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Autore: _rei_chan_11_    15/07/2015    3 recensioni
Qual'è il modo migliore di festeggiare la fine di quattro lunghissimi anni di università se non con una bella gita con i propri compagni? E questo è quello che decidono di fare Akira, Takanori, Kouyou, Yuu e Yutaka, cinque amici diplomati da poco. Sarebbe tutto magnifico, se non fosse per quelle strane macche di sangue che compaiono sui muri della casa di vacanza dopo un paio di giorni di alloggio....
" Mi appiattisco contro la parete affrescata, cercando di allontanarmi il più possibile dall'ombra che mi viene incontro. Non posso scappare, sono in trappola. Il profilo affilato di un coltello gocciolante mi fissa e io fisso lui, incapace di fare altro.
-Perchè, Akira...perchè...- mormora una voce incrinata dal pianto, o dalla pazzia. La figura entra nell'unico spiraglio di luce, dato da una finestra rotonda sul soffitto a volta, illuminandosi il viso dalle guance sporche di sangue. Il respiro mi si blocca a metà, fra le labbra e la gola."
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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~Just a regular day ~

-Allora siamo d'accordo!- esclamo alzandomi in piedi, il sedere ormai quadrato e la schiena dolente. Gli altri quattro mi imitano.
-Sì, direi che è tutto perfetto...- commenta Yuu rileggendo gli appunti.
Kou lancia un'occhiata frettolosa all'orologio.
-Ragazzi, io devo andare se no chi la sente mia madre...e addio viaggio! Ci vediamo domani!- ci saluta raggruppando tutte le sue cose.
-Vengo anche io! Aspettami!- esclama Yuu afferrando al volo la borsa.
-Ah Kou, vengo a prendere te e Yuu in macchina alle 06:30...mi raccomando, sii puntuale, non come al tuo solito.- dice Yutaka.
-Sissignore!- lo prende in giro chiudendo il cancelletto. Taka, Yuta e io rimaniamo ancora un po' in giardino. Mia madre ci raggiunge all'esterno, con in mano un vassoio su cui sono posti cinque bicchieri di the verde con il ghiaccio e dei dorayaki.
-Oh, Takashima e Shiroyama se ne sono già andati?- mi chiede guardandosi in giro alla ricerca dei due. Annuisco, nascondendo in tutta fretta alcuni fogli sedendomicisi sopra. Alcuni dettagli della nostra gita sarebbe meglio tenerli segreti...
Lascia il vassoio per terra accanto a Taka.
-Mi aspetto che tu metta a posto dopo, mi raccomando Aki-chan.- dice agitando un dito.
-Mamma...- mi lamento per quel "chan" di troppo. Mi scompiglia i capelli affettuosamente prima di rientrare in cucina. Sbuffo per levarmi un ciuffo da davanti agli occhi, Taka e Yuta che ridono di gusto.
-Ehi, voi due! Smettetela! Non è divertente!- incrocio le braccia. Riprendo in mano alcuni fogli e li rileggo, per essere sicuro di aver scritto tutto. Non sembrano esserci errori. Anche gli altri decidono di tornare a casa.
-Io devo ancora preparare la valigia!- esclama Taka mettendosi le mani nei capelli rossicci.
-Su, quanto ci vorrà mai per ficcare due magliette e un jeans in un borsone?- sospiro. Lui mi guarda indignato.
-Ma se non ho neanche deciso cosa mettermi il giorno della partenza! E devo anche preparare la trousse!-
Kami-sama, quel ragazzo è gay fino al midollo! Non capisco davvero perchè Kouyou insista tanto per farlo venire in vacanza insieme a noi. Ha detto di averlo conosciuto ai corsi di recupero di inglese, ok, ma perchè proprio con noi?
-Taka, alla fine hai trovato un passaggio? Io non ho più posto tra bagagli e passeggeri...e conoscendo Kou si porterà dietro l'armadio.-
Takanori guarda in alto per qualche secondo pensoso, per poi stringersi nelle spalle e mormorare: 
-No...-
-Non preoccuparti. Akira è da solo, può caricarti lui! Giusto, Aki?- si rivolge poi a me Yutaka facendomi l'occhiolino.
