Nda: Salve a tutti ^^
Premetto che non ho mai scritto in questo fandom, spero di riuscire a trasmettere qualcosa e soprattutto di non essere caduta nell'OOC. In queste due piccole flashfic ho provato ad immedesimarmi nei panni di Jon Snow e Robb Stark in due dei momenti peggiori di tutta la serie, spero che apprezzerete!
[AVVERTENZE: Spoiler Stagioni 3,4 e 5. Non leggete se non siete al passo con la serie, a vostro rischio e pericolo.]

Sometimes life is worse than death.

Jon Snow

Per essere un capo erano necessari alcuni requisiti indispensabili: forza, coraggio, saggezza e lealtà.
Jon Snow era sempre stato forte, per tutta la sua vita aveva combattuto una guerra interiore, contro sé stesso, la sua identità, le sue debolezze e tutti i suoi fantasmi.
Jon Snow possedeva una gran dose di coraggio, il coraggio di un bambino che ha dovuto crescersi da solo perché considerato un bastardo dalla sua stessa famiglia, il coraggio di compiere una scelta e unirsi alla confraternita, il coraggio di affrontare il suo destino a testa alta nel tentativo di salvare le sue Terre dalla rovina.
Jon Snow era sempre stato saggio, una mente acuta e brillante che aveva guidato, come un faro, gli altri corvi in una guerra più grande di loro di cui pochi erano a conoscenza.
Jon Snow conosceva il significato della parola lealtà, una qualità che aveva ereditato da suo padre tramite il sangue, ma non tutti, come lui, ne conoscevano il significato.
Jon Snow incontrò il suo destino negli occhi di un ragazzo, in molti modi simile a lui ma in tanti altri così diverso, un orfano con il cuore oscuro e tormentato, soggiogato dai più forti nel credere in una verità sbagliata.
Jon Snow aveva tentato fino alla fine di proteggere gli altri ma non aveva mai pensato a proteggere sé stesso, perché, in fondo, nel suo cuore, lui credeva negli uomini che erano diventati suoi fratelli tramite un solenne giuramento… Ma loro non credevano in lui.

Robb Stark

Il corpo di sua moglie cadde al suolo, freddo e immobile mentre il sangue le fuoriusciva a fiotti dal ventre.
Robb non riusciva a distogliere lo sguardo da quel freddo cadavere, non riusciva a reagire in quel momento così pieno di dolore e tristezza, l’unica cosa che riusciva a fare era pensare e torturare la sua mente con orribili riflessioni.
La sua morte era imminente e lui non provava timore.
L’unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era alla maledizione che gravava sulla sua famiglia, a tutte le orribili vicende che erano capitate alle persone a lui care e a lui in prima persona.
Robb pensava a quel bambino non ancora nato, a quanto gli sarebbe piaciuto insegnarli a cavalcare e ad usare la spada come suo padre aveva fatto con lui.
Pensava a sua moglie, condannata ad una morte orribile solo perché lui aveva preso la scelta sbagliata.
Non sentiva neanche il dolore inflitto dalle frecce ancora conficcate nel suo corpo.
La voce di sua madre diventava sempre più bassa mentre nella sua mente risuonava la voce di un bambino che lo chiamava, verso la luce, verso un posto migliore.