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Autore: EffieSamadhi    10/07/2015    1 recensioni
Si è tenuto dentro il segreto per giorni, ma per giorni non ha fatto che ripensarci, lasciando che il segreto lo mangiasse vivo da dentro senza avere il coraggio di sputarlo fuori, e quando proprio non ce l'ha più fatta ad andare avanti senza parlarne ha fatto la cosa più logica: si è presentato a casa di Chloé alle due del mattino.
[Thomas Rocher/Hyppolite de Courtène]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Troubles.
{ Disclaimer | La storia e i personaggi non appartengono a me, ma sono di proprietà di Fanny Robert e Sophie Lebarbier, che non ringrazierò mai abbastanza per la stupenda serie di cui hanno fatto dono al mondo (a parte qualche piccolo particolare che va beh). Quanto segue è però di mia proprietà, e chiunque osasse appropriarsene senza il mio consenso passerà guai molto seri. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. }
{ Pairing | Thomas Rocher/Hyppolite de Courtène }






Per Dada, perché l'hai pretesa,
e sai che (nei limiti del possibile)
cerco sempre di darti quello che vuoi.






LA VITA CHE MERITO






    Dicono che le cose migliori accadano per caso, ma Thomas non ci ha mai creduto – arrendersi ad una simile verità significherebbe cedere all'idea che sia il destino a controllare il mondo, e per uno come lui, da sempre convinto che nella vita contino soltanto il duro lavoro e l'onestà, sarebbe davvero troppo. Certo, a ben pensarci è vero che le grandi scoperte arrivano spesso senza essere cercate, lo insegna persino la storia – basti pensare a Cristoforo Colombo, ad Alexander Fleming, o al tizio che ha inventato la Coca Cola –, ma Thomas proprio non se la sente di crederci. Anche se resistere diventa difficile, adesso che entra in casa e trova Hyppolite impegnato a stirare, la televisione sintonizzata su un canale di cucina.
    Doveva essere una soluzione temporanea, un divano trasformato in letto per il tempo necessario a trovare un nuovo appartamento dopo il fallimento della convivenza con Fred, ma ormai sono sei mesi, e Thomas sa che Hyppolite non se ne andrà più. In un certo senso, Thomas ne è felice, perché è bello tornare a casa sapendo di trovare un'altra presenza oltre quella di Lucas, inspirare a fondo con il naso e alzare il coperchio di una pentola cercando di indovinare cosa ci stia bollendo dentro, avere qualcuno cui stringersi la notte, anche se quel qualcuno ha i piedi freddi come il ghiaccio.
    Venire a patti con quello che è successo è stato difficile, ma Thomas si è abituato all'idea prima di quanto credesse. È successo di venerdì, pochi giorni prima di Natale, con Lucas in vacanza a Lille con i nonni e Hyppolite parcheggiato in salotto da due settimane. Tornando a casa dopo un turno di dodici ore Thomas ha scoperto la caldaia in sciopero, e quando, dopo due ore di inutili tentativi, ha nascosto il virile orgoglio che lo contraddistingue, ha scoperto di dover aspettare fino al giorno dopo per avere un tecnico. Per lui il freddo non sarebbe stato un problema, è sempre stato abituato a cavarsela anche nelle situazioni più complicate, ma Hyppolite... beh, Hyppolite no. Tre minuti in una casa fredda e già tremava come una foglia. Offrirgli di dividere il letto gli è sembrato un gesto normale, nemmeno tanto strano quanto si potrebbe pensare. Ma una volta al sicuro sotto le coperte, qualcosa è cambiato. Ancora adesso Thomas non sa spiegarsi che cosa sia successo esattamente, se sia stato soltanto a causa del freddo, o se fosse colpa dell'astinenza, o se, più semplicemente, doveva succedere. Tutto ciò di cui è certo è che un attimo prima erano distanti, rannicchiati ai due capi del letto, e un istante più tardi, nel tempo che impiegano due mani a sfiorarsi, si stavano baciando come due adolescenti che devono incontrarsi di nascosto.
