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Autore: pamina71    14/07/2015    18 recensioni
Per il Love day del 14 luglio ritorno al mio primo amore, ed ecco una ff che fa parte della serie "Lame e Violini", quindi ispirata ad una musica precisa, il Minuetto in La minore di Jean Philippe Rameau.
Siamo al 31 dicembre 1788, ed André deve ancora "riscuotere" una parte del suo regalo di Natale.
Una Oscar un poco più lieve del solito, un poco OOC, che si lascia guidare dalla sorella sulla reale funzione degli abiti.
Link alla musica: https://www.youtube.com/watch?v=j4p-svtsCWg
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lame e violini'
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p style="margin-bottom: 0cm;" lang="it-IT">Minuetto in La minore

 

André rigirò tra le mani ancora una volta il bigliettino, scritto in inchiostro nero su un cartoncino color avorio, con la grafia precisa di Oscar:

 

Per il tuo regalo "supplementare" presentati

il 31 dicembre al tramonto

a casa di mia sorella Josephine.

O.

 

Chiedendosi cosa stessero architettando le due sorelle (aveva imparato a temere le alzate d'ingegno di Josephine), si accostò al portone e lasciò risuonare il pesante battente.

Dopo pochi istanti gli fu aperto, e venne accolto con deferenza da un domestico in livrea.

- Vi stavamo aspettando, Monsieur. Accomodatevi nel salottino verde mentre vado a chiamare Madame.

Andrè non poté far altro che entrare nella stanza indicata, ed avvicinarsi al caminetto acceso per scaldare un poco le mai diacce per il vento freddo che lo aveva accompagnato lungo la strada da palazzo Jarjayes sino a quella sontuosa dimora di Parigi.

Ed ecco aprirsi la porta, e Josephine entrò, sorridente come solo lei sapeva essere, muovendosi con grazia in un fruscio di seta marezzata, per accoglierlo con la sua solita frettolosa gentilezza.

- Ciao, caro. Come potrai capire oggi ho ancora un'infinità di cose da fare, per me, per mia sorella e per quello che ti attende. Quindi, ti prego di fare il bravo (Fare il bravo? Mi ha detto di fare il bravo?) e seguire Maurice nella stanza che ti abbiamo assegnato. Lì troverai un bagno caldo che ti aspetta e delle cose per te. Indossale senza protestare (Se mi dice di non protestare mi preoccupo davvero), poi abbi la pazienza di aspettare che mia sorella arrivi da te e saprai il resto. Ecco, prima vado prima te la rimanderò indietro. Tutto chiaro?

Aveva continuato a parlare girandogli attorno nella sua consueta maniera, come un colorato uccellino affaccendato, dando l'impressione che tutte le incombenze del mondo gravassero sulle sue spalle.

- Chiarissimo. Vi ringrazio di tutto, Josephine. Anche se non mi è chiaro in cosa consista il tutto.

- Ah, lo saprai...lo saprai presto. Buona serata.

- A Voi, Madame. - Rispose Andrè con un inchino.

Ma era già sparita. Appena il tempo di risollevarsi e sulla porta apparve quello che evidentemente doveva essere Maurice.

Lo seguì in silenzio e si trovò in una sontuosa stanza nobiliare, con le pareti ricoperte di seta azzurra, un grande letto con il baldacchino turchese, pesanti tende alle parete.

Dietro un piccolo arco, una vasca d'acqua fumante e poggiati da un lato degli abiti, ai quali si avvicinò: belli, di ottima fattura, costosi ma non eccessivamente lussuosi.

- Per Voi, Monsieur. Fate con comodo. - Disse il valletto, e si eclissò.

 

Alcune porte più avanti, Oscar stava con le mani strette attorno ad una delle colonne di un letto, mentre una cameriera tirava i lacci di un corsetto per stringerlo il più possibile e Josephine sovrintendeva all'operazione con le braccia conserte e l'espressione seria e concentrata con cui probabilmente il pittore David osservava i propri quadri.

- Io direi che avete stretta abbastanza. - Tentò di protestare la minore delle sorelle. Ma l'altra la rimbeccò rapidamente:

- Cosa vuoi saperne, tu?

- So che non respiro, mi sembra sufficiente!

- Tu credi che gli abiti servano solo ad abbigliarsi, vero? Invece non è così, e tu proprio tu, dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Servono a darci un ruolo, una posizione nel mondo, a nascondere o a mettere in vista quello che si vuole.

Fece una pausa ad effetto per verificare di avere tutta l'attenzione di Oscar. Che in effetti la stava ascoltando curiosa.

- E tu cosa vuoi stasera? Metterti un abito per lui, e portarlo ad un ballo. Fare una cosa che non hai mai fatto. Farti vedere come non ti ha mai vista.

Anche la cameriera ascoltava interessata.

- Di solito ti vede con la tua divisina blu, chiusa fino alla mandibola. Hai le gambe bene in vista, con quei pantaloni bianchi, e se usi le calze di seta si vedono benissimo anche le caviglie, cosa che farebbe gridare allo scandalo in qualsiasi contesto. Lasciamo perdere i fianchi su cui si tende la stoffa quando ti muovi.

- Ma stasera vuoi capovolgere il tuo modo di presentarti. Una lunga gonna frusciante che ti copre la gambe, le calze di seta sono rette dalle giarrettiere ma può solo immaginarselo, sino alla fine. In compenso, scoprirai il décolleté. E talmente tanto che non gli verrà neanche in mente di guardarti in volto. Tanto più che lo porterai ad un ballo in maschera, il tuo visino sarà coperto da quella maschera nera, fatta apposta per scoprire solo le labbra, ci hai mai pensato? Quindi danzando potrà solo oscillare con lo sguardo tra le labbra e la scollatura. Vuoi fargli un regalo di Natale? Faglielo che ne valga la pena.

La minore delle sorelle, rossa in viso come non le accadeva da tempo per lo scenario che le si prospettava, si piegò alla dialettica della maggiore, lasciando che fosse lei a valutare cosa fosse meglio.

 

Rientrando in carrozza verso la casa della sorella, alle prime luci dell'alba, allacciata dalla braccia di Andrè che la stringeva e, finalmente riposte sul sedile le mascherine, la baciava lasciando scorrere le mani sulle spalle scoperte, Oscar ebbe modo di pensare che, in effetti, Josephine su certi argomenti sapeva il fatto suo.

Non l'aveva guardata negli occhi nemmeno una volta.

   
 
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