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Autore: Tabychan    07/07/2015    1 recensioni
Piccola avventura di due ragazze amanti dell'azione, che un giorno decidono di passare il tempo... andando a caccia di teste.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c’è, non c’è da nessuna parte, corro non so dove, il tipo è scappato, non so a chi chiedere, non so cosa fare. Mi afferro la testa piena di pensieri che non smettono, ma prima era così vuota, prima correvo e basta, adesso non corro più, penso ma non so. Cado sulle ginocchia sempre tenendomi la testa così forte da poterla rompere, ma non si rompe, perché non si rompe, perché?!
Chiudo gli occhi.
Sbatto con violenza il capo per terra, un gong vuoto.
Lo sento. Il silenzio è tornato, i pensieri ricominciano a scorrere nella stessa direzione, la morsa delle unghie si allenta dalla mia fronte, in cui si erano conficcate.
Che pessima, pessima figura per una guerriera addestrata. Sistemo la gonna e mi siedo sul terreno, chiudendo ancora gli occhi, e ritrovo l’attimo di pace provato poco prima. Non so se sia stato più il contatto con la terra o la zuccata che ci ho piantato contro, ma ora riesco a percepire l’energia di Roxy. Normalmente non ne sarei in grado, non sono portata per la magia, ma saprei riconoscere quel tipo di potere ovunque: è lo stesso di Rookie. E ora lei lo sta usando, lasciando una debole traccia, per me appena sufficiente ad ottenere una vaga idea sul dove andare. Mi alzo, e mi avvio.
Se mi chiedessero cosa vuol dire “percepire l’energia di una persona” probabilmente non saprei come rispondere: è come un sesto senso, descrivere la sensazione sarebbe come descrivere la vista o l’udito ad un cieco o un sordo, e io non ci riuscirei.
Mi dirigo allora dove mi porta l’istinto, fino ad un ponte sotto al quale una grata aperta indica che qualcuno è entrato di recente nel sistema fognario.
Entro anche io e finalmente comincio a sentire delle voci: quella di Roxy e quella di un uomo di mezza età, direi.
«Hai intenzione di lasciarmi così ancora per molto?» Chiede la voce maschile.
Rimango stupita, ma quando li raggiungo la situazione si fa molto più chiara: il secondo dei due fratelli sta appeso ad un muro con dei coltelli a bloccarlo, mentre la mia amica si guarda le unghie appoggiata alla parete opposta. Non proprio ciò che mi aspettavo di trovare.
«Roxane…!» Lei alza lo sguardo e sorride con sorpresa.
«Erica, grazie al cielo!- Mi corre incontro e mi da un pugnetto in testa- Potevi aspettarmi, invece di fare quello showoff tra le vie! Io non sono veloce come te! Dopo essere rimasta sola e abbandonata questo tipo mi ha tramortita e portata qui, ma per fortuna l’immane puzza di letame mi ha svegliata e l’ho sistemato subito.»
«Sei stata bravissima, molto più di me. Io ho anche perso il bersaglio.»
«A quello si rimedia subito.»
Dal buio dietro di noi sbuca l’uomo che ho preso a calci prima, ancora malridotto e ancora con l’arma in mano. Roxy alza gli occhi al cielo e si scosta dalla parete.
«Sei davvero insistente. Tra l’altro tu sei già mezzo rotto, che siate uno o due la situazione per voi non cambia.»
«Per questo abbiamo la scorta.»
Un terzo uomo, né Rod né Bonnie, le appare alle spalle e le stringe la gola con un laccio, facendole istintivamente portare le mani al collo. A quel movimento i coltelli che reggevano il secondo fratello svaniscono, staccandolo dal muro, e lui si libera atterrando sul liquame.
«…Io sono la scorta. Rod, le tue battute fanno schifo quanto questo posto.» Sbuffa l’uomo che tiene stretta Roxy.
«Sta’ zitto, è già tanto che riesca a parlare.- Rod sputa per terra e si gira verso di me- Potrei prendere i denti che mi hai tolto dalla bocca della tua amica, che ne pensi, cagna?»
«Potremmo prendere un sacco di cose da queste… e poi venderle. Guardale, sono riccone, le nobili piacciono sempre.» Risponde il fratello che stava appeso.
«Piacciono anche a me in realtà…»
I tre cominciano a discutere. Roxy tenta di resistere alla morsa della corda e mi guarda cercando un’intesa, cercando di capire se ho un piano.
Ma io non ho un piano. Pensavo sarebbe stato tutto più semplice, che sarebbero bastati un paio di pugni, un calcio e tutto sarebbe finito lì. Invece ho messo per ben due volte la mia amica in pericolo, e stavolta siamo due contro tre, armati.
Sospiro e guardo in basso. Sono lucida. Purtroppo, forse.
In realtà ho un piano. Mi sono già ritrovata in situazioni del genere, e tutte le ho risolte sempre nello stesso modo. Ah, se solo non fossi così sicura. Se solo… riuscissi a ignorare questa parte di me.
In realtà, quando lavoravo nell’esercito mi avevano dato un cognome, anche se era più un soprannome: Redblood Erica, il fiore rosso sangue.
Ho sempre dato la colpa per la mia violenza alla mia personalità più focosa e iraconda, usandola forse come capro espiatorio per non ammettere che, in realtà, la lotta mi piaceva.
Ho sempre idolatrato la mia personalità più tranquilla, quella della terra, che mi donava spesso sensazioni di dolcezza e pace, per non ammettere quanto io stessa le trovassi false.
Ma temo di non essere nessuna delle due.
Come questi fratelli: due sono sul manifesto, ma in realtà un terzo giace nell’ombra.
Ma ormai è ora di smettere di accusare e giustificare.