-Sì, certo...nessun problema...- borbotto fissandomi i piedi. Non ho molta voglia di rimanere invischiato con quel tizio...non è che mi stia granchè simpatico.
-Ok, io vado. A domani!- e se ne va anche Yuta. Io e Takanori rimaniamo da soli, lui palesemente imbarazzato. Si china a raccogliere la borsetta e ne estrae un bigliettino nero con un numero di telefono scritto con una penna argento in elegante corsivo.
-È il mio numero di cellulare...- spiega porgendomelo.
-Ah, grazie...- dico a bassa voce prendendolo fra due dita e infilandolo subito in tasca. Perchè mi sento così a disagio? Non ho mai avuto problemi a socializzare con altra gente!
-Ehm...sarà meglio che vada. Ciao Akira.- pronuncia il mio nome delicatamente, con una cura speciale. Suona strano detto dalle sue labbra.
-Già, ciao.- lo saluto con finta noncuranza affrettandomi a rientrare. Cerco mia madre per ritrovarla nella mia camera da letto, intenta a trafficare nel cassetto delle calze.
-Si può sapere cosa stai facendo?!- esclamo.
-Niente, tesorino. Ti stavo solo mettendo a posto la bianchieria.- si spiega in tutta fretta, dimenticandosi di trovarsi davanti ad uno specchio. Tiene dietro la schiena dei fogli spiegazzati...
-Mamma!- strillo strappandoglieli di mano. Ha trovato le mie canzoni! E io che pensavo di averle nascoste bene...
-Non ho letto niente, lo giuro!- cerca di giustificarsi. Sospiro sentendo il calore salirmi alle guance, rificcando in un angolino del cassetto i testi ormai completamente distrutti.
-La cena sarà pronta fra mezz'oretta.- mi comunica uscendo dalla stanza.
-Aha...- faccio un cenno con la testa. Approfitto del tempo libero per farmi una veloce doccia. Il vapore riempie il bagno e appanna lo specchio. Lascio che l'acqua mi scorra addosso leggera, regolando l'intesità al minimo. Quando esco dalla vasca, sento il campanello trillare e subito dopo la porta aprirsi. È tornato mio padre. Buono a sapersi, almeno non dovrò ripetermi due volte. Mi avvolgo un asciugamano intorno ai fianchi e, strofinandomi i capelli con un altro, vado a salutarlo.
-Oh, ecco il mio giovane uomo!- mi accoglie.
-Papà, ho compiuto diciott'anni solo ieri...- sorrido portando all'indietro i capelli umidi con una mano. Mi tira un colpetto sul bicipite ben evidente.
-La palestra comincia a fare effetto, eh?- commenta ammirato, notando i risultati da me tanto agognati.
-Aki, forza, vai a vestirti...tra poco si mangia!- mi riprende mia madre. Torno al piano di sopra e afferro al volo una t-shirt e un pantaloncino. Scendo le scale correndo, sentendo il profumino di carne grigliata salire e disperdersi in tutta la casa. I miei mi aspettano già seduti al tavolo.
-Itadakimasu!- diciamo tutti insieme. Io sono il primo a parlare.
-Ehm...dovrei dirvi una cosa...-
Loro si scambiano uno sguardo preoccupato.
-Dicci tutto!-
-Vi ricordate la villetta in montagna dei signori Takashima? Ecco, hanno deciso di lasciarci le chiavi per un paio di settimane per festeggiare la fine della scuola, il diploma, l'imminente compleanno di Kou...una piccola vacanza tra uomini.-
-Ci saranno anche i genitori?- chiede mia madre, già in crisi.
-Ovviamente no! Mamma, siamo tutti maggiorenni ormai! Beh, a parte Takanori...-
-E chi è questo Takanori?- esclama mio padre.
-Un ragazzo che Kou ha incontrato ad un corso di inglese...-
-A proposito di corsi di inglese...non ti farebbe male un ripassino estivo visti i tuoi voti!- prende subito la palla al balzo, la conversazione vira verso temi meno interessanti. Finiamo di mangiare e io torno subito in camera a preparare la valigia, poi vado a dormire. Il viaggio si prospetta lungo e non voglio rischiare di addormentarmi sul volante. Poco prima di chiudere gli occhi un pensiero mi passa davanti agli occhi, come un fulmine a ciel sereno.
