Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: EsterElle    10/07/2015    0 recensioni
Era una strana situazione: essere lì, insieme, e non fare la guerra.
La Foresta del Re non è un posto sicuro e i nemici non dovrebbero condividere il pasto né le loro vite, i loro ricordi, le loro storie. Ma, al calar della notte, esiste un angolo di Foresta in cui queste regole non valgono più. Un soldato del re, un arciere misterioso, uno Spirito della terra, un ragazzo incappucciato e una donna terribilmente bella stringono un patto e decidono di fidarsi gli uni degli altri. Così, attorno al fuoco, prendono forma storie straordinarie e segreti.
Ma la pace è un sogno e la tregua non sarà che l’inizio della fine.
(Terza classificata al contest "The Anciest Tales" indetto da Tsunade e Ino;Chan sul forum di Efp).
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La tregua

 





Prologo




Era ormai sera quando il vecchio giunse in vista della città di Merkedek.
Camminò lentamente fino alla cinta muraria e aggirò le macerie ricoperte di edera e di muschio. Non c’era nessuna traccia del massiccio portone di legno e ferro dei suoi ricordi, né carri o mercanti, non un solo contadino, un pollo, un vecchio asino sul suo cammino.
Il vecchio trascinò il mantello lercio per le strade silenziose della città fantasma e tese l’orecchio ad ogni rumore: del legno sulla nuda terra, del vento tra le finestre senza vetri di case abbandonate. Un gruppo di cani, magri e nervosi, gli si avvicinò, annusando l’aria attorno a lui. Ringhiarono, famelici, e si allontanarono, lunghe ombre sui muri spogli della città, padroni di quel mondo in rovina.
Il vecchio continuò a camminare e si accorse di non essere più solo.
Una donna, nascosta tra le ombre della sua casa, chiuse d’un colpo la porta al suo passaggio. Un ragazzo, per sbaglio sulla sua via, chinò il capo e non volle incontrare il suo sguardo.
Quando giunse in vista della piazza principale il vecchio abbassò il cappuccio che gli nascondeva il volto. Mille rughe ricoprivano la pelle sottile del suo viso, stranamente candida, e gli angoli della bocca piegavano verso il basso. Le mani magre stringevano convulsamente il bastone mentre oltrepassava il Tempio e il palazzo della Corporazione dei Mercanti, ormai in rovina. Inciampò nella lunga veste e per poco non cadde quando alcune galline in libertà gli razzolarono tra i piedi.
Quel giorno era stato giorno di fiera a Merkedek; non più di una ventina di persone si affollavano in quel momento, al calar della sera, intorno ai banchi che scarseggiavano di mercanzia. Il vecchio sapeva che la città non doveva essere molto più popolosa né le merci più numerose.
Un mercante fece un gesto pigro nella sua direzione, come un richiamo svogliato; eppure, non appena il vecchio posò lo sguardo su di lui, l’uomo si ritrasse, timoroso, stringendo tra le dita la saccoccia piena di monete.
Il vecchio sapeva bene che effetto faceva alle persone.
Quando raggiunse il centro della piazza, finalmente si fermò: lasciò correre ancora per un momento gli occhi tra la piccola folla e represse un sospiro. In quel momento una donna schiaffeggiò sonoramente il suo bambino e quello iniziò a piangere forte.
“Gente di Merkedek, ascoltate!” urlò allora il vecchio con quanta voce aveva in corpo.
Qualcuno lo guardò, vagamente interessato.
Un gruppo di armigeri passò in quel momento e il clangore delle loro armature e il rumore sordo degli zoccoli dei loro cavalli risuonarono nella piazza insieme alle grida disperate del piccolo monello.
“Ascoltate un uomo che conosce il futuro” continuò.
Una donna anziana gli si avvicinò, incuriosita, e un allampanato ragazzino la raggiunse borbottando. Quando incrociarono lo sguardo del vecchio, entrambi rabbrividirono.
“Questi miei occhi hanno visto la morte. No, non quella portata dalla guerra, dalle incursioni, dalle razzie. Non quella provocata dalle carestie, dalle piogge, da una cattiva stagione. Siamo abituati a tutto questo, noi povere creature del mondo, siamo abituati a soffrire. Ho visto, invece, il sangue di ognuno di voi e di ogni uomo su questa terra. Ho visto le membra straziate delle vostre mogli e gli occhi vitrei dei vostri figli e dei figli dei vostri figli. Non c’è salvezza alcuna, né misericordia nel futuro!”.
