Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: My fair lady    14/07/2015    0 recensioni
Dopo la battaglia di Hogwarts, Harry non si sente in grado di affrontare il mondo magico che lo acclama, e perciò sparisce dalla vista, insieme a Ginny.
Quello che la Rowling non vi ha mai detto :-)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Signore Oscuro era stato sconfitto, e presto la notizia si diffuse come una macchia d’olio in un fiume.
Il mondo magico era in festa, anche se ad Hogwarts, l’atmosfera gioiosa era attutita dal dolore per la perdita di molti valorosi maghi e streghe che erano periti durante la grande battaglia.
Il mondo acclamava il nome di Harry Potter, ma lui non c’era. Dov’era il prescelto? Dov’era il bambino che era sopravvissuto? Dov’era l’eroe nazionale?
Harry si era rifugiato a Villa Conchiglia, lontano da tutti i giornalisti, lontano dal rumore, e lontano dal mondo, e Ginny aveva deciso di seguirlo.
Bill era felice di ospitarlo per il tutto il tempo che sarebbe servito a far calmare le acque, e Harry ne fu molto lieto, anche se si chiese quando le acque del suo cuore si fossero calmate.
Questa battaglia aveva lasciato dentro di se tanti dubbi, tante perplessità, ma c’era anche gioia, e perché no, un po’ di orgoglio, per essere riuscito in ciò che tutti avevano fallito.
Bill e Fleur fecero diversi incantesimi alla casa, in modo da non poter essere rintracciati magicamente da nessuno, e perfino Ron ed Hermione non sapevano dove fosse Harry, ma lui mandò un gufo alla famiglia Weasley, che ormai considerava come la sua famiglia dicendo che stava bene, e che Ginny era con lui.
Finalmente liberi di stare insieme senza problemi, Harry e Ginny passavano molto tempo insieme, a volte anche solo guardandosi, senza parlare.
Si sedevano sulla sabbia, a guardare il mare, l’uno appoggiato all’altra.
Bill e Fleur si scambiavano spesso un sorriso complice quando vedevano i due innamorati baciarsi e scambiarsi tenere effusioni.
Dopo una settimana, ci fu la luna piena, e Bill cominciò a diventare aggressivo e irritabile, piccoli strascichi dovuti al morso di Greyback.
Solitamente la situazione era gestibile, ma più si avvicinava il tramonto, più Bill cambiava.
Fleur era abituata a questa situazione, e perciò per quella notte portò Bill in una dependance della casa, non molto lontana, che era stata stregata in modo da contenere la natura di mezzo Lupo Mannaro di Bill.
Ci sarebbe stata tutta la notte, e perciò Harry e Ginny si ritrovarono da soli in casa per la prima volta.
Decisero di godersi la serata, giocando e improvvisandosi una coppia adulta, perciò cucinarono insieme, ascoltando la radio, che adesso finalmente trasmetteva solo canzoni  e buone notizie, e a volte, anche appelli per cercare il famoso Harry Potter.
Ginny sorrise, mentre stava tagliando delle carote – Lo sai che non devi sentirti obbligato a fare niente, vero? Quando sarai pronto…affronteremo il mondo insieme.”
Harry si sentì davvero fortunato ad avere una ragazza che lo capiva in questo modo e perciò annui, e le spruzzò un po’ di acqua mentre riempiva la pentola.
Per rendere quella serata ancora più speciale, Harry aveva imparato un incantesimo per creare una tavola romantica, e perciò agitò la bacchetta e sul tavolo comparve una tovaglia bianca di pizzo, piatti di porcellana molto eleganti, candele, calici di cristallo…
Quando Ginny vide la tavola imbandita sorrise “Mi ricorda un po’ i natali alla Tana. Anche se in quel caso la tavola è molto più lunga.”
“Ti manca la tua famiglia? Vorresti essere con loro? Specialmente dopo…quello che è successo a…”
Ginny non lo lasciò nemmeno finire di parlare. Pensare a Fred era troppo doloroso. “Sì, mi manca la mamma, papà, Ron…e tutti, ma qui sono con mio fratello, con Flebo…ehm Fleur” Harry sorrise e Ginny continuò “E con te. Perciò per il momento sto bene.”
