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Autore: Morgana la Strega    06/07/2015    8 recensioni
Dalla storia:
Quel bacio doveva rimanere segreto, un segreto che Draco si era deciso a tener ben custodito nel cassetto più nascosto del suo cuore, usando la stessa determinazione con cui aveva deciso di prenderselo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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OBLIVIATE - OS
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C'era aria festa quella sera ad Howarts, - una sensazione strana per tutti - quell'allegria e voglia di vita quasi palpabile e ormai sconosciuta, poiché la scuola era stretta in una morsa di terrore e violenza, a causa di Tu sai chi.

Il comitato studentesco propose di festeggiare l'inizio delle vacanze natalizie: organizzò un ballo d'inverno.
Gli studenti si dettero molto da fare per allestire la grande sala da pranzo. Con l'aiuto della professoressa McGranitt, gli studenti riuscirono a riprodurre un cielo d'inverno, dal cielo cadevano fiocchi di neve, che si scioglievano a mezz'aria prima di bagnare il pavimento. Al posto dei grandi tavoli - dove pranzavano e cenavano le casate - furono posizionati tavolini rotondi e coperti di tovaglie argentate, riprendendo il tema invernale. Al centro di quella che sarebbe stata la pista da ballo, venne posizionato un grande abete adorno di luci e nastri.

Naturalmente Hermione Granger faceva parte del comitato e nonostante l'idea del ballo non la entusiasmasse molto - non reputandosi una gran ballerina- si decise a partecipare.

Hermione sfilò il vestito lilla dalla scatola, con molta delicatezza, facendo attenzione. Accostò il capo al petto, guardandosi allo specchio.

«Gran bel vestito Hermy» disse Ginny passandole dietro per andare prendere il pettine, sul comodino.

«Ti piace? Me lo ha spedito mia madre, lei non crede molto nel mio buon gusto, così si è offerta di sceglierlo per me.»

Ginny le si avvicinò per toccare il corpetto increspato e la lunga gonna plissettata, poi sorrise.

«Direi che tua madre ha un ottimo gusto e per una prossima volta, chiedile se ha qualcosa anche per la tua amica Ginny» aggiunse strizzandole l'occhio.

Hermione osservò Ginny allontanarsi per andare a mettersi le scarpette. Lei non avrebbe mai avuto bisogno di qualcuno, che le consigliasse come abbigliarsi. Ginevra indossava un tubino color indaco, senza spalline e sorretto da una fascia di raso che andava a sostenerle il seno, per poi scendere liscio lungo i fianchi, sottolineando la siluette perfetta della ragazza. I capelli ramati erano raccolti in una crocchia bassa, alle orecchie portava due piccoli pendenti a forma di goccia e sugli occhi aveva messo un filo di ombretto color perla.

Ginevra Weasley avrebbe sicuramente messo in ombra tutte le studenti della scuola, Hermione ne era certa.

«Hermione, direi che è tempo di sistemarti come si deve!» disse Ginny battendo le mani entusiasta.

«Si ma non ho in mente niente di speciale Gin, voglio dire... non è il caso di fare niente di artificioso» rispose Hermione preoccupata.

«Su coraggio! Com'è che la chiamate voi babbani quella che va al ballo su una zucca?» chiese Ginny.

«Si chiama Cenerentola!»

Rispose l'altra ridendo, mentre Ginny prese a spazzolarle i capelli.

*

Il ballo era iniziato da più di due ore, le luci pian piano si fecero più tenui e la musica divenne più lenta, questo significava che la parte romantica - riservata a coppiette e alle piccole tresche - era partita.

Draco non ne poteva più, lui non aveva bisogno di musica smielata per ottenere cosa volesse.

Malfoy si era portato due ragazze ragazze nei bagni e poi - per il tempo che gli era rimasto - aveva pomiciato con Pansy nella sala da ballo. Dopo tutto quel movimento, Draco si sentiva stanco, in più era ubriaco e adesso gli importava solo di continuare a bere.

"Per stasera basta ragazze, ho chiuso con i bagni scomodi."

Hermione ballò due volte con Harry e mezza con Ron con il quale litigò in mezzo alla pista, perché quello sbadato le aveva pestato i piedi.

Ron adesso sembrava un cane bastonato, mentre lei era ancora arrabbiata.

Stanca di vedere Ginny che ballava circondata da ragazzi e Luna che saltellava allegramente con Neville, Hermione si alzò. La ragazza era stufa di fare da tappezzeria, così piantò in asso Harry e Ron, lasciandoli ai loro commenti e battute, sui presenti al ballo.

Una volta fuori dall'edificio, Hermione decise di fare due passi sul ponte, era desiderosa di starsene da sola e in pace.

Una volta sul ponte, la speranza della giovane - di poter riflettere e riposare la mente - venne spazzata via dalla figura di Malfoy, che si trovava appoggiato comodamente, ad una colonna.