"Takanori non mi ha detto dove abita!"
Sono costretto a rialzarmi ed andare a ricercare il bigliettino che mi ha dato questo pomeriggio. Compongo il numero lanciando uno sguardo fugace alla sveglia sul comodino. Sono le 23:37....spero solo che non stia dormendo.
-Pronto?- risponde dall'altra parte con voce assonnata. Se non lo conoscessi, lo scambierei per un bambino di dieci anni. Ha la voce morbida, quasi femminile.
-Sono Akira, scusami per il disturbo...-
-Akira!- strilla interrompendomi. Lo sento agitarsi fra le coperte e continuare cercando di fare un tono roco:
-Avevi bisogno di qualcosa?-
-Sì...volevo solo sapere dove abiti di preciso.-
Mi da la via e il quartiere. Non è lontano, per fortuna.
-Ok, grazie mille. Ci vediamo.- lo saluto.
-Sì, ciao, a domani.- sospira.


La mattina seguente mi sveglio presto, giusto il tempo di una doccia ed di una colazione veloce. Carico i bagagli in macchina, gli occhiali da sole a bloccarmi la frangia dagli occhi.
-Aki-chan, prima di andare dovresti metterti una maglia, non pensi?- ride mia madre pattandomi la schiena nuda.
-Mhm, già...- mormoro passandomi una mano sul petto sudato. Torno dentro di corsa, mi rinfresco nuovamente e prendo la prima maglietta che mi capita a tiro, infilandomela mentre scendo le scale. I miei genitori mi attendono sull'uscio.
-Bene...allora, io vado eh?- balbetto un po' imbarazzato.
-Scrivimi tutti i giorni per dirmi come va.-
-Sì, mamma.- cantileno, abbracciandola e lasciando che singhiozzi sulla mia spalla.
-Stai diventando grande, dovremo abituarci a lasciarti andare...- mormora mio padre accarezzandomi la guancia. Mi allontano dal suo tocco gentile ridacchiando rosso in viso. Odio sentirmi ripetere ogni santo giorno che sono grande ormai. Lo so, me ne sono accorto, non c'è bisogno di ricordarmelo!
Salgo in macchina salutandoli un'ultima volta. Non è nulla di così tragico, tra due settimane o poco più sarò di nuovo qui.
Metto in moto con un sospiro. È la mia prima gita fuori casa così lunga e così lontana e sono agitato. Io, Kou, Yuu e Yuta stiamo benissimo insieme, le nostre serate tra uomini lo dimostrano, piene di quella spensieratezza e di quelle risate che mi ricordano più il periodo delle medie che tutte le difficoltà che giungono con il compimento della maggiore età. L'unico che mi preoccupa è Matsumoto. Non ci conosciamo bene, non so come comportarmi con lui. E ora mi ritrovo a dovergli parlare per ben sei ore. Spero che si addormenti, così non saro costretto a colloquiare. Mi guardo in giro alla ricerca della casetta bianca numerata 26 che mi aveva indicato ieri sera. Una figura minuta, sul bordo della strada, vestita di nero, armata di due valigioni e una borsetta attira la mia attenzione. Rallento fino a fermarmi davanti a lui, per poi abbassare il finestrino.
-Monta su!- sorrido alzando gli occhiali per farmi riconoscere. Dopotutto non c'è bisogno di essere scortesi; devo farlo sentire a suo agio, come mi ha raccomandato via messaggio stamattina Kouyou. Mi fissa sorpreso per qualche secondo.
-A-Akira?- balbetta.
-Oh scusa...ti do una mano con i bagagli. Sembrano essere molto pesanti!- esclamo scendendo dalla macchina.
-G-grazie..- arrossisce. Alzo senza sforzo le valigie e le posiziono accanto alla mia.
