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Autore: BELIEBER_G    09/07/2015    0 recensioni
[The Maze Runner. Il Labirinto.]
L’ascensore fu arrivato al capolinea e le sue porte si aprirono,mostrandomi alla luce. Inizialmente vidi solo ombre e mi coprii gli occhi per guardare meglio. Non sapevo nemmeno perché ero là o come ero arrivato in quella gabbia,sapevo solo che non ricordavo niente di niente. Il mio nome, la mia età o come si chiamassero i miei genitori. Il vuoto.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Bondage
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Qualche secondo dopo,ci ritrovammo a scambiarci baci passionali sul letto notato all’inizio,ma prima di poterci solo sfiorare altre parti del corpo,due Medicali ci interruppero con il fiatone.
-Che fate? Non potete entrare qui?- li minacciò subito Teresa,per via della miniatura.
-La botola,c’è qualcosa di strano.- disse uno di loro,il più scuro di pelle.
Allora ci ricomponemmo velocemente per seguire gli altri alla botola: c’erano poche casse di cibo e di vestiti,ma nessun nuovo arrivato. Mi piegai per raccogliere un foglietto nascosto fra di esse,c’era scritto “Questo sarà l’ultimo.”
Il panico si fece ovvio fra tutti i Radurai,erano le ultime scorte di cibo che avrebbero ricevuto.
Dovevo subito mettermi all’opera.
 
Raccolsi due Medicali e Mihno per tornare nel labirinto e analizzare bene il Dolente che avevamo ucciso. Teresa,vedendoci entrare di piena mattina,chiese di seguirci. Mihno acconsentì e scoprì la creatura, coperta da un mantello per nasconderla. Il Medicale di colore si piegò e notò una viscida sostanza su di esso e fece uno sguardo disgustato.
-Aspettate, lo sentite?- intervenne Teresa, che fece stare zitti tutti.
Si udì un suono tra quel silenzio, come il tintinnio di una bomba che stava per esplodere. Mihno azzardò ad avvicinarsi lentamente ed estrasse dal corpo della creatura, un congegno. Aveva dei cavi elettrici sulla punta, una scritta W.C.K.D , la stessa segnata sulle provviste e il numero 7 scritto in rosso. Prima che tramontasse il sole, ritornammo alla radura.
 
Dopo quella missione, Teresa si era recata confusa alla sua amaca per pensare a quella sigla: l’aveva già vista, non solo negli incubi che aveva. Notai il suo sguardo e la seguii preoccupato.
-Stai bene?- le chiesi.
-Da quando sei arrivato qui ho iniziato a fare sogni strani. Mi trovavo dietro ad uno schermo,ti guardavo. E poi la visuale è cambiata, ti guardavo dal basso, è tutto così strano.- rispose confusa.
Mi sembrava obbligo dirle che anche io la sognavo.- Succede anche a me. Ricordo il tuo viso che mi dice che sta per cambiare tutto, ti guardo dall’alto e ti inietto qualcosa nel corpo. E poi ricordo una donna che continua a dirmi che Wicked è buono.- spiegai.
-La sento anche io!-Abbassò lo sguardo e prese dalla tasca dei suoi pantaloni due fiale con la sigla W.C.K.D. –Avevo queste nella tasca quando sono arrivata qui, non lo sa nessuno, non credevo fosse rilevante.- commentò.
-Wicked è buono.- continuai a sussurrare tra me e me.
Pensai subito ad Alby e così corremmo da lui, con Newt che lo controllava.
-Newt, questo potrebbe aiutarlo!- gli dissi.
-Lo avevo nelle tasche quando sono arrivata qui.- continuò Teresa.
-Perché non me lo hai mai detto?- domandò il ragazzo,analizzando la fiala.
Prima che Teresa potesse rispondere, Alby sobbalzò seduto sul lettino e le prese la maglietta. Cercai di tirarla indietro,ma lui l’afferrava troppo forte.
-E’ tutta colpa tua!- continuava a dirle.
Infine, Newt gli inietto la fiala in un polmone e Alby si calmò: era sicuramente qualcosa che lo faceva guarire. Teresa scoppiò a piangere e scappò via, superando Gally che mi era venuto a prendere per la mia punizione.
-Fammi tornare nel labirinto domani, sono sicuro di poter trovare una via d’uscita Newt.- gli dissi.
Acconsentì, così poi Gally mi portò in silenzio alla cella. Sapeva che ormai la sua relazione con Teresa era finita per colpa mia e non mi parlava.
***
Si fu fatta sera, non avevo ne fame ne sete, ero solo elettrizzato ad entrare di nuovo nel labirinto: ero del tutto intenzionato a trovare una via d’uscita insieme a Mihno. Mentre ero immerso nei miei pensieri, vidi una torcia venire verso di me: erano Teresa e Chuck, con del cibo.
-Tieni, un velocista deve essere in forze.- mi disse Chuck dandomi una sacca piena di cibo.
Vidi che Teresa era molto triste, così cercai la sua mano attraverso le sbarre di legno.- Stai bene?- le domandai.
-Sto bene.- annuì con un dolcissimo sorriso e mi strinse la mano.
-Credi davvero che ci sia una via d’uscita?- chiese il bambino.
-Ne sono sicuro Chuck.- gli risposi, poi lui mi porse una statuetta in legno, interamente fatta da lui: gli somigliava.
-Per chi l’hai fatta?- domandò Teresa.
-Per i miei genitori, solo che io non me li ricordo.- rispose Chuck, che poi me la porse.- Se troverai un’uscita, potrai portarglielo da parte mia.- continuò con le lacrime agli occhi.
Ma io glielo restituii.- Glielo porterai di persona Chuck.-
  
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