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Autore: laragazzaverde    13/07/2015    2 recensioni
Sento i medici dire: "la ragazza non ce la farà".
La mia mente espolde in un tumulto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questo momento più che mai mi sento in un vortice. In questo piccolo attimo dove sento solo le sirene dell’ambulanza, dove sento solo il mio cuore che disperatamente cerca di lottare. Sembra un semplice eco lanciato dalla vetta di una montagna e rimbomba sempre più piano come a voler dire che si sta spegnendo. Mi sento una bambina. Una semplice persona indifesa. Sento un urgano di sentimenti. Nella mia mente risuona la voce di mia mamma che, come a volerlo incidere indelebilmente, mi raccomanda di non bere che poi avrei dovuto guidare. Sono stata un’incosciente. Non l’ho ascoltata. Ho bevuto e sono saltata a bordo della mia macchina. È avvenuto tutto in un minuscolo insieme di tempo e mi sono ritrovata qui, distesa su questo gelido asfalto a contare gli ultimi battiti del mio cuore.
Sento una leggera brezza di questo vento di fine agosto che mi rasenta il viso, come a volermi rassicurare. Vorrei poter aver qua mio papà che mi stringe la mano e mi dice che sono un disastro ma che mi vuole bene. Perché è vero, sono un flagello. Lo dimostra il sangue che sei dirama attorno a me e mi lascia annegare in questo deserto di rimpianti. Vorrei circondare in un ultimo abbraccio quella peste di mio fratello e dirgli di non piangere per me, di non arrabbiarsi con nessuno se non ci sarò più perché è solo colpa mia. Ma sopratutto vorrei dirgli che, anche se poche volte l’ho dimostrato, gli voglio bene.
Vorrei piangere, urlare e far sentire a tutti che mi sento uno schifo ma che voglio ancora vivere. Voglio ancora divertirmi, sbagliare, uscire con i miei amici, sognare ed essere ciò che sono…una semplice diciottenne. Voglio ancora andare a scuola, non studiare niente e prendere un brutto voto. E poi starci male. Voglio dire più volte ai miei genitori che il bene che provo per loro è smisurato, l’ho fatto troppe poche volte e ora non c’è più tempo. È colpa mia. Tutta colpa mia. Avrei dovuto misurarmi con l’alcool. Ma dannazione con voglio abbandonare la gara proprio ora.
Sento i medici dire: “La ragazza non ce la farà”. La mia mente esplode in un tacito tumulto. Ora so con certezza che sto per indossare delle ali e volare via da qua.
“Sto morendo.” riesco a mormorare.
Non mi sembra vero di pronunciare queste parola. Non ci avevo mai pensato ma in questo momento è semplicemente la verità. Non voglio, non sono pronta. Voglio la mia famiglia qui i miei amici. Voglio dire a tutti che gli voglio bene e di non piangere perché possono farcela senza di me, io rimarrò sempre con loro, in un angolo della loro mente. L’eco del mio cuore sta cedendo, non ce la faccio più.
Inclino leggermente la testa di lato e faccio in tempo scorgere le gambe di mia mamma che corrono verso di me e la sua voce che urla il mio nome rilasciando una smisurata dose di sofferenza. Sorrido nella speranza di farle capire quanto le voglio bene, e di non darsi colpe. Non deve piangere, in qualunque luogo in cui sarò la penserò. Sarò sempre con lei.
E poi finalmente il buio mi abbraccia. Niente più eco, niente sofferenze ed emozioni.
La mia gara è terminata.
Buio.

Ciao a tutti.
Spero vi sia piaciuto questo sorta di monologo. È il secondo di questo tipo che pubblico, ho iniziato da poco a postare online.
Se vi va lasciate una recensione, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Buona serata.
Laragazzaverde

   
 
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