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Autore: Meriel    08/07/2015    1 recensioni
[Quintiliano | Plinio il Giovane | 698 parole | riferimenti vari alla Institutio oratoria]
Plinio il Giovane fu alunno di Quintiliano, il maestro per eccellenza, colui che dedicò anima e corpo alla pedagogia infantile, e dal quale egli imparò l'arte dell'oratoria. Questa OS è per tutti coloro che credono ancora nella riuscita di una buona istruzione, e a ciò che può fare il talento se indirizzato con le giuste parole.
Genere: Generale, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verso di loro [gli studenti], dunque assuma anzitutto i sentimenti di un padre, e sia convinto di prendere il posto di quanti gli affidano i figli. [...]Ogni giorno dica qualche frase, anzi, molte frasi che i suoi uditori poi ripetano fra sé. [...] la viva voce [...] nutre però in maniera più piena, specie quando appartiene a un maestro che i discepoli, purché ben educati, amano e temono.

Marco Fabio Quintiliano ~ Il buon maestro

 

<< Ricordate, discipulis, e state attenti a quelli che appaiono saggi in mezzo agli stupidi, poiché in mezzo ai saggi appaiono stupidi 1>>. Il docens Quintiliano tacque dopo quella frase ammonitoria che aveva appena elargito ai suoi piccoli alunni, restando per un po’ con lo sguardo fisso in un punto imprecisato del prato che aveva scelto come luogo per istruire i suoi piccoli discepoli con lo scopo di farli divenire perfetti maestri di retorica, per poi tornare con lo sguardo su di loro, osservandoli con minuziosità,
<< Cos’è secondo voi che distingue uno stolto da un saggio? >>, domandò con voce calma, aspettando una qualche risposta. La prima mano a scattare in avanti fu quella di un giovinetto dalla chioma riccioluta. Con un cenno della mano gli diede la parola, e quello si alzò in piedi.
<< Lo stolto parla di tutto ciò che vede senza discriminare situazione alcuna, mentre il saggio non parla mai senza una ragione ben precisa >>, esclamò il fanciullo con voce squillante.
Quintiliano lo osservò con l’ombra di un sorriso.
<< E allora non sarebbe lo stolto il vero saggio fra i due? Parlando così tanto sicuramente avrebbe acquisito saggezza, al contrario di colui che sta in silenzio senza dir nulla >>, ribatté tranquillo, per osservare la reazione del fanciullo nel sentirsi controbattere una qualche tesi.
Il bambino lo osservò con sguardo serio, e si limitò a pronunciare << Talora non è meno eloquente il tacere del parlare2 >>.
La risposta del giovane lo fece sorridere, alzandosi in piedi.
<< Facciamo un po’ di pausa, cosicché dopo anche voi possiate darmi le vostre risposte >>.
Mentre gli altri fanciulli si allontanavo ridendo, Quintiliano si avvicinò al bambino che aveva pronunciato quella frase.
<< Sei molto saggio per la tua età, giovanotto. Tuo padre sarà fiero di saperti così abile nell’arte oratoria >>, esclamò richiamando la sua attenzione.
<< Vi ringrazio, maestro, ma io non ho padre. Vivo sotto la tutela di mio zio >>.
<< E chi è tuo zio? >>
<< Gaio Plinio Secondo >>, rispose il bambino con lo stesso tono calmo che aveva usato prima.
<< Lo scrittore naturalista? >>
<< Non solo, anche ammiraglio >>, rispose il bambino con un luccichio negli occhi << E quando sarò grande, anch’io diverrò un ammiraglio, e con una nave viaggerò in tutte le province Romane lontane >>.
Quintiliano ascoltò il discorso meravigliato.
Il ragazzo aveva talento nell’arte della parola, molto più di alcuni oratori di sua conoscenza, e ciononostante avrebbe lasciato avvizzire il suo talento volentieri, e chissà per quale motivo.
<< Hai mai pensato alla possibilità di continuare a migliorare nell’arte oratoria, e magari divenire scrittore, come tuo zio? >>, gli domandò dopo una breve pausa in cui entrambi erano stati in silenzio.
Vide il fanciullo sfregare nervosamente le dita, come se fosse a disagio.
<< Non credo di avere le capacità necessarie per inseguire questo sogno >>.
<< Hai le capacità di riuscire in ciò che vuoi figliolo, ma tieni bene a mente che hai talento nell’arte oratoria, e sarebbe un peccato lasciarlo avvizzire come frutta sotto al sole d’estate >>.
<< E se mi trasformassi in uno stolto? Il diventare oratore diverrebbe solo una vana speranza >>.
<< Le vane speranze sono spesso come sogni fatti ad occhi aperti3. Sta a te far in modo che non quel sogno non diventi mai tale >>.
<< Vi ringrazio maestro >>.
Quintiliano sorrise di nuovo al ragazzetto.
<< Il ringraziamento più grande sarà vedere come rendi magnifico il tuo talento, giovane...? >>
<< Plinio Cecilio Secondo4 >>.
<< E ora va’ pure a goderti la compagnia dei giochi dei tuoi compagni, giovane Plinio >>.
E mentre lo guardava correre verso i suoi compagni, in Quintiliano si fece largo il pensiero che se quel giovane un giorno fosse riuscito a diventare un abile oratore, il tanto amore donato alla pedagogia sarebbe stato ricambiato.


1) Qui stultis videri eruditi volunt, stulti eruditis videntur (X, 7, 21)
2) frase realmente detta da Plinio il Giovane;
3) Caligat in sole (I, 2, 19)
4) Egli adottò il nome Gaio solo nel 79, ovvero alla morte dello zio che lo aveva nominato erede.

Angolo Autrice:
Per la prima volta approdo su un nuovo tipo di scrittura, e non potevo non farlo, data l'importanza che ha avuto Quintiliano nella formazione della scuola e di alcuni grandi di Roma, come appunto Plinio il Giovane, a cui non credo abbia sempre appassionato una carriera oratoria, specie in tenera età e allora ho immaginato questo momento. Del resto lo zio ha avuto molta importanza nella vita del nipote, su questo nessuno discute, ma non dimentichiamo chi sta vicino a noi nelle vesti di maestro o professore, indirizzandoci con le giuste parole verso la piena realizzazione del nostro talento. Come sempre, le recensioni e le visite saranno gradite.
Un bacio
Meriel
  
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