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Autore: _Blanca_    06/07/2015    7 recensioni
| Assassin's Creed III | ● | Connor Kenway × Nuovo Personaggio | ● | storia in stand by |
1769. Colonia di Massachusetts Bay. Cecilia ha quattordici anni quando viene derubata di un'esistenza semplice e benestante. Rimasta sola in un mondo che si prepara alla rivoluzione e alla guerra, la ragazzina diventerà donna. E la donna scoprirà le difficoltà della vita e dell'amore.
"A Davenport Manor non si ricevevano mai visite. Così, quel tardo pomeriggio d'autunno, Cecilia, china sul focolare, quasi trasalì udendo un irruente bussare all'ingresso. Lasciò gli avanzi del pranzo a riscaldare nel caldaio, appeso sul fuoco, e attraversò di corsa la cucina: era l'ora del tramonto e rettangoli di luce si stiracchiavano pigramente sopra i porosi mattoni color tabacco del pavimento. [...] Nel buio salone da pranzo, [Cecilia] scostò qualche centimetro dei pesanti tendaggi verdi, odorosi di polvere e legna bruciata, e spiò oltre i pannelli di vetro della finestra. Era stata una giornata fresca e serena, ma nel fremere degli aceri gialli c'era un sentore di pioggia in arrivo. L'indesiderato visitatore era ancora davanti alla porta. [...] Era un nativo."
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Kenway, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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THE CORNFLOWER CAP 18


















XIX

Fuochi nella baia










Fattoria degli Adams. 17 giugno 1775

«Cecilia... sveglia! Svegliati!»
Cecilia venne strappata al sonno per ritrovarsi con le mani di Sally serrate sul braccio, immersa nel rarefatto chiarore di un'aurora, che aveva appena iniziato a dissipare il buio della camera da letto.
Cecilia scivolò sulla schiena. «Che c'è?» biascicò, con una voce impastata.
«Non li senti?» esclamò Sally in un soffio terrorizzato, sgranando gli occhi.
Fu necessario qualche attimo ancora, prima che Cecilia riuscisse a svegliarsi quel tanto necessario per comprendere l'agitazione di Sally.
Boati. Cupi e lontani boati nell'assoluto silenzio della campagna.
Cecilia guardò d'istinto verso la finestra e i rimasugli di sonno svanirono grazie alla peggiore delle epifanie. Gettò via le lenzuola e scese dal letto. Sally la imitò. Cecilia la prese per mano e a piedi nudi, accompagnate dall'ovattato scricchiolio del pavimento, uscirono nel corridoio: la porta della camera dei bambini era aperta e quella della camera padronale socchiusa.
«Io controllo i Warren» sussurrò Cecilia. «Tu va dalla signora.»
Mentre Sally percorreva il resto del corridoio, lei sospinse la porta più vicina. E un nuovo boato esplose in quell'esatto momento.
Nel letto, rannicchiati l'uno vicino all'altro, stavano quattro bambini. Svegli, visibilmente impauriti, non avevano osato mettere piede fuori dalle coperte. Betsy, Richard, Mary e Joseph erano stati affidati alle zelanti cure della signora Adams una settimana prima, quando il dottor Warren era partito per Cambridge, dove il generale Ward aveva riunito una fetta della milizia.
«Signorina Carter, che cosa succede?» domandò Betsy, la maggiore.
Sfoggiando a malincuore il sorriso condiscendente e menzognero di un adulto, Cecilia andò verso il letto e sedette sul bordo del materasso.
«Sono solo cannoni» disse, nel suo tono più dolce. Lisciò il risvolto delle ruvide lenzuola e le sistemò per coprire meglio i bambini. «Ma sono lontani. Molto, molto lontani. Non dovete avere paura.»
«Io non ne ho» enunciò il piccolo Joseph, con un'espressione troppo solenne per il suo morbido e rotondo visetto da cinquenne.
Cecilia gli carezzò il capino nero. «Bravo!»
«I cannoni sono vicini a papa, signorina Carter?» sussurrò Mary, fissandola con i grandi occhi azzurri, tali e quali a quelli del padre.
«Oh, no! Certo che no» rispose Cecilia. «Anche lui è lontano dai cannoni.»

