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Autore: Love_in_London_night    09/07/2015    4 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trailer

 
Capitolo 11


Reunion
 

«Detesto essere qua». Jade si sedette a peso morto sul divano del piccolo camerino. Guardò l’altro e detestò dividere quello spazio lui, soprattutto quel giorno. La stanza era diventata claustrofobica. «È strano, innaturale. Non ho voglia di spifferare ai quattro venti i dettagli delle mia vita privata».
Come se non li avessero saputi già. Certo, non conoscevano i particolari, ma appena avevano iniziato a mettere piede fuori di casa tutti avevano saputo chi lei fosse, cosa facesse e perché fosse con Jared Leto.
Era così infastidita che non capiva perché li avessero forniti di un camerino privato, non potevano mettere le coppie tutte in una stanza e permettere che si parlassero prima dell’incontro, giusto per rompere il ghiaccio?
Spesso desiderava tornare al periodo del programma, e tutti sapevano quanto poco ci volesse tornare. Non rinnegava la permanenza, ci teneva a precisarlo, ma non era stato uno dei periodi più facili della sua vita, soprattutto se si prendeva in considerazione il rapporto con Jared.
«Un po’ tardi, dato che hai partecipato a un programma per trovare l’anima gemella, non credi?» Jared si girò verso di lei con la domanda retorica e piena di sarcasmo sulle labbra. Era stanco, dato che era appena atterrato a Los Angeles, e Jade non gli rendeva le cose più semplici. Anche a lui non andava di divulgare i fatti propri, ma prendere parte a un programma che ti seguiva ventiquattro ore al giorno per due mesi e mezzo non ti lasciava molta riservatezza, c’era un prezzo da pagare per quello che si era trovato alla fine del percorso, che si trattasse di amore o di soldi.
Jade doveva rilassarsi ed essere se stessa, senza la tensione del momento, e tutto sarebbe andato bene.
Era quello il segreto di ogni cosa.
«Penso abbiano avuto abbastanza. Soprattutto dopo quello che è successo». Non che fosse accaduto realmente qualcosa, ma Jade non aveva mai digerito l’incursione nella sua vita e discapito della riservatezza cui era abituata. Non perché trovasse sbagliato la curiosità del mondo nei confronti suoi o di Jared, visto che era la persona con cui aveva stretto più rapporti nel programma, ma per il modo in cui i media strumentalizzavano i fatti per mostrare le cose come preferivano loro. Non era facile farsele scorrere addosso, nemmeno a mesi di distanza dal periodo in cui c’era qualcosa da seguire.
«Per la gente non è mai abbastanza, se no non ci sarebbero i paparazzi e i siti di gossip. Pensavo che l’avessi capito, ormai». Jared era abituato, ma capiva che per lei non fosse così, e apprezzava il fatto che per lei non diventasse normale. Gli era piaciuto che avesse voluto condurre un profilo basso e non volesse rimanere coinvolta con la popolarità, i giornalisti o qualsiasi persona che tentasse di sfruttarla per trarne guadagno.
Jade fece una smorfia, poi alzò gli occhi al cielo.
Forse quell’atteggiamento era esagerato. Doveva ricordarsi chi era, cosa sentiva e come le piaceva agire.
«Senti, per prima… io volevo dirti che mi…» Non concluse la frase perché la porta del camerino si aprì di colpo, senza preavviso.
«O mio Dio! Siete qua. E tutti interi» Haylee entrò come una furia e abbracciò prima Jared, nei pressi della porta, e poi Jade, seduta sul divano contro la parete di fondo. «Non me l’aspettavo, ero convinta che vi sareste ammazzati prima del tempo».
Scherzava, ma non del tutto. Erano così tesi che non faticava a immaginarli sempre in bilico su un equilibrio precario. D’altronde erano in buona compagnia.
«No, nella norma» rispose Jared nell’abbracciarla, riferendosi a un ennesimo litigio che non era tardato ad arrivare. Era da aggiungere che fosse nato per una sciocchezza? «Niente oggetti contundenti o armi, siamo bravissimi anche a parole».
Sorrise per smorzare la tensione, ma la frase rivelava una realtà ben diversa.
«Soprattutto con quelle» aggiunse Jade sinceramente contenta di vedere l’amica.
«Tu signorina menti». Haylee le si sedette accanto per guardarla dritta negli occhi. «Non mi chiami mai per parlare con me!»
Le rivolse un’espressione ridicola e triste allo stesso tempo.
«Due minuti!» Dylan imitò l’entrata di Haylee senza nemmeno saperlo, e lo fece per imitare la voce di uno qualsiasi dello staff del programma addetto ad avvisare i partecipanti. «Tenetevi pronti nel dietro le quinte, nei pressi dello studio, tra poco si va in onda!»
Fece ridere tutti di cuore e si avvicinarono al limitare dello studio, pronti per prendere posto sui divani.
«Scusa Haylee, sono stata incasinata beh… sai». Jade indicò Jared con il mento mentre le si avvicinava con lo sguardo sicuro e deciso. «Non è stato facile. Ma giuro che ora che è tutto finito recupererò».
Haylee le sorrise per incoraggiarla e scusarsi allo stesso tempo. «Lo immagino. E anche io non mi sono fatta sentire molto, mi dispiace».
Si allontanò spinta verso Dylan da un altro membro della produzione, ma accanto a Jade si materializzò Jared.
«Scusa» le disse addolcendo l’azzurro degli occhi. «Quando toccherà a noi fidati di me, lasciati andare, sii te stessa e improvvisa. Ok?»
Percepiva la sua speranza, e un po’ della tensione si allentò.
Gli sorrise timida e annuì con tutta la convinzione che provava. Purtroppo non molta.
Sarebbe stato meno peggio del previsto. Tutto sarebbe andato bene.


«Benvenuti a tutti ad “Are you the one?”» esordì Ryan con un sorriso splendente, accomodato su una comoda poltroncina al centro di uno studio televisivo essenziale e non troppo elegante, ma comunque confortevole. «La reunion dopo il programma. In questa rimpatriata abbiamo il cast al completo, e con loro rivivremo e analizzeremo il percorso affrontato dall’inizio del programma fino alla vittoria. Inoltre avremo filmati mai visti e da casa scoprirete se le coppie che si sono formate sono ancora insieme o meno».
La telecamera allargò il proprio campo visivo, mostrando così tre file di divani su cui erano seduti tutti i match perfetti trovati nel programma, e alla destra dello schermo c’erano due sofà su cui, a turno, si sarebbero sedute le varie coppie per analizzare con Ryan il percorso svolto.
Ryan porse delle domande generiche al gruppo e risposero a turno, chiunque avesse voluto dire la propria sarebbe stato il benvenuto. Jade, inaspettatamente, decise di replicare alla domanda riguardo le sensazioni nel programma e alle strategie, stupendo pure se stessa. Tra sé si congratulò per aver combattuto la reticenza per quell’incontro che non aveva desiderato, e si rilassò davvero, godendosi la diretta.
Si voltò verso Jared, accanto a lei, che le strizzò un occhio accompagnato da un’espressione buffa che la fece ridere allegra di nascosto. Rilassò le spalle e abbandonò la tensione che le aveva fatto accumulare l’idea dell’incontro con altri membri del programma. Era convinta che sarebbe stato brutto, in realtà non le importava più molto, aveva capito di aver quello di cui aveva bisogno e non le serviva altro.
Ryan fece altre domande mirate ai ragazzi, poi tornò a concentrarsi su Jade e Jared prima di chiamare ogni coppia sui divani per permettere un focus migliore sulla loro avventura durante il programma.
«E voi, avete intenzione di farvi ricrescere i capelli?»
Jade sbiancò. Non si aspettava una simile domanda. Insomma… era una cosa così piccola da risultare molto personale.
«Ehm, io…» Si girò verso Jared e lui la incalzò con lo sguardo, si sentiva presa alla sprovvista. Ma lui le aveva detto di essere se stessa, quindi di essere sincera, e così avrebbe fatto. «Sì, mi mancano i miei capelli lunghi».
Avrebbe voluto continuare, ma il pubblico scoppiò in un boato di approvazione e un applauso, quasi avesse annunciato di diventare madre, regina o avesse rivelato di essere il nuovo volto della campagna di Victoria’s Secret. In quel momento aveva capito qual era la cosa che più la terrorizzava di quella puntata: lo scontro con la realtà. Nel programma non aveva avuto problemi con telecamere, cameramen o persone della crew, perché non erano mai stati invasivi. Aveva sempre apprezzato il loro modo di porsi così riservato, dopo pochi giorni aveva dimenticato la loro presenza quasi fossero una parte naturale della quotidianità del gioco. 
Invece in studio era diverso. La gente poteva interagire a cambiare le carte in tavola, perché il pubblico parlava, domandava e, soprattutto, pretendeva di sapere ogni minima cosa di loro, in particolar modo se si era il match perfetto di Jared Leto.
Dio, ora che capiva il motivo della tensione accumulata in quella giornata e si sentiva un’emerita stronza nei confronti di Jared. Gli aveva risposto male fin da quando erano giunti agli studi, e non lo vedeva da almeno due settimane dato che era stato in Canada per lavorare a un nuovo progetto cinematografico di cui lei non sapeva nulla. Aveva reagito così perché Jade non sapeva come gestire quella cosa, mentre Jared era abituato, e aveva portato a un’altra lite in camerino poco prima che Haylee vi entrasse.
Scrollò le spalle e decise di affrontare al meglio la cosa. Doveva dimostrare di essere in grado di gestire tutto quello al meglio, era un risvolto del programma e non poteva farsi travolgere da una cosa così stupida. Nonostante tutto doveva a Jared questo, perché lui l’aveva sopportata senza capire il motivo di quella scontrosità.
«Mi piacciono di questa lunghezza, devo essere sincera, ma mi sento più a mio agio con i capelli più lunghi. Non si vede che li sto facendo crescere?» Domandò con un tono fintamente preoccupato per scatenare le risate del pubblico, e questo la seguì.
Dunque se dava loro quello che volevano, avrebbe potuto gestirli al meglio? Interessante. 
Un sorriso soddisfatto e sereno le si dipinse sulle labbra mentre Jared rispondeva alla propria domanda.
«Anche io li sto facendo ricrescere». Fu interrotto da un verso estasiato corale proveniente dalle donne in studio, così ringraziò con quella faccia da cucciolo adulatore che solo lui sapeva fare e rispose con lo stesso suono, scatenando sorrisi estasiati. «Soprattutto perché non so per quanto ancora potrò godermeli. Sto trattando per un nuovo ruolo e, se dovesse essere mio, dovrei cambiare taglio e… colore per esigenze di copione».
Si schiarì la voce e Ryan capì di cambiare argomento, era stato sul vago proprio perché non voleva che ci fossero domande a riguardo e il presentatore colse il messaggio silenzioso del cantante.