"Finale perfetto! Con tanto di scherni e qualche offesa da parte di Malfoy" pensò Hermione.

Draco sembrava tutto meno che in cerca di discussioni. Il ragazzo aveva un aspetto trasandato: la camicia era in gran parte sbottonata, il nodo alla cravatta si era sciolto e gli pendeva tutta da un lato e la gelatina nei capelli aveva ceduto. Hermione si avvicinò all'individuo, tentando di sorpassarlo più in fretta possibile e sperando di non farsi notare. Vide che lui teneva in mano una bottiglia di burrobirra e ai suoi piedi ve ne erano due, vuote.

Il ragazzo alzando lo sguardo da terra, incontrò una figura femminile. Gli ci volle qualche secondo per mettere a fuoco il volto, perché aveva bevuto troppo e la testa girava. Hermione Granger gli stava passando davanti, con passo felpato e questo lo irritò.

Draco pensò a quanto fosse strano vedere la secchiona acconciata e abbigliata in quel modo.

"Con il vestito che indossa non è niente male" pensò, osservandola.

Preso dall'ubriachezza gli venne voglia dirle, che in fondo non le dispiaceva affatto e, che forse non le era mai dispiaciuta. Neanche quando la Granger era una bambinetta insipida e assomogliava ad un castoro. Sarebbe stato un discorso troppo articolato quello che Draco voleva fare ad Hermione, lui era decisamente troppo ubriaco per portarlo a termine.

«Weasley ha finito di prendersela con i tuoi piedi, Granger?»

Draco non riflettè sul fatto che lui ed Hermione - in cinque anni - non avessero mai avuto una normale conversazione. C'erano stati solo insulti e brevi litigi, in più la cosa dipendeva da lui, in gran parte.

Hermione - convinta di avercela fatta a non farsi vedere - avvertì come un pizzicotto dietro la schiena, alla domanda di Malfoy, così si fermò, girandosi lentamente.

«Come scusa?» domandò lei, a dir poco sorpresa.

Il tono del Serpeverde - se pur non fossero parole cordiali quelle uscite dalla sua bocca - era stranamente pacato. Forse l'alcool in un individuo del genere aveva un effetto insolito.

«Credi non abbia visto come ti torturava pel di carota, in mezzo alla pista?»

Draco fece alcuni passi verso Hermione, nel farlo inciampò in una bottiglia di burrobirra, cosa che fece scivolare l'altra dalla mano.

Hermione sobbalzò al rumore del vetro che si schiantava in mille pezzi, mentre a Draco scappò un risolino. Tra i due rimase una breve distanza: due o tre passi l'uno dall'altra.

Finalmente Hermione poté vedere bene il viso di Malfoy: i suoi occhi grigi erano decisamente arrossati. Sotto, due mezze lune viola gli davano l'aspetto di uno, che non dormiva da giorni. I capelli che erano sempre perfetti, adesso ricordavano ad Hermione il pelo di un canarino appena nato, il colletto della camicia aveva macchie di rossetto.

"Almeno se l'è spassata" pensò lei.

La visione di quelle macchie provocò in Hermione una strana sensazione. Avvertì come un senso di fastidio che però non riuscì a giustificarsi.

Dal canto suo Malfoy era impegnato ad osservare ogni minimo particolare della ragazza: la pettinatura vagamente anni cinquanta e la scollatura del vestito, che ne valorizzava il seno, su cui poi pendeva un piccolo ciondolo, il rossetto sulle labbra che risaltava il rosa delle sue guance e poi gli occhi: in un espressione dosorientata che lo squadravano da capo a piedi.

Il silenzio fu rotto dalla domanda di Hermione.

«Cosa vuoi Malfoy, litigare? Ti chiedo solo di renderlo breve, perché non ho intenzione di perder tempo con-»

«Granger, non voglio litigare.»

Draco non la fece finire.

«Ti ho vista e ho semplicemente detto quello che mi andava di dire.» aggiunse alzando le spalle.

Hermione proprio non capiva.

«Bene» si limitò a rispondere lei.

«Bene» disse di rimando Draco, continuando a guardarla.

La Granger si voltò per andarsene, ma Malfoy voleva continuare con quella conversazione fatta di niente, perché se lei se ne fosse andata, lui non avrebbe saputo che fare.

«Certo che proprio non sai ballare, sei tutta scoordinata» sbottò Draco per fermarla, ma non sperava che la ragazza tornasse indietro.

Pochi passi, ed Hermione fu costretta a fermarsi nuovamente, colpita dalle parole del ragazzo. Si voltò, per poi tornare da lui a passo svelto. Si fermò a pochi centimetri dal volto del ragazzo, che nel frattempo si rese conto di averla stuzzicata e questo gli piacque.