* * *

Lasciata Sally a badare ai bambini, la signora Adams risaliva a passo svelto il pendio di Penn's Hill, tenendo Johnny per mano. Pochi passi più indietro, li seguiva Cecilia. Lei, come la signora, si era vestita in fretta: niente fazzoletto sulle spalle, niente cuffietta sul capo, i capelli sciolti sulla schiena.
Un blu scuro e opaco era ancora padrone del cielo, ma una striscia di luce sorgeva a oriente e non era difficile muoversi senza lanterne. Continuarono a camminare, veloci e in silenzio, con l'aria fredda nei polmoni e il boato dei cannoni nelle orecchie. I grilli cantavano. I cani, nelle fattorie vicine, abbaiavano e ululavano senza sosta.
Giunsero in cima alla collina. Baluginii giallastri, piccoli e sfuggevoli come lucciole, riempivano la baia di Boston. Cecilia non ebbe più dubbi. Erano i cannoni delle navi inglesi che facevano fuoco: vedeva brillare la luce, un istante di silenzio, e poi il boato. Sparavano verso Charlestown. [1] Ma perché? si chiedeva Cecilia, con un nodo alla gola. Perché la città?
Che i patrioti avessero preso di mira le colline sopra Charlestown non era un mistero. L'avevano saputo pochi giorni prima dal signor Wheeler, che aveva confidato loro i piani degli ufficiali con la sentita raccomandazione di non farne parola con nessuno, nemmeno con i vicini, poiché i Tories avevano orecchie ovunque. Dopo quanto accaduto alla locanda quasi un anno prima né le preghiere delle sorelle né le suppliche di Sally, erano riuscite a smuovere Josiah dal suo desiderio di unirsi alla milizia e, al termine della visita, Cecilia, non volendo, aveva scorto i due fidanzati da una finestra mentre si scambiavano l'ultimo saluto: in giardino, in piedi l'uno di fronte all'altra; Josiah stringeva le mani di Sally. Si dissero qualcosa. Si baciarono. Cecilia a quel punto si era pudicamente allontanata dalla finestra, provando una gran tenerezza per i sentimenti di lei, una certa comprensione per il desiderio di rivalsa di lui e una rabbiosa angoscia per il futuro di tutti.
Nessuno poteva più credere che non ci sarebbe stata una guerra. Nemmeno Cecilia poteva. Non dopo la notizia degli scontri, due mesi prima, a Lexington e a Concord. [2] Non dopo aver visto famiglie intere scappare da Boston, ormai fortificata dall'esercito e dai lealisti, in cerca di rifugio e ospitalità nelle fattorie e nei villaggi vicini. Da settimane si viveva nella paura di leggere sui giornali che la guerra era iniziata, che nuove truppe erano sbarcate, che altre città erano state occupate. Persino la signora Adams — persino lei, che per mesi e mesi non si era mai permessa, neppure per un attimo, di lasciare prevalere una pur ragionevole apprensione sulla forza d'animo — dopo le notizie arrivate da Lexington e Concord, una sera, rimasta sola con Cecilia davanti al fuoco morente della cucina, si era chiesta a voce alta che cosa ne sarebbe stato di tutti loro se la guerra avesse portato violenza nelle campagne e dove sarebbero andate se, com'era probabile, fossero state costrette ad abbandonare la piccola fattoria. Cecilia era solo riuscita a pensare a quanto fosse stata buona la scelta di tenere in casa un moschetto e una pistola.
Il sole stava sorgendo. «Questo mia cara Cecilia» mormorò la signora Adams, la mano in quella del figlio, «potrebbe essere il giorno in cui verrà decisa la sorte di tutti noi.»
Restarono in cima a Penn's Hill per lunghissimi minuti, senza parlare, a guardare i fuochi nella baia con una certezza: se anche un'ultima speranza di pace era sopravvissuta fino ad allora, la stavano adesso sgretolando i colpi di cannone.

