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Autore: sweet_hyra_97    10/07/2015    3 recensioni
Will continuava con le sue scenate, cercando di convincere moglie e figlio di un grave e pericolosissimo problema che avrebbero avuto se non lo avessero ascoltato in tempo.
«Ma non mi dire, papà. Come quella volta in cui, a tuo parere, il camino si era acceso solo e quando hai scambiato un topo per una strana creatura del Mondo Fatato?»
L’uomo gli lanciò un’occhiataccia: come poteva minimizzare così tanto le sue preoccupazioni? Come poteva non prenderlo sul serio?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Carstairs, James Herondale, Lucie Herondale, Theresa Gray, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vasi e demoni



James se ne stava tutto tranquillo su delle scale nascoste nei meandri dell’istituto, scoperte qualche mese prima, per poter leggere in totale silenzio. Ma a volte capitava che, pure lì, non poteva starsene in totale silenzio: in alcuni momenti riusciva a sentire le urla del padre anche in quel posto appartato, ed era costretto ad uscirne per capire cosa stesse succedendo, anche se poi scopriva che non stava succedendo nulla di pericoloso. Era solo suo padre che esagerava, ogni volta, com’era di sua abitudine.
E questa volta era pure così.
Chiuse l’enorme tomo che teneva sulle gambe con uno sbuffo, si alzò in piedi stiracchiandosi e si diresse nella stanza dalla quale provenivano le urla. Avvicinandosi, sentiva anche la vocina della sorella Lucie che si univa a quella del padre in esclamazioni totalmente senza senso che implicavano un vaso, demoni, fiori e altro che James non aveva ancora ben afferrato.
Nello stesso momento in cui attraversò la porta per entrare nella stessa stanza del padre, arrivò pure Tessa, con un’espressione accigliata in viso che diceva già tutto: cosa succede?
Non ebbe bisogno di dar voce ai propri pensieri, perché Will riprese a parlare dicendo cose che ancora non avevano acquistato un senso, perché erano frasi che non avevano un senso logico. Lucie, nel frattempo, se ne stava attaccata alle gambe del padre spaventata, più dai suoi sproloqui che da ciò che realmente doveva avere paura.
«Papà, ma cosa sta succedendo? Perché ho sentito quelle urla?» E Will indicò prontamente il vaso di fiori che se ne stava poggiato sul tavolo.
«E...» Disse Tessa, incitando Will a spiegare cosa volesse dire realmente, perché lei e James non avevano ancora compreso.
«Ma non  vedete? Si è mosso da solo!» Esclamò poi, con un’espressione di teatrale disperazione in viso. «Sicuramente c’è qualche problema che noi non possiamo risolvere!»
Will continuava con le sue scenate, cercando di convincere moglie e figlio di un grave e pericolosissimo problema che avrebbero avuto se non lo avessero ascoltato in tempo.
«Ma non mi dire, papà. Come quella volta in cui, a tuo parere, il camino si era acceso solo e quando hai scambiato un topo per una strana creatura del Mondo Fatato?»
L’uomo gli lanciò un’occhiataccia: come poteva minimizzare così tanto le sue preoccupazioni? Come poteva non prenderlo sul serio?
«Jamie ha ragione, caro. Se ti stessi sbagliando anche questa volta?» Rispose Tessa, trattenendo una risatina. Ogni giorno c’era una nuova scenetta.
Sapeva già per quale motivo Will facesse così, ma non potevano chiamarlo sempre, non per motivi futili.
«Io non mi sbaglio mai, lo sapete benissimo.» E mise un broncio come faceva da giovane, una delle tante caratteristiche che non aveva mai perso. «Quella volta in cui ho detto che la Sifilide Demoniaca esisteva nessuno ha voluto darmi ascolto. Mi avete dato ragione solo quando l’avete visto di persona, per esempio!»
Ecco, adesso usciva quel discorso, di nuovo. E non ci sarebbe stato modo di farlo smettere se non accontentandolo. In alcuni momenti Tessa pensava che fosse lui il bambino, e non i loro due figli. Senza riuscire a trattenere una risata, si diresse nell’altra stanza per contattare i Fratelli Silenti.

 

***

 
Quando Jem arrivò, James e Lucie gli si buttarono letteralmente addosso, abbracciandolo con forza: non lo vedevano da due settimane, per loro era tanto, ma nel frattempo James capiva che non potevano chiamarlo ogni qualvolta volevano, nonostante il padre si ostinasse a farlo. Qualche volta, temeva James, avrebbero potuto pure decidere di non fare uscire zio Jem dalla città Silente.
Dopo che Lucie e James lo lasciarono entrare, Jem si tolse il cappuccio e si avvicinò a Tessa e Will.

Cosa è successo questa volta?
Sembrava essere divertito, ma Tessa non ci avrebbe messo le mani sul fuoco. La donna iniziò a parlare, ma Will la interruppe.
«Vedi quel vaso?» Disse, indicandolo con il dito. «Ecco, noi pensiamo che sia posseduto!»
«Forse tu...» Iniziò James, ma Will continuava a sproloquiare, come suo solito, soprattutto quando c’era Jem. James non potè non notare che, quando zio Jem veniva in istituto, suo padre, e a volte anche sua madre, ma lo dava a vedere di meno, non aveva occhi che per lui. Il resto svaniva.

Will... In quel vaso ci sono solo dei semplici fiori, come potrebbe essere posseduto?
«L’ho visto muoversi, per l’Angelo! Perché non mi credi nemmeno tu?» Di nuovo l’espressione di teatrale disperazione fece capolino sul viso di Will. Poi uno strano silenzio, tutto all’improvviso. «No, aspetta. Forse adesso non è più posseduto, ho visto la creatura scappare mentre tu arrivavi!»
Tutti i presenti nella stanza sentirono una risata nella propria mente.

Will, non cambierai mai, eh? Sapevo fin da quando è arrivata la comunicazione che era un’altra delle tue trovate... Ma non potevo fare a meno di venire.

 

***

 

Jem rimase all’istituto per una mezz’oretta buona, ma ad un certo punto doveva pur arrivare il momento in cui doveva andarsene. Era sempre bello poter passare un po’ di tempo assieme a loro, anche se sapeva che, teoricamente, non avrebbe potuto se non per motivi strettamente legati a ciò che era adesso.
Lo rincuorava vedere Will finalmente felice, e soprattutto costantemente felice. Se lo meritava. Ed anche Tessa.




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Note: Allora... Questa fanfiction è nata nello stesso istante in cui ho letto il quarto racconto dell'Accademia, quando sono arrivata nel punto in cui James pensa a quella volta in cui Will, pur di vedere Jem, ha insistito che il vaso di fiori fosse posseduto da un demone; è nata senza che me ne accorgessi ed ha preteso di essere scritta, quindi ecco qui. 

Ma nel frattempo non è come l'avevo immaginata, quindi non sono contenta per come è uscita fuori, ma spero possiate apprezzarla lo stesso ^_^

  
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