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Autore: effe_95    10/07/2015    2 recensioni
[Storia scritta a quattro mani da Effe_95 e Micio95 ]
Percy ed Harry hanno sempre pensato che i sogni non portino a nulla di buono, e in egual misura le profezie. Gea era appena stata sconfitta, Voldemort annientato. Si prospettavano anni di pace e tranquillità per i due mondi, ignari l'uno dell'esistenza dell'altro.
Era un giorno tranquillo al Campo Mezzosangue, quando venne pronunciata la Terza Grande Profezia.
Era anche il giorno che cambiò le loro vite e nacque una nuova minaccia.
"I maghi e i semidei si uniranno, la progenie del serpente fermare dovranno. A riparare tenteranno il patto della dea fedele infranto. La bacchetta custodita dovrà essere, il male piani terribili potrà tessere. Solo l’ unione una soluzione fornirà, e alle porte dei due mondi la fine decreterà."
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1.
 
Percy
 
Le profezie sono una grandissima rottura di scatole.
Questo è un dato di fatto.
La mia giornata era già cominciata così così prima che una ragazza dai capelli rossi e l’aria spiritata la rovinasse definitivamente.
Erano passate esattamente due settimane dalla sconfitta di Gea, mi sentivo piuttosto soddisfatto, ero sopravvissuto a due Grandi Profezie e la mia vita andava a gonfie vele.
Finire il liceo era tra i miei progetti futuri (una grande liberazione detto tra noi) e non vedevo l’ora di trasferirmi con Annabeth al Campo Giove per il college.
Ovviamente non potevo sapere (o forse avrei dovuto sospettarlo?) che mi sarei trovato nuovamente nei casini.
Era l’ultimo giorno al Campo Mezzosangue, avrei voluto passarlo in santa pace prima che ricominciasse la scuola, ma i miei piani andarono a farsi benedire praticamente da subito.
Quella mattina mi svegliai come al solito nella casa numero tre da solo, Tyson era tornato nel regno di papà qualche giorno prima, e lo si notava dalla confusione che regnava sovrana tra le mie cose. Era piuttosto presto per i miei standard, ma quella notte avevo fatto uno dei miei incubi assurdi, quegli incubi che i semidei non possono proprio evitare di fare.
A pensarci adesso avrei dovuto capire che qualcosa non andava.
Nell’incubo camminavo in un bosco, cosa già poco positiva, l’aria era afosa, faceva molto caldo. Non mi era affatto familiare come luogo, non era la foresta che circondava il Campo Mezzosangue e nemmeno Central Park, i grilli canticchiavano insistentemente.
Nel sogno ricordo di aver camminato per moltissimo tempo tra quegli alberi, fino a quando non ero spuntato su una scogliera. Il mare si dibatteva agitato contro gli scogli, era furibondo, mi schizzava minaccioso e io sentivo di non poterlo controllare, come se non fosse sotto il dominio di mio padre Poseidone.
Ero piuttosto accigliato quando vidi il ragazzo.  
Da dove mi trovavo io era piuttosto lontano, i capelli erano biondissimi, il riflesso del sole li metteva molto in risalto, agitava qualcosa nell’aria provocando delle scintille interessanti.
Il me stesso del sonno era avanzato quatto quatto e si era avvicinato allo sconosciuto, nascosto dietro una roccia, l’avevo distinto meglio. Aveva un viso affilato, gli occhi grigi e, come avevo intuito, dei capelli biondissimi, l’attrezzo che sprigionava scintille era un bastoncino di legno un po’ strano. Il giovane era vicino ad una caverna dall’aria minacciosa, ricordo perfettamente che non appena formulato quel pensiero, un vento sinistro mi aveva accarezzato tutto facendomi rabbrividire, una sensazione simile a quella che avevo provato una volta sul baratro del Tartaro con la voce di Crono.
Ovviamente non poteva essere lui, ma la sensazione non mi piaceva ugualmente.
Era stato a quel punto che il bastoncino di legno aveva funzionato un po’ troppo bene.
Il tizio aveva gridato qualcosa … in latino? …. ad alta voce e un raggio di luce rossastra era rimbalzata sulla parete della grotta, no … adesso che ci penso non era rimbalzata sulla parte … era stata completamente respinta da qualcosa.
Mi ero svegliato tutto sudato, con la luce accecante negli occhi e la sensazione di essere stato sbalzato ancora sulla pelle.
Avevo fatto una doccia fredda e poi ero uscito fuori.
Il sole era incredibilmente accecante quella mattina, sapevo di dover preparare la valigia e tutto il resto per lasciare il Campo, ma il sogno mi aveva turbato e volevo assolutamente prendere una boccata d’aria fresca.
Avevo appena raggiunto l’arena quando vidi Annabeth e Piper, sembravano invischiate in una conversazione piuttosto concitata. Le raggiunsi con il passo un po’ strascicato, giocherellando inconsciamente con Vortice nella tasca dei pantaloni, non appena si accorsero di me, le ragazze smisero di parlare.