Jade, mentre Ryan chiamò a sé la prima coppia, quella composta da Spencer e Daisy, con accanto Drew, dato che faceva parte di quel triangolo a tutti gli effetti, guardò Jared per chiedergli con lo sguardo a cosa stesse alludendo, ma lui le mimò un “Dopo te lo spiego” che chiuse l’argomento.
Si concentrarono sulle persone sui divani per vedere come si sarebbe svolta la questione anche per loro. Venne trasmessa una clip e poi Ryan fece delle domande agli interessati per capire cosa fosse successo in casa e come stessero le cose al momento.
«Fuori dal programma ho capito perché Drew e io non siamo anime gemelle» sentenziò Daisy sicura. «E perché, invece, lo è Spencer».
Ryan alzò le sopracciglia, sorpreso. «Vuoi dire che tu e Drew non state più insieme?»
«No» rispose il professore in tono pratico, come se la cosa non lo toccasse nemmeno.
«E Spencer, quindi?»
Prima che l’interpellato potesse parlare, Daisy raddrizzò la schiena, di colpo in imbarazzo.
«Ecco, io… ho continuato a vederlo e a sentirlo». Divenne rossa ma cercò di non dare peso alla cosa. «Come dicevo prima, ho capito perché dopo un’attenta analisi dello staff è risultato il mio match perfetto».
Il pubblico aspettava in silenzio un approfondimento del tema, era molto interessato.
Daisy espirò, poi si girò verso la propria metà ideale. «Quindi volevo dirti che mi dispiace da pazzi averti trattato male, ma ho capito di aver sbagliato. Se tu me ne dessi l’opportunità, io vorrei recuperare il tempo perduto. Potremmo… provare a frequentarci, una cosa così».
Le grida di approvazione rivolte a Jade prima sembravano timidi bisbigli se paragonati all’ovazione per quella coppia, cosa che ridusse le guance di Daisy color pomodoro. Sembrava una ladra pronta a nascondersi dopo aver compiuto il furto, ma che non sapesse trovare un nascondiglio perché troppo esposta.
«Sì, certo» rispose Spencer con un sorriso di trionfo. Dopo mesi era riuscito a convincerla, non avrebbe perso la sua unica possibilità. «Magari ne parliamo dopo, in privato. Cosa ne dici?»
Si accomodò il collo della camicia cercando di allentare la morsa del colletto, quasi gli mancasse l’aria.
Fortunatamente per loro l’inquisizione terminò e Ryan passò a Drew e Olivia.
Lei iniziò scusandosi con il gruppo per il proprio comportamento orrido, ma Mark sollevò il dubbio di qualche piano vantaggioso nei suoi confronti e il gruppo si mostrò poco propenso ad accettare quelle scuse.
I due interessati dichiararono che tra loro non c’era niente e che dopo il programma non avevano nemmeno tentato di instaurare una relazione, ma la cosa non stupì nessuno. Fu una coppia che rimase poco sotto torchio, lasciando il posto a Larissa e Liam.
Loro, sottoposti alle domande di Ryan, rivelarono che, con molta calma e pacatezza, stavano continuando a frequentarsi e a conoscersi nonostante la distanza. Tutti notarono quanto sembrassero rilassati e affiatati, e in molti ammisero che su di loro non avrebbero puntato alla fine del programma, ma che si erano ricreduti.
Simon e Dakota, invece, erano fermi sulle posizioni assunte durante il gioco: avevano capito perché i test fatti li facessero risultare un match perfetto, però non avevano cambiato idea a riguardo, non provavano nulla l’una per l’altro e non avevano provato a far funzionare la cosa, ma era nata una bella amicizia che li portava a sentirsi spesso e a vedersi quando potevano.
Poi toccò a Haylee e Dylan. La loro rivelazione stupì. Continuavano a stare insieme, ma tra alti e bassi. Nessuno dei due era pronto a cambiare costa per trasferirsi, eppure non riuscivano a stare lontani, quindi passavano più tempo possibile a casa dell’altro prima di separarsi per lunghi periodi, ma erano sempre tesi e finivano per litigare. Si volevano bene ed era sotto gli occhi di tutti, ma non riuscivano a trovare una dimensione in cui muoversi. Giurarono di trovare una soluzione, e si dissero tranquilli a riguardo, non avrebbero permesso a quel problema di mettersi tra loro.
CJ e Annah si sedettero al posto delle altre coppie e parlarono dei propri problemi. Avevano provato a stare insieme, ma poi CJ aveva rivisto la propria ex e, nel giro di pochi giorni ci era finito di nuovo a letto, confessandolo alla povera Annah che apprezzò la sincerità ma chiuse la storia e ogni possibilità di riallacciare i rapporti, dato che CJ sembrava pentito e stava cercando da più di un mese di convincerla a dargli un’altra opportunità.
Dopo venne il turno di Mark e Taylor e la loro storia colpì tutti, soprattutto per i toni scherzosi con cui la esposero. La loro relazione durò poco dopo il programma, ma erano rimasti in buoni rapporti e, data la poca distanza tra le città dei due, continuavano a vedersi spesso. Fu così che, a una grigliata di famiglia a casa di Taylor, Mark conobbe la cugina della ex, Sadie, e iniziò a uscire con lei. I due rivelarono che Mark stava ancora con la cugina di Taylor, mentre quell’ultima aveva conosciuto un collega del propria metà ideale e stava iniziando a provare qualcosa per lui.
Mia e Nick furono i più diretti. Dichiararono che non c’era alcuna relazione tra loro, ma continuavano a fare sesso perché si erano trovati sempre alla grande.
«La verità è che come coppia non riusciamo a trovare un equilibrio». Mia cercò di evitare i dettagli per non turbare il pubblico, ma Ryan sembrava voler approfondire il discorso, così in suo soccorso arrivò Nick.
«Già, oltre a quello a letto, dove c’è un’intesa pazzesca, non riusciamo a trovarci e a funzionare. Quindi va bene così» ammise lui con un sorriso soddisfatto. 
In realtà non era pronti a impegnarsi e quindi preferivano non avere legami, ma aver messo le cose in chiaro tra loro permetteva una certa libertà senza alcun tipo di fraintendimento.
Scott e Leighton vennero lasciati come penultima coppia, questo perché strettamente correlati a Jade e Jared che, essendo la vera attrazione per il pubblico, vennero lasciati come fanalino di coda per portare più ascolti alla rete fino all’ultimo.
Leighton era a suo agio nello studio, ma le sembrava strano parlare dei propri fatti privati, era diverso da mostrarli in diretta come era successo nel programma.
Scott disse che tra loro le cose erano strane. Si piacevano ma si erano già lasciati un paio di volte, a causa di incomprensioni che li avevano portati a reagire in modo irascibile e repentino. Avevano deciso dunque di ripartire da zero con la conoscenza, prendersi la dovuta calma e provare a fare le cose come dovevano al di fuori del programma.
«A che fase siete?» Domandò Ryan curioso. «Sempre se si può sapere»
«Certo» rispose Scott sicuro e allegro. «Siamo alla fase del corteggiamento. Abbiamo notato che durante il gioco non c’è stato, non in modo continuo almeno, ed è questo che ci è mancato. Stiamo recuperando la parte del rapporto che ci è più mancata e che va a improntare un po’ il tipo di relazione che si vuole costruire».
Leighton continuava ad annuire per poi prendere parola. «Siamo due persone alla costante ricerca di certezze e dimostrazioni di affetto, ed è una cosa che nel programma non siamo riusciti a darci, quindi stiamo provando a percorrere una nuova strada che, inaspettatamente, sembra essere quella giusta».
Forse erano all’inizio, ma la voglia di mettersi in gioco e di riuscire era tanta e i compagni di avventura riuscivano a leggerla sui loro volti. Ryan domandò loro degli altri interessi nel reality, e i due risposero che c’erano stati errori di valutazione perché, nonostante fossero persone fantastiche, non erano quelle giuste per loro, ma quando si era coinvolti era difficile dare giudizi obiettivi. Era stato più facile ammettere certe cose una volta fuori dal programma, mentre rivedevano le registrazione delle puntate mandate in onda.
Ryan chiese altro riguardo Jared e Jade, un qualcosa che necessitava anche il parare dei due e la ragazza, dopo aver risposto, si rivolse a Ryan per domandare se, dopo quell’intervento, anche loro potevano ritenersi intervistati.
«Oh no, mi spiace, ma ho tante domande in serbo per voi» disse il presentatore, palesemente divertito dall’agitazione mostrata da Jade. «Vogliamo sapere tutto di quello che vi è successo, non potete scappare».
Sia Jared che Jade risero, ma a lei scappò un suono isterico che di divertente aveva ben poco. Jared le mise una mano sulla schiena e prese ad accarezzarla con dolcezza per tranquillizzarla, ma fu interrotto perché Ryan li chiamò a sedere sul divano al posto di Scott e Leighton.
Jared sembrava rilassato, seduto con un braccio appoggiato al sostegno del divano, in quella camicia azzurra che gli faceva risaltare gli occhi chiari, mentre il sorriso appena accennato era luminoso. Jade, invece, si sentiva sotto pressione, non era pronta a dire cosa aveva fatto con Jared, quante volte e come. C’erano cose che voleva restassero solo loro, perché non era giusto condividere tutto con il pubblico, nonostante li avesse visti avvicinarsi, conoscersi e innamorarsi.
Ecco perché lei, al contrario del cantante, sembrava pronta per il patibolo e non per una semplice intervista.
Forse a causa del fatto che non ne aveva mai rilasciata una, ma l’idea la terrorizzava. Ricordò le parole di Jared di prima, espirò e mostrò il sorriso più rassicurante che avesse, sperando di riuscire nell’intento. 
«Allora, come va?» Iniziò Ryan per dare loro il tempo di rompere il giacchio.
«A meraviglia» rispose pronto Jared. «Un sacco di impegni in giro per il mondo, ma è quello che amo fare. Tu come stai Ryan?»
«Benone. A dire il vero sono indaffarato a condurre una reunion, poi passerò a nuovi progetti, ma non posso dir nulla. Sai com’è». Lo prese in giro, facendo ridere tutti,  prima di riportare l’attenzione su di loro. «E tu Jade, come stai?»
Ok, era arrivato il momento. Doveva essere se stessa, quindi sincera, e tutto sarebbe andato bene. Se la gente l’avesse odiata o non avrebbe apprezzato le sue risposte se ne sarebbe fregata. Conscia di quel concetto, rispose schietta e divertita.
«Diciamo che avrei preferito lavorare a qualche nuovo progetto o essere in pigiama sdraiata sul divano, in questo momento, ma non mi lamento». Regalò un sorriso timido che sciolse il pubblico, facendolo ridere di gusto.
«Sai, dunque, che vi tartasserò finché non ci direte tutto di voi?» La stuzzicò Ryan senza perdere l’ironia.
