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Autore: kalesia    06/07/2015    1 recensioni
Non mi sono ancora abituata al finale della 3a stagione e più volte ho immaginato cosa potrà mai accadere, ho cercato di calarmi nei panni degli sceneggiatori e cercare un'alternativa credibile e degna di OB.
!! Se NON avete visto la 3x10, NON leggete oltre!!
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Cosima Niehaus, Delphine Cormier
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Delphine Cormier come Paul Dierden, aveva iniziato come un monitor freddo e calcolatore di un clone ignaro, di cui alla fine si era innamorata. E' il volto di Cosima quello che bacia, la mano che accarezza nella sua, le bacia le lacrime, le spalle, il ventre, sente il calore del suo corpo a ridosso del proprio, il suono della parola LEDA, il sapore dell'alcool che le fa compagnia in ufficio, ormai come una triste abitudine. Ma non è da sola adesso, c'è Cosima assieme a lei, ovunque fossero non sembra essere importante sino a che un tumulto, come un terremoto inatteso, rovescia le immagini e tutto svanisce. Gli occhi della francese si aprono in un riflesso incondizionato nel buio, squarciato da lampi di luce scura, forse grigia. No, non flash ma righe, sul soffitto. Dei tubi grigi sullo sfondo scuro del soffitto. Ruota il capo accorgendosi solo adesso di sentire dei battiti e vede le macchine al suo fianco, c'è una sedia vuota, sul display i battiti sono leggermente accellerati, sente il bruciore dell'ago nel braccio e un fastidio nel naso. Dev'essere il tubo d'ossigeno. Si volta dall'altra parte ma il movimento è scordinato e sull'addome qualcosa tira terribilmente, brucia, si abbandona ad un gemito di dolore ma non vuole chiudere gli occhi, non può tornare a perdere i sensi.

“Ehi. Ehi, rilassati. Sei al sicuro Delphine, calmati. E' tutto apposto”

sposta lo sguardo, non ci sono capelli ad infastidirle la vista, sente di avere qualcosa in testa ma non è il momento di pensarci, perché quella voce la riconosce. Delinea il volto visto infinite volte, incorniciato dai dreads e da quegli occhiali scuri da nerd. Sembra che il fiato cominci a mancare e non riesce a fare a meno di fissarla, gli occhi resi lucidi dallo spavento prima e dalla contentezza adesso. Non è un sogno, non può esserlo e cerca un contatto, mentre schiude le labbra per dire qualcosa. Si sforza ma il suono è quasi assente, l'arsura giù per la gola, la sensazione di avere la bocca impastata dal lungo sonno

“Aspetta... Tieni, bevi un po' ”

una cannuccia sul bordo della bocca da cui tirare dell'acqua, beve piano mentre Cosima le sostiene il bicchiere pieno per metà e la osserva riprendere fiato più profondamente che può, mentre l'altra mano viene rintracciata da quella di Delphine; le dita scivolano nel palmo, riempiono lo spazio vuoto tra le dita e si vi stringono per non liberare mai più quella presa.

“dove....”

“ti sei svegliata finalmente”

cosima ha la voce sognante e gli occhi rossi segnati da profonde borse di stanchezza, ha ancora l'incredulità stampata in volto. Per non distogliere lo sguardo da Delphine posa il bicchiere sul comodino senza neanche guardare

“da quanto tempo sono qui?”

“due giorni. Qualcuno ha sentito lo sparo ed ha chiamato l'ambulanza, sei stata immediatamente soccorsa, per fortuna”

“soccorsa? Io non – non mi ricordo niente”

“qualcuno ti ha sparato in garage Delphine. E' stato uno sparo frontale sul fianco, fortunatamente non letale ma ti ha perforato il fegato. Hai perso molto sangue.”

Il dolore acquista senso e lo sguardo di Delphine si abbassa a guardare la ferita coperta dalle lenzuola, mentre avverte la mano di Cosima stringere di più la propria

“cosa riesci a ricordare?”

“io... ricordo il bubbles. Sono venuta da te”

“si, ma poi sei andata via. Sei tornata a casa.”

“non ricordo neanche di esserci arrivata”

   
 
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