_ Ehi_ Salutai io sollevando una mano, non mi piaceva affatto quando Annabeth mi guardava con quello sguardo da:” ti sto nascondendo qualcosa che non ti piacerà”.
_ Ciao, Percy _ Replicò la figlia di Atena prendendomi una mano.
_ Che brutta cera che hai_ Completò Piper, scrutandomi attentamente con quei suoi occhi cangianti che non avevo mai capito di che colore fossero realmente.
Sospirai pesantemente e feci un gesto vago con la mano.
_ I soliti incubi_ Risposi senza dargli troppa importanza, ancora una volta le due ragazze si scambiarono uno sguardo irritante. Apprezzavo davvero l’amicizia che si era creata tra Piper ed Annabeth dopo la sconfitta di Gea, (va bene lo ammetto, a volte non le sopportavo), ma tutti quei segreti non mi piacevano affatto.
_ Cos’hai sognato?_ Domandò svelta Annabeth, scrutandomi con quei suoi occhi tempestosa da figlia di Atena in versione: “ ti-scruto-attentamente-per-cavarti-tutto-con-la-forza-dello sguardo”. Decisi che fosse meglio rispondere e raccontarle tutto, ma Grover, il mio migliore amico, arrivò di corsa proprio in quel momento, saltellando agitato sui suoi zoccoli caprini.
Mangiava convulsamente una lattina di Diet Coke e quello non era affatto un buon segno.
_ Che succede Grover?_ Domandai immediatamente, il satiro ansimò in preda all’ansia e mi afferrò per un braccio, io guardai Annabeth e Piper, che ricambiarono immediatamente il mio sguardo, e poi seguii Grover fino alla mensa.
Come ogni mattina, erano tutti riuniti lì a fare colazione, chiassosamente e molto poco divinamente, mi sembrava esattamente una normalissima colazione al Campo, finché non vidi Rachel Elizabeth Dare seduta al tavolo di Chirone e del Signor D, tornato in carica.
Bruttissimo segno!
Rachel era andata via una settimana prima, il fatto che fosse tornata così presto poteva significare solamente guai. Quando mi avvicinai al tavolo con l’intento di capirci qualcosa, notai che c’erano anche Jason, Leo, Calypso e con mia grande sorpresa, Frank e Hazel.
I due erano andati al Campo Giove neppure una settimana prima, perché erano ritornati con tanta fretta?
_ Percy!_ Chirone sembrava sorpreso di vedermi lì, lanciò un’occhiata velocissima a Grover, che continuò nervosamente a mangiare la sua lattina di Diet Coke.
Ok, ne avevo abbastanza di tutte quelle occhiate misteriose.
Scrutai con attenzione i volti di tutti e mi misi seduto anche io al tavolo, seguito subito da Piper e Annabeth.
_ Che succede?_ Domandai un po’ contrariato, giocherellando nervosamente con Vortice, era un’abitudine che mi portavo dietro praticamente da sempre, ma dopo tanti guai passati, era normale che mi montasse un po’ di rabbia al pensiero di qualcos’altro.
_ Percy … _ Cominciò Chirone, ma dalla piega del discorso capii immediatamente che non voleva parlarne in quel momento, invece io volevo.
_ No Chirone, non dirmi che non è il momento di parlarne. Cosa ci fanno al Campo Rachel, Hazel e Frank? Erano andati via una settimana fa. E poi cosa sono tutti questi misteri? C’è qualcosa che non va, me ne sono accorto da solo!_ Sbottai un po’ irritato, Annabeth mi afferrò immediatamente, ammonendomi con lo sguardo, ma nei suoi occhi di tempesta notai anche apprensione. Leo fischiò al mio scatto d’ira, stava giocherellando come al solito con alcuni bulloni, viti e altra roba strana, da quando era tornato stava lavorando ad una strana macchina insieme a Calypso.
_ E va bene_ Sospirò il centauro, accigliato, Chirone sembrava preoccupato e la cosa non mi era affatto nuova _ È che questa notte … alcuni tra di voi hanno fatto lo stesso sogno. Hazel e Frank se ne sono accorti per caso, mi hanno contattato per avvisarmi, e a quel punto ho scoperto che per Jason era lo stesso … e così per Grover, Rachel, Leo e Calypso_
Lo sapevo! Quegli incubi non facevano altro per portare problemi e solo problemi.
_ Che genere di sogno?_ Volle informarsi immediatamente la mia ragazza, continuava a stringere convulsamente il mio braccio, che si sarebbe spappolato a breve sotto la pressione della sua mano. _ Perché anche io e Annabeth abbiamo scoperto di aver fatto lo stesso sogno stanotte_ Le parole di Piper sembrarono allarmare gli altri, e finalmente compresi perché poco prima lei ed Annabeth stessero confabulando così animatamente.
_ Avete sognato un ragazzo biondo che si divertiva a sventolare in aria un bastoncino di legno. E un esplosione, vero?_ Le mie parole sembrarono scatenare il panico più totale negli altri, a quanto pareva, avevamo fatto tutti lo stesso sogno, il che non era affatto positivo, soprattutto se ciò comportava i Sette della Profezia, un Oracolo, un Titano e un satiro.
