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Autore: Nefer    19/01/2009    6 recensioni
FANFIC SOSPESA. ANNO IN CUI E' STATA INIZIATA: 2008
E se Usagi e Mamoru non stessero più insieme? Cosa accadrebbe se si avvicinasse il momento in cui Chibiusa deve essere concepita e Usagi non fosse intenzionata a riprendere contatti con il ragazzo, per un motivo che la tormenta da tre anni?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo decisamente corto, di intermezzo e soprattutto per non lasciare insospesa troppo a lungo questa storia! Scusate se ci ho messo tanto!
Grazie per aver commentato a:

luciadom

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ilary

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silviasilvia


CAPITOLO 3
 - Credevo che rivedere Mamoru le avrebbe fatto cambiare idea… - sussurrò Rei al telefono con Ami – Come diavolo ha fatto a resistere e non dirgli nulla?!
 - Usagi ama tantissimo Mamoru. Fa questo per proteggerlo. – disse Ami, attorcigliando, pensierosa, una ciocca di capelli intorno al dito. In quegli ultimi tempi li aveva lasciati crescere.
 - Ma così soffrono entrambi! Io non ce la faccio a vederli così. Usagi chiama Mamoru ogni notte, nel sonno! – disse Rei. – Ami, dobbiamo intervenire di nuovo e non mi importa se Usagi ci odierà, ma Mamoru deve sapere tutto!
Ami rimase in silenzio – Hai ragione… - disse infine.
Era deciso allora. Le quattro ragazze si incontrarono con Mamoru quello stesso pomeriggio, in un café.
Dissero a Usagi che andavano a fare compere e che non doveva andare con loro, con la scusa di doverle fare una sorpresa. E Usagi la sorpresa l’avrebbe avuta…
Quando ci furono tutti, seduti attorno ad un tavolino, Ami guardò Mamoru.
 - Dobbiamo dirti una cosa importante… riguardo Usagi – disse la ragazza.
 - Qualunque cosa vogliate dirmi… non mi importa. Voglio accettare la decisione di Usagi.
Rei scattò in piedi, furibonda, con una venetta della tempia pronta ad esplodere – E tu ti arrendi così?! – sbottò, mentre Minako e Makoto la trattenevano per le braccia.
Mamoru la guardò perplesso e anche gli altri clienti del café.
 - Siediti, Rei, falla finita! – disse Makoto costringendo l’amica a risedersi.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Makoto prese parola – Credimi, quanto stiamo per dirti ti farà cambiare idea…
 - Mamoru… - fece Ami – Usagi è incinta… di due mesi! Aspetta Chibiusa! -  la voce le tremò dall’emozione.
Mamoru la fissò a lungo in silenzio. Poi guardò le altre, senza dire niente.
Rei gli agitò una mano davanti – E’ partito… - disse.
Poi Mamoru guardò nuovamente Ami – Mi aveva detto che era sterile… che non poteva avere bambini…
 - Ti ha mentito per proteggerti… - disse Minako.
 - Che sciocca! Dove vuole arrivare con questa storia del proteggermi?! – Mamoru si alzò in piedi – Bé non le permetterò di tenermi lontano da lei o da Chibiusa!
 - Stai andando da Usagi?! – esclamò Makoto con un sorriso.
 - Certo! E non le permetterò di opporsi questa volta!
 - Bene, meglio per te! – fece Rei incrociando le braccia, seria – Usagi è a casa mia.
Mamoru annuì e fece per correre via, ma si voltò a guardare le quattro ragazze.
 - Grazie – disse sorridendo a tutte.
Loro ricambiarono il sorriso.
 - Coraggio, vai da lei! – disse Minako impaziente.
 - E se non riesci a trascinarla a casa tua, non puoi nemmeno immaginare quello che ti farò, Mamoru! – lo minacciò Rei.
Tutte le altre risero, mentre guardavano Mamoru correre via, per raggiungere la sua adorata Usako.