* * *

Le ore della mattina erano trascorse con una lentezza snervante. I boati non avevano mai smesso di farsi sentire. A tratti, i cannoni tacevano per qualche minuto — alcune pause erano state abbastanza lunghe da portare a sperare in un cessate il fuoco — ma la speranza continuava a rivelarsi vana: arrivava sempre un nuovo boato e, a volte, quando più cannoni sparavano in contemporanea, l'esplosione diventava talmente potente da far vibrare tutti i vetri delle finestre. In simili condizioni era impossibile vivere la giornata come nulla fosse. I lavori domestici non vennero sfiorati e il pranzo ridotto al minimo indispensabile per reggersi in piedi.
Adesso se ne stavano tutti riuniti nel salottino. Sally, sul divanetto, era pallida come una malata; da quando si erano svegliate, non aveva toccato nemmeno un boccone di pane e aveva lo sguardo lucido e arrossato di chi si trova sull'orlo di un pianto nervoso. I bambini erano più fortunati. I più piccoli, abbattuti dalla stanchezza, erano stati portati al piano di sopra, a dormire nei loro letti. I più grandi, silenziosi e consci di quanto stava accadendo, occupati il tappeto e il tavolo, riuscivano a distrarsi con i giocattoli: i pupazzi di stoffa e i cavallini di legno, le tessere di un vecchio puzzle e qualche biglia colorata che rotolava qua e là, sul vecchio pavimento di legno. Cecilia e la signora Adams erano davanti a una finestra. Per tutta la mattina aveva sperato che qualcuno, chiunque in grado di portare notizie, passasse davanti alla loro porta, ma la strada era rimasta deserta e ora cercavano di decidere se fosse più saggio attendere ancora oppure mandare Cecilia fino alla locanda.
La ragazza volse lo sguardo in alto, aggrottando la fronte: il cielo era limpidissimo e il sole delle tre era un accecante occhio di luce. Si rimise in contemplazione della strada. Guardò verso nord, da dove giungevano i boati. E guardò verso sud, dove il familiare gruppo di alberi nascondeva la piega verso est presa della strada.
Un cavallo sbucò oltre la curva.
L'animale era lanciato al galoppo, il cavaliere stava piegato sulla sella e la corsa portò il cavallo davanti alla staccionata della fattoria. Le redini vennero tirate, il cavallo si fermò e Cecilia vide l'uomo scivolare giù dalla sella, a peso morto.
Trasalì. «Ma è ferito...»
La signora Adams non permise alla sorpresa e all'indecisione di immobilizzarla. «Bambini. Andate di sopra. Subito! Sally, Cecilia... con me.» Raccolse l'orlo del vestito e si precipitò all'ingresso.
Le ragazze la seguirono a ruota.
Lo sconosciuto si era rimesso in piedi ma, per riuscire a reggersi sulle gambe, cercava il sostegno del cavallo, mentre la povera bestia, stranita dai boati, raschiava nervosamente gli zoccoli tra i sassi della strada.
La signora Adams fu subito accanto all'uomo.
«Sally — aiutami!»
Entrambe offrirono le proprie spalle come sostegno.
Cecilia fece appena in tempo a scorgere le fattezze dell'uomo — sembrava avanti con gli anni e aveva il viso butterato, scavato dalle cicatrici del vaiolo — prima di sentirsi ordinare: «Cecilia, togli il cavallo dalla strada.»
La ragazza prese le briglie.
Il cavallo nitrì, scosse il lungo collo e indietreggiò.
«Sshh! Buono... buono!»
L'animale parve quietarsi un poco e Cecilia poté vedere Sally e la signora Adams aiutare l'uomo a raggiungere la porta. Erano troppo occupate a scongiurare una caduta per notare che il pugno destro di lui, oltre la spalla di Sally, si era allentato. Ne scivolò via qualcosa che a Cecilia parve una catenina.
Non appena scomparvero all'interno della casa, lei tirò via il cavallo dalla strada. Si fermò là dove aveva visto cadere la catenina. La ritrovò subito, tra l'erba, e la raccolse. Alla catenina era unito un pendente. Il cuore di Cecilia prese a battere forte. Strinse il ciondolo nel pugno e non perse tempo. A passo svelto, condusse il cavallo nella stalla; aprì la a bisaccia appesa alla sella, frugò all'interno, non trovò nessun chiaro indizio sull'identità dell'uomo. Allora, corse in casa. Passando dalla porta della cucina, trovò Sally e la signora Adams nel salottino. L'uomo era stato messo a sedere su una sedia. Aveva la palpebre socchiuse sugli occhi piccoli e infossati, il panciotto aperto e la camicia, inzuppata di sangue, sollevata a scoprirgli un fianco. China su di lui, la signora Adams sembrava intenta a capire la gravità della ferita, mentre Sally sistemava sul tavolo un catino d'acqua e canovacci puliti sul tavolo.