-Vuoi che metta nel baule anche la borsa?- chiedo porgendo la mano per farmela passare. Mi stava guardando le braccia, lo colgo in flagrante. Ok, ho su una canottiera cha lascia ben poco all'immaginazione da quanto è attillata ma, hey, fa un caldo bestiale, non mi posso coprire fino al naso. Distoglie lo sguardo imbarazzato stringendosi il bauletto al petto.
-No...grazie, la tengo davanti.- mormora osservandosi la punta delle scarpe lucide. Lo spingo gentilmente verso la portiera ridacchiando:
-Non star lì impalato! Siamo già in ritardo!-
Sussulta visibilmente. Si prospetta una lunghissima vacanza. Se non posso neanche sfiorarlo senza che gli prenda una tachicardia dovrò rinchiudermi in camera per non rischiare di ucciderlo.
Riparto alla volta della nostra meta, guidando con una mano sola, l'altro braccio appoggiato al finestrino aperto da cui entra l'aria afosa, benchè sia mattina presto.
-Lo vedo se mi fissi, anche se hai su gli occhiali da sole scuri.- lo riprendo dopo un po' ridendo. È fastidioso, ma d'altra parte mi sento anche lusingato. È pur sempre qualcuno che apprezza il mio aspetto fisico, anche se è un ragazzo. Sento i suoi occhi corrermi lungo la pelle. Lungo la mascella squadrata, poi verso il pomo d'Adamo ben evidente, la spalla, il braccio muscoloso teso, gli addominali che si intravedono sotto alla maglia fine e si soffermano sui pantaloncini al ginocchio, dove vengono bruscamente distolti. Si sostiene la testa con la mano, giocherellando con la stoffa lacerata del jeans scuro che indossa con finto fare disinteressato. Ha la pelle incredibilmente bianca e sembra essere morbida.
Accendo la radio per alleviare almeno un po' il suo imbarazzo. Il suono potente di una chitarra elettrica riempire l'abitacolo. Una voce più delicata e acuta si unisce a quella del cantante.
-Canti bene, Taka.- mi complimento senza distogliere l'attenzione dalla strada.
-Oh, scusa...non volevo. Qualche volta mi viene naturale canticchiare e non non me accorgo.-
-Continua pure. È piacevole!- esclamo inscrespando le labbra. Le sue guance purpuree mi fanno scappare una risatina a denti stretti. Si imbarazza per tutto, che tenero.
Il fischiettio si affievolisce fino a sparire completamente, per venire sostituito da un profondo respiro lento e cadenzato. Takanori si è addormentato, avvolto nella sua felpina leggera, raggomitolato come un gatto, gli occhiali che gli pendono disordinatamente fra i capelli rossi. Davvero non posso credere che abbia 17 anni, sembra molto più piccolo. Ha ancora il classico viso rotondo da bambino, il naso leggermente a patata che sembra un bottoncino, le ciglia lunghe e castane e le labbra schiuse rosee e gonfie, così lucide da sembrare una caramella, tra le quali si intravedono una fila di piccoli denti regolari color porcellana. È carino, a suo modo.
Non si sveglia fino a quando non fermo la macchina per fare benzina, circa dopo tre o quattro ore.
-Mhm siamo arrivati?- mugola mettendo la testa fuori dal finestrino, la voce ancora impastata di sonno.
-No, sto solo facendo benzina. Torna pure a dormire, se vuoi.- mormoro pattandolo sulla testa.
-Sì, grazie Aki...- e si riaccoccola sul sedile. Sorrido scuotendo la testa. Non capisco come faccia a stare con la felpa con questo caldo; io mi sto sciogliendo!
Ripartiamo con il serbatoio pieno, deciso a non fermarmi più. Non mi va di perdere altro tempo...
Dopo altre due ore di strada arriviamo finalmente a destinazione.
-Taka...Taka! Svegliati, siamo arrivati!- esclamo scuotendolo.
-Eh? Cos...- si guarda in giro smarrito.
-Oh, è questa la casa di Kou?- chiede dopo un po'. Annuisco.