_ Che cosa significa questa cosa?_ Domandò preoccupato Frank, con il suo arco ben posizionato sulle spalle, il Signor D non si era minimamente interessato alla conversazione e stava giocando una partita a pinnacolo con qualche spirito invisibile.
_ Non ne ho la più pallida idea ragazzo_ La voce di Chirone era grave, non l’avevo mai visto così preoccupato e privo di risposte, di solito era lui quello che ci teneva nascosto qualcosa di estremamente importante. Quella volta sembrava smarrito come noi.
_ Annabeth, tu hai qualche idea?_ Domandò Jason alla mia ragazza, la osservai di sottecchi per cercare di capire che tipo di reazione avesse, ma anche lei scosse la testa.
A quel punto tutti ci girammo a guardare Rachel, che se n’era stata zitta per tutto il tempo.
Se ne stava accigliata sulla sua sedia, senza guardare nessuno negli occhi, quando poi si decise finalmente a parlare, rimase immobile per un secondo e un’area verde fuoriuscì dalla sua figura.
Quello era il momento che detestavo di più in assoluto, quando Rachel sfornava nuove profezie, e quando si trasformava in una sorta di Dart Fener psicopatico.
_ I maghi e i semidei si uniranno, la progenie del serpente fermare dovranno. A riparare tenteranno il patto della dea fedele infranto. La bacchetta custodita dovrà essere, il male piani terribili potrà tessere. Solo l’ unione una soluzione fornirà, e alle porte dei due mondi la fine decreterà._
La seconda cosa che detestavo delle profezie, era la loro assoluta mancanza di significato.
Solitamente ci capivi qualcosa solo quando stavi per morire ed era troppo tardi.
L’avevo imparato con l’esperienza.
A quel punto l’intera mensa si era girata verso il nostro tavolo, e verso una Rachel leggermente stordita che stava riprendendo piano piano conoscenza.
Il silenzio era così opprimente che avrei voluto gridare qualcosa di stupido come: “ i maiali volano!”, per allentare la tensione. Annabeth aveva stretto ancora di più il mio braccio, e a quel punto ero certo che la circolazione sarebbe andata a farsi benedire.
_ Non … non è successo nulla di grave ragazzi!_ La voce possente di Chirone mi fece riscuotere, mi voltai a guardarlo e mi accorsi che si era alzato in piedi in tutta la sua stazza equina. _ Tornate alle vostre attività, tranne i capo capanna. Loro mi seguano davanti al tavolo di Ping Pong._
Detestavo quelle riunioni al tavolo di Ping Pong.
Di solito portavano solamente guai, e lo fecero anche quella volta ovviamente.
_ E’ la Terza Grande Profezia vero?_ Domandò Piper giocherellando distrattamente con il pugnale magico, la figlia di Afrodite aveva lo sguardo rivolto verso Chirone, accigliata.
_ Temo proprio di si Piper_ Commentò il centauro, Clarisse batté il pugno sul tavolo.
Alzai gli occhi al cielo, perché quella ragazza non poteva essere meno esibizionista?
_ Ma non può essere che ne becchiamo tre tutte noi!_ Sbraitò la figlia di Ares, cacciando fumo dal naso, Chris Rodriguez, il suo ragazzo, le mise una mano sulla spalla.
_ Ehi, aspetta, non è detto che riguardi proprio noi. Potrebbe avverarsi tra anni, non siamo pessimisti!_ Replicò Will Solace, della capanna di Apollo.
Rachel scosse immediatamente la testa e tutti ci voltammo a guardarla.
_ Purtroppo non è così Will, questa profezia è cominciata già. Ed è cominciata con i vostri sogni._  Noi sette della profezia ci scambiammo un’occhiata abbastanza significativa, ed era un’occhiata abbastanza avvilita. Avevamo appena concluso una missione suicida (letteralmente) e non eravamo entusiasti all’idea di passare tutte quelle peripezie … ancora.
Io poi … non ne volevo sapere assolutamente nulla!
_ Tra l’altro la profezia è assolutamente obsoleta_ Intervenne Jason, massaggiandosi il mento, pensieroso, detestavo quell’aria da grande fico. _ I maghi e i semidei si uniranno. Davvero strana, potrebbero essere i figli di Ecate?_ Continuò il figlio di Giove.
_ E poi … La progenie del serpente …. il patto della dea fedele infranto … Non ci capisco nulla, tu hai qualche idea Chirone?_ Annabeth era preoccupata e un po’ pallida, la potevo capire, perché stava provando esattamente le mie stesse sensazioni, nemmeno lei era felice di affrontare un’altra profezia, e dopo il viaggio nel Tartaro … no grazie!
Il Centauro era pensieroso, ci mise un po’ per rispondere, e allora capii che nascondeva qualcosa che non ci avrebbe detto, che tutto sommato ci aveva pensato.
_ Per ora lascerei correre, Frank e Hazel, andate a parlare con i figli della casa di Ecate, può darsi che ne sappiano qualcosa. _
Chirone non mi sembrava molto convinto.
 