Cecilia avanzò di impulso verso l'uomo. «Perché avete questa?» esclamò. Il ciondolo pendeva verso il basso, esposto alla vista di tutti: una croce rossa, con i quattro bracci di identica lunghezza. «Appartiene a voi?»
L'uomo sollevò le palpebre. Fissò la croce. Scosse debolmente il capo.
«E allora perché—?»
«Cecilia!» chiamò la signora Adams, in un sibilo, come a ordinarle di tacere. «Se non vuoi aiutare, va di sopra e controlla i bambini.» Fece un cenno a Sally e Sally le passò un canovaccio.
L'uomo gemette a denti stretti quando la signora Adams iniziò a lavare via il sangue dalla ferita.
Cecilia mosse un passo indietro ma non uscì dalla stanza, troppo occupata a immaginare un artefice della ferita per ricordarsi di sbattere le palpebre.
«Sally—va in cucina, per favore» riprese la signora. «Metti a bollire le radici di echinacea.»
Sally obbedì. Cecilia le andò dietro e l'avvicinò mentre lei rovistava tra i barattoli della dispensa.
«L'uomo... vi ha detto chi è?»
«Dice di chiamarsi Brewer» sussurrò Sally. Le tremava la voce. «E che era alla guida di un reggimento diretto a Bunker Hill. Gli inglesi li hanno intercettati. C'è stata una battaglia, ma erano in svantaggio per numero e munizioni... è stato un mezzo massacro, ha detto.»
Cecilia tornò nel salottino, decisa a ottenere una risposta, che la signora Adams giudicasse il momento adatto o meno.
«L'avete preso agli inglesi il pendente?»
Brewer aggrottò la fronte. Poi, mosse il capo in segno di assenso.
«L'ho strappato via a uno degli ufficiali—perché... perché continuate a chiederlo?»
Ma Cecilia non rispose e l'uomo allungò una mano verso il polso della signora Adams.
«Dove... dove sono gli uomini di questa casa?»
«Non ce ne sono» disse la signora Adams.
«Ci siamo solo noi.»
«Allora... dovete... chiamare qualcuno.»
«Sì, un medico. A voi serve un medico» lo interruppe la signora Adams.
«No! No... trovate un uomo. Un uomo fidato. Che possa cavalcare fino a Bunker Hill. Putnam ha chiesto i rinforzi. Non arriveranno. Sono da soli... devono saperlo. Speravo... speravo di riuscire ad arrivare io stesso più vicino... »
Cecilia guardò la signora Adams. La donna tenne lo sguardo basso, fermo sulle proprie mani, che stringevano il panno pregno di sangue e di acqua. Stava chiaramente riflettendo, in fretta, ma senza lasciar trapelare alcun segno di agitazione.
«Signora!» Cecilia non riuscì a restare in silenzio. «Bussare alle altre fattorie, o peggio andare fino a Braintree, spiegare quello che è successo e trovare un uomo pronto a partire... sarebbe un inutile perdita di tempo. Andrò io. Lasciatemi prendere Red. — E per il medico... Sally... lei può andare a chiedere aiuto ai Parris. Loro hanno cavalli, e uomini. Saranno in città in un attimo.»
«Ma è ridicolo...» esalò Brewer.
Cecilia lo ignorò e perseverò nel fissare il profilo della signora Adams.
«So cavalcare veloce. Lo sapete. E posso partire immediatamente.»
«E ammesso che riusciate a resistere in sella per più di dieci miglia—»
«Sono più robusta di quanto immaginiate.»
«E poi come pensate di avvicinarvi senza un lasciapassare?»
«Ne scriverete uno voi» asserì di colpo la signora Adams. Non diede tempo all'uomo di protestare ulteriormente. «Ora tacete e risparmiate le forze. Sally!» La ragazza si affacciò subito nella stanza. «Carta e calamaio per il colonnello. Cecilia, indossa gli abiti da viaggio.»
Meno di cinque minuti più tardi, Cecilia appoggiava il piede, calzato nello stivale, sulla staffa. Si issò sulla sella, con la daga e la pistola al fianco sinistro, e la lettera firmata dal colonnello Brewer al sicuro, sotto la giacca. Red era il solo cavallo della fattoria adatto al viaggio: un arabo dal mantello rossiccio, una bestia veloce e nervosa. La ragazza si calcò il tricorno, che l'avrebbe protetta dal sole di quelle ore calde, sui capelli raccolti in una coda bassa.
Un colpo di talloni e il cavallo partì al galoppo.












