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Autore: MaryS5    05/07/2015    1 recensioni
La vita, dopo la sconfitta della spirale è calma e tranquilla, secondo Dante forse lo è un po’ troppo.
Vive come sempre nella sua vecchia casa, ma che succederebbe se un giorno qualunque la sua vita cambiasse drasticamente?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante Vale, Nuovo personaggio, Sophie Casterwill, Un po' tutti, Zhalia Moon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero straiato sulla poltrona del mio salotto.

Faceva caldo per essere una giornata d’aprile e la maglietta a maniche lunghe non mi aiutava affatto.
Stavo pigramente controllando la posta, in molte buste il mio nome risaltava accanto a quello della mia agenzia investigativa.
Non c’era niente di interessante, solo bollette e qualche lavoretto noioso.

Da quando i ragazzi erano andati via ed io ero stato promosso come membro del consiglio, la vita era diventata più monotona, niente missioni, niente battaglie, niente enigmi, niente titani nascosti o meglio “ adesso non dovevo più occuparmene io”, mi aveva detto Metz.
Ora che la spirale era stata sconfitta e l’organizzazione non era più un problema, ero superfluo e spesso mi ritrovavo a casa mia a non fare assolutamente nulla.
Proprio come in quel momento.

Presi in mano una busta dove era espressa una richiesta di lavoro da parte di una ricca signora che non trovava più il suo “ Fuffy”, l’ennesima storia di gatti scomparsi.
Certo, la ricompensa era molto cospicua, ma a me non servivano i soldi, mi serviva L’AZIONE.
Non credevo nemmeno di essere stato uno dei più grandi cercatori eppure non era passato così tanto tempo.

Mi mancava la mia squadra.
Mi mancavano tanto Lok e Sophie, i due giovani cercatori che un tempo dovevo addestrare e che adesso, quasi, arrivavano a superarmi.
Mi mancava Cherit, che aveva deciso di seguire Lok piuttosto che rimanere a vivere con me.
Infondo non potevo certo biasimarlo. Era un titano non un animaletto da compagnia!!

Ma più di tutti mi mancava Zhalia. Come avevo potuto lasciarla andare via? Infondo io provavo qualcosa per lei e la provavo anche in quel momento, oppure no, era stata solamente una piccola cotta?
Come quelle che colpiscono i ragazzi, facendogli perdere la testa.
Ma io non ero un ragazzino, nonostante ciò non riuscivo a capire ciò che realmente provavo.

Non riuscivo a smettere di pensare al modo in cui era andata via.
Fu un giorno come gli altri, quando mi informò di dover partire. Ciò non mi preoccupava particolarmente, lo faceva tante di quelle volte, ma stavolta mi confessò che non sarebbe tornata.
In quel momento la mia vita cominciò ad andare in frantumi. Non avevo avuto il coraggio di impedirle di partire, di dirle che l’amavo.
Certo, una volta andata via provai a chiamarla, ma la vocina dall’altra parte dell’apparecchio mi informava che, probabilmente, aveva cambiato numero.
Forse era per lei che non le avevo detto niente, pensavo che non ricambiasse i miei sentimenti, ma adesso era inutile pensarci.

Con gli altri due ragazzi, invece avevo mantenuto i rapporti.
Lok e Sophie erano entrati a far parte di una nuova squadra e qualche volta li incontravo alla base oppure li invitavo a casa, con la scusa di farmi raccontare i loro progressi.

Quelli erano gli unici momenti veramente felici della mia vita ormai eccessivamente monotona.

Guardavo ancora la busta che tenevo fra le mani, sapevo contesse un’altra richiesta di lavoro, ma in quel momento non avevo proprio voglia di aprirla.
Sbuffando lanciai la lettera sul tavolino davanti a me e mi abbandonai sullo schienale della poltrona, mettendomi il braccio sugli occhi che cominciavano a pizzicarmi.


Il campanello mi risvegliò da quel momento di tranquillità. Strano, quasi nessuno veniva da me, almeno non a quell’ora.
Pensando che fosse la mia vicina mi diressi, strascinando i piedi come un bambino, all’ingresso.