Harry riempì i piatti del riso al curry che avevano preparato, fece sedere Ginny, da perfetto gentiluomo, o almeno così aveva visto nei film, e poi mangiarono, godendosi l’atmosfera, parlando di tutto, del passato, del presente….e del futuro.
“Spero che quando avremo un figlio non lo chiamerai Leotordo o Arnold” la stuzzicò Harry.
“Arnold è un bellissimo nome... Cosa hai contro gli Arnold?” Harry prese il calice, riempito con del fresco vino bianco e ne bevve un sorso. Poi scosse la testa “Niente…Anche se mi ricorda un attore Babbano. Si chiama Arnold Schwarzenegger, ed è un tipo tutto muscoli… “
“Allora sentiamo, Harry Potter, quali nomi ti piacciono?”
“Beh in effetti non ci ho mai pensato…ma penso che mi piacerebbero James o Lily.”
“Okay…vada per James Arnold Potter.”
Harry rise, e poi cambiarono argomento, parlando di tutto… C’erano ancora tante cose da conoscere l’uno dell’altra, anche perché non avevano avuto molto modo di frequentarsi durante l’ultimo anno, perciò erano felici di recuperare.
Finita la cena, i due sparecchiarono e lavarono i piatti, e finirono la bottiglia di vino, diventando entrambi un po’ brilli.
I grilli cantavano, e l’aria era calda, tutto questo contribuiva a surriscaldare anche i due giovani innamorati, che per il tragitto fino al piano di sopra, cominciarono a baciarsi come folli, sbandando qui e lì.
Harry e Ginny dormivano in stanze separate, e Ginny era sicura che Bill li aveva messi in due stanze, perché Molly aveva disposto così.
Ma quella sera, il fatto di essere separati, sembrava molto più doloroso, proprio perché non facevano che cercarsi, con le labbra, con le mani, con tutto il corpo, ma era anche vero che avevano bevuto qualche bicchiere di troppo, ed Harry cominciava ad accusare stanchezza, perciò, si diresse verso la sua stanza, e si buttò nel letto, con gli occhi semichiusi, ma continuava a cercare la mano di Ginny e le sue labbra.
“Che cosa ne dici di festeggiare la vittoria a modo nostro?” sorrise Harry
Ginny non rispose, ma sorrise.
Si posizionò sopra di lui e continuarono a baciarsi.
Le mani di Harry percorsero la schiena della ragazza, i suoi fianchi, e anche il suo sedere, afferrandolo dolcemente.
La ragazza dai capelli rossi arrossì leggermente, e le sue orecchie diventarono dello stesso colore dei suoi capelli, ma fece capire al suo fidanzato che apprezzava, e cominciò a sbottonare la sua camicia, e gli tolse gli occhiali.
“Non vedo niente, Ginny…” protestò debolmente lui.
“Non hai bisogno di vedere…ma di sentire.” Rispose lei sottovoce, con una sicurezza che palesava il suo carattere forte.
Continuarono a baciarsi, mordendosi piano le labbra, leccandole, e le loro lingue si massaggiavano a vicenda. Harry portò le mani alla canotta di Ginny e lei sollevò le braccia per farsela sfilare, e così il mago poté accarezzare meglio la pelle della giovane donna, e anche i suoi seni. Nonostante fosse leggermente impacciato, cercò di far eccitare Ginny, e dai suoi sospiri, ci stava riuscendo. Ginny si mordicchiava il labbro e inarcò la schiena. Anche lei accarezzava il corpo di Harry, giocava con la sua barba incolta di qualche giorno.
I due si separarono per qualche secondo, solo per togliersi altri indumenti inutili, e poi tornarono nella stessa posizione, con Ginny che ‘dominava’ Harry.