NOTE STORICHE
[1]  Nel 1775 Charlestown era un piccolo insediamento sulla costa meridionale di una penisola a nord di Boston.
[2] Il 19 aprile 1775, nei pressi dei villaggi di Lexington e Concord, uno scontro armato vide impegnati un contingente di truppe britanniche e un gruppo della milizia coloniale. La battaglia, conclusasi con la ritirata degli inglesi e la vittoria dei reparti coloniali, segnò l'inizio ufficiale della guerra di indipendenza. Lexington e Concord è anche una della sequenze giocabili in Assassin's Creed III: Connor aiuta a difendere Lexington e Concord dall'attacco dell'esercito britannico, guidato da John Pitcairn.

Nella prima metà del capitolo ho seguito il più fedelmente possibile le vicende storiche, dal risveglio a suon di colpi di cannone, alla presenza dei figli di Joseph Warren fino a Penn's Hill. Nella seconda parte, invece, la realtà si limita a due particolari: il nome del colonnello e il fatto che parte dei rinforzi chiesti da Israel Putnam non giunsero mai. Infine, un appunto: quella di affidare alle donne il compito di portare messaggi e/o lanciare allarmi divenne, nel corso della guerra, pratica abbastanza comune. In parte perché i coloni sapevano che le donne avrebbero suscitato meno sospetti (era ritenuto pressoché impensabile affidare un messaggio importante alle mani o alla memoria di una donna) abbassando di conseguenza le possibilità che il messaggero venisse arrestato e perquisito. Tra i casi più famosi, si potrebbe citare Sybil Ludington. La notte del 27 aprile 1777 cavalcò da sola sotto la pioggia per quaranta miglia, lungo una strada alla mercé dei banditi, per avvertire gli americani dell'avvicinarsi degli inglesi. Aveva solo sedici anni e percorse il doppio della distanza di Paul Revere, la sua più famosa controparte maschile.









   
 
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