Non avevo la più pallida idea che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata drasticamente, una semplice visita avrebbe scombussolato i miei piani futuri, non che fossero così interessanti.

Aprì velocemente la porta e sbiancai di colpo.
Sentivo che le gambe stavano per cedermi e percepivo il sudore scorrere nelle tempie.
No, stavo sognando, non poteva essere vero, sicuramente mi ero addormentato sulla poltrona, era più comoda di quello che sembrava.

<< ciao>> la voce fioca della donna che avevo di fronte mi rimbombò nelle orecchie.
Ancora con la bocca leggermente spalancata provai a pronunciare qualche parola, << Z- Zhalia!>>.

Dovevo sembrare un vero cretino, con la bocca aperta e gli occhi spalancati e, a confermare quest’idea, c’era la donna che mi guardava preoccupata. << scusami tanto se non mi sono fatta sentire per molto tempo, mi sento una persona orribile a venire qui dopo quello che vi ho fatto.
Dovevo almeno informarvi un po’ sulla mia vita, invece non vi ho mai rintracciati in nessun modo. Scusami.>> mi disse abbassando lo sguardo.

<< cosa vuoi?>> le chiesi, con un tono più freddo di quello che volessi usare realmente.
Non sapevo se ero arrabbiato o se ero felice, sentivo solo una voglia irrefrenabile di piangere senza motivo.

<< vorrei chiederti un grande favore. Non sarei venuta se non fosse stato veramente importante e sento che tu sei l’unico a cui lo possa chiedere.>> confessò mentre i suoi occhi cominciarono a diventare sempre più lucidi.
Non riuscii a resistere a quello sguardo e mi scostai dalla porta facendole segno di entrare.
No, non ero arrabbiato, non con lei, sentivo che era colpa mia. Forse la feci entrare per ciò che aveva detto. Si fidava solo di me e io sentivo di non doverla tradire.

Lei mi ringraziò dirigendosi dentro casa a passi lenti.
Solo in quel momento mi accorsi di una piccola bambina appiccicata alle gambe di Zhalia.
Mi guardava spaventata con due occhioni enormi e cercava di nascondersi dal mio sguardo come poteva.
Non riuscivo a dire niente, avevo tante domande da fare alla cercatrice come: “ quella bambina è con te oppure si è imbucata?”, ma lei si sedette sul divano e mi fece segno di avvicinarmi, sicuramente mi avrebbe spiegato tutto.

Scuotendo la leggermente le testa, forse per provare che non era realmente un sogno.
Chiusi la porta e mi diressi lentamente verso la poltrona, dove ero stato seduto precedentemente, mentre Zhalia prendeva la piccola per i fianchi, sollevandola e la faceva accomodare, delicatamente, sulle sue gambe.

Guardai attentamente la cercatrice, era vestita in un modo piuttosto strano.
Aveva il solito stile di stivali di sempre, i soliti jeans aderenti, ma portava un grosso giubbotto che la faceva sembrare più robusta di quello che era. In realtà sembrava più magra di quando ricordassi, al di là degli spessi vestiti.
Notai che dalla fine delle maniche del giubbotto si vedevano quelle della maglietta che avevano due buchi ai lati, dove lei aveva infilato i pollici, quasi come guanti.
Lo trovavo strano, visto il caldo di quel periodo.

Mi accomodai sulla poltrona, passando lo sguardo alla piccola sconosciuta.
Poteva avere si e no 3-4 anni, se non di più. Aveva dei lunghi capelli neri, legati in due graziose codine che le ricadevano sulle spalle e indossava un elegante vestitino verde decorato ai bordi da fiorellini colorati.
Mi guardava ancora in modo spaventato, come se fossi un orco orribile di una palude sconosciuta. Ero davvero tanto brutto? Mi ritrovai a chiedermi se mi ero rasato quella mattina. Eppure mi sembrava di aver mantenuto lo stesso fascino di sempre.
Forse la vita che avevo cominciato a condurre mi stava riducendo veramente male.

<< allora … >> Zhalia mi risvegliò ancora dai miei pensieri.
<< beh … non so da dove cominciare>> mi confessò imbarazzata.