Un’oretta dopo, io, Annabeth, Calypso (stranamente mi rivolgeva la parola), Grover, Jason, Nico ( che era misteriosamente comparso nel bosco) e Piper , ci ritrovammo un po’ abbattuti del Bunker Nove, dove Leo stava sferragliando ad una strana macchina del tempo, così l’aveva chiamata lui. In realtà dubitavo funzionasse davvero.
_ Parlare con i figli di Ecate non porterà a nulla!_ Replicò Nico, che se ne stava in un angolo nel Bunker, lontano da noi, con le braccia incrociate al petto.
Speravo vivamente che quella volta lui non centrasse nulla con la profezia e quello che stava succedendo, ma le sue parole fecero pensare il contrario a tutti.
E poi Nico aveva i suoi precedenti.
_ Nei sei proprio sicuro? Sai qualcosa che non sappiamo Nico?_
Annabeth lo stava scrutando con occhi attenti, tutti lo stavano fissando.
Nico fece per aprire la bocca, quando un rumore sospetto proveniente dalla macchina di Leo ci fece voltare tutti. Il figlio di Efesto sgattaiolò da sotto l’aggeggio e lo scrutò con le sopracciglia aggrottate.
_ Cos’hai combinato Leo, non salterà in aria, vero?_ Domandò Calypso, Leo fece un passo indietro verso di noi, la cosa non mi piacque.
_ No … questo non è propriamente un rumore meccanico_
La sua spiegazione fu davvero molto chiara.
_ Che significa?!_ Sbottò Annabeth, mentre il rumore si faceva molto più intenso, Leo alzò le spalle e fece per replicare, ma una luce accecante comparve risucchiando tutto quello che c’era nel raggio di un chilometro … semidei, satiri e titani compresi.
La mia giornata stava finendo nel modo peggiore possibile.
 
 
 
Angolo delle autrici:
 
Effe_95: Buonsalve!
Micio95: Ehilà!
Effe_95: Allora, cosa mi dici di questo capitolo?
Micio95: Semplicemente mozzafiato …
Effe_95: Che sogno strano …
Micio95: Ma la cosa più strana è, dove sono andati a finire i nostri ragazzi?
Effe_95: Lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Micio95:  Non preoccuparti, ti sorprenderò.
Effe_95: Mamma come sono emozionata! Voi non lo siete?
 
Effe_95 e Micio95: Vi aspettiamo al prossimo capitolo con il Pov di Harry.
 
Anticipazione:
 
“Scattai in piedi, ero nel mio letto a Privet Drive... No.. Non più Privet Drive... Ero nel mio nuovo appartamento... Il sole entrava dalle finestre luminoso e caldo,  il paesino ancora addormentato; era appena l'alba”
 
  
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