La luce della luna filtra dalle tende e illumina la camera ben ordinata. Le finestre sono aperte e lasciano passare i primi spifferi di vento, che annunciano l’arrivo imminente dell’autunno. L’orologio segna le due di notte. Tutti gli undici fratelli -nel Sunrise Residence Complex- dormono, tutti tranne uno.
Il ragazzo dai capelli grigio cenere è disteso sul letto, non riesce a chiudere occhio. E come potrebbe, d’altronde, quando ha vicino a sé la ragazza che per la prima volta dopo tanti anni gli ha fatto riscoprire l’amore, quel sentimento che credeva di aver dimenticato per sempre.
Ora, -girato su un fianco- non può fare a meno di guardarla, di osservare il suo volto niveo rilassato, i suoi capelli color cioccolato legati in una lunga treccia.
È distesa sul suo letto, sotto le lenzuola di un colore blu mare e con la testa appoggiata delicatamente sul cuscino.
Iori ride tra sé, pensando che in realtà quel letto è troppo piccolo per due persone, ma sa che finché può avere lei vicino, non lo cambierebbe mai con un altro.
Continua a guardarla e si rende conto che è bellissima. Che, con quei lineamenti così delicati e quel carattere dolce, potrebbe conquistare chiunque. Che, in fondo, non è poi così diversa da Fuyuka.
A quel ricordo, un lampo di tristezza gli opprime il petto e il ragazzo si stende sul letto, coprendosi il viso con le mani. Se n’era andata così presto che non era nemmeno riuscito a dirle addio. A dirle un’ultima volta “ti amo”.
Cerca di togliere quel pensiero dalla mente, si gira e lentamente si avvicina ad Ema, così tanto che riesce a sentire il suo respiro caldo sul collo. Le accarezza il viso, scostandole una ciocca di capelli castani, e le prende la mano.
Quella sera, le aveva detto che il giorno dopo sarebbe dovuto partire per proseguire gli studi all’estero. Le aveva chiesto se, durante la sua lunga assenza, avrebbe potuto prendersi cura dei fiori, in particolare della pianta a cui teneva di più, quella del non ti scordar di me. E soprattutto di se stessa, perché non avrebbe mai accettato che il suo fiore più bello potesse appassire, aveva pensato.
“E poi, non dimenticarti di me”, le aveva detto.
A quel punto lei era arrossita, l’aveva abbracciato e gliel’aveva promesso. Promesso che non si sarebbe mai dimenticata di lui.
Verso la tarda sera, Ema l’aveva invitato in camera sua a parlare, a stare con lui l’ultima volta, finché -troppo stanca per via degli esami passati con successo-, si era stesa sul letto e si era addormentata.
Da quel momento in poi Iori non ha smesso di guardarla, chiedendosi se i suoi sentimenti fossero dovuti alla somiglianza tra la castana e Fuyuka o più semplicemente ad un amore naturale, puro e non influenzato dalla nostalgia.
Ora osserva il suo petto alzarsi ed abbassarsi, le sue labbra morbide e piene, e per un attimo vorrebbe baciarle, morderle, ma sa che non gli è consentito. Che lei potrebbe non volerlo. Perciò reprime il desiderio e si ritrae sospirando.
Si alza dal letto e decide di tornare nella sua stanza, per prendere le valigie e lasciare il Sunrise Residence Complex. Ma, girandosi, qualcosa cattura la sua attenzione. Un fiore rosso, bello e rigoglioso. Iori lo riconoscerebbe tra mille altri, perché è l’Iris che le ha regalato pochi giorni fa. Il ragazzo sorride, chiedendosi se un giorno lei capirà il significato nascosto di quel fiore.
Sta per andarsene, ha già posato la mano sulla maniglia della porta, quando si ricorda che deve fare qualcosa. Si avvicina al letto della ragazza e le dà un casto bacio sulla fronte. “Rischiare ogni cosa, ti amo.”, le sussurra all’orecchio. La guarda per l’ultima volta e gli sembra di vedere sul suo volto l’accenno di un sorriso.
Esce dalla camera di Ema, torna nella sua per prendere le valigie e poi richiude la porta a chiave, in modo da non permettere a nessuno di entrare durante la sua assenza. Apre il portone ed esce dal Sunrise Residence Complex, la sua casa.
Viene avvolto da una piacevole aria autunnale e rimane affascinato dai colori variopinti delle foglie e degli alberi, illuminati ora dalle prime luci dell’alba.
Si gira un’ultima volta verso la sua casa e non può fare a meno di trattenere un sorriso amaro.
Addio, fratelli. Addio, Ema. Benvenuto autunno.