<< puoi cominciare raccontandomi cosa hai fatto in tutto questo tempo>> le dissi, con un tono ancora abbastanza freddo.
Non riuscivo a capire perché mi mostravo così arrabbiato, forse volevo solo spiegazioni, oppure altre scuse, tanto per confermare che avevo ragione io, anche se una parte di me lo riteneva impossibile.

<< giusto, ma prima passiamo alle presentazioni >>, mi disse rivolgendo lo sguardo alla piccola che a sua volta la guardò velocemente sfoggiando un debole sorriso. << lei è Lily, mia figlia>>.

A quelle parole sentii il cuore fermarsi.

Perché non mi aveva detto una cosa così importante? perche?!? Eppure aveva detto che ero l’unico di cui poteva fidarsi.

Non ascoltai minimamente ciò che disse subito dopo, probabilmente stava parlando con la bambina, dicendole il mio nome e raccontandole un po’ di me.
Ero troppo concentrato ad osservare precipitosamente le dita della cercatrice supplicando che ciò che pensavo non fosse vero.
Appena lo vidi mi bloccai abbassando rassegnato lo sguardo sulle mie mani che si stavano torturando a vicenda.

Un piccolo anellino d’orato risaltava splendendo sul suo anulare.
<< perché?>> sussurrai abbastanza forte da interrompere il suo discorso.
<< mi dispiace di non averti detto niente, ma ero spaventata da questa situazione. Lasciami spiegare>> mi disse per poi controllare precipitosamente l’orologio e subito dopo sbiancare un po’.
Vidi che aveva allacciato l’orologio sopra la maglia del braccio sinistro, ma non ci feci molto caso ero troppo sconvolto. << scusa, ma non ho molto tempo, quindi ti spiegherò tutto velocemente>>, non ebbi il tempo di dibattere che lei cominciò a spiegare.

<< quando ho detto di andare via per sempre, non lo pensavo realmente, volevo solo allontanarmi per un po’ da voi, solo per provare a vivere sola, com’era prima di conoscervi. In quel periodo sentivo che mancava qualcosa nella mia vita e pensavo fosse il bisogno di un po’ di indipendenza. Poi tutto è cambiato. Ho incontrato un uomo in un piccolo pub, Jeff. Ci siamo conosciuti e frequentati per un po’. Ho scoperto che anche lui è un cercatore.>>
Mi sorpresi che nominasse i cercatori così leggermente davanti a sua figlia, forse anche la piccola conosceva il mondo dei titani.
Continuai a concentrarmi sul discorso, << era così dolce e gentile. Poi è successo tutto velocemente. Un giorno mi ha chiesto di sposarlo e io non ho saputo dire di no. Subito dopo ho scoperto di essere incinta … >> si interruppe un attimo ed io rimasi in religioso silenzio.

La vidi abbassare lo sguardo, non sembrava molto contenta di ciò che mi stava raccontando, come era possibile? mi stava descrivendo uno dei momenti più felici nella vita di una donna.
<< … è nata Lily, la cosa più bella che io abbia mai fatto>> a quelle parole la bambina arrossì leggermente, mentre io mi sentì invadere da un moto di gelosia.
Possibile? Ero geloso di una piccola bambina? << adesso ha 3 anni e mezzo!>> mi informò sorridendo alla piccola. Beh almeno su quello ci avevo azzeccato.

Feci un cenno con la mano a Lily, in segno di saluto, che, a sua volta, mi sorrise imbarazzata. << voi invece? Come ve la passate?>> mi chiese arrossendo un po’.

Quella domanda mi fece salire un velo di rabbia che cercai di reprimere e fortunatamente ci riuscii. Mi era mancata veramente tanto, non avrei minimamente immaginato che, mentre io stavo qui a girarmi i pollici, lei si costruiva una famiglia.
Mi sentivo tremendamente frustrato.

Accorgendosi che io non avevo l’intenzione di rispondere, continuò lei << come va con il consiglio? E Lok e Sophie? Come stanno? Hanno finito la scuola? Come mai Cherit non è qui? Vive ancora con te?>> a sentire tutte quelle domande mi sentii un po’ più felice.