-È bella!- esclama sgranando gli occhi. Si, devo ammettere che è proprio una bella casa: si sviluppa su due piani "normali" (uno per le camere e uno per la cucina, il salotto e i bagni) e uno mansardato che usano come soffitta. Davanti ad essa è stata costruita una grande piscina a forma di otto, con un piccolo idromassaggio sulla prima metà. Un bosco la circonda sul retro come una tribuna , gli alberi che man mano si fanno più radi per lasciare spazio ad essa e ad un grande prato.
Sentiamo un rombo avvicinarsi alle nostre spalle.
-Oh eccoli qua! I soliti ritardatari...- mi lamento battendo un piede a terra. Sarà colpa di Kou, come sempre.
-Che cos'hai dimenticato questa volta?- chiedo infatti non appena scende dalla macchina. Mi guarda stralunato e un po' perso prima di balbettare:
-Ehm...la spazzola per capelli...-
-E te pareva! Sapevo che ti saresti scordato qualcosa.-
Mi mette le braccia intorno al collo tirando in fuori il labbro inferiore.
-Dai Aki-chan...non essere arrabbiato con me...-
Ci pensa Yuu a staccarmelo di dosso, prendendolo prontamente per la vita e borbottando:
-Cerca di non spalmarti addosso ad ogni persona che vedi, grazie.-
-Su Yuu-chan non essere geloso, lo sai che io e Aki scherziamo..- cerca di rabbonirlo il castano. Ma io ho smesso di ascoltarli. Rivolgo invece la mia attenzione a Takanori che si guarda in giro stizzito e infastidito. Che cosa gli prende?
-Com'è andato il viaggio, Akira?- mi chiede Yutaka dandomi una pacca sulla spalla.
-Liscio come l'olio, Takanori ha dormito. Voi?-
-Lasciamo perdere...ho dovuto sopportare i bacetti di quei due pinguini sui sedili posteriori per tutto il tempo!- si lamenta alzando gli occhi al cielo. Mi mordo l'interno della guancia per non scoppiare a ridergli in faccia. Poveretto...
-Dai entriamo!- esclama entusiasta Kou agitando un mazzo di grosse chiavi. Apriamo la porta e curiosiamo in giro, ognuno per i fatti suoi. È arredata con mobili abbastanza antichi, tutti in legno, mi sa tanto di casa di vacanza in montagna. Per fortuna non ci sono gingilli e ninnoli sugli scaffali, così non sarà troppo difficile pulire. Immagino già chi dovrà farlo, conoscendo quei tre pigroni...
Saliamo al piano superiore, per scegliere come dividerci le camere.
-Allora, abbiamo tre singole e una matrimoniale...- elenca Yutaka aprendo le varie porte. Yuu prende subito per la vita Kouyou, trascinandolo nella camera matrimoniale, strillando:
-Ciao belli! Ci vediamo tra qualche ora!-
Io mi accaparro la stanza con il balconcino, Takanori prende quella con il bagno privato e Yutaka si piazza in quella normale. Portiamo su i bagagli e ci prendiamo una mezz'oretta per poter mettere in ordine tutte le nostre cose.  Qualcuno bussa alla porta.
-Aki? Posso entrare?- è Yutaka.
-Certo!-
-Andiamo a farci un bagno in piscina? Oggi si muore di caldo ed è ancora presto per fare cena.- mi chiede entrando.
-Sì, sarebbe fantastico!- sorrido attaccando subito la mia valigia alla ricerca del costume.
-Ok, io già avvertito Taka, vai tu a chiedere cosa va di fare ai due piccioncini? E ricordati di bussare prima, non si sa mai.-
-D'accordo...- borbotto.
Esco con lui nel corridoio e busso alla porta proprio accanto alla mia, quella della matrimoniale.
-Yuu, Kou, sono Aki! Posso entrare?-
Non mi rispondono, continuano a ridere senza curarsi minimamente di me. Sento le molle del materasso cigolare. Che cosa stanno facendo? Apro di scatto la porta, preparandomi al peggio. E invece me li ritrovo a saltare sul letto dandosi delle gran cuscinate in faccia.
-Ragazzi! Ma quanti anni avete? Dodici?!- li riprendo. Non voglio che distruggano qualcosa, la colpa ricadrebbe sicuramente su di me. Non è che stia granchè simpatico ai signori Takashima...
-Ah, Akira!- esclama Kou balzando a terra leggiadro.
