più forte della fatica.
 
Aveva visto tanta pena in quegli occhi.
Occhi grandi, di un verde così intenso da colpirti dentro, quel verde che puoi trovare solo nel prato di casa, di prima mattina, quando la rugiada luccica su ogni singolo filamento.
 
Aveva visto troppa rabbia in quelle mani, mentre reggevano la mazza con la quale ha rotto tanti nasi, spaccato ossa e forse anche ucciso …
 
… Ma per questo non l’avrebbe mai giudicata.
Perché lui sapeva …
 
Sapeva che lei cercava, si sforzava, di fare il bene.
Lo sapeva e questo gli bastava. Crescere da soli nei peggiori vicoli di New York non doveva essere stato facile.
Non doveva essere stato facile scappare via di casa, via dal padre che la picchiava …
… via dalla madre che la insultava …
 
… Crescere per strada, abbandonata a se stessa.
 
“Ma la vita è difficile per tutti …”
 
“Per tutti?” lei rise ma non c’era allegria nella sua voce, solo amarezza “Oh Brooklyn, tu non immagini neanche …”
 
Lui la guardò.
 
“… Che darei per vivere solo di notte e diventare una pietra di giorno, come te”
 
“… Perché?”
 
“Perché solo di notte, quando posso nascondere la mia esistenza al mondo mi sento davvero viva”

 
Non sapeva che cosa lo avesse legato così, a doppio filo, a lei.
Sapeva solo che nessuno, neanche Meggie, neanche Angela, gli faceva, ne gli avrebbe fatto mai battere il cuore come gli batteva quando vedeva lei.
 
Quando la vedeva battibeccare con Elisa.
Quando la vedeva giocare ai videogame con Lexington.
Quando la vedeva combattere al suo fianco.
 
Perché lei era nata per essere una guerriera …
 
Probabilmente non sarebbe mai stata in grado di vivere al tempo dei vichinghi, dove le donne, se non erano contadine, potevano solo essere damigelle eleganti.
Non sarebbe mai stata in grado di ballare in un sontuoso vestito, o chinare la testa sui campi per il padrone.
 
Lei non era elegante, obbediente o ben educata.
Lei era selvaggia e indomita come la natura stessa: Lei era vento, caos, e furia.
 
Lei non aveva coraggio, lei ERA il coraggio.
 
Il giorno in cui lui era stato catturato da quel criminale, che voleva venderlo ad un qualche collezionista di animali rari; lei fu la prima ad entrare nel magazzino dopo aver sfondato la porta a colpi di mazza.
 
Lei aveva tramortito gli uomini che era di guardia.
Lei lo aveva liberato dalle catene.
 
Eh, sempre LEI lo aveva preso in giro su quanto facilmente si fosse lasciato “Beccare”.
 
E Brooklyn la amava, l’amava così tanto.
 
L’amava con tutto se stesso.
 
“Mi piacciono le tue ali, sono calde” mormorò lei accucciandosi con lui sul divano, l’ala destra ripiegata su di lei come una coperta.
 
“Sei tu che sei fredda” fece notare Brooklyn sbadigliando.
 
“Non è vero …” borbottò lei chiudendo gli occhi “La rompiscatole dov’è?”
Eheheh, si riferiva ad Elisa.
 
“Con Golia probabilmente”
 
“Ah meno male, almeno rompe a lui”

 
Lei era poco più di una criminale, una giustiziera; era convinta che l’unico modo per avere giustizia al mondo fosse farlo per conto proprio.
Per questo lei ed Elisa non si trovavano mai, ma l’atmosfera si era raffreddata quando lei l’aveva salvata dalle grinfie di Demona.
 
“Sai una cosa, rossa?” aveva detto facendo ondeggiare la mazza con noncuranza “Mi sa che tu sei l’unica persona al mondo che sopporto ancor meno di Elisa”   
 
“Togliti di mezzo umana!!” aveva ruggito Demona furiosa.
 
“Non credo che lo farò se devo scegliere tra rompiscatole” indicò Elisa “E figlia di puttana” puntò la mazza contro Demona “Preferisco la rompiscatole”   

 
Lei non donava amore, lei ERA l’amore.
L’unico, vero amore della sua vita.
 
“Ti amo …” sussurrò Brooklyn prima che si separassero in due corridoi diversi “… Cerca di non morire”
 
“Anche tu” sorrise lei.

 
E il branco il giorno dopo era di nuovo in carcere.
 
Non avrebbe mai immaginato di innamorarsi di un umana.
 
Tanto meno di un umana come lei …
… così diversa da lui.
… così simile a lui.
 
Perché lei era nata per essere una guerriera, la SUA guerriera.


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