«Immaginavo… e non sono pronta!» 
«Dai» la incoraggiò il presentatore «una domanda facile, quella che è diventata di routine per tutti: come sono andate le cose tra voi?»
Jade e Jared si guardarono e strabuzzarono gli occhi prima di girarsi verso di lui, più strani rispetto a prima. Jade di sicuro era imbarazzata, mentre Jared scacciò l’incertezza con una risata.
«Benone» si interruppe per mettere l’altro braccio sullo schienale basso dietro di sé verso il posto di Jade. «Così bene che dopo… due settimane mi ha lasciato».
Jared non aggiunse nulla per gustarsi l’effetto delle parole sui presenti, mentre Jade sembrava seduta su un divano di chiodi incandescenti.
Il pubblico e gli altri ragazzi si lasciarono andare a espressioni di sorpresa e sconcerto, non si aspettavano una simile dichiarazione.
«Cosa?» Domandò Ryan senza parole. «Davvero? Ma di lì a poco non era il tuo compleanno?»
«Già, infatti ha aspettato qualche giorno, ho passato l’ultimo dell’anno a disperarmi perché non capivo cosa fosse successo» replicò Jared con un autocontrollo che fece ridacchiare il pubblico. Dio, si vedeva quanto adorasse parlare e gestire una situazione come più lo aggradava, era tipico di Jared e Jade dovette trattenere una risata, perché lei stessa era rimasta ammaliata dai modi di fare di lui.
«Un bel regalo il tuo, insomma». Le si rivolse Ryan in modo da darle la parola.
Jade sapeva di dover chiarire la situazione prima che il pubblico, soprattutto quello femminile, tentasse di lapidarla in diretta. Sarebbe stato un modo facile per far salire lo share, ma di sicuro il comitato genitori non avrebbe approvato. 
Per fortuna, si trovò a pensare.
«Si beh, ora non esageriamo, non è stato a casa a strapparsi i capelli. Come potete vedere li ha ancora tutti in testa». Lo indicò per mostrare quanto avesse ragione e, cercando di far rilassare il pubblico, teso come una molla per ciò che il cantante aveva appena detto e avido di scoprire la verità a riguardo, riprese il discorso. «Comunque Jared tende a esagerare. Insomma, sono stata travolta dalla sua vita fatta di impegni, conferenze stampa, assemblee con il proprio staff e mille altri progetti. Per quanto cercasse di coinvolgermi e incastrarmi tra i vari appuntamenti non riuscivo a sentirmi a mio agio in tutto quello, come se non avessi un posto definito».
Sorrise serena, contenta di aver placato gli sguardi truci delle persone sedute davanti a lei. Era come se fossero stati pronti a saltarle al collo per aver sprecato quella possibilità, ma dopo le proprie spiegazioni sembrarono tutti più indulgenti, quasi avessero compreso le ragioni dietro a quel gesto e si fossero immedesimati in lei.
«Dunque non state più insieme?» Chiese Ryan serio e concentrato, facendo calare di nuovo il silenzio in studio.
«Secondo te l’ho lasciata andare con tanta facilità? Ti sembro il tipo?» Jared rispose con lo stesso tono usato da Ryan. Sapeva che non era facile convincere la gente dei propri sentimenti, dato che aveva passato più tempo a respingerli che a conviverci e accettarli.
«No, affatto» convenne il presentatore con fare sicuro.
«Appunto. Avevo bisogno di tempo per ridistribuire i miei tempi e gli impegni. Era da tanto che non avevo una persona accanto e non ricordavo come potesse essere avere situazioni da condividere. Così ho aggiustato il tiro e sono andato alla carica». Abbozzò un sorriso, ma era terribilmente serio nel raccontare i fatti, cosa che fece intendere a chi lo stava guardando la propria sincerità. «Sapevo che Jade era spaventata. Era un’opzione che dentro la casa l’aveva terrorizzata, figurarsi fuori, trovandosi a viverla senza averla cercata».
Jared smise di parlare, aspettando che fosse Ryan a gestire la situazione, dato che era il suo ruolo, e che coinvolgesse Jade, perché erano entrambi protagonisti e non era giusto che lui parlasse per tutti e due.
«E quindi? Come è andata a finire?» Ryan si rivolse a entrambi, ma l’importante era avere una risposta chiara a riguardo.
«Ehm… ho ceduto» ammise Jade in imbarazzo, un sorriso intenerito e le guance rosa.
«Dopo un bel po’» aggiunse Jared mentre annuiva e rideva sotto i baffi, quasi si divertisse a prenderla in giro.
«Sì, ok, è vero. Ma il concetto è che mi ha convinta. Mi ha dimostrato che mi voleva accanto a sé, e che aveva fatto di tutto per far sì che ogni aspetto della sua vita collimasse con l’altro. Non ero sicura, avevo il timore di essere risucchiata dal suo stile di vita ed essere sopraffatta dal suo lavoro, ma dopo che mi ha mostrato quanto impegno ci stesse mettendo per far funzionare tutto non ho potuto far altro che ricredermi». 
Ricordava quei giorni come se fosse ieri, anche se erano passati più di sei mesi, dato che era giugno. Jared le era girato attorno in modo nervoso, quasi avesse avuto paura di romperla o scalfirla. Sembrava sempre combattuto tra il voler coinvolgerla nel caos della propria vita ed evitare di sovraccaricarle le spalle con tutti i pesi che lui era abituato ad avere su di sé. Non voleva spaventarla, ma alla fine aveva rischiato di perderla nel tentativo di proteggerla.
Era stato strano anche il loro modo di rapportarsi fuori dal programma. Senza telecamere attorno si sentivano più liberi, eppure il modo di Jared di proteggere Jade li aveva portati ad allontanarsi a livello fisico, tanto che non avevano mai provato a fare sesso, prima della rottura. 
Soltanto quando aveva tentato di riprendersela era riuscito a cedere, ma era stato il coinvolgimento della situazione. Era andato a casa di Jade a Santa Monica, e l’aveva trovata con addosso i pantaloncini che spesso le aveva visto addosso nel programma come pigiama, una maglietta con una stampa di Lady Gaga, un barattolo di gelato in mano e i capelli raccolti in uno chignon sopra la testa.
Jared si era presentato armato di quegli occhi di ghiaccio – arrabbiati, freddi e decisi – che tanto piacevano a Jade perché era il modo di lui per esprimere interesse e determinazione nel riprendersi ciò che voleva, e voleva lei.
Jared fece di tutto per convincerla a ritornare sui suoi passi, ma Jade era già pronta ad arrendersi a lui solo per il fatto che fosse andato fino a casa sua e non l’avesse lasciata scappare. Aveva amato come Jared avesse lottato per lei, ecco perché non l’aveva interrotto, eppure non gliel’avrebbe mai detto.
L’aveva baciato e gli aveva detto che avrebbe dovuto smettere di proteggerla dal suo mondo, perché Jade era in grado di salvarsi benissimo da sola. Aggiunse che non era fatta di cristallo e non doveva aver paura di romperla e spezzarla, doveva comportarsi come il Jared che aveva imparato a conoscere e ad amare in quel tempo, lo stesso che si era mostrato entusiasta del compleanno passato prima in famiglia e con gli amici, e poi trascorso con quegli ultimi e Jade in un parco divertimenti.
Jared, libero dal timore di urtare la sua sensibilità, aveva iniziato a baciarla con desiderio e un pizzico di eccitazione che fecero capire a Jade che, finalmente, avrebbero avuto entrambi ciò che volevano, ovvero un rapporto senza limiti, preoccupazioni o paure. Sarebbero riusciti a viversi nella loro totalità e sarebbe bastato per andare avanti e affrontare tutto.
Fu quella la sera in cui fecero l’amore per la prima volta, con Jared che aveva iniziato a spogliare entrambi sul divano, preso dalla foga del momento, ma che si era interrotto per poter rallentare i tempi e assaporare tutto con la dovuta calma, perché Jade meritava il meglio. Senza dire nulla l’aveva presa tra le braccia e condotta nella camera da letto, voleva fare le cose per bene. 
«Quindi ora tutto ok?»
Ryan aveva riportato Jade al presente, facendola arrossire per aver ripercorso gli ultimi sette mesi ed essersi soffermata su come erano riusciti a trovare ogni tipo di intesa con i loro tempi.
«Certo, tutto a posto». Gli rispose con un sorriso brillante e caloroso mentre incrociava le gambe e metteva le mani sul ginocchio.
«Bene. È bello vedere che il programma funziona anche per le persone più ostiche come Jared Leto». Per Ryan era diventato facile scherzare, dato che Jade e Jared si prestavano volentieri all’ironia. «Ma ora mandiamo una clip con un riassunto dei vostri momenti in casa e parliamo dell’esperienza che vi ha portati fino a qui».
Non attese risposta e fecero partire un video con alcuni dei loro momenti in casa. Se Jade pensava la cosa potesse innervosirla, invece contribuì a far sciogliere i nervi e a commuoverla. Non aveva rivisto le puntate, anche se le sue amiche le avevano registrate, ma a vedersi da fuori con Jared sembrava scontato evincere quanto fossero in sintonia, coinvolti e fossero fatti l’uno per l’altra. Se l’avesse saputo avrebbe chiesto un video verso la fine del programma, tutto sarebbe stato più semplice.
Era sorpresa e piacevolmente colpita, oltre che commossa, non si aspettava un tale impatto emotivo nel rivedere se stessa, soprattutto perché quelle situazioni le aveva vissute davvero.
Le luci in studio si riaccesero e Jared, dopo aver tolto la mano dalla sua coscia e averle strizzato un occhio, si rivolse alla telecamera.
«Ah, molto simpatici. Ho apprezzato davvero la soundtrack del filmato. Non pensavo che i One Direction avessero scritto una canzone su di me» disse Jared con fare sarcastico.
Doveva ammettere che “They don’t know about us” del gruppo inglese ben si addiceva al rapporto con Jade e al fatto che nemmeno gli altri attorno a loro si fossero resi conto delle potenzialità della coppia fino all’ultimo, ma l’accostamento gli sembrava comunque esagerato, anche se pertinente.
«Era… adatta» continuò Ryan con ironia. 
«Ma veniamo a voi. Come mai questa amicizia? E, soprattutto, perché rifiutare altro con tutte le vostre forze? Siete arrivati a tanto così dal non riuscire a recuperare il vostro rapporto». Per esplicare il concetto mise il pollice e l’indice vicini, giusto per quantificare uno spazio piccolissimo. «Avete fatto soffrire il pubblico. E anche me, se volete saperlo».
Si guadagnò gli applausi e le risate dei presenti in studio, segno che avevano condiviso con lui quella sofferenza.