"Posso tirarla per le lunghe... almeno per un po'" pensò Malfoy.

«Bè, come hai potuto notare!» rispose Hermione, sbattendo poi le braccia contro i fianchi.

«Ma la cosa che mi disturba Malfoy, forse più del dolore ai piedi... è che tu abbia posato lo sguardo su di me!»

Il tono della ragazza divenne aggressivo e Draco sussultò.

«Non avevi niente di meglio da fare che guardare me, tra una gita in bagno e l'altra?» chiese lei sarcasticamente, era paonazza in viso.

Il ragazzo strizzò gli occhi portandosi una mano alla testa, cominciava ad essere in difficoltà.

«Noto che anche tu però...»

Draco non riusciva a finire la frase,però trovava sospetto che Hermione avesse notato chi lui portava in bagno. Ragionando, Draco non ricordava neanche chi ci aveva portato.

«Che c'è Malfoy... Pansy ti ha baciato così forte da risucchiarti i pochi neuroni che hai nella testa?»

Hermione parlava a voce troppo alta e Draco aveva mal di testa. Lui non voleva discutere con lei, questa era una rara occasione in cui la ragazza non si trovava in compagnia di Weasley e lo sfregiato.

"Non può finire in discussione" pensò.

«Senti io...»

Malfoy iniziò a balbettare dondolando su se stesso, per darsi tono posò un braccio sulla spalla di Hermione, cosa che provocò in lei un sussulto.

Hermione si sentiva esterrefatta.

"Mi sta usando per apoggiarsi, come si fa con un oggetto!" disse tra sé. Poi prese la mano di Malfoy - che si trovava sulla sua spalla - col fare di toglierla, ma lui intrecciò le dita alle sue, provocando in Hermione una scossa dietro il collo.

Dopo alcuni secondi, lei si affrettò a dire qualcosa.

«Tu sei completamente ubriaco... cosa diavolo vuoi da me?»

Spinse via la mano di Draco con forza, la spinta lo fece barcollare all'indietro.

Malfoy si scansò un ciffo di capelli dagli occhi e fece due lunghi respiri, poi cercò di dire qualcosa, ma non ci riusciva proprio e non avrebbe mai trovato le parole giuste. Lui voleva spiegare alla Granger la sensazione che provava in quel momento e in più doveva farlo in modo veloce, perché lei poteva andarsene da un momento all'altro. Desiderava dirle che la trovava molto bella vestita in quel modo e voleva chiederle se le andava di fare due passi con lui, per parlare. Anche se da sempre la scherniva e infastidiva, Draco lo faceva solo perché lei si contornava sempre di incapaci, stupidi Grifondoro.

Osservando la cera del ragazzo Hermione capì che Draco non stava affatto bene, lo aveva visto in diverse occasioni sotto effetto di alcool, ma questa volta, c'era qualcosa che non andava. La ragazza si avvicinò con calma a lui, che per sostenersi si era poggiato ad una colonna.

In quel momento Hermione pensò che Draco Malfoy non le dispiaceva affatto, - nonostante il suo aspetto trasandato - se solo non fosse stato sempre così arrogante e sfacciato, magari avrebbero potuto scambiarsela qualche parola. Guardandolo e pensandoci bene a lei il Serpeverde non era mai dispiaciuto, neanche quando era un bambino rinsecchito e indisponente.

Draco si staccò dalla colonna, tornò a pochi centimetri dal viso di Hermione. Il cuore di lei iniziò a battere forte, - un tamburo contro il petto - ma non voleva scansarsi o indietreggiare. Ad un soffio dal suo viso Draco le parlò sottovoce, guardandola negli occhi.

«Sei puntigliosa, e poi parli decisamente troppo Grifondoro.»

Draco afferrò la nuca di Hermione - affondò le dita nei capelli raccolti - poi la baciò con forza.

Hermione non riuscì a reagire, avrebbe dovuto divincolarsi, spingerlo via o pestargli un piede, ma non lo fece. L'unica cosa che la ragazza sentì di fare fu assecondare il suo bacio ed accostarsi sempre più a lui, poi lo prese per i fianchì e si sentì travolgere.

Mentre il ragazzo la baciava, Hermione avvertiva - dentro il suo corpo - un agglomerato di energie in contrasto tra loro: caldo, freddo e nuovamente caldo. Sensazioni che avrebbero potuto farla esplodere, lo sentiva. Dopo alcuni minuti il bacio di Draco divenne più lento e pian piano si staccò dalle labbra della Grifondoro. Malfoy ebbe la sensazione di cadere nel vuoto: si sentì leggero e trasportato da qualcosa che non riusciva a controllare, ma fu una sensazione bellissima.

Dopo lo stop di lui, Hermione rimase ad occhi chiusi ancora qualche secondo, poi li riaprì pian piano e incontrò quelli di Draco. Nel frattempo le mani del giovane erano scese al collo di lei per carezzarlo dolcemente con le dita.

