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Autore: Geldem Fergus    08/07/2015    1 recensioni
Ve la figurate la persona più desiderata dellq scuola, sia dal genere femminile che da quello maschile, si parla di una ragazza però, badate bene. Insomma, ve la figurate la ragazza più desiderata della scuola stare con quello più desiderato della scuola?
Sì?
Be', io no. Non perché non sia possibile o qualcosa del genere, ma perché io sono lesbica.
Genere: Demenziale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Ve la figurate la persona più desiderata della scuola, sia dal genere femminile che da quello maschile, si parla di una ragazza però, badate bene. Insomma, ve la figurate la ragazza più desiderata della scuola stare con quello più desiderato della scuola?
Sì? 
Be', io no. Non perché non sia possibile o qualcosa del genere, ma perché io sono lesbica e di possibilità di stare con Dorian Firion non ce ne sono. Mi piacciono le donne, le ragazze, tifo per la squadra sbagliata, insomma, ci siamo capiti. Forse il Karma ha voluto punirmi per questo, nulla di che, ovviamente, ma la persona, la donna, che mi piace, o che più probabilmente amo, è  omofoba.
Come lo so? Perché ad ogni manifestazione idiota e ignorante e bigotta e qualsiasi insulto che vi venga in mente, lei partecipa e non per opporsi, naturalmente. 
Ma torniamo a Dorian Firion, Dorian è un ragazzo carinissimo, per carità, se preso a piccole dosi, ma lui anche volendo non riuscirei mai a farmelo piacere in quel modo. Il massimo che posso concedergli è riconoscergli che è oggettivamente di bell’aspetto e offrirgli un’amicizia tendente all’essere solo conoscenti che si frequentano solo nei momenti di circostanza. Mi sembra già qualcosa, secondo me.
In alcuni casi le belle ragazze intimidiscono e non riescono a far avvicinare nessuno. Questa è più o meno la mia descrizione: diciotto anni, ragazza molto bella, lesbica, sola. Margharet James al vostro totale, o quasi, servizio. 
Riconosco che i rapporti umani sono la cosa più difficile con cui noi umani abbiamo a che fare, fidanzato, fidanzata, capo, fratelli, madre, padre e via discorrendo. Interpretiamo in una stessa tragicommedia innumerevoli ruoli che vanno mutando nel tempo, mano a mano che l’individuo si evolve. Non sono qui per sciorinarvi una noiosa lezione su Goffman o Weber, per carità, ma vi siete mai fermati un momento a guardare la realtà in questo modo? 
Io sì. E sono giunta alla conclusione che non c’è una vera e propria conclusione, mi spiego meglio: io sono lesbica, è vero ed è un marcato tratto che mi caratterizza, ma io non sono solo questo, sono altre migliaia di cose che sommate fanno quella che sono in questo preciso luogo, in questo preciso istante mentre racconto tutto ciò. Però il punto principale, la cosa che più tra tutto ciò, mi affascina, è che sono viva, respiro, mangio, dormo, piango, soffro. Per spiegarmi meglio citerò una frase di Isabel Allende che mi ha colpita immensamente e che esprime ciò che io non riesco a esprimere. 《Queste giornate con Willie mi rinnovano, sento di nuovo il mio corpo dimenticato da settimane, mi palpo i seni, le costole che ora mi segnano la pelle, la vita, le cosce grosse, riconoscendomi. Questa sono io, sono una donna, mi chiamo Isabel, non sto trasformandomi in fumo, non sono scomparsa.》Probabilmente per i più queste frasi sembrano senza senso, ma io non racconto questo ai più, io lo racconto ai meno che hanno capito al volo, che l’”empatia” la sperimentano e non la usano solo come parolona per impressionare gli amici più ignoranti di loro. Io parlo a chi è in grado di ascoltare. Gli altri possono pure andare tutti a farsi fottere.
   
 
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