«Io avevo paura di perderlo. Avevo sbagliato non dicendogli la verità riguardo alla domanda ripresa dalla conversazione con Scott, quindi la mia posizione era a rischio… ero convinta che per me fosse già tanto averlo come amico, e avevo investito tanto in quel rapporto affinché funzionasse e io non mi facessi idee sbagliate su di lui, non potevo pensare di perderlo, e ho supposto di poter risolvere la cosa dopo la fine del programma, con la giusta riservatezza» rispose pronta Jade a riguardo.
Dopo il programma lei e Jared si erano confrontati a riguardo, e non si erano risparmiati sull’argomento. Erano partiti dalla loro prima conversazione, quella che aveva portato alla loro amicizia, fino alla scelta della decima puntata. Avevano analizzato ogni comportamento e dichiarato cosa celasse ogni ragionamento o gesto, chiarendo una volta per tutte le loro posizioni in modo che tra loro non ci fossero segreti.
«Io invece mi sono ritrovato a mettere in gioco le mie stesse parole, e ci ho messo tempo per ammetterlo. In alcune interviste ho dichiarato che non avrei avuto problemi a uscire con una echelon, e ne ero convinto. Poi, però, essere consapevole che una echelon potesse essere la mia anima gemella mi ha spaventato, soprattutto perché io non sapevo nulla di lei, ma lei moltissimo su di me» disse Jared pacato e serio, cercando di spiegare al meglio la posizione assunta all’inizio del programma, sporgendosi in avanti con il corpo – i gomiti sulle ginocchia – per mostrare la propria predisposizione a parlare. «Di solito sono una persona che ha occhio per le cose, e dovermi ricredere non fa parte del mio carattere, ci ho messo un bel po’ a scendere a patti con la cosa, ammettere di essermi sbagliato a tagliarla fuori, dato che è stata l’unica ragazza con cui io sia stato me stesso, nel bene e nel male».
Le confessioni lasciarono il pubblico senza parole. La gente che seguiva il programma aveva avuto molto più chiare di loro le dinamiche tra i due, ma sentire i diretti interessati dare conferma ai dubbi del pubblico era una liberazione.
Ryan approfittò del silenzio per fare un’altra domanda.
«Hai parlato più volte delle aspettative che avevi su di lui». Si rivolse a Jade, voleva approfondire con lei un argomento che più volte aveva sollevato nel programma e che riguardava la percezione del proprio idolo da parte della fan. «Come sei riuscita a capire che delle idee che avevi su Jared non c’era poi molto nei sentimenti che provavi? È una cosa su cui hai insistito nelle ultime settimane nei discorsi con gli altri concorrenti e con Jared stesso».
Jade si mosse sulla seduta, drizzando la schiena per mostrarsi sicura di sé. Conosceva bene la risposta.
«Beh, era diverso da come me l’ero aspettata, ma comunque più simile all’idea che avevo di lui di quanto pensassi. Comunque è meglio per come si è mostrato, perché è reale, e quindi meglio di come mi fossi immaginata, perché quella era solo una proiezione della mia fantasia». Gesticolò coinvolta per cercare di spiegarsi al meglio, era tutto un muovere le mani attorno alla testa e davanti a sé, presa dalla propria risposta. «Il sentimento che si è creato verso Jared è nato dalla conoscenza della persona che ho avuto l’opportunità di scoprire in casa, le idee che mi ero fatta su di lui prima sono state completamente soppiantate da quello che era in realtà».
La gente applaudì per farle capire quanto avesse apprezzato le sue parole, così Ryan approfittò del clima ormai disteso per parlare di altri argomenti riguardanti le settimane durante la registrazione del programma, domande a cui sia Jared e Jade risposero con dovizia di particolari, senza mai tirarsi indietro.
«Quindi abbiamo finito?» Domandò Jade dopo quello che le sembrava un tempo ragionevole sotto i riflettori, facendo ridere tutti. Dopo essersi rilassata era scesa l’adrenalina e sembrava che la stanchezza l’avesse investita senza sconti.
«Nemmeno per sogno» disse Ryan allegro. «Ora passiamo al dopo. Vogliamo conoscere i dettagli del vostro rapporto. In fondo siete l’unica coppia ad aver retto dopo la fine del programma, i soli ad aver avuto un rapporto costante, dato che vi siete lasciati subito dopo e per così poco tempo che non sembra valere come una vera rottura».
Jade e Jared gli sorrisero in attesa della prossime domande, così Ryan si guardò in giro con fare circospetto e cospiratorio per poi rivolgersi al cantante.
«Matrimonio?» Ryan sollevò un’esclamazione sorpresa ed eccitata proveniente dal pubblico così, prima di lasciare la parola a Jared, cercò di spiegare la propria domanda. «Insomma… state insieme e siete anime gemelle… e tu non sei più così giovane. Per quanto non lo dimostri, certo».
Jared, per nulla offeso dal riferimento alla sua età o da una simile domanda, rise divertito. La verità era che, quella scossa, era Jade, che fissava il vuoto davanti a sé con occhi sgranati, con la stessa gioia di una persona che stava per essere immersa in un calderone di acqua bollente. Era quella reazione terrorizzata a divertirlo davvero.
«Oh no, so che di solito la coppia collaudata grazie al programma arriva con il colpo di scena finale, ma non sono il tipo» rispose ripensando alla coppia della prima edizione, che aveva fatto la proposta in diretta. Una cosa che lui non avrebbe fatto nemmeno sotto tortura. «Al momento potrei chiederle: Ti va di non sposarmi con l’anello che non ho mai pensato di regalarti?»
La domanda fece sbellicare il pubblico per il tono improvvisato – e soprattutto voluto – da Jared, cosa che fece riprendere Jade dalla catarsi di terrore appena vissuta. Lo guardò allegra, come se avesse capito il gioco di Jared: buttare sul ridere la cosa per non rivelare la verità.
Non avevano mai parlato di un passo così importante, anche perché stavano insieme da pochissimo tempo, nonostante avessero la certezza di essere fatti l’uno per l’altra, non era un argomento da prendere in considerazione al momento, anche perché stavano bene così, ognuno con la propria libertà nel rispetto dell’altra persona. 
Espirò e sorrise sicura.
«È sempre stata la mia più grande ambizione quella di non sposarmi, quindi non accetto volentieri!» Forse non aveva nemmeno senso come risposta, ma il pubblico e i compagni di quell’avventura sembravano apprezzare il loro senso dell’umorismo. Avrebbero potuto continuare così in eterno, per loro era abitudine avere lunghi scambi di battute ironiche, non era un problema. In fondo avrebbe davvero dato al pubblico uno scorcio di come poteva essere il rapporto tra lei e Jared, senza però scendere nei dettagli, e la cosa le stava più che bene.
«Scherzi a parte, non sono il tipo a cui piacciono vincoli o definizioni. Noi sappiamo in che direzione va il rapporto e tanto ci basta» riprese un po’ più serio Jared, smorzando subito quel tono continuando in modo più sarcastico e allegro. «Mai dire mai, ma per ora non è contemplato. Ho i miei tempi, e al momento è come se Jade fosse arrivata al grado dopo “sconosciuta” nella scala delle mie relazioni sociali».
Appoggiò una caviglia sul ginocchio per accomodarsi sulla seduta, a proprio agio. 
Jade, fingendo un’espressione contrariata per quella definizione, decise di passare al contrattacco. Le piaceva prendersi gioco di Jared, in fondo faceva parte della normalità della loro relazione, la divertiva poterlo fare davanti a tutti senza che lui ricorresse alla sua acidità, sempre fittizia, per mettere fine a quello scambio.
Quando le fan lo chiamavano Divah non avevano tutti i torti.
«Già, tralasciando il fatto che sembra davvero prematuro anche solo immaginare una cosa simile, per quanto il bianco mi doni, ci tengo a sottolinearlo» precisò Jade con fare cameratesco rivolta al pubblico. «Non è un anello che definisce un rapporto come il nostro. E poi è vero, Jared ha i suoi bioritmi. Per esempio: mi ha fatta entrare in casa sua solo settimana scorsa, e ho potuto vedere soltanto la cucina, il bagno degli ospiti e il salotto, ma non mi ha dato il permesso di sedermi sul divano. Capite? Una cosa alla volta».
Mise enfasi alla frase con gesti delle mani, così il pubblico passò dall’espressione trasognata per la frase sull’anello alla risata esplosiva per il finale del suo discorso.
«Wow Jade, e tutto questo spirito dove l’hai nascosto durante il programma?» Ryan era entusiasta. Aveva un sacco di domande da fare a entrambi, eppure sembrava avessero messo in piedi il proprio show personale che, per quanto fosse sfuggito di mano al presentatore, stava venendo pure meglio di quanto avesse immaginato il momento con Jared e Jade.
«Beh, ammettiamolo, sta con un attore» si indicò Jared prima che lei potesse prendere parola «formato nelle migliori scuole di recitazione. Ha un buon maestro a sua disposizione, se non il migliore».
Jade minimizzò la frase del cantante con un gesto della mano davanti al viso mentre soffiava, quasi avesse voluto scacciare una mosca.
Si rivolse al pubblico come se gli stesse raccontando un segreto. «Parla così per invidia, perché lui ha studiato per essere così sarcastico mentre per me è una dote naturale».
Annuì convinta e si prese il favore del pubblico, mentre vedeva Jared fingere indignazione davanti a quel voltafaccia di massa.
«Ti ha cambiata lui?» Si intromise Ryan, cercando di riportare l’attenzione sull’argomento che lui stesso aveva sollevato prima che Jade e Jared partissero a briglia sciolta.
«In verità non sono diversa o cambiata, sono sempre stata così, soltanto che non l’ho mai dimostrato, non ci riuscivo in casa… ero troppo irrequieta. È come se ora, per interpretare la tragicommedia che è la mia vita, avessi trovato la spalla giusta con cui dividere il palco».
Dal pubblico si levò un coro sognante e traboccante dolcezza.
La verità era che anche Jared, dopo che era riuscito a riprendersela, aveva indagato sulla provenienza di quel sarcasmo, così Jade gli rigirò la domanda, chiedendo perché in casa l’ironia di Jared non fosse brillante come fuori. Entrambi, nel confrontarsi, si resero conto che durante il programma non erano rilassati a causa di quel sentimento latente che avevano sviluppato nei confronti dell’altro, lasciandoli entrambi insoddisfatti. Era stato facile riguardarsi indietro, una volta fuori dal gioco, e spiegare le proprie sensazioni, riuscendo a dare un significato a ogni gesto. Avevano sprecato del tempo che avevano tutta l’intenzione di recuperare, non sarebbero stati così stupidi da rifare due volte lo stesso errore.
«Coprotagonista». La corresse Jared, impassibile. Spalla lui? Il suo ego non l’avrebbe mai accettato, soprattutto dalla persona che vedeva come proprio pari.
«Coprotagonista». Jade aggiustò il tiro prima di riprendere: «È quella persona che è riuscita a tirare fuori il meglio di me, prima del peggio, senza che nemmeno sapessi di averlo».
