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Autore: Lady_purosangue    08/07/2015    2 recensioni
Questa storia parla di Walter Wright, un giovane soldato americano e Edith Miller, giovane figlia di un Gerarca Nazista.
Siamo alla fine della guerra.
É il 16 marzo 1945 e ormai la corsa verso Berlino é rapida.
La giovane Edith si trova a Koblenz, una città stategiacamente importante per entrambi le parti.
Gli americani stanno arrivando e l'ultima speranza é gettarsi tra le grinfie della morte:
ma se qualcosa andasse storto?
Se il cianuro che avrebbe dovuto ingerire Edith non funzionasse?
Cosa succederà?
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Preparativi




Walter Wright pigiò sull'acceleratore, sfrecciando con la jeep attraverso la periferia della città. Da qualche giorno viaggiava con il suo nuovo superiore Harry Ettlinger, ed era contento sia per la compagnia sia perché aveva a disposizione la sua grande esperienza.
Ad Aquisgrana, Walter aveva fatto una passeggiata; in un isolato aveva visto un ristorante aperto e delle persone sul marciapiede con la busta della spesa in mano. Girato l'angolo, però, la scena era cambiata radicalmente: davanti a lui era apparsa una città morta, un cimitero di cavi spezzati, metallo arrugginito e cumuli di macerie.
Guardando certe strade, aveva pensato che mai nessun abitante sarebbe tornato ad abitare lì; forse erano tutti morti. In quel momento aveva creduto che quello fosse il peggio che potesse capitare a una città. Poi aveva visto Colonia.
Gli alleati avevano deciso di radere sistematicamente al suolo i centri abitati tedeschi, fino alla resa incondizionata della Germania.
Walter lo sapeva, lo aveva sentito ripetere diverse volte, ma prima non aveva mai capito esattamente che cosa significasse "BOMBARDAMENTO A TAPPETO". Colonia era stata colpita da una serie di missioni aeree e il suo centro abitato era stato cancellato. Non danneggiato; ma sparito; raso al suolo e poi colpito ancora e ancora, fino a ridurlo in polvere.
L'entità della distruzione e la brutalità della campagna alleata per spezzare la volontà dei tedeschi erano dolorose da contemplare. Era quasi come se ci fosse un messaggio in quella follia: avremmo potuto risparmiare qualsiasi edificio, ma abbiamo scelto di salvare solo questo.
Gli alleati erano inferociti. Non c'era altra spiegazione: erano infuriati con la Germania e tutto ciò che la riguardava. Era un'ira che covava da mesi, forse fin dalla Normandia, ma senza dubbio si era inasprita durante l'ultimo, terribile inverno.
Walter però non comprendeva tutto questo odio; infondo, cosa centravano donne e bambini in tutto questo?
Dovevano pagare per le colpe dei mariti e dei padri?
E poi per cosa? Aggiungere solo nuovi nomi ai caduti e spaventare gli ultimi insorti; come se i grandi gerarchi se ne freghino delle persone comuni!
La grande ombra del Grand Hotel si stagliò sull'orizzonte, alcuni soldati alleati schiamazzavano per la piazza in compagnia di donne crucche. Gli edifici non erano stati danneggiati pesantemente, ma nell'intonaco bianco si potevano distinguere i buchi dei proiettili, che assomigliavano tanto a quelli del formaggio Svizzero.
I due militari scesero dal mezzo e si avviarono sulla scalinata in marmo, ai lati giacevano abbandonate due mitragliatrici tedesche, ormai inutilizzabili.
Percorsero velocemente i saloni in marmi policromi e si fermarono davanti ad una porta in mogano.
Il Capitano Ettlinger alzò la mano e bussò; una voce rocca li fece entrare.

"Ci ha chiamato signore?" chiese tutto impostato.

"Si Capitano. Pronto per la partenza?" rispose il vecchio militare senza alzare gli occhi dalle carte.

"è stato tutto prediposto. Partiremo domani all'alba e arriveremo in città verso il primo pomeriggio" aggiunse.

"Va bene. Potete andare" li congedò. I due fecero il saluto militare e ripeterono il percorso in precedenza fatto.




Nella città di Koblenz (Coblenza) l'aria che si respirava era tesa. Le voci delle città attaccate dagli americani erano giunte fin qui; e gli abitanti non sapevano se il peggio fossero le persecuzioni Naziste o gli attacchi alleati.
Prima Aquisgrana, poi Colonia, alcuni giorni dopo Bonn; loro erano i prossimi.
Nel grande salone del municipio l'aria piena di fumo era come un macigno che ti preme sul petto.
Anche se non lo davano a vedere la paura riempiva le anime di quelle sette persone. A nulla serviva la musica leggera del pianoforte suonata dal giovane Capitano Hans e nemmeno la dolce voce di Edith, la figlia del Generale Miller riusciva a distrarre le menti di quei corpi. Una sola parola ronzava nella loro testa "...morte...morte...morte...".

Un giovane in uniforme entrò agitato nella stanza e la musica cessò: "Gli americani stanno arrivando dieci minuti e saranno in città"

"Scheiße!"[1] Imprecò il generale dagli occhi di ghiaccio.

"Hans prendi il comando della città! Resisti il più possibile" a quelle parole il giovane si alzò di scatto e uscì dalla stanza.

"Moriremo! Ci uccideranno! Tortureranno!" Singhiozzava la grassa moglie del sindaco mentre stringeva nelle sue braccia paffute il figlioletto di sette anni.

La giovane figlia del Generale se ne stava ferma immobile, i lunghi capelli biondi erano sciolti in boccoli composti e gli ricadevano sulla divisa della Bund Deutscher Mädel.[2]
La paura e la felicità si risvegliarono in lei.
Non voleva morire, era troppo giovane per quello; ma nello stesso modo non voleva vedere la sua città cadere prigioniera.

Edith si avvicinò al padre e puntando i sui grandi occhi di ghiaccio fuori dalla finestra gli chiese: "Vater.[3]Cosa facciamo?"

"Contate i colpi che avete nelle pistole" ordinò l'uomo guardando la figlia.

Il sindaco, il generale e la ragazza estrassero le loro pistole.

"Drei"[4] disse con vece tremante il sindaco.

"Ne ho solo uno padre" aggiunse allarmata la bionda.

"Io ne ho due...Scheiße! In tutto sono sei! Però ho il cianuro" aggiunse sollevato.

"Io non mi avveleno!" Protestò la moglie del Generale.

"Nemmeno io!" L' appoggiò la donna grassa.

Il volto del Generale si rivolse verso la figlia: "uccidi Hans prima che lo prendano i bastardi americani..." prese dal taschino una boccetta "...poi bevilo. Capito?"

"Sicher Vater" [5] rispose seria la ragazza.

E così mentre gli americani entravano e colpi di spari giungevano alle loro orecchie; i rappresentanti dello stato tedesco della città si toglievano la vita.


[1] Merda
[2] è il nome in tedesco che viene attribuito alla fascia di età tra i 14 e 18 anni delle ragazze della gioventù Hitleriana
[3] Padre
[4] Due
[5] Certo padre


   
 
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