-Ero venuto a chiedervi se vi andava di fare un bagno in piscina....ma vedo che avete di meglio da fare!- ridacchio levandogli una piuma che gli è rimasta incastrata fra i capelli.
-No, no! Veniamo anche noi!- dice subito prendendo Yuu per l'orlo della maglietta e tirandolo giù.
-Eh? Ma Kou-chan io volevo...!- cerca di lamentarsi.
-Sh! Per quello c'è tempo stasera!- lo zittisce dandogli un bacio all'angolo delle labbra, proprio accanto al piercing.
Non voglio neanche immaginare di cosa stiano parlando...
-B-bene...allora vi aspettiamo di sotto.- mormoro lasciandoli soli. Mi cambio velocemente, mettendomi il mio pantaloncino preferito, bianco con dei fiori hawaiiani blu scuri sull'orlo, e faccio per correre in giardino, non senza prima fermarmi a darmi un'occhiatina davanti alla toilette in marmo. Dovrei abbronzarmi un po', sto diventando bianchissimo. Strano, ho sempre avuto la pelle abbastanza scura. Mi passo distrattamente una mano sugli addominali ben definiti. Penso che ricomincierò a fare esercizio, tra gli esami e il diploma ho perso un po' la mia routine. Magari se al mattino mi sveglio prima degli altri riesco a fare una corsetta nel bosco qua accanto...all'ombra degli alberi non dovrebbe fare così caldo, no? Scuoto la testa. Sono in vacanza, basta pensare.
-Eccomi ragazzi!- strillo andando in giardino. Gli altri sono già tutti in acqua, tranne Takanori, che se ne sta seduto sul bordo, vestito con dei pantaloni al ginocchio e una t-shirt larga, e fa sguazzare solo i piedi.
-Vieni Aki! Si sta benissimo!- mi chiama Kouyou. Mi tuffo senza pensarci due volte e riemergo subito dopo scuotendo i capelli bagnati. Yuu mi salta sulle spalle, trascinandomi sott'acqua.
-Yuu! Aiut-...!- me lo scrollo di dosso, inondandolo di acqua. Ci divertiamo a spruzzarci ridendo per un bel po', poi Yuu e Kou decidono di andare a rilassarsi nell'idromassaggio. Mi avvicino, nuotando, a Takanori e mi appoggio con le braccia incrociate sul bordo.
-Che ci fai qui? Non vieni con noi?- gli chiedo. Scuote la testa sorridendo timidamente.
-Dai è divertente!- rido alzandogli l'orlo della maglietta.
-No, Akira, per favore!- si divincola. Gli afferro le caviglie e lo faccio cadere addosso a me, prendendolo da sotto le ascelle per non farlo affogare.
-Akira!- strilla scalciando un po'.
-Basta lamentarti, ormai sei dentro!- ridacchio "pucciandolo" nell'acqua un paio di volte. Sta per mettersi a ridere, vedo quelle piccole fossette spuntargli ai lati delle labbra. Riesco a convincerlo a levarsi la maglia e finalmente comincia anche lui a sguazzare. Dopo mezz'oretta, stanchi e fradici, ci andiamo a stendere sul prato sotto al sole, mentre Yutaka se ne sta a fare qualche altra vasca.
-Aaaah, che bella giornata...- sospiro chiudendo gli occhi con le mani allacciate dietro la testa.
-Già...- mi risponde Takanori, con la sua solita voce delicata. Mi alzo su di un gomito e lo guardo.
-Sai, mi sta venendo fame...andiamo a fregare qualcosa in cucina?- ghigno lanciando un'occhiata a Kou. Non ci sta ascoltando, tutto preso dal suo moretto. Taka mi imita, sghignazzando a sua volta. Basta uno sguardo, ci alziamo all'unisono e, quatti quatti, ci infiliamo nella dispensa.
-Uh, guarda qua ci sono delle patatine!- esclama alzando un pacchetto extra large.
-Lascia perdere le chips, ho trovato i biscotti!- esulto prendendo anche un cartone di succo alla mela. Ci sediamo al tavolo, nella sala da pranzo, strafogandoci di dolcetti.