La gente li guardava trasognati, soprattutto dopo che si scambiarono uno sguardo di intesa, accompagnato da un sorriso appena accennato, che fece capire a tutti, in studio e non, quanto fossero affiatati e innamorati. Non c’era bisogno che lo ammettessero con dichiarazioni esplicite o eclatanti, nonostante non si fossero scambiati effusioni o non tenessero i corpi a stretto contatto, ogni gesto fatto nei confronti dell’altro valeva più di mille discorsi.
«Tua madre è sempre stata importante per te, Jared, tanto che hai partecipato al programma per farla felice. Come ha accolto Jade?» Ryan aveva ancora qualche curiosità da levare al pubblico, così aveva pescato una domanda che più volte era stata recapitata alla redazione, un argomento che univa il passato del gioco con il presente, dato che Jared non avrebbe mai messo da parte la madre, nemmeno per un’altra donna importante da accogliere nella sua vita.
«Oh, bene. Non si sono ancora incontrate e già la detesta» continuò con sarcasmo lui, ormai ci aveva preso gusto. Si divertiva a sfoggiare il sorriso strafottente che tanto faceva breccia nel cuore di gran parte del pubblico.
«Non è vero, mi adora. Dice questo a causa della gelosia. Constance vuole più bene a me che a lui, e Jared lo sa benissimo». Jade raccontò un altro tipo di verità a riguardo. «Mi ha anche chiesto come riesco a tenergli testa, ma certe cose è meglio che le mamme non le sappiano».
Poi si mise la mano sulla bocca e si piegò su se stessa prima di scoppiare a ridere di gusto. Non intendeva quello, anche se il sesso era un’arma aggiuntiva degna di nota, ma in realtà si riferiva al fatto che era meglio che le mamme non conoscessero i trucchi delle fidanzate dei figli, se non queste ultime non avrebbero avuto ragione d’esistere.
Anche se, doveva ammetterlo, da quanto stava con Jared aveva una vita sessuale molto attiva, una cosa che non le era mai successa nemmeno intorno ai venti anni, quando in teoria si raggiungeva il picco massimo per quanto riguardava il numero di prestazioni.
«Tengo a precisare che non abbiamo mai fatto sesso» disse Jared sempre molto composto, trattenendo il divertimento, come se avesse parlato delle previsioni del tempo.
«Già, avete presente i tempi di cui parlavo prima?» Si accodò Jade per evitare l’argomento. «Appunto…»
Il pubblicò rise a crepapelle, lasciando il tempo però a Jared di aggiungere altro.
«La verità è che lei è vergine. E vuole aspettare il matrimonio per concedersi». 
A Jade ricordava il Jared delle interviste del periodo di This Is War, riusciva a vederlo con la cresta bionda e pomgranate sulla testa e un paio di occhiali così tamarri che poteva aver rubato solo a Shannon, e l’immagine la fece sorridere, oltre che riempirle il cuore di gioia, perché in fondo sapeva che Jared non era cambiato nonostante il tempo fosse trascorso.
Era uno dei motivi che l’avevano spinta a innamorarsi di lui.
«Capite i problemi alla base di questa relazione? È un circolo vizioso» concluse Jade con fare solenne e concitato.
Ryan era divertito, non riusciva a credere alle sue orecchie. In casa avevano mostrato del potenziale, ma vederli interagire a quel modo era una delizia per gli occhi, e un metodo per evitare la tristezza.
«Parli di problemi mentali, vero? Perché a giudicare da come interagite ne avrete parecchi». Si intromise, conscio che non sarebbe più riuscito a contenerli e che, dunque, sarebbero giunti alla fine.
«Ovvio» convenne Jade seria, anche se non riuscì a nascondere il bagliore allegro nei propri occhi.
«Non puoi immaginare quanti». Si accodò Jared annuendo e facendo muovere così i capelli.
«È sempre così tra voi?» Domandò Ryan, ormai curioso.
«Sempre» affermò lei convinta.
«No dai» concluse Jared con un sorriso davvero contagioso. «Di solito è pure peggio. È il nostro segreto».
Le mise un braccio attorno alle spalle mentre il pubblico li sommergeva di applausi e le baciò la testa, orgoglioso di come avesse affrontato quel momento così difficile per lei.
«Sei stata meravigliosa» le mormorò tra i capelli affinché lo sentisse solo lei.
«Merito di chi mi ha reso così». E gli diede un bacio sulla guancia.
«Bene, direi che abbiamo finito il tempo a disposizione, sviscerato ogni argomento e rivelato più gossip possibili su ogni coppia. È tempo di salutarci» disse Ryan ringraziando con lo sguardo ogni componente del cast. «Questo è Are you the one?, la reunion, e vi auguriamo una buona serata. Rimanete con noi anche la prossima edizione, non ve ne pentirete».


 
*


«Oddio, che belle cose hanno detto» sospirò Constance mentre Ryan salutava i telespettatori. Erano le sette di sera ma si sentiva piena di forza dopo i discorsi del figlio e della ragazza. Più li vedeva insieme e più si convinceva che fossero fatti l’uno per l’altra.
«Mamma, parli del sesso?» La stuzzicò Shannon fingendo un’ingenuità che non gli si addiceva. «Guarda che non è vero. Li ho beccati una volta, e devo dire che sono rumorosi e molto passion…»
«E smettila!» Lo interruppe lei, contrariata. Non voleva conoscere nei dettagli tutti gli aspetti della vita dei figli, né tantomeno aveva frainteso le parole appena sentite. Forse Shannon si dimenticava che era più vecchia di lui e suo fratello, ed era l’unica – lì dentro – ad aver avuto figli, quindi sapeva come si concepivano i bambini. «Non sono mica scema, so di aver messo al mondo due maniaci sessuali, comunque parlavo del resto».
Lo mise a tacere parlando quasi esplicitamente di sesso, sapeva che il discorso inibiva Shannon, se affrontato con la propria mamma. Secondo lui da chi aveva ereditato la furbizia?
Dilettante.
Sorrise compiaciuta.
«Di come si sono detti coinvolti, dell’intesa trovata e dimostrata senza discorsi ridondanti e ridicoli, di come hanno dimostrato di tenerci e rispettarsi, e di come Jade sia riuscita a esternare i propri pensieri senza, però, esporsi troppo». Vicki arrivò in soccorso della donna con la bocca ancora mezza piena di marshmallows.
Erano a casa di Shannon, ma adorava il fatto che riservasse agli ospiti un trattamento da grand hotel. Sul tavolo basso tra la TV e il divano c’erano caramelle, cioccolata, pop corn e altre schifezze che erano così invitanti da aver indotto i quattro a spazzolare gran parte del cibo.
«Jade, quanto mi piace quella ragazza!» Continuò Vicki imperterrita e trasognata.
Tomo si girò verso Shannon per mimargli un “Donne” seguito dal gesto di una rotella fuori posto accanto alla tempia, vedere che l’amico lo sosteneva con un silenzioso assenso gli fece capire di non essere solo.
«Anche a me» cinguettò Constance entusiasta. Era felice che ci fosse un’altra donna con cui parlare lo stesso linguaggio, dialogare con Shannon di certi argomenti era come affrontare un discorso delicato con uno schiacciasassi. «Sono proprio contenta che sia lei la ragazza giusta per Jared, con lei è un uomo nuovo».
Shannon alzò gli occhi al cielo. Da quando avere una ragazza faceva rientrare il figlio nella categoria “preferito”? Non lo trovava giusto.
«Diciamo che ha smesso di avere il ciclo perenne». Gracchiò con una punta di irritazione, sottolineando la sacrosanta verità, perché Jared era così acido, di solito, da sembrare sempre mestruato.
«Shan, sei per caso invidioso perché tuo fratello batte chiodo e tu, invece, sembri… battere la fiacca?» Lo schernì Tomo, divertito da quell’inversione di ruoli. Non che Shannon al momento non se la spassasse, ma sembrava che la cosa non lo divertisse più come prima, di fatto non lo si vedeva più in giro con la prima sgallettata che gli capitava a tiro. Non era da lui.
«Sei un amico, davvero». Lo guardò di sbieco, regalandogli uno sguardo inceneritore.
La verità era che non stava battendo la fiacca. In realtà, quando erano stati in tour a marzo, una notte aveva conosciuto una ragazza, e semplicemente le cose erano cambiate. L’aveva fatta avvicinare da qualcuno della crew per dirle che Shannon voleva passare del tempo con lei, quindi se poteva lasciare il proprio numero. Passare del tempo con lei era da tradurre con la parola sesso, e se non avesse voluto dare il meglio di sé avrebbero potuto aggiungere anche la parola orale e chiudere in bellezza il tempo che avrebbe dedicato a quella ragazza. Peccato che non andò affatto così.
Poco dopo essere stata richiamata, Elle si era presentata da Shannon per dirgli di persona che lo ringraziava di cuore dell’opportunità che voleva regalarle – perché sapeva che sarebbe stato del fantastico sesso – e che era lusingata che tra tante ragazze avesse notato proprio lei e l’avesse voluta fino al punto di farla chiamare, ma Elle non era una ragazza simile, così declinò l’offerta.
E Shannon si ritrovò senza sesso e senza altro da fare, ma aveva apprezzato la schiettezza di Elle, tanto da chiederle di passare la serata con lui, senza immischiare il sesso. In effetti l’idea di conoscerla lo stuzzicava, perché la ragazza si era rivelata subito ironica e con la risposta pronta.
Elle aveva accettato e avevano finito per girare tutta la notte in quella città arida e colorata alla ricerca di qualcosa di diverso mentre si conoscevano. Fecero un giro in un grattacielo alto, un salto in un parco divertimenti ancora aperto, una tappa in un locale dove c’erano alcuni della crew a scatenarsi e mangiarono lungo il porto dei waffle e dei pancake preparati per l’imminente colazione, perché erano riusciti quasi a vedere l’alba.
Shannon l’aveva salutata stanco ma felice, e le aveva dato un bacio. Si erano separati con la promessa di tenersi in contatto e vedersi quando lei avrebbe avuto l’occasione di andare a Los Angeles, dato che era belga ma la società per cui lavorava la mandava spesso nella città degli Angeli, ma Elle dopo poche ore si era presentata sotto l’albergo di Shannon dicendo che, per quanto le sembrasse un discorso stupido, non riusciva a pensare di sprecare altro tempo così, separati. Lui l’accolse in stanza ancora assonnato e le concesse del sesso con la consapevolezza che era di più di un semplice sfogo o un atto di conquista, perché tra loro era scattata una scintilla d’interesse.
Le era mancata, ma due settimane prima Elle gli aveva scritto che l’avrebbero trasferita a Los Angeles in pianta stabile, e a Shannon era scappato un sorriso.
Era terrorizzato dall’idea del legame che aveva sviluppato con una persona che non conosceva, ma c’era un qualcosa che gli diceva di fare un tentativo, perché c’erano esperienze e persone che valevano la pena di essere vissute.