Si chinò per tornare a baciare il suo fidanzato, e i suoi lisci capelli accarezzarono gli occhi e la fronte di Harry, lui li prese tra le mani, e ci giocò, portandoseli al naso e annusando il suo profumo.
La mano della rossa andò verso l’erezione di Harry, sempre più preminente, costretta nelle mutande, lei la liberò, e iniziò a toccare il fallo di Harry. La reazione fu immediata e Harry iniziò ad emettere qualche mugolio soffocato.
La sua parte ‘maschile’ sperava di non fare una figuraccia, da inesperto qual’era, ma la stimolazione di Ginny lo faceva sentire troppo pene. Sentire che lei era lì, con lui, il suo corpo premuto… Era una sensazione inebriante. Perdere lentamente il controllo era liberatorio, specie dopo tutto lo stress emotivo e mentale subito durante quest’anno.
Ginny si alzò per qualche secondo e si sfilò gli slip. Harry allora decise di ricambiare il favore, accarezzando prima le cosce della ragazza, poi passò gradualmente verso l’interno.
La cosa bella di tutto questo, è che facevano tutto lentamente, pigramente. Non sentivano fretta a fare nulla, benché ci fosse una certa foga.
Ginny sussultò al tocco di Harry e gli afferrò la testa e i capelli. Stringendosi ancora di più a lui.
Harry sentiva il richiamo ancestrale di fare l’amore con Ginny, completamente. Ogni fibra del suo corpo voleva entrare dentro di lei. La guardò, senza bisogno di parlare. Lei capì e lo baciò. Harry la penetrò da sotto, lentamente. Sentì il corpo di Ginny irrigidirsi per un istante, e poi rilassarsi. Lui si sentiva accolto dentro di lei, e voleva prolungare quella sensazione il più possibile.
Continuò ad entrare, fino alla base. Ginny era sopra di lui, anche se adesso erano fermi. Nessuno dei due si muoveva.
Iniziò Ginny, a dondolare dolcemente avanti e indietro, e Harry la accompagnava, afferrandola per i fianchi. La posizione dava sensazioni intense ad entrambi, ma Ginny cominciava a dare segni di fatica, perciò Harry la prese in braccio e fece un piccolo movimento, in modo da ribaltare la situazione. Ginny era sdraiata sul letto, e Harry sopra.
In questo modo lei, poteva rilassarsi e lasciare il ‘controllo’ a lui.
Con le gambe avvolte ai fianchi di Harry, e le braccia al suo collo, ripresero a muoversi insieme.
Non gli importava di niente in quel momento, era come se fossero altrove, anche se quando il letto un po’ antico cominciò a cigolare, si guardarono e risero all’unisono, ma anche il cigolio si unì ai suoni che emettevano, i loro sospiri, gemiti, che erano quasi musicali.
Harry sentiva di essere prossimo al piacere, e aumentò le spinte, e così aumentarono anche i gemiti di entrambi, spezzati solo dai baci che si scambiavano. Quando finalmente arrivò proprio al limite, uscì dal corpo di Ginny e sfogò il suo piacere sulle lenzuola.
Harry si accasciò accanto a Ginny, esausto ma felice. Si guardarono per un lungo periodo, e poi si baciarono, e si addormentarono insieme.
La mattina dopo, Bill e Fleur tornarono presto a Villa Conchiglia, e trovarono Harry e Ginny intenti a preparare la colazione.
Sembravano un po’ strani, come se avessero qualcosa da nascondere.
Bill era abbastanza esausto, ma stava bene, ed era tornato l’uomo gentile che era. Si poggiò sulla sedia e chiese “Come avete passato la notte? Spero che il fantasma della casa non vi abbia dato problemi.”
“Problemi? No nessuno” balbettò Harry.
“Nessunissimo.” Confermò Ginny.
Poi i due si guardarono e si scambiarono un sorriso.
Harry si sentiva pronto per affrontare il mondo magico, e tutti i suoi amici e nemici, e perciò lasciò la casa di Bill e Fleur ringraziandoli ancora per la loro ospitalità e per non aver detto nulla. 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: My fair lady