Allora le importava di noi. Ma non capivo perché non arrivava subito al punto. Era una cosa tanto grande quella che mi avrebbe chiesto?.
<< beh. Con il consiglio va tutto bene … >> risposi finalmente con la voce un po’ rauca.
Mi schiarii la gola e poi continuai, << sai com’è? Lavoro d’ufficio … “ carta, carta, carta e dal capo a riferire!”>> dissi cercando di alleggerire un po’ l’aria di tensione che si era istaurata nella stanza. Poi continuai, non volevo farla andare via tanto in fretta, qualsiasi cosa avrebbe dovuto fare, doveva aspettare.
<< i ragazzi stanno bene, più che bene direi! Sono entrati a far parte di una nuova squadra e Metz dice che tra poco tempo ne avranno una tutta loro! Stanno diventando proprio bravi, si impegnano tanto …>> abbassai lo sguardo, mentre lei mi guardava sinceramente contenta.
<< hanno finito il liceo e sorprendentemente Lok è passato con ottimi voti! Sophie si è iscritta all’università, anche se passa molto tempo alla base, riesce a orientarsi bene tra lo studio e le missioni. Mentre Lok ha deciso di concentrarsi di più sui cercatori, si allena ogni giorno e, nel tempo libero, cerca un lavoretto da fare che lo tenga un po’ impegnato nei periodi di riposo e che gli permetta di mettere un po’ di soldi da parte. Cherit ha deciso di seguire i ragazzi nelle missioni, quindi sta con Metz, così è più sicuro. >> mi bloccai pensando a cosa avrei potuto aggiungere. << mamma, chi sono Lok e Sophie? >> chiese la piccola dopo aver aspettato pazientemente che io smettessi di parlare.

Aveva una vocina così carina e sembrava tanto educata che mi fece sorridere. << sono due ragazzi molto simpatici che prima della tua nascita lavoravano con me e con lo zio Dante.>>

Lo zio Dante? Lo ZIO DANTE?!? Quella parola mi riempì di gioia. Aveva parlato di me alla bambina! Non potevo esserne più felice.
Allora non si era dimenticata della sua vecchia squadra! nonché i suoi migliori amici.
<< mentre Cherit è … >>, << il titano che viveva in questa casa con lo zio vero?>> chiese interrompendola.

Detta da Lily risuonava molto meglio.
Non riuscii a trattenere un raggiante sorriso, mentre Zhalia annuiva. << pensavo che fosse qui, così potevi giocare un po’ con lui, ma è andato via.>> continuò la donna.

<< cosa volevi chiedermi?>> le dissi senza trattenere la felicità che provavo in quel momento, sembrava che mi fossi dimenticato che era tornata appena cinque minuti fa da un viaggio durato qualche anno.
Ero curioso di sapere cosa mi avrebbe detto.

Lei si rabbuiò un po’ e strinse leggermente la piccola a se cominciando a parlare. << ecco … i- io e … io e J..>> la invogliai a parlare con un cenno della mano.
<< io e Jeff dovremmo … partire per qualche giorno …>> mi confessò abbassando di più lo sguardo, sembrava non volermi guardare. In effetti il mio smagliante sorriso era sparito, per fare posto ad un’espressione a dir poco sconvolta e irritata.

<< è per una questione di lavoro piuttosto pericolosa, capisci?>> mi disse indicando la bambina con un cenno del capo.
<< ho bisogno che tu tenga Lily per un po’ >>, sembrava realmente imbarazzata.
Io invece avevo praticamente la bocca spalancata, mi aveva preso per un baby-sitter?!!
<< scusami, ma tu sei l’unica persona di cui mi fidi veramente per lasciarti la cosa più preziosa che ho.>> mi disse guardandola con le lacrime agli occhi. << mi farai questo favore? >> Disse ancora.
Senza rendermene conto annuii leggermente, ancora con la bocca spalancata.

Non avevo minimamente riflettuto su ciò che mi aveva appena detto.