Usagi era appena uscita dalla doccia. Con un sospiro entrò nella camera di Rei e indossò dei vestiti puliti.
Poi si sdraiò sul letto dell’amica e si mise a fissare le ombre sul soffitto.
Chissà cosa avevano in mente quelle quattro matte.
Forse volevano comprare qualcosa per Chibiusa…
Si portò una mano sul ventre. Era leggermente gonfio, ma ancora non si notava ad occhio…
Chibiusa sarebbe nata e non avrebbe mai conosciuto suo padre. Lo sguardo di Usagi si fece serio. Ma almeno così Mamoru, l’uomo che amava, sarebbe stato salvo.
In quel momento sentì bussare alla porta. Rei si era di nuovo dimenticata le chiavi?
Si alzò dal letto e si trascinò fino alla porta.
 - Rei, sei la solita smemorata – disse aprendola.
Poi il suo sguardo si trasformò da annoiato in sorpreso, poi sconcertato.
Stava per sbattere la porta in faccia al ragazzo davanti a lei, ma Mamoru si sovrappose prontamente nello spazio lasciato dalla porta semi aperta, spalancandola del tutto.
Usagi indietreggiò – Mamoru… - sussurrò.
 - Usako, ora basta con questa storia – disse lui serio – Coraggio, prendi le tue cose e vieni a casa con me!
Usagi scosse la testa – Vattene, Mamoru! È finita, lo sai!! Cosa vuoi ancora da me?! – esclamò mentre le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi.
 - Voglio vivere con te e con la nostra Chibiusa, Usako, perché ti amo! Ecco cosa voglio.
 - Non c’è nessuna Chibiusa, lo hai dimenticato?! – urlò Usagi, sentendosi in colpa nei confronti dell’esserino che cresceva nel suo ventre, che era lì, che esisteva, mentre lei negava il contrario.
 - Non mentirmi… so che sei incinta, me lo hanno detto le altre! – disse Mamoru.
Usagi sussultò.
 - Sì, Usako, lo so e non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice! Ti prego, non privarmi dell’affetto di Chibiusa!
Ma Usagi non sapeva che dire. Si sentiva tradita dalle sue amiche, che avevano promesso di non dire nulla a Mamoru e avevano infranto quella promessa contro la sua volontà.
Come avevano potuto. Era stata una stupida a tornare. Ora doveva andarsene nuovamente. Era l’unica cosa da fare.
Guardò Mamoru in lacrime, poi lo superò, correndo alla porta. Spalancandola si lanciò fuori e iniziò a correre, sotto che la pioggia che aveva iniziato a cadere incessante in quel momento, buttandosi a capofitto nelle tenebre che stavano per calare.
 - Usako! – gridò Mamoru correndole dietro.
Usagi era già arrivata alla fine delle scale e si era infilata in una via nascosta tra gli alberi, una piccola scorciatoia che lei e le altre usavano sempre.
Quando Mamoru raggiunse a sua volta i piedi delle scale del tempio, si guardò attorno, spaesato. Di Usagi non vi era più traccia.
 - Usagi?! – la chiamò ancora.
Poi vide la piccola via nascosta e vi si infilò, inoltrandosi tra gli alberi del piccolo bosco adiacente al tempio.
 -  Usagi, dove sei?!
Continuò a correre, cercandola, con il cuore in gola, chiedendosi che fine avesse fatto, temendo per lei.
 - Usagi, torna indietro!
Si fermò un attimo a riprendere fiato e a guardarsi intorno.
Poi sentì un tonfo e un singhiozzo.
Corse in quella direzione.
Usagi era a terra, con un ginocchio sanguinante, in lacrime. Sembrava non curarsi della ferita però.
Mamoru le fu subito accanto.
 - Usako… - fece chinandosi.
 - Mamoru… ho così paura… - disse con voce tremante. – Io ho pensato anche di liberarmi della nostra Chibiusa… perché non so se riesco a farcela da sola… ma non potevo tornare da te, Mamo-chan!
Mamoru le cinse le spalle e l’attirò in un abbraccio – Certo che potevi, sciocca… - disse piano – Dovevi! Dovevi tornare subito da me e dirmi di Chibiusa. Non ti lascio sola, Usako, mettitelo in testa, ti seguirò ovunque andrai! Potrai fuggire quanto vuoi, ma sarò sempre la tua ombra…
Usagi lo guardò con i grandi occhi azzurri – Ti amo, Mamoru! So che devo stare lontana da te! Ma è così difficile non pensarti… se mi abbracci così… non riesco a resisterti…
La ragazza ricambiò l’abbraccio.
 - Ti amo anche io… - le disse Mamoru in un orecchio – Non andartene più, ti prego…
Usagi annuì, continuando a tenerlo stretto e Mamoru non poteva quasi crederci.
Poi si alzò prendendola in braccio – Ti ammalerai se continui a stare sotto questa pioggia. Andiamo a prendere le tue cose e poi dritti a casa mia, per una doccia calda…
Usagi annuì, poggiando la testa sulla sua spalla.
Le previsioni di Mamoru però, furono del tutto errate: fu lui a prendersi una bella influenza con i fiocchi e Usagi passò una settimana intera a prendersi cura di lui…

Usagi correva… e correva tanto.
Teneva tra le braccia qualcosa.
Un fagottino piccino. Una copertina rosa che avvolgeva qualcosa di piccolo.
Scostò la copertina e vide il visetto di una neonata. La sua Chibiusa.
La bimba le sorrideva dolcemente.
 - Stiamo facendo tardi, il papà si arrabbierà tanto con la mamma, sai? – le disse Usagi con un sorriso.
Poi lo vide, Mamoru la aspettava sul ciglio della strada, davanti al café dove erano soliti fare colazione prima di andare a lavoro.
La vide anche lui. Le sorrise. Usagi lo raggiunse.
Poi accadde tutto all’improvviso. Lo stridio dei freni di una macchina che sbandava sulla strada. Il muso di questa che andava proprio dritto verso Usagi e Chibiusa e Mamoru che le spingeva via, venendo colpito al posto loro.
L’urlo di Usagi uscì forte dalla sua bocca.

La ragazza si mise seduta di scatto, ansimando. Il sudore le colava lungo il viso e sulla schiena. Si rannicchiò, poggiando la testa sulle ginocchia e cercò di calmarsi.
Era solo un sogno. Mamoru era vivo accanto a lei e Chibiusa sarebbe dovuta nascere solo di lì a sette mesi…
Eppure era quel sogno… il solito sogno in cui Mamoru…
Usagi si voltò a guardare il ragazzo che dormiva accanto a lei. Osservò il suo volto sereno. Non si sarebbe allontanata da lui di nuovo.
Non avrebbe fatto questo errore ancora…
Era solo un sogno! Solo uno stupido sogno!
Si rimise giù, cercando di convincersi di ciò… eppure continuava a sentire dentro di sé, che quel sogno aveva qualcosa di vero… qualcosa di terribilmente vero…

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