Una donna grassa e pesantemente truccata gli si avvicinò, il vestito profondamente scollato e dai colori sgargianti. Passò di lì un contadino, diretto ai campi fuori le mura, e un olezzo di terra e letame si diffuse nell’aria, sommandosi all’odore acre di corpi sporchi e acqua stagnante.
Il vecchio non si accorse di nulla; le sue mani tremavano e lacrime scendevano lente lungo le guance avvizzite.
“Credete a ciò che sto per dirvi: non c’è fine per questa guerra centenaria se non la nostra fine! La fine del mondo che conosciamo, degli Umani, delle Creature, dei Portatori. Non ci sarà un vincitore, questa volta: solo morte e dolore”.
L’anziana donna si allontanò scuotendo la testa e trascinando con sé il ragazzo. Un gruppo di bambini cenciosi corse lungo la piazza, gridando: travolsero il vecchio che, malfermo sulle gambe, cadde.
La donna truccata non lo soccorse: lo guardò, ebbe pietà di lui e se andò.
Il vecchio rimase per terra, troppo debole per alzarsi.
“Ricordo un tempo in cui questa città contava centinaia di abitanti, la sua fiera era ricca e i suoi mercanti prosperavano. C’erano musica, colore evita. Ricordo un tempo in cui la paura non paralizzava le membra e il sole splendeva senza essere oscurato dalle polveri delle pire funebri. Che fine ha fatto il mondo della mia giovinezza? Ebbene, io so chi l’ha portato via” mormorò, sapendo che nessuno poteva né voleva ascoltarlo.
Ancora per terra, vide l’orlo di un bell’abito e dei sandali di cuoio avvicinarsi. Un fresco profumo di lavanda, infine, lo raggiunse senza stregarlo.
“Gli Déi ci hanno condannato: ci distruggeremo con le nostre stesse mani e un mondo nuovo sorgerà dalle nostre ceneri per loro volere. Se non cerchiamo la pace, almeno una tregua, porpora e nero saranno i colori del nostro futuro e le Divinità del Tempio banchetteranno con i nostri resti” esalò, senza più forze, senza interesse per il nuovo arrivato.
Quando sentì una mano piccola e lieve, di donna, sulla sua testa restò sorpreso: a fatica si sollevò, appoggiandosi al vecchio bastone, mentre lei lo sosteneva per un gomito.
Quando finalmente furono faccia a faccia ci furono silenzio e sguardi e tremori.
No, il vecchio non si aspettava di rivederla.
La donna era bionda e molto bella; non temeva lo sguardo del vecchio, non i suoi occhi color dell’oro, profondi, che sembravano scrutare l’anima.
“Moira” gracchiò quello, infine. “Dopo tutti questi anni …”
Sentiva il peso del mondo sulle spalle, sentiva la vita scorrere via. Non aveva più la forza per reagire, per soffrire, per morire.
“Amico caro, sei più grigio e stanco che mai. Ma ti ringrazio” aveva la voce dolce come il suono di un flauto, quella donna.
Si chinò e gli baciò delicatamente la fronte.
“Grazie per aver diffuso il mio messaggio, grazie per aver testimoniato in tutto il regno il tuo dolore. Ogni guerra, dopotutto, ha il suo profeta di sventura”.
Detto questo sorrise e a passi svelti se ne andò, mentre il suo mantello ondeggiava nella direzione del Tempio.
Il vecchio restò in quella piazza fino a notte fonda: poi, stancamente, si accasciò per terra, posò la testa sulle mani, chiuse gli occhi e morì.
Bagliori di fuoco ed echi di urla lontane accompagnarono i suoi ultimi istanti di vita.
 
 




Note
Benvenuti lettori!!
Voi che siete arrivati qui in fondo avete letto il breve prologo di questa mia nuova storia: spero che sarete abbastanza interessati da continuare! :)
Dato che la storia partecipa al contest The Ancient Tales indetto da Tsunade e Ino;Chan sul forum di Efp, ho già scritto tutti i capitoli (7 in totale) e li pubblicherò abbastanza velocemente, nel giro di una decina di giorni!
Così, se siete curiosi, dubbiosi, se avete voglia di scoprire chi è il vecchio profeta o la donna misteriosa, cosa è successo alla città di Merkedek e quale guerra è in corso, vi aspetto al prossimo capitolo!
A presto,
Ester
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: EsterElle