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Autore: foodporv    10/07/2015    1 recensioni
«Ma dici che per cinque minuti ce la fa a non sbuffare o è più forte di lei?» domanda Niall a Brooklyn, fingendo che Isabella non sia nella loro stessa stanza. Sentendosi offesa, Isabella lo fissa con le labbra corrucciate: «Come, scusa?» gli chiede, mettendolo alla prova, vuole vedere se ha le palle di ripetere. Niall rincara la dose, per niente intimorito dalla ragazza e «Il tuo continuo sbuffare è fastidioso, mi deconcentra», aggiunge, con un sorriso da gran bastardo stampato in viso.
«E tu sei un grandissimo stronzo» ribatte lei, ma le sue parole non scalfiscono minimamente il ragazzo, che continua a sorridere come un idiota. Detto ciò, ripone i suoi fogli nella costosissima borsa Louis Vouitton e «Ti aspetto al bar di fronte», dice all'amica, riservando un'ultima occhiata a Niall, che la osserva per nulla turbato.
«Credevo non le conoscesse nemmeno, le parolacce» commenta, una volta accertato che Isabella sia uscita. «E, comunque, mi ama già» aggiunge, facendo un occhiolino a Brooklyn. È serio, quando lo afferma.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Against all Odds
1 of ?



La grafia di Niall è grande, irregolare e spigolosa. Tende a scrivere le parole molto distanziate, così come le lettere dei singoli vocaboli, e si dimentica di di chiudere le a. Si trova nel suo studio di tatuaggi, quello sulla Preston Street di Brighton, che gestisce e nel quale lavora insieme a Harry, uno dei suoi più cari amici.
Scrive sul suo taccuino verde
nero no perché fa troppo serio, verde sì perché W l'Irlanda che deve spostare l'appuntamento di Hayley Turner alla prossima settimana. Il juke-box che lui e il suo amico hanno acquistato fa risuonare le note di Seen it all, la voce è quella di Jake Bugg. L'idea del juke-box è stata di Harry, e l'irlandese l'ha semplicemente accolta non trovandola totalmente insensata; è quel tocco in più che caratterizza il loro negozio.
La lingua del ragazzo gioca col piercing che ha sul frenulo labiale superiore, uno smiley argento, quello che sua madre Maura gli ha tanto contestato ma a cui, con il passare del tempo, si è abituata. Sente di avere bisogno di una sigaretta, non sa di preciso da dove arrivi questo impulso, probabilmente è l'effetto placebo di cui molti parlano, ma a Niall non interessa. Deve fumare.
Non lo chiude nemmeno, il taccuino. Lascia la penna nera nel mezzo, fra le due pagine, e si dirige verso l'ingresso.
Il suo collega, Harry, lo scruta camminare verso la porta, sa quali sono le intenzioni dell'amico: è la paglia pomeridiana.
Quando Niall arriva fuori, si mette a lato della porta d'ingresso del suo negozio, prende una sigaretta dal pacchetto nella tasca posteriore dei suoi jeans neri e
se la porta alle labbra sottili. Niall fuma solo Chesterfield rosse perché costano poco, lui forse ha il braccino un po' corto e perché ormai ci è abituato.
Lotta con l'accendino che  ha preso in prestito 
rubato  da Zayn, ché tanto lui è sempre troppo fra le nuvole per accorgersene, e, finalmente,  si accende la paglia, inspirando a pieni polmoni la nicotina e trattenendola forse più del dovuto; in seguito la fa uscire dal naso, e poi dalla bocca, per evitare di avere qualche residuo e dover poi tossire come un dannato quando deve andare a letto, gli è già successo.
Impreca a mezze labbra, quando si rende conto che è novembre inoltrato e fa un freddo bastardo e lui indossa soltanto una maglietta nera a maniche corte, i tatuaggi delle braccia possenti sono in bella vista, così come quelli sul collo.
Niall non regge l'alcool per un cazzo e sa suonare la chitarra, è sfacciato come pochi, un tipo sciallo, ha una risata sguaiata ed è da troppo tempo che non si fa una canna: non vede l'ora che Louis o Zayn trovino roba buona perché ama sentirsi in quel modo. Il suo ultimo concerto è stato quello dei Twenty One Pilots, il giorno dopo si è tatuato un piccolo "HeavyDirtySoul" in corsivo, perché è una delle sue canzoni preferite.
A vederlo, Niall potrebbe sembrare un punk 
lui nemmeno sa come minchia sia fatto un punk , in realtà è solo un tipo a cui, sostanzialmente, piace fare quel cazzo che gli pare: gli è balzato in mente di bucarsi i lobi e poi dilatarli di due centimetri e l'ha fatto, così come si è impregnato la pelle con l'inchiostro di una miriade di tatuaggi che vanno dal collo al bacino  schiena inclusa , e sarebbe capace di fare qualsiasi altra cosa folle gli salti in mente perché se a lui piace allora va bene così.






