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Autore: Niglia    10/07/2015    5 recensioni
[Kagome/Sesshoumaru]
In cui Kagome Higurashi cade nel pozzo da bambina, un piccolo Sesshoumaru la trova e decide di tenerla per sé.
Una storia raccontata a piccoli pezzi.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Kagome, Sesshoumaru, Signora Madre | Coppie: Kagome/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Tale Of A Youkai and His Tiny, Little Human
Categoria: InuYasha
Personaggi: Kagome/Sesshoumaru, Inu No Taisho/Inu No Kimi
Avvertimenti: Raccolta Drabble di 500ish parole
Universe: Pre Canon, Canon Divergence (?)
Prompt: What if Kagome fell into the well as a kid and landed in an era where Sesshoumaru hadn't quite grown into his fluffy yet? (Based on a fanart by YoukaiYume http://youkaiyume.deviantart.com/art/Sesskag-Cooties-246538254)
Note: Breve dizionario per alcuni termini che è probabile trovare nell’andare avanti della narrazione (non mi piace inserire frasi in giapponese e non lo farò, però alcune parole sono troppo tecniche e in italiano non rendono per niente bene l’idea, a mio parere. E poi ho letto solo fanfiction inglesi su questo fandom e mi è entrata in testa solo quella terminologia, mi ci trovo più a mio agio LOL): Youkai sono i demoni purosangue (Sesshoumaru e il padre, per esempio), hanyou sono i mezzodemoni (Inuyasha), ningen gli esseri umani e miko le sacerdotesse (Kagome).
Grazie per l’attenzione e buona lettura! ♥




_______________________________________________




{1}
Discovery










Era stato uno strano rumore a distoglierlo dalla caccia e a far scappare la sua preda, una sorta di sibilo e di risucchio insieme, seguito da lieve tremore del terreno e dall’improvviso silenzio dell’intera foresta. E poi, nella quiete, nacque un flebile suono.
Sesshoumaru si alzò in piedi, abbandonando la posizione accucciata ed ergendosi in tutta la sua piccola altezza: era indeciso. Suo padre gli aveva concesso fino al tramonto, dopodiché sarebbe dovuto tornare all’accampamento con una preda degna del primogenito del Grande Inu No Taisho – e se dapprima aveva avuto intenzione di ignorare quel brusio, catalogandolo come un’inutile distrazione che gli avrebbe semplicemente fatto perdere tempo, alla fine non aveva potuto fare a meno che cedere alla sua curiosità di cucciolo.
Aveva quindi fatto dietro-front e aveva seguito quell’eco soffocato con la stessa scrupolosa concentrazione che aveva impiegato nella caccia, affinando i sensi e notando che il rumore acquistava volume e nitidezza man mano che si inoltrava nella foresta. Non conosceva il territorio – era soltanto la seconda volta che metteva piede nell’Est – ma il giovane demone non temeva di perdersi, avrebbe ritrovato il campo di suo padre anche bendato e con le mani legate.
Ciò non gli impedì tuttavia di provare una certa apprensione quando le punte dei suoi stivali si fermarono ai bordi di una piccola radura, che sarebbe passata inosservata non fosse stato per il vecchio pozzo che si ergeva esattamente al centro di essa. Le foglie dell’edera che ricopriva il legno della struttura avevano acquisito una tonalità dorata all’approssimarsi del tramonto, e la loro presenza era probabilmente segno che il pozzo doveva essere abbandonato, o semplicemente in disuso.
Adesso che era così vicino, Sesshoumaru riconobbe quel rumore per ciò che era davvero: piccoli singhiozzi disperati alternati a un respiro rapido e nervoso, provenienti esattamente dall’interno del pozzo.
Il giovane youkai si irrigidì, temendo una trappola. Sollevò il naso e prese dei profondi respiri esaminando gli odori portati dal vento, ma non avvertì nulla oltre il profumo del bosco, del piccolo corso d’acqua che scorreva più a valle e della deliziosa fragranza di fiori, sole ed estate che aleggiava intorno al pozzo. Non pareva esserci alcun pericolo.
Sesshoumaru avanzò dunque, e il rumore dell’erba che scricchiolava sotto i suoi passi fece cessare bruscamente il pianto; ma si fermò di nuovo quando una voce, flebile e gracile come il cinguettio di un uccellino appena nato, si inerpicò su per le pareti del pozzo fino a raggiungere il suo udito perfetto.
«C’è qualcuno? ... Mamma… Jii-san?»
Sesshoumaru scattò verso la struttura, la fronte aggrottata e gli artigli di una mano pronti ad attaccare qualora la creatura rivelasse intenzioni sospette. Si schiarì la voce, modulandola in modo da somigliare a quella del padre, e tuonò.
«Sei un demone?»
«Sono una bambina», rispose la voce, tremando leggermente.
Sesshoumaru non comprese la risposta, così cambiò domanda.
«Sei un essere umano?»
Stavolta la voce sbuffò infastidita tra le lacrime. «Sono una bambina», ripeté, sottolineando quella parola che di per sé le pareva piuttosto esaustiva.
«Hn», fece Sesshoumaru.





Drabble: 504 parole.
   
 
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