Tomo e Jared sapevano di Elle, ma pensavano fosse una ragazza come tante, il divertimento di una sera. Nessuno sospettava che fosse diventata qualcosa di più in così poco tempo, e Shannon era sicuro di tenere la questione per sé ancora un bel po’ di tempo. Non era pronto a condividerla con qualcuno, soprattutto prima di aver capito cosa lui stesso volesse da lei e dal loro rapporto, qualunque esso fosse.
«Non puoi farti presentare una cugina o un’amica? Così ti sistemi anche tu e non devo costringerti a partecipare alla prossima edizione». Constance gli regalò un sorriso diabolico, anche se sapeva che Shannon non avrebbe ceduto davanti alle sue moine come Jared.
Come avrebbe potuto risponderle senza svelare che, in realtà, non aveva bisogno dell’aiuto altrui per trovare una ragazza a cui dedicare tutta la propria attenzione?
«Certo, perché no? Però le concedo al massimo due appuntamenti. Nel primo ci conosciamo, e nel secondo… beh, il verbo finisce allo stesso modo, ma lascio scegliere a te come completarlo, anche se il concetto è sempre quello».
Esatto, con del sarcasmo. Ironia. Umorismo. E avrebbe potuto continuare con tutti i sinonimi del mondo, ma quella risposta lo avevo soddisfatto e aveva sorriso beffardo alla propria madre.
«Sei disgustoso» rispose pronta lei.
«No, sono Shannon, tuo figlio». La prese in giro con fare rammaricato. «È sempre bello essere apprezzati dalla propria madre».
Tomo rise sotto i baffi e Vicki si lasciò sfuggire un “tipico suo” mentre alzava gli occhi al cielo. 
Il chitarrista si divertiva a vederli interagire, perché era sempre uno spasso, però non sarebbe intervenuto, troppo consapevole di rischiare di essere l’unica vittima tra due fuochi. No, era meglio godersi lo spettacolo e lasciare che si scannassero tra loro. 
«Potresti almeno provarci». Constance rimbeccò Shannon con aria combattiva, segno che non voleva lasciar perdere.
«Non mi piacciono queste cose, lo sai». Cercò di tagliare corto lui, stufo di ripeterle che lo stesso approccio avuto con Jared non avrebbe funzionato con lui.
Tomo capì di potersi immettere nella conversazione e fare da paciere, ma solo per il senso del dovere scaturito dall’essere amico dell’uomo di quarantacinque anni in pericolo, quello che tra i due avrebbe sicuramente avuto la peggio.
«Già Constance, in fondo si sa che Shan è da sempre innamorato di me. Ho cercato di fargli capire come la penso a riguardo sposando Vicki, ma lui non ne vuole sapere, non riesce a fare a meno di me». Tomo si atteggiò come un pavone, quasi avesse voluto dimostrare che le attenzioni del figlio maggiore di Constance fossero del tutto motivate.
Shannon, in risposta, arricciò le labbra nella direzione dell’amico e finse di desiderare un bacio.
«No, mi dispiace». Continuò Tomislav. «C’è mia moglie e ho occhi solo per lei».
Per sottolineare il concetto si protese un po’ di più sul divano e abbracciò la moglie prima di baciarla ripetutamente sulla bocca. Tanti teneri baci che la fecero ridere e arrossire. Per quanto fossero solo in pochi gli spettatori e fossero persone fidate, Vicki non amava le smancerie in pubblico.
«Non subisci nemmeno il mio fascino animale? Insomma, tu vai pazzo per gli animali!» Replicò allibito e disperato Shannon, felice che il tentativo dell’amico avesse funzionato, dato che sua madre li osservava divertita senza riportare l’argomento sulla questione “relazione stabile”. «Se fosse così sarebbe davvero un grave colpo per il mio ego»
«Se con fascino animale intendi l’odore che emani e che chiede a gran voce di essere messo a tacere con una doccia, beh… lo stiamo subendo tutti». Vicki sfoggiò il proprio sorriso perfido, quello che la faceva sembrare un ragazzino che aveva appena combinato un disastro di medie dimensioni a cui sarebbe stato perdonato tutto.
Fece ridere gli altri e imbronciare Shannon.
Certo, lui era l’intrattenitore della serata e non solo aveva dovuto sorbirsi la ramanzina della madre, ma si era pure sentito dire che puzzava.
Oltre il danno, la beffa.
«Siete senza cuore» e li guardò tutti con occhi truci. «E comunque è mamma che mi ha costretto sul divano non appena sono tornato dalla corsa».
Non era colpa sua se avevano richiesto a gran voce la sua presenza tanto da non concedergli nemmeno la doccia. Alla fine lo sapevano meglio di lui chi fosse il vero show, ecco perché non l’avevano lasciato andare tanto facilmente.
«Beh nessuno ti impedisce di alzarti e ficcarti in doccia, ora». Gli fece notare la moglie dell’amico, mentre gli altri due annuivano per sollecitarlo.
«Ok, ho capito, vado». Alzò gli occhi al cielo, indignato perché nessuno comprendeva il suo eau de sueur, l’arma per conquistare ogni donna. «Tra quanto dobbiamo essere da Jared?»
«Un’ora» rispose pronta Constance.
«Perché non venite anche voi?» Propose Shannon agli altri due.
«Non vorremmo disturbare, Jared non ci ha invitati». Vicki replicò prima che Tomo potesse accettare, non voleva fare la parte dell’imbucata.
«Sciocchezze, siete di famiglia! Sapete che non sarebbe un problema. È Jared, è tuo amico Tomo, non accetto un no come risposta». Fu Shannon a prendere le parti del fratello. L’aveva proposto proprio perché era sicuro che per Jared non sarebbe stato un problema, lo conosceva abbastanza da poter affermare che gli avrebbe fatto piacere avere attorno un po’ di facce amiche.
«Ok, se non posso rifiutare, allora accetto» rispose l’altro, convinto. Vicki provava un certo timore reverenziale nei confronti di Jared, ma sapeva fin dove spingersi, e se Shannon era il loro garante allora non aveva nulla da temere.
«Perfetto» disse il batterista dirigendosi verso il bagno, in fondo alla casa. «Sarò pronto in un attimo».
Tomo, Vicki e Constance tesero le orecchie per sentire il rumore del getto d’acqua e, quindi, elaborare un piano convincente che spingesse Shannon ad accoppiarsi – non solo fisicamente – con una ragazza.
Poi però in lontananza lo sentirono parlare, era al telefono.
«Pronto?» esordì per poi salutare il suo interlocutore. «Ciao Babu! Dove sei di bello?»
Gli altri tre sorrisero, avevano via libera intavolare il discorso.


 
*


Jared stava aspettando Jade nell’auto privata che li avrebbe riaccompagnati a casa. Jade, come le altre ragazze, si era cambiata per lo show, ma si era presentata agli studio di MTV con un look molto più casual, lo stesso con cui sarebbe uscita.
Fu quando vide materializzarsi le converse bordeaux nell’abitacolo dell’auto – seguite da dei semplicissimi shorts, una canotta grigia e un cardigan grigio leggerissimo – che Jared diede all’autista il permesso di partire, già a conoscenza dell’indirizzo della ragazza.
Jade si accomodò accanto al cantante e lasciò cadere la testa sul limitare dello schienale.
«Scusami per prima, non volevo essere perfida, ma ero nervosa per questa specie di inquisizione. Mi aspettavo una cosa peggiore e più privata di quello che in realtà è stata».
Ammise prima di rimangiarsi le scuse, si vergognava del proprio comportamento, ecco perché non riusciva a guardare Jared in faccia.
«Delle scuse, tu? Dopo che abbiamo litigato? Devono aver drogato la tua acqua durante il programma». La prese in giro per alleggerire il momento, perché percepiva l’imbarazzo di lei. La attirò a sé mettendole un braccio dietro la testa per poi posare le labbra sui capelli.
«Scemo!» Eppure Jade non si ribellò al gesto di lui, le piaceva che al posto di allontanarla la volesse vicino, nonostante il brutto carattere che si ritrovava. «È che in questo periodo siamo stati poco insieme, e ho capito che è inutile sprecare del tempo arrabbiata quando potrei stare con te. Devo ricordarmi, però, di metterlo in pratica prima di diventare nervosa per ogni cosa».
Sì, era stato meglio abbandonarsi al suo abbraccio, almeno era riuscita a confessargli la verità senza doverlo guardare negli occhi. Per capire l’effetto delle proprie parole si era concentrata sul battito del cuore di Jared, su cui aveva posato l’orecchio, perché riusciva sempre a calmarla.
«Mi piace il tuo ragionamento, quindi vediamo di non sprecare altro tempo». Lui sorrise e poi le alzò a forza il viso per imprimerle un bacio sulle labbra. «A proposito del periodo a Toronto… non potevo dire nulla perché non era ufficiale, ma ora sì: sarò Joker in Suicide squad, un film con tutti i cattivi che si buttano in imprese impossibili per conto della nazione».
Gli dispiaceva non averle detto niente, se non che fossero viaggi per un eventuale film da girare, ma non gli piaceva parlare di progetti di cui non aveva la certezza di far parte.
Aveva detestato l’idea di non poter condividere la cosa con Jade, anche se si era dimostrata comprensiva e gli aveva dato tutto il supporto possibile senza fargli pesare la lontananza, però non voleva riempirla di informazioni che avrebbero potuto essere del tutto superflue, non era il suo modo di fare.
Ora che era diventato ufficiale era felice di condividere con lei ogni dettaglio della cosa.
«Oh mio Dio! È fantastico».
Gli regalò un sorriso sincero e così caldo che gli sembrò quasi di poter riempire la distanza che li avrebbe divisi durante i mesi delle riprese, perché era stata una delle prime cose a cui aveva pensato nel viaggio di ritorno dal Canada.
«Inizio a settembre le riprese, a Toronto» aggiunse serio, come se volesse che anche Jade si rendesse conto di quello a cui sarebbero andati incontro. Non voleva che nel momento delle riprese ci fossero recriminazioni su qualche aspetto di quella lontananza che lei non aveva colto prima del distacco.
«Verrò a trovarti quando posso, se vorrai. È per questo che hai detto che dovresti cambiare taglio e colore?»  La testa di Jade vorticava alla velocità della luce. Jared sarebbe stato distante, ma solo per qualche mese. Era normale per una persona che aveva lavori come quelli di lui, e lo capiva. Le sarebbe mancato, ma potevano stare insieme prima, un simile avvenimento non avrebbe rovinato quello che erano riusciti a costruire prima. Erano adulti e in grado di superare le difficoltà.
Jade era triste al pensiero di Jared dall’altra parte della costa, ma era così contenta che la gente lo apprezzasse anche come attore che l’orgoglio vinse la tristezza nel giro di un batter d’occhio.