Si alzò velocemente, non dandomi nemmeno il tempo di capire ciò che stava succedendo e continuando a ringraziarmi posò Lily a terra e uscì di casa, senza smettere di parlare, insieme alla bambina che la rincorreva frettolosamente con gli occhietti leggermente umidi.
Con una velocità impressionante prese una valigia dalla macchina che aveva posteggiato davanti casa mia, mentre io mi posizionavo lentamente allo stipite della porta, per guardare cosa stava facendo.

Ancora riflettevo su quello che avevo fatto. Non ricordavo nemmeno di averle detto di si!

La confusione che si venne a creare fu troppa e non mi aiutò affatto a pensare! Zhalia parlava ininterrottamente, ringraziandomi di tanto in tanto e muovendosi rapidamente.
La bambina la seguiva comminandole letteralmente appiccicata e la chiamava con la vocina flebile e gli occhi sempre più lucidi.
Io non mi sentivo nemmeno parte di quella situazione che si era venuta a creare.

Stavo immobile, rigido come un manico di scopa, a guardarla andare avanti indietro.

Appena si mise, anche lei, davanti alla porta aperta e si accovacciò all’altezza della piccola mi concentrai su di loro, mettendo da parte i pensieri.

<< ok! tesoro mio, vedrai che starai benissimo qui. La mamma tornerà presto a prenderti e dopo ti comprerò il gelato più grande che tu abbia mai mangiato!>> le disse abbracciandola, come una brava madre. << mi raccomando tesoro, fai la brava e non fare arrabbiare lo zio, ascoltalo sempre e non fare i capricci, chiaro?>>. Lily annuì piano, mentre la madre la abbracciava ancora, per poi alzarsi e rivolgendosi a me.
<< allora. Lily non sa ancora vestirsi da sola, quindi la dovrai aiutare. Per dormire ha bisogno della sua bambola che è dentro la borsa. Non farle mangiare cose troppo dolci e preparale qualche minestrina, ne ha bisogno una volta tanto ..>> mi disse sorridendo, << il resto te lo dirà lei, è una bambina molto matura, nonostante l’età! … >>, si girò un attimo sorridendo a Lily.
<< … per qualsiasi cosa chiama a questo numero. >> disse porgendomi un bigliettino bianco. << ma credo che alcune volte il cellulare sarà spento … >> si rabbuiò un attimo, poi si rivolse ancora a me.

<< grazie per quello che stai facendo, te ne sarò per sempre grata!>>, mi diede un leggero bacio sulla guancia che mi fece toccare il cielo con un dito.
Poi lo diede anche a sua figlia e salutandola si diresse velocemente verso l’auto. << aspetta una attimo!! Ma quando torni?!?!>> le urlai guardandola preoccupato.
<< scusami, ma devo proprio andare, sono in un tremendo ritardo!!>> si scusò per via della fretta aprendo lo sportello della macchina dalla parte del passeggero.
<< tornerò prima di qualche mese, forse due o anche meno!!>> mi disse entrando in macchina.

Mentre ci salutava con la mano, con un finto sorriso e con gli occhi umidi, la macchina cominciò a muoversi.
Mi accorsi di sfuggita di un uomo al posto di guida, piuttosto robusto, con i capelli corti, forse marrone chiaro, quasi biondo, che ci scrutava con uno sguardo arrabbiato.
Sembrava un tipo abbastanza muscoloso.

Forse era il padre della bambina, ma allora perché non era sceso? Perché non si era presentato? Ma soprattutto, perché non aveva salutato Lily e aiutato Zhalia con la valigia?

Continuai a guardare l’auto fino a quando non sparì completamente.
Mi girai vero la bambina che mi osservava a dir poco terrorizzata.




Angolo dell’autrice: salve a tutti!!!
Questa è la prima storia che scrivo su Huntik quindi, per favore, siate comprensivi e ditemi che ne pensate.
Mi scuso in anticipo, ma non potrò aggiornare con frequenza per via di un problema con internet. Spero che nonostante ciò continuerete a seguire la storia, farò il possibile per pubblicare i capitoli più velocemente possibile. Per via di questo problema non potrò rispondere alle recensioni velocemente.
Grazie della comprensione.
Grazie a coloro che hanno letto, che continueranno a farlo e soprattutto chi recensisce.
A presto!! Ciao!!
  
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