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Autore: RosesWhite    10/07/2015    1 recensioni
Sapevo benissimo che i suoi capelli tinti, il suo vestirsi provocante e il suo carattere ribelle mi avrebbe imprigionata dentro di lui, prendendomi piano piano, pezzo dopo pezzo lasciando per ultimo il mio cuore follemente innamorato, per poi assaporarlo per bene
Nuovo personaggio and Matthew Bellamy
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Unintended

Fandom: Muse

Personaggi: Matthew James Bellamy, Dominic Howard, Chris Wolstenholme, Nuovo personaggio

La storia è basata su fatti e personaggi reali che non mi appartengono.

Non è scritta a scopo di lucro, solo per piacere di scrivere dell'autrice.

Questa storia è stata pubblicata da me in un altro sito, tutti i diritti.

 

Buona lettura.

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I pezzi della vita che avevo prima di te.
 

Per quanto mi riguarda, ho solo 17 anni ma so bene cosa vuol dire soffrire nella vita. Cambiare città, paesini svariate volte, vedere andare e venire amici di tutte le età, e volendo anche l'amore faceva delle grandi passeggiate per poi non ritornare.

Mi piace pensare che ogni volta che cambio scuola, incontrerò qualcuno di simpatico e gentile, come una cara amica o caro amico, e perché no? Un ragazzo non sarebbe neanche male.

Questa volta è il trasferimento più lontano che io abbia mai fatto, ho attraversato l'estero per vivere a Londra. Questa cosa mi alletta veramente tanto, non sarò un genio in inglese, ma me la cavo abbastanza. Un esperienza molto interessante.

Nella mia vita siamo in pochi. Mia madre, il mio gatto, la mia migliore amica in Italia, e il mio ''Migliore amico'', detto così, poi quello che è successo tra noi non può essere definito da ''Amici'' e guarda caso, questa persona non mi cerca più come una volta, anzi, mi evita.

Prendo un toast con burro sopra e esco dalla cucina per dirigermi alla porta principale. Accarezzo il mio gatto, e saluto mia madre sulla guancia per poi uscire da casa rimboccandomi per bene nella giacca. Il tempo di la non era il massimo. Devo dire che neanche a Milano era un gran che, o si moriva di caldo, o di freddo. Le scelte erano vaste.

Oggi inizio scuola, pur essendo il 28 Ottobre, diciamo che sono leggermente in ritardo per via di carte e varie robe che neanche io avevo capito.

Salgo sul pullman, e durante il tragitto casa-scuola inizio ad osservare la gente, e immaginare che lavoro/vita possono possedere. Verso la sinistra, noto un'anziana, con molti gioielli ben tenuti, una pelliccia di qualche animale fino alle caviglie e delle scarpe nere con un tacco veramente basso. Perché una donna di ''Classe'' sta usufruendo di un trasporto pubblico quando possiede soldi? Oppure tutto quello che ha addosso non ha valore.

Lascio perdere e guardo più avanti, due ragazzi sui 20 anni dai capelli chiari e sono seduti di schiena, posso vedere ben poco, solo che la giacca è nera.

Quindi guardo a destra, verso l'entrata, noto un signore sui 40 sporco di pittura e con se uno zaino uguale sporco. Ovviamente imbianchino.

Prima di cambiare direzione, noto un ragazzo salire. Capelli rossi, pelle lattea e un abbigliamento nero come la pece lasciando a vista solo la cintura con delle borchie argentate che fuoriuscivano dall'armonia di nero e rosso, per finire uno zaino nero semplice.

L'osservo per bene, e solamente quando mi guarda noto che ha due occhi color mare intenso. Per l'imbarazzo faccio finta di niente e guardo dietro di lui, sperando che non abbia pensato male.

(Ovviamente, una ragazza fa la maniaca guardando le persone intorno a lei, mi pare una cosa abbastanza normale..)

Lo vedo passare accanto e sedersi dietro di me. Peccato, non potrò guardare più dettagli.

Appoggio il braccio sullo zaino e inizio a guardare fuori. Goccia dopo goccia si fermavano sul vetro, stava piovendo e ovviamente la sottoscritta non aveva un bel niente.

Passiamo sotto un tunnel, e vedo il riflesso del ragazzo che mi guarda tramite ''lo specchio'' che si era creato per via della mancanza di luce.

Mi spavento, e guardo dall'altra parte facendo finta di niente del mio rossore sulle guance che era appena apparso.

-Quindi.. tu puoi guardare la gente e nessuno può guardare te?-

Svoltai leggermente la testa verso la voce che aveva parlato. Il ragazzo si era spostato in avanti per parlarmi vicino all'orecchio. Una cosa che non avrei mai previsto.

-C-Come scusa?- balbettai, che altro dovevo dire?

-Oh, sai parlare! Dai hai capito bene-

-Io non stavo guardando nessuno! per chi mi hai preso?-

Lui sorrise mostrando i denti leggermente ingialliti, immagino per il fumo visto l'odore di tabacco/profumo per uomo che aveva.

-Beh, di sicuro per una straniera visto il tuo forte accento che hai. Italia o Francia?-

-Italia-

-Ero sicuro al 98%-

Questo tipo è abbastanza strano. Guardai fuori e ringraziai il cielo di essere arrivata.

-Bene, io devo scendere e ..- prima di finire la frase lo vedo già davanti alla porta d'uscita ad aspettare che l'ultimo semaforo diventasse verde prima della fermata.

-Vai anche te in quella scuola?- chiesi incredula

-Beh si, in che sezione sei?-

-Arte e plastiche-

Lui sorrise, le porte si aprirono e scese.

-Ehi!- lo seguii scendere, ma inizio a correre verso l'entrata saltellando.

Rimasi un'attimo la a guardarlo correre, la pioggia mi stava accogliendo nel freddo.

Chi diavolo era quel tipo.

  
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