«Quindi… verde?» Jade concluse il proprio interrogatorio con quell’ultima domanda.
«E corto» aggiunse Jared con fare sconsolato. L’idea di dover abbandonare i propri capelli per un taglio e un colore che non aveva voluto non gli andava a genio, ma per lavoro era sempre molto serio e faceva di tutto per immedesimarsi al meglio in una parte.
Sarebbe stato per poco tempo e gli sarebbero ricresciuti, non era un dramma.
«Mi mancheranno» sussurrò Jade passando una mano tra i capelli di Jared a voler sottolineare il concetto.
«Anche a me» sospirò lui stanco, il viaggio affrontato e la giornata divisa tra un impegno e l’altro l’aveva spossato. «Non è un problema farlo per lavoro, sono sempre molto professionale. Però è un look che proprio non mi ispira. Oltre alla barba dovrò togliere le sopracciglia, di nuovo».
Le stava accarezzando una coscia con il pollice senza nemmeno accorgersene, avevo bisogno del contatto con lei ed era bello essere così vicino da non desiderare più di quello. Non c’era niente di erotico, solo il bisogno di condividere con lei le piccole cose.
«Ehi. Ricresceranno, soprattutto se le radi e non fai la ceretta». Jade gli spostò il ciuffo e gli diede un bacio sulla guancia. «Ricorda che non è un taglio di capelli o un colore ciò che ti definisce, né quello che mi ha fatto innamorare di te»
«Sei innamorata di me?» Domandò con un sorriso leggermente arrogante, accentuato da un solo angolo della bocca alzato.
Come se non lo sapesse.
Non se lo dicevano spesso, ma era sufficiente dimostrarselo in modi che riuscivano a capire solo loro, non era importante che gli altri capissero.
«Tantissimo» rispose Jade dopo aver roteato gli occhi. «Vedi di ricordarlo quando sarai lontano, circondato da altre donne con vestiti striminziti». 
Lo prese in giro, ma non era contrariata. Si fidava di Jared e non avrebbe mai messo in dubbio la sua fedeltà.
Era bello potersi guardare negli occhi, dirsi cose importanti, scherzare e non prendersi così sul serio da risultare stucchevoli o banali. Era una cosa affinata con il tempo, ma riuscivano a capire quanto spingersi al limite con l’altro, e apprezzavano quel tipo di conoscenza così profonda che non portava a incomprensioni o a parole inutili.
«E tu non lasciarti distrarre da qualche tatuatore o writer che ti gira attorno con la scusa del lavoro. Pensa solo ai tuoi disegni». Scherzò Jared più sereno dopo aver ritrovato il sorriso, mentre le pizzicava una guancia per gioco. «E se qualche volta ti senti magnanima, ricordati di cibare un po’ Shannon».
Jade lo guardò con occhi affilati.
«Non è un animale!»
Non capiva perché Jared si divertisse a prendere così tanto in giro Shannon.
Ok, forse lo sapeva, dato che tra lei e il batterista i discorsi si sviluppavano su risposte pronte e doppi sensi.
«Questo lo dici tu» replicò il cantante mentre alzava le spalle. «Solo perché non è di compagnia».
Era più un animale selvatico.
Una bestia.
Jared, preso dalla voglia di seguire i consigli di Jade e non perdere altro tempo, si piegò verso l’autista per comunicargli un cambio di rotta.
«Vieni direttamente a casa mia, ti riposi lì prima che arrivino Shannon e mia madre».
Quella di Jared era stata una richiesta, ma in realtà aveva già deciso per entrambi, perché l’autista aveva proseguito sulla strada principale al posto di girare a sinistra.
A Jade, però, non dispiacque. Anche lei provava il desiderio di restare sola con Jared, quel bisogno di credere che ci fosse un mondo fatto apposta per loro dove nessuno era autorizzato a entrare. Un posto composto da sguardi complici, gesti accennati ma profondi, risate e discorsi seri, il tutto dosato in un perfetto equilibrio che si addiceva solo a loro due. Gli altri non sarebbero stati in grado di capirlo, ma era il vero motore della loro relazione.
«Ok, non ho voglia di continuare a spostarmi» disse lei per fargli capire che approvava il piano. «Anche se vorrà dire che sarò senza auto, quindi mi dovrai riaccompagnare».
Jared non amava guidare, ma era bello passare del tempo in auto con Jade al proprio fianco, li faceva sentire normali, una comune coppia di persone che si amavano e viaggiavano nel silenzio della notte per passare altro tempo insieme, dato che non sembrava mai abbastanza.
«Non c’è problema, capo» annuì cercando di attirarla a sé, di nuovo.
«Mi fa piacere sapere che hai finalmente capito chi comanda» scherzò Jade prima che Jared la mettesse a tacere con un bacio, stufo di tutto il loro parlare.
Nessuno dei due era al di sopra dell’altro, non c’era una persona in quel rapporto che inseguiva l’altro, erano due pari che avevano imparato a camminare di fianco all’altro e a godere della compagnia nella solitudine del loro percorso.


Nel momento in cui aveva aperto la porta principale Jared stava sperando che i propri ospiti non fossero ancora arrivati, anche se avevano libero accesso a casa sua. Sapeva che sua mamma e Shannon avrebbero guardato il programma dal fratello, ma si augurava che arrivassero con calma per poter ordinare la cena da qualche parte.
Aveva pensato di rilassarsi con un bagno in piscina prima di pensare al resto, soprattutto da quando aveva realizzato che Jade non aveva un costume con sé e avrebbe dovuto arrangiarsi in qualche modo. Un’idea che l’aveva tormentato in auto, e che in quel momento avrebbe potuto mettere in pratica.
«Ehi, siete voi?» Il rumore delle chiavi aveva messo sull’attenti le persone che creavano il chiacchiericcio in cucina, da dove provenivano i suoni di qualcuno intento a preparare una cena con i fiocchi.
«Addio pace e relax» mormorò Jared a Jade. Poi alzò la voce per rispondere a sua madre. «Sì, siamo noi!»
«Abbiamo invitato anche Tomo e Vicki, spero non sia un problema». Shannon andò loro incontro per comunicare il cambio di programma. Senza contare che Tomo era un ottimo cuoco e stava improvvisando una cena squisita, a giudicare dall’odore sparso per tutta la casa.
«Ciao Shannon!» Lo salutò sorpresa Jade prima di abbracciarlo, non si aspettava di trovarli già lì.
«Ciao a te, piccola Haring». Il batterista si divertiva a prenderla in giro, così a causa di Keith Haring, il famoso writer americano che tanto le piaceva. «Ti prego, aiutami! I vegani sono in netta maggioranza, ci circondano, non abbandonarmi da solo con la carne».
Non riuscì a non scherzare a riguardo, anche se non aveva davvero voglia di affrontare un pasto a base di semi, pappate di verdure e germogli, non era da lui. Sapeva dunque di trovare un’alleata in Jade, l’unica di quel piccolo club a non essersi giocata tutte le rotelle del proprio cervello, anche se normale non lo doveva essere del tutto, dato che stava con Jared.
«Mai, sono arrivati i rinforzi!» Lo rassicurò Jade con ancora un braccio attorno al suo collo. Adorava Shannon perché erano entrati subito in sintonia da quando si erano conosciuti, e si divertivano a far impazzire Jared, quando lui non faceva uscire loro di testa, ovvio. «Sai che non rinuncerei a un hamburger nemmeno per Jared»
«Brava, così ti voglio!» Le disse il fratello maggiore.
«Ehi, io sono qui e potrei sentirmi offeso» precisò il diretto interessato, oltraggiato perché la sua compagna gli aveva preferito un hamburger. Nessuna donna sana di mente avrebbe fatto una scelta simile.
Ma in fondo si era innamorato di Jade proprio perché era diversa.
«Potresti». Jade alzò le spalle. «Oppure no».
«Ciao ragazzi, mi sono imbucato pure io, spero non vi dispiaccia».
All’improvviso spuntò Babu dalla cucina, il fratellastro di Jared e Shannon, e lo fece con un sorriso timido. Robert era un tipo molto riservato e faceva fatica a sciogliersi, ma quando prendeva confidenza era una delle persone più piacevoli che Jade avesse mai incontrato.
Le piaceva perché nonostante tutto era molto diverso dai Leto, e in sé aveva tutte le caratteristiche che mancavano agli altri due, completandoli nella formazione di un trio compatto e irresistibile.
«Babu, che bello! È da un sacco che non ti vedo. Come stai?» Lo abbracciò velocemente per salutarlo prima che l’altro ospite salutasse Jared, felice che fosse arrivato in anticipo dal Sud America. «Mi devi raccontare tutto del tuo viaggio in Cile, sono curiosissima!»
«Ho un sacco di racconti che ti piaceranno e, soprattutto, delle opere coloratissime che potrebbero ispirarti» le disse lui entusiasta. Nonostante si fossero visti poco avevano instaurato un rapporto positivo, seppur a volte timido. «Dopo te le faccio vedere».
Mentre parlava con Babu, Jade si era diretta in cucina, dove trovò Constance, Vicki e Tomo intenti a sminuzzare verdure e a controllare i fornelli.
Jared, invece, si era fermato nell’atrio a osservare la scena da lontano, anche se non poteva osservare tutta la cucina da lì. Eppure gli bastavano gli scambi d’affetto tra Jade e la propria famiglia per provare una felicità mai assaporata prima. Era riuscita a infilarsi tra i suoi affetti più cari con naturalezza e un po’ di goffaggine, aspetti che avevano spinto amici e famigliari a volerle bene fin da subito e in modo incondizionato.
Non si sarebbe mai immaginato un’armonia simile tra quelle persone, e ogni volta se ne stupiva e gioiva per come Jade era riuscita a farsi amare dagli altri almeno un quarto di quello che la amava lui, non aveva creduto possibile trovare una donna simile. Si sentiva terribilmente fortunato.
«Jade! Vieni a salutarmi. Quel disgraziato di mio figlio non ti porta mai a casa mia a cena, devo auto invitarmi per vederti». Constance appoggiò il coltello sul tagliere e allargò le braccia affinché la ragazza la abbracciasse e la salutasse, e Jade non perse l’occasione.
«Tutto bene Constance?»
«Sempre bene, e tu? Lavori?» Le domandò dopo aver ripreso ad affettare un peperone.
Jade prese un pezzo di carota e la morsicò prima di rispondere: «Molto, per fortuna. In questo periodo lavoro a dei progetti in studio il pomeriggio, e la mattina esco per gli altri murales. Il programma è stato utile per l’attività, per fortuna. La società ha assunto altri due ragazzi, le cose vanno bene e siamo contentissimi».
Parlare del lavoro voleva dire farle accendere gli occhi di meraviglia ed entusiasmo, e a Constance piacevano le persone che amavano il proprio lavoro, aveva cresciuto i figli nella stessa convinzione.