Quando Brookyln e Isabella scorgono l'insegna dell'Iron Tatto, il corpo della prima subito s'irrigidisce, in preda all'ansia e Isabella invece alza gli occhi al cielo e sbuffa, chiedendosi come abbia fatto a farsi convincere dall'amica ad accompagnarla a fare una tale pazzia. Si passa una mano fra i capelli biondi e si mordicchia le labbra rosee e piene, che quel giorno non sono tinte dal solito rossetto forte.
«Hai anche paura degli aghi, perché non torniamo a casa?» le chiede, anche se le parole escono tutte come un borbottio annoiato. Cerca di fare leva sul punto debole dell'amica, ma ciò che riceve in cambio è un'occhiata truce che le intima di smetterla.  «Perché ieri mi sono dovuta subire quattro fottute ore di shopping per colpa tua, e tu sai quanto io odi fare shopping», le rinfaccia l'amica e Isabella non può far altro che sbuffare  ancora , e non perché si senta in colpa ma perché una come Brooklyn non può capire. 
Brooklyn se la sta facendo sotto a causa della sua fobia 
questa volta molto più di quando deve andare a fare le analisi del sangue  e si passa una mano tra i capelli corti che ha tinto di un rosa acceso, mentre Isabella è convinta che lì dentro non ci vuole entrare perché solo se ci pensa le sale un brivido disgusto. Forse è un po' schizzinosa, con la puzza sotto il naso e leggermente classista, ma non è una cattiva ragazza e, a modo suo, sa farsi voler bene. Ama il lilla e odia avere le mani sporche e appiccicose, non ha mai mangiato da McDonald's ed è vegetariana. Sa suonare il pianoforte e, ogni volta che lo fa, si sorprende di quanto ogni nota riesca ad entrarle dentro e a vibrare in ogni angolo  figurato, s'intende  della sua anima. Frequenta l'ultimo anno di liceo e ha spedito domanda alla Royal Academy of Music di Londra ed è molto fiduciosa, tanto da fantasticare già su come sarà la sua vita una volta che si sarà trasferita nella grande città, lei è troppo per un buco come Brighton.
«Okay, posso farcela!» mormora Brooklyn, subito dopo fa un grande sospiro e si decide a spingere la porta del negozio. 
Lascia fare tutto a Brooklyn, Isabella. Per lei, è già tanto essere lì e non ha intenzione alcuna, se non quella di sedersi da qualche parte 
non pretende nemmeno che sia comodo, figuriamoci  e ripassare gli spartiti che si porta dietro ogni volta che può perché al concerto che si terrà fra due settimane deve essere impeccabile. Come sempre, d'altronde.
Si riscuote dai suoi pensieri, quando, con un «Vieni, Bella», Brooklyn le intima di seguire lei e un ragazzo alto e riccio nella stanza accanto.
Procede seguendoli, mentre il rumore dei suoi tacchi risuona in tutto il negozio a ritmo cadenzato. Si accerta che sui suoi vestiti non sia apparsa nessuna piega e non si accorge nemmeno che il riccio è tornato alla sua collocazione originaria e che, al suo posto, c'è un ragazzo poco più alto di lei, tatuato da farle quasi ribrezzo, che sta salutando la sua amica con una stretta di mano. Anticipa la mossa del ragazzo, il quale sta per porgere la mano anche a lei, e lo liquida con un «Salve» detto in modo sprezzante che lui decide di ignorare.
«Chi delle due deve farsi il tatuaggio?» chiede il giovane con un marcato accento irlandese. Isabella nota un sorriso largo e delle labbra sottili, chiare. Non ne è indifferente, ma decide che non le deve interessare nulla di quel ragazzo.
«Lei, lei. Non mi salterebbe mai in mente di farmi anche solo toccare da quegli aghi infetti  risponde Isabella, alzando un sopracciglio  dove posso sedermi?» gli domanda scrutandolo con sguardo altezzoso e del tutto disinteressato a quello che si terrà in quella stanza.
Niall non le parla nemmeno, si limita ad indicarle una sedia girevole con un cenno della testa e stira le labbra in un sorriso, subito dopo sospira. Le conosce troppo bene, le persone come la bionda: tanti zeri sul conto corrente e tanta la voglia di prenderle a sberle.