    Si è tenuto dentro il segreto per giorni, ma per giorni non ha fatto che ripensarci, lasciando che il segreto lo mangiasse vivo da dentro senza avere il coraggio di sputarlo fuori, e quando proprio non ce l'ha più fatta ad andare avanti senza parlarne ha fatto la cosa più logica: si è presentato a casa di Chloé alle due del mattino. Lei gli ha aperto in pigiama, indossando un solo calzino, e lo ha lasciato parlare standosene rannicchiata sul divano con una mano affondata tra i capelli disordinati, apparentemente senza prestargli attenzione. E alla fine, quando lui ha capito di essersi mostrato più nudo di quanto intendesse fare all'inizio, lei ha detto l'ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentire, e cioè che Hyppolite è esattamente il tipo d'uomo con cui si sarebbe aspettata di vederlo. Ci è voluta una buona mezz'ora per farle capire che non era il fatto che fosse successo con Hyppolite a mandarlo in confusione, quanto il fatto che fosse successo. Prima di allora non aveva mai avuto dubbi sulla propria natura, nemmeno da ragazzino: era un uomo attratto dalle donne, punto. Bionde, rosse, more, alte, basse, magre o con qualche chilo di troppo... gli piacevano le donne, tutto qui. Fino ad Hyppolite. Non sapeva nemmeno come fosse riuscito a farlo, visto che era la prima volta che si trovava in una situazione del genere. Con le donne ci sapeva fare, ci sapeva fare eccome: conosceva milioni di trucchi per farle impazzire, sapeva quali corde toccare, dove mettere le mani e come prendersi quello che voleva... ma con un uomo era tutt'altra cosa.
    A Chloé ha detto tutto, perché di Chloé ci si può sempre fidare. E alla fine, sempre continuando a grattarsi la testa, Chloé ha detto che è normale, che può succedere, che forse si è cercato dentro un altro uomo perché sa che non potrà più trovarsi in una donna, dopo aver perso sua moglie. Sentirsi dire da Chloé che non è completamente uscito di senno lo ha rassicurato, anche se non ha del tutto cancellato la paura. Quella, lo sa, non si può eliminare con un colpo di spugna o con una chiacchierata a notte fonda. Ancora adesso, quasi sei mesi dopo, Thomas si ritrova a rigirarsi nel letto con gli occhi spalancati, il cuore che va a mille e la sensazione che tutto crollerà in mille pezzi – ma dopo un istante la mano da informatico di Hyppolite stringe le sue dita piene di calli, e in un attimo Thomas si riscopre sereno.
    Spiegare la situazione a Lucas è stato più semplice di quanto immaginasse: è stato proprio il figlio, dieci anni appena, ad affrontare per primo l'argomento, presentandosi a lui con l'aria più angelica del proprio repertorio per chiedergli se Hyppolite fosse il suo fidanzato. Contrariamente a quanto pensava Thomas, confermare la relazione è stato piuttosto semplice: Lucas si è limitato ad annuire, guardandolo dritto negli occhi e raccontandogli poi che nella sua scuola ci sono almeno altri trenta ragazzini con genitori dello stesso sesso, e che nessuno di loro ha mai avuto problemi a causa della propria situazione familiare. Questo lo ha tranquillizzato, perché Lucas ha già vissuto abbastanza situazioni traumatiche da bastargli per una vita intera, e mai si sarebbe perdonato di aver peggiorato le cose. Un po' più complicato è stato parlare con i suoi suoceri, che hanno faticato a capire come sia riuscito a sostituire la propria figlia con un uomo, ma anche con loro è bastata qualche settimana per abituarli all'idea, anche se forse non riusciranno mai ad accettarla completamente.
    Al lavoro i commenti si sono sprecati, ma sono state sufficienti un paio di scazzottate per rimettere le cose a posto e convincere tutti che vivere con un uomo non lo rende meno virile, così come non rende Hyppolite un finocchio, così come troppe volte lo ha sentito chiamare. Certo, ci sarà sempre qualche testa di cazzo che li additerà ridacchiando, ma Thomas sa che non si possono raddrizzare tutti i torti del mondo, nemmeno quando si possiede un destro micidiale quanto il suo. È servito parecchio tempo, ma alla fine si è rassegnato all'idea che ci sarà sempre qualcuno che li guarderà male, che li riterrà due persone malate, due anime perse senza possibilità di redenzione – ma gli basta svegliarsi ogni mattina accanto ad Hyppolite per sapere che è questa la vita che vuole, stronzi e malelingue inclusi.
    Resta fermo sulla porta a lungo, le mani infilate a fondo nelle tasche del cappotto, guardando le mani di Hyppolite impugnare saldamente il ferro e impegnarsi per lisciare bene il colletto di una delle sue camicie per capire che è questa la vita che vuole, perché è questa la vita che merita.
   
 
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