Jade, dopo qualche altro convenevole e i saluti ai coniugi Miliçevič, si accorse che all’appello mancava ancora una persona, così si decise di andarla a recuperare.
Trovò Jared ancora nell’atrio, ma a differenza di prima si era tolto gli anfibi ed era fermo in mezzo alla stanza con degli assurdi calzini con stampato sopra un mostro disegnato da lui stesso. Aveva un sorriso sereno e perso sulla faccia, sembrava stare bene.
«Ehi, bell’addormentato, ci sei?» Gli chiese sventolando una mano davanti agli occhi di lui. «Vieni, non fare il timido!»
Intrecciò una mano nella sua e fece per trascinarlo in cucina, ma Jared oppose resistenza e Jade si ritrovò contro il suo petto, al quale si accoccolò.
Aspettò che lui parlasse, perché sapeva benissimo che se si stava comportando in quel modo c’era un motivo preciso.
«Stai qui un attimo». Iniziò Jared dopo averla circondata con le braccia e preso ad accarezzarle la schiena  con i pollici. «Fammi immaginare per almeno cinque secondi di godermi casa mia con te come se fossimo soli».
Jade si aggrappò alla sua maglietta e inspirò il profumo di bucato che contraddistingueva sempre Jared, sapeva sempre di pulito ed era una cosa che le piaceva da pazzi.
«Stavo pensando» esordì con voce strascicata, colta ormai dalla stanchezza accumulata durante tutta la giornata. «Siccome non siamo riusciti ad avere un solo attimo di pace… cosa ne dici se dopo mi fermo a dormire qui?»
Era un modo per evitare che Jared arrivasse a Santa Monica per poi tornare da solo, senza contare che probabilmente gli avrebbe chiesto di restare a casa sua per essere più tranquilla. Erano già lì, in compagnia ed entrambi stanchi, le sembrava la soluzione più ovvia, dato che era già successo più volte di prendere una simile decisione al momento.
Ma, al posto di ricevere una risposta, lo sentì sospirare, cosa che la fece preoccupare e la costrinse a giustificarsi.
«Giuro che non diventerà un’abitudine, e non tenterò di riempire il tuo armadio con le mie cose. Vorrei solo passare del tempo con te».
Voleva assaporare Jared in ogni sua forma. Le piaceva quando girava per casa con uno spartito mezzo scribacchiato, poi andava in cucina per un goccio d’acqua e – magicamente – tornava da un’altra stanza con una chitarra in mano, salvo poi posarla per lavorare a qualcos’altro a computer.
Oppure quando leggeva script di film per cui l’avevano contattato e commentava con lei la trama o le battute più assurde o esilaranti, per poi diventare seri d’improvviso e valutare i pro e i contro di ogni progetto.
Era questo che più amava di loro: non il fatto che dovessero saltarsi addosso in ogni momento come la gente si aspettava da Jared Leto, ma condividere scelte e progetti con l’altro e renderlo partecipe della propria vita.
Spesso portava a casa alcuni disegni e chiedeva consulto a Jared. Non sapeva disegnare, ma aveva occhio per  l’insieme generale e le dava sempre spunti interessanti per modificare e o migliorare il proprio lavoro.
Jade e Jared dividevano un’intesa e un’equità che molti non riuscivano a raggiungere in anni di relazione, senza mai oltrepassare i limiti dell’altra persona.
Fino a quel momento, pensò Jade, perché forse aveva esagerato con quella proposta.
Poi lo sentì ridacchiare divertito, quasi si fosse trattenuto per sentire in che modo si sarebbe tolta da quella situazione scomoda.
«Direi che mi sembra un’ottima idea» disse a bassa voce, affinché nessuno li sentisse parlare e arrivasse a interromperli. «E nel mio armadio ci sono un paio di cassetti per le tue cose, ti ho lasciato dei pantaloncini e delle magliette per dormire qui, in caso di necessità».
Jade sbatté le palpebre più volte, sorpresa. Non si aspettava una simile cosa.
«Mi piace la cosa» replicò Jade emozionata. «Non ti terrorizza?»
Aveva già allontanato Jared da sé troppe volte per rischiare che succedesse ancora, non voleva indurlo a fare cose che in realtà non sentiva, ma lui sembrava sicuro, così certo che anche la risposta non tardò ad arrivare. E la spiegò senza titubanze.
«Quella frase l’ho superata due volte: la prima nel programma, la seconda quando sono venuto a riprenderti dopo aver pensato di averti persa».
Le aveva preso il volto tra le mani per evitare che Jade rifuggisse il proprio sguardo, doveva vedere e percepire quanto desiderasse ogni cosa di lei: la sua compagnia, la sua risata, i suoi consigli e anche i suoi errori.
«Non sai quanto sono felice che tu l’abbia fatto». Si alzò sulle punte per stampargli un bacio sulle labbra.
«Forse non te l’ho mai detto» continuò Jared. «Ma mi sono innamorato di te perché mi hai fatto sentire sempre a casa e parte di qualcosa di importante, come se fossi la mia famiglia».
Ed era vero, e la dimostrazione ce l’aveva davanti agli occhi: l’integrazione con le persone a lui più care era il modo perfetto per completare la sensazione di casa e intimità che Jade gli trasmetteva.
«Sono la persona più felice e fortunata della terra per rientrare nel tuo mondo». Lei sorrise sulle sue labbra, perché la felicità di uno era quella dell’altra.
«Penso che tu ne abbia fatto parte da subito, prima che tutto ciò facesse parte di te» ammise senza paura di sembrare sdolcinato o pazzo. Era sicuro che quel lato sarebbe rimasto tra loro, e si fidava di Jade al punto di esporsi di più e mostrarsi un po’ più vulnerabile. «Non te lo dico spesso, ma ti amo, e la cosa mi rende felice, completo».
Jade accennò un sorriso prima di rispondere nel modo più sincero possibile.
«Ti amo anche io, non sai quanto». Gli accarezzò la nuca con delicatezza e intimità.
«Jade, Jared, ci siete?» Vicki li richiamò dalla cucina, ricordando loro che in casa non erano affatto soli come avrebbero voluto essere.
«Non vorrete chiudervi in camera a fare cose zozze? Avete ospiti e c’è la mamma!» Urlò Shannon sempre dalla zona fornelli, giusto per farsi sentire da tutti di modo che potessero prendere in giro Jared che faceva il cascamorto con la propria ragazza. «Non fate gli adolescenti e venite a farci compagnia mentre prepariamo tutti insieme la cena»
«Arriviamo!» Tuonò Jade con un tono così simile a quello irritato di Jared che fece tremare gli ospiti dalla cucina, prima di indurli a ridere come pazzi per quella somiglianza.
«Bene, ora che ti ho ricordato quanto il tuo partner sia un uomo meraviglioso, cosa ne dici di unirci all’insana famiglia per una tranquilla cena tra battute e doppi sensi?» Le domandò Jared vicino all’orecchio, morsicandole il lobo, per poi iniziare a trascinarla in cucina.
«Sono d’accordissimo». Annuì divertita Jade seguendolo senza opporre resistenza. «Ma prima devi presentarmi l’uomo meraviglioso di cui hai parlato!»
«Vai avanti, prima che mi riprenda i cassetti». La spinse Jared invertendo le posizioni lungo il corridoio.
«Stai attento, o ti coloro i capelli di verde mentre dormi». Lo minacciò Jade voltandosi verso di lui per mostrare la propria espressione furba e vendicativa.
«Allora non ti farò dormire». 
Jared le regalò uno sguardo malizioso, arrivando a quella conclusione solo dopo aver detto la frase.
«Sempre con le solite promesse che non mantieni mai». Lo prese in giro lei. «Sei vecchio, ti addormenti sul divano alle dieci».
Anche se non era vero, perché quella che si addormentava sul divano mentre ascoltava Jared comporre, era proprio lei.
«Ed è per questo che mi ami» replicò Jared con fare saccente, quasi le avesse rivelato la più ovvia delle verità.
«Per questo e per come sbavi quando dormi». Jade continuò a prendersi gioco di lui perché adorava vederlo ridere di cuore e amava sapere di essere il motivo di quel sorriso. «Perché trovo i tuoi difetti più affascinanti dei pregi».
Arrivarono in cucina sorridenti e abbracciati, con Jared dietro Jade che le stringeva le spalle. Gli altri si voltarono senza fermarsi, ma regalando loro sorrisi radiosi, contenti di poter vedere Jared così sereno e felice, tanto da lasciarsi andare in mezzo gli altri.
Ma per lui era diventato normale, perché quello era il suo mondo, la sua famiglia, e si sentiva accettato per come era, circondato dall’amore delle persone che a lui più tenevano.
Ed era merito di Jade e del suo amore.



 

Buonasera! Non ci speravate più, eh?
Sono stata un po' presa dagli eventi esterni, quindi è stato difficile mettere fisicamente mano al computer e, di conseguenza, al capitolo. Ma ce l'ho fatta, no?
Ora siete libere dai miei deliri! 
Anche se le ultime righe non mi soddisfano fino in fondo, ma va beh.
Cosa aggiungere?
Niente, se non che volevo mostrarvi un lato di Jade e Jared molto normale, perchè la stabilità e la normalità è ciò che è mancato loro durante il programma.
E quale modo se non mostrandovi un excursus con una reunion sei mesi dopo?
Spero che vi sia piaciuta come conclusione della storia.
Avete visto che, in un certo senso, anche Shannon ha trovato la sua strada?
In realtà quella era una delle due idee per uno spin off, ma non ho intenzione di scrivere una fan fiction, dunque la mia idea è quella di rendere una storia originale l'altra storyline che avevo in mente per shannon e provare a scrivere un ebook, un pensiero che ho da tempo. La cosa mi elettrizza e terrorizza allo stesso tempo, vediamo se avrò il coraggio di fare questo fatidico passo.
Tralasciando sogni e deliri personali, volevo dirvi grazie. 
Grazie a chi ha dato un'occhiata alla storia e l'ha abbandonata, grazie a chi l'ha letta anche se non era convinta dalla trama e mi ha seguita sulla fiducia, grazie a chi l'ha inserita tra le seguite e tra le preferite, grazie a chi non l'ha fatto, grazie a chi l'ha letta in silenzio o ha fatto finta di non leggerla, grazie a chi mi ha supportata e spronata, grazie a chi ha mostrato affetto per me e i personaggi quasi fossero persone vere, grazie a chi è stata costante nel recensire e a chi l'ha fatto una sola volta. Ognuna di voi per me è stata preziosa, e vi ringrazio per avermi accompagnata in quest'avventura.
Spero di ritrovarvi tutte in giro per un motivo o per l'altro.
Mi auguro che vi sia piaciuto e, perché no, di sentire il vostro parere complessivo riguardo la storia.
Vi saluto e vi abbraccio, Cris.
   
 
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