Infilo le mani in tasca, e subito lo sdentato mi punta la pistola sul viso.
«Ferma lì e su le mani, wrestler in gonnella.»
«Volevo solo proporre uno scambio…- Estraggo le mie pietre- Ho queste con me, sono preziose. Ve le consegno, ma lasciate andare entrambe.»
Gli occhi dell’uomo si illuminano.
«Un topazio… e un rubino! Giganti!» Si avvicina per agguantarli. Ora si illuminerà anche il resto del corpo.
Accade tutto in un attimo: tengo il rubino nel palmo della mano destra e lo appoggio di colpo sul petto del ladro, che esplode. L’urto tra la mano e il petto libera parte dell’energia della pietra, scaraventando il cadavere carbonizzato a terra e, non appena nota la scena, il fratello che teneva Roxy allenta la presa: lei, fulminea, sparisce in una botola creata sotto i suoi piedi.
Io stringo il topazio nel pugno sinistro e colpisco Bonnie al collo con una gomitata dall’alto, che lo schianta letteralmente a terra. Collo spezzato, qualche altro osso rotto nell’impatto, deformato orribilmente, morto anche lui.
Il terzo è pietrificato, con gli occhi che guardano sgomenti i resti dei suoi fratelli. Si gira per scappare, ma viene trafitto in testa, petto e stomaco da tre coltelli: cade correndo. Roxy? No.
Da una galleria alla mia destra esce Rookie, intento a coprirsi il naso con il mantello.
«Ogni volta un posto sempre più schifoso, eh?»
Lo guardo stupita, faccio per aprir bocca e parlare, quando Roxy riemerge dalla botola che lei stessa aveva creato prima.
«Ma cos- Rookie…!»
«Eh già.» Si sposta davanti a sua sorella, coprendole la visuale sui cadaveri, la afferra per un braccio e le crea un portale alle spalle.
«Aspetta, aspetta…! Ti spiego, nessuno ci ha riconosciuto, è stato-»
«Bellissimo, lo immagino, glielo dico sempre anche io. Ne riparleremo a tempo debito.» Conclude spingendola dentro al portale. Lei mi fa un veloce cenno di saluto, che ricambio, prima di vederla sparire nella nebbiolina nera.
Rookie si gira verso di me visibilmente scocciato, ma devo avere una faccia davvero penosa, perché i suoi occhi si raddolciscono. Sospira e si avvicina.
«Hai fatto quello che volevi, hai preso a calci nel deretano tre borseggiatori della domenica, coinvolgendo anche mia sorella. Il tuo piano malefico è pienamente riuscito, eppure la tua faccia è peggio di quella di questi cadaveri.»
«Come mai sei qua…?» Si appoggia al muro vicino a me.
«Rudy mi ha chiamato lamentandosi che gli erano spariti dei vestiti. Lo stavo ignorando come al solito, ma quando ha accennato al fatto che Roxy non si trovava, ho cominciato a nutrire dei dubbi. E infatti, la mia principessa ha colpito ancora. La cosa peggiore è che vorrei sgridarti, ma il mio cuore da gentiluomo non riesce ad ignorare quell’espressione da gattino bastonato.»
«Da cane bastonato…»
«Preferisco immaginarti gattina.»
Sorrido per metà e mi appoggio alla sua spalla, abbassandomi un po’ e accoccolandomi.
«…Non volevo ucciderli… prima ho perso Roxy nella foga, e ora questo…»
Rookie alza gli occhi al cielo.
«Ancora con questi discorsi, principessa? Con Roxy hai fatto bene, spero si sia presa paura e si decida a rimanere al suo posto. Quanto a ‘sti qua… cosa c’era scritto sul manifesto?»
Prendo il foglio tutto spiegazzato dalla tasca e lo leggo:
« Bonnie e Rod Denver, ricercati per ricercati per scippo, omicidio…»
«Non quello, più sopra.»
«…Vivi o morti.»
«Esatto. Vedi, persino per chi ci guadagna con le loro vite è la stessa cosa. Loro sono morti, tu e Roxy no, tutto qua. Hai scelto la soluzione più rapida ed efficace.»
«Ma non per questo la migliore…»
«Non esistono soluzioni più belle, solo più comode.» Mi accarezza il braccio, mi prende per mano e mi accompagna al portale.
«…Comincio a pensare di non poter più fare a meno di te.»
«Dopo l’adrenalina da battaglia e la malinconia arriva il romanticismo?» Sorride nel suo modo furbetto, ma io scuoto la testa.
«No, non in quel senso… prima, quando ho perso la testa per un po’, mi sono tranquillizzata dopo aver sentito l’energia sì di Roxy, ma che mi ha ricordato la tua…- Appoggio la fronte al suo petto- È una cosa che mi spaventa, mi sembra di metterti sotto pressione…»
Lui si alza di qualche centimetro, mi solleva il viso baciandomi sulla fronte e mi accarezza.
«Beh, c’è chi si rilassa con la droga, chi con l’alcol, chi con le donne… se permetti l’alternativa da te scelta è di qualità molto superior- ma hai un bernoccolo?»
«Quello è l’altra cosa che mi ha tranquillizzata.»
«Mi dovrai raccontare parecchie cose.» Si avvicina al portale.
«Aspetta, devo andare a riscuotere la taglia!»
«Tu non hai bisogno dei soldi della taglia, non è per quelli che sei venuta.»
Mi blocco… non so cosa rispondergli. Prendo un lungo sospiro malinconico.
«Hai ragione… provare soddisfazione nel fare del male è ancora peggio del fare del male per soldi.»
«Non fare la vittimina ora… non è neanche il “fare del male” ciò che vuoi tu. Semplicemente- Alza le spalle e si avvia all’interno del portale- Sei nata per combattere.»
   
 
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