«Perché smoke and mirrors?» domanda Niall a Brooklyn, mentre si apposta sulla sua sedia scegliendo una posizione che sia comoda e che gli permetta di svolgere il suo lavoro al meglio.
Il ragazzo dà un'occhiata ad Isabella  ha chiesto all'amica come si chiamasse, senza farsi sentire dalla diretta interessata  e il suo sguardo si ferma sulle dita lunghe che stanno sfiorando dei fogli di cui però non riesce a leggere nulla. Scendendo con lo sguardo, rimane ammaliato dalla bellezza delle sue gambe lunghe, all'apparenza lisce e di una sensualità intrinseca. È rapito da cotanta eleganza e solo dopo si rende conto di non aver prestato attenzione alla risposta di Brooklyn: "Imagine Dragons", "concerto" e "sai, Dan Reynolds è l'essere più sexy della via lattea" è tutto quello che è riuscito a captare.
Isabella percepisce di avere uno sguardo addosso e per la prima volta in vita sua questo non la fa sentire ammirata, contemplata o invidiata, ma avverte una sensazione di soggezione che la mette a disagio. E ciò non è mai successo a Isabella Dubois. Alza il capo, i capelli biondi le solleticano le spalle, e nota che il ragazzo tatuato - troppo tatuato - ha gli occhi chiari puntati su di lei, sulle sue gambe, per meglio dire, e questo la infastidisce ancora di più, tanto da mandargli un'occhiata fredda e ritornare alla sua occupazione. In risposta, Niall scoppia a ridere, non per il commento della sua assistita, ma perché trova che il modo di fare da spocchiosa della bionda sia esasperante, difficile da sopportare e incredibilmente buffo.
Isabella trattiene il fiato perché quel figlio di puttana mi sta ridendo in faccia, pensa, ma anche perché forse quella risata le piace e forse sta andando un po' fuori di testa, se lo crede sul serio. Decide di ignorarlo, le sta portando via del tempo prezioso: le appare in mente, quasi come un ologramma, l'immagine degli ottantotto tasti del pianoforte, sente le note di Vois sur ton chemin entrarle fin dentro le ossa, socchiude gli occhi come se le stesse sentendo. Si sente cullata da quella melodia e ha l'impressione che tutto intorno a lei non ci sia più, che tutto sia magicamente scomparso.
Questa sensazione di appagamento e completa pace viene interrotta da una risata sguaiata che tronca quel momento di assoluta tranquillità. La bionda sgrana di scatto gli occhi e guarda il ragazzo dall'altra parte della stanza con espressione indispettita, gonfia le guance ed alza gli occhi verdi al cielo. Si libera dell'aria trattenuta e sbuffa sonoramente, come se volesse farsi sentire.

«Ma dici che per cinque minuti ce la fa a non sbuffare o è più forte di lei?» domanda Niall a Brooklyn, fingendo che Isabella non sia nella loro stessa stanza. Sentendosi offesa, Isabella lo fissa con le labbra corrucciate: «Come, scusa?» gli chiede, mettendolo alla prova, vuole vedere se ha le palle di ripetere. Niall rincara la dose, per niente intimorito dalla ragazza e «Il tuo continuo sbuffare è fastidioso, mi deconcentra», aggiunge, con un sorriso da gran bastardo stampato in viso.
«E tu sei un grandissimo stronzo» ribatte lei, ma le sue parole non scalfiscono minimamente il ragazzo, che continua a sorridere come un idiota. Detto ciò, ripone i suoi fogli nella costosissima borsa Louis Vouitton e «Ti aspetto al bar di fronte», dice all'amica, riservando un'ultima occhiata a Niall, che la osserva per nulla turbato.
«Credevo non le conoscesse nemmeno, le parolacce» commenta, una volta accertato che Isabella sia uscita. «E, comunque, mi ama già» aggiunge, facendo un occhiolino a Brooklyn. È serio, quando lo afferma.




«Lascia la pellicola fino a domani, poi lo lavi almeno tre volte al giorno, lasci asciugare all'aria e poi ci metti questa» raccomandò Niall a Brooklyn, consegnandole un tubetto blu contenente la pomata apposita a proteggere il tatuaggio.
«Grazie mille, Niall. Sei diventato il mio tatuatore preferito e dobbiamo troppo andare al concerto di Frank Ocean  gli sorride sincera e complice la ragazza  Quanto ti devo?» chiede poi.
«80, 70 se mi dai il numero della tua amica» risponde sfacciato.
Spera solo che la fortuna degli irlandesi sia dalla sua parte.





 

Nuovo messaggio
Ore: 22.07 / Da: 857336541
“Belle gambe”







can you save my heavy dirty soul?
i twenty one pilots sono dei genie e voi dovete assolutamente ascoltare l'album blurryface (o almeno stressed out, heavydirtysoul e tear in my heart)
non so davvero da dove venga fuori questa cosa che ho scritto, so solo che ho passato tre giorni senza wi-fi perché quelli di fastweb sono idioti (stavo morendo) e niente, ho scritto questa cosa... e non finisce qui, sarà una mini long di non so quanti capitoli e boh, spero che questo vi sia piaciuto/parso un po' interessante.
doveva essere su Louis ma poi ho cambiato idea e ho voluto sperimentare questa versione di Niall, che non si limita ad essere il cane bastonato/ingordo di sempre.
spero vi abbia interessati almeno un po', in ogni caso mi piacerebbe me lo faceste sapere con una recensione :)
un bacio grande grande,
enrica 



 
   
 
  
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