«Che cosa era questo?» chiese Hermione con voce strozzata.

Malfoy avvicinò la sua fronte a quella della ragazza, che intanto continuava a tenerlo per i fianchi. In quella posizione, potevano sentire il respiro l'uno dell'altra.

«E' tutto quello che vorrei dirti, rappresenta cosa vorrei ci fosse tra noi due.»

Draco prese un respiro e sorrise, poi abbassò gli occhi, che si fecero tristi.

«Granger sei sempre stata troppo occupata a correre dietro a Potter per porre rimedio ai suoi guai. Non ti sei mai minimamente accorta che le mie parole rivolte a te avevano un doppio fine? Ogni frecciata mandata voleva solo stimolarti... o forse perché con te non ho mai conosciuto altro modo per chiederti di non ignorarmi. Ricordo che a undici anni nascondevo salamandre tra le pagine dei tuoi libri, sai perché? Solo per vederti arrossire quando ti arrabbiavi. Mi hai sempre ignorato, tu sei troppo giusta e leale verso i tuoi principi e non puoi confonderti con uno come me.»

Hermione si sentiva stordita, sfiorava il corpo di Draco ripetutamente, cercando di mettere insieme parole, che però non riuscivano ad uscirle dalla bocca. Di una cosa era certa: non voleva perdere la sensazione che Draco le aveva dato, si sentiva viva.

«Draco, perché questo silenzio?»

Finalmente riuscì a parlare.

«Sarebbe bastato un gesto, io lo avrei capito. Sono sicura di questo.»

Adesso sentiva il viso bruciare.

«Mi hai sempre rivolto parole di disprezzo, perché me lo hai nascosto?»

Draco non rispose, prese ad accarezzarle il viso con una mano e con l'altra la portò e se stringendole la vita, dopo alcuni istanti si frugò in tasca, dove aveva nascosto la bacchetta e la prese in mano.

«Non pretendo che tu mi corrisponda piccola Granger, non per come sono sempre andate le cose. Ti ho baciata perché volevo rendermi conto di cosa mi sono perso. So che non potresti mai amarmi, non sarebbe giusto.»

Disse con un sorriso triste, poi puntò la bacchetta verso di lei e pronunciò la formula.

«Oblivion.»

Hermione non ebbe il tempo di controbattere o di fermare il ragazzo. Draco scelse per entrambi. La vista della Granger si appannò di colpo e il suo volto divenne inespressivo. Una macchia nera si diffuse sul suo campo visivo, che cancellò il volto di Draco. La ragazza cadde nel buio e non riuscì ad impedire che questo accadesse.

Forse anche lei - almeno una volta - aveva desiderato poter toccare labbra di Draco. Per per quanto lui la schernisse o disturbasse, magari Hermione provava qalcosa - di incondizionato e inspiegabile - proprio come lui.

Passarono alcuni minuti, una scossa riportò la Grifondoro alla realtà.

Inizialmente le parve tutto confuso, poi riuscì a capire dove si trovava: era sul ponte e faceva un freddo cane.

"Che ci faccio qui? Devo aver bevuto parecchio per non ricordarlo."

Due bottiglie di burrobirra ai suoi piedi ed una terza in frantumi diedero ad Hermione la conferma di aver esagerato con l'alcool. Presa dai brividi di freddo - confusa e delusa dall'esito della serata - la ragazza si avviò verso i dormitori, sentiva però che qualcosa di strano era accaduto, ma non riusciva proprio a ricordare. Dopo aver tentato in vari modi di chiarire questo suo dubbio, decise di accantonare la cosa.

"Ero solo stordita dall'alcool, che cosa mai può esser successo? Niente" pensò.

Quel bacio doveva rimanere segreto e Draco decise di tenerlo custodito nel cassetto più nascosto del suo cuore, usando la stessa determinazione con cui aveva deciso di prenderselo. Toccando le labbra di Hermione, Malfoy si concesse di far uscire quello che aveva tenuto da parte per anni, ma questo doveva accadere solo per un breve momento.

Draco non poteva concedersi il beneficio del dubbio. Lui doveva essere sicuro che la Granger non andasse a spifferare cosa era successo. Forse in modo più semplice, non poteva tollerare che Hermione fosse entrata in contatto con una parte di lui. La ragazza aveva toccato la sua parte più nascosta, quella dove il fuoco bruciava e perché lui glielo aveva lasciato fare, Draco si era lasciato toccare. Il Serpeverde non prese in considerazione il fatto che la riccia Grifondoro potesse contraccambiarlo, o capirlo. L'indifferenza da parte di lei - perpetuata per anni - dette a Malfoy la sicurezza di non rappresentare niente per Hermione Granger.

Una piccola sicurezza può distruggere più di un grande dubbio.








   
 
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