-Ehi, che state facendo voi due qua da soli?- ci chiede Yuta sgocciolando per tutta la casa.
Ridacchiamo sotto i baffi nascondendo i biscotti in tutta fretta.
-Non dico nulla a Kou, tranquilli.- ammicca salendo in camera ad asciugarsi.
-Forse sarà meglio andare anche noi...- propongo. Andiamo a vestirci, raggiunti dopo poco anche dai due fidanzatini, e ci mettiamo a preparare la cena tutti insieme. Per festeggiare, decidiamo di fare una grigliata all'esterno, tirando fuori anche una cassa di birre.
-Questo non lo raccontiamo ai tuoi genitori, eh?- rido nervosamente rivolgendomi a Taka. Dopotutto, lui è ancora minorenne. Prende in mano spavaldo una delle bottiglie e tenendola dal collo se ne ingolla un grande sorso. Lo guardo con tanto d'occhi. Spero solo che non si prenda una sbronza...
-Akira, a che punto sei con la carne?- mi chiede Kou uscendo con in mano una biella di insalata.
-Quasi pronta!- alzo il pollice.
Ci mettiamo seduti sulle panche di pietra e mangiamo parlando e ridendo. Sono solo a metà della prima birra e ho già un caldo assurdo. Continuo a cenare, non curandomene troppo. Mi alzo per andare a buttare la bottiglia di vetro ormai vuota, ma un capogiro me lo impedisce.
-Oh Dio...- mormoro, correndo in bagno in fretissima.
-Aki?- mi chiama Kou, cercandomi con lo sguardo. Ma io sono già sparito.
-Bah, non berrò mai più una goccia di alcool in tutta la mia vita...- borbotto fra me e me inginocchiato sul pavimento del bagno, dopo aver rimesso la cena che avevo cucinato con tanta cura.
-Akira, tutto bene?- chiede una voce timida.
-Sì, Taka, non preoccuparti...- sospiro.
-Sei sicuro?- domanda ancora infilando la testa dentro. Cerco di sorridere, riuscendo solo a rivolgergli una smorfia sghemba, e lo rassicuro un'altra volta:
-Davvero, tranquillo...mi sciaquo la faccia e torno subito da voi.-
Annuisce sommessamente per poi lasciarmi solo qualche minuto. Faccio un respiro profondo e ritorno in giardino.
-Tutto ok?- chiedono subito gli altri preoccupati.
-Sì, non preoccupatevi.- ripeto con un'altro sorrisino tirato. Mai più birra, mai più. Aspetto che gli altri finiscano e me ne torno difilato in camera, la testa lì lì per scoppiare, naturalmente dopo aver aiutato a pulire e mettere in ordine.
Mi butto a letto a pancia in giù, la faccia schiacciata nel cuscino, ancora vestito. Sento quasi di stare per appisolarmi quando un tuono mi fa saltare in aria. Scosto le pesanti tende verdi scure di velluto per guardare fuori dalla finestra; sta cominciando a piovere. Mi obbligo a cambiarmi, rimanendo in boxer dato il caldo assurdo, e mi rimetto sotto alle coperte. Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi, nonostante il rumore, ma c'è qualcosa che mi distrae. Non è il suono della pioggia, neanche quello dei tuoni, è diverso. Qualcuno sta bussando. Mi alzo per la seconda volta, smadonnando fra me e me e apro la porta di scatto borbottando:
-Chi è?!-
Takanori mi fissa a bocca aperta, squadrandomi dalla testa ai piedi, arrossendo violentemente una volta raggiunto il basso ventre. Si stringe un po' nelle spalle, giocherellando con i bottoncini del pigiama e mormora imbarazzato:
-Ehm, non è che potrei stare un po' qui con te? Sai, fuori c'è il temporale...con i tuoni...-
-Hai paura?- gli chiedo, senza sarcasmo. Mi fa un piccolo cenno con la testa, avvampando nuovamente.
-Ho provato a chiamare Yutaka, ma non mi risponde. E non voglio andare da Kouyou e Yuu.- spiega balbettando. Do un'occhiata a destra e una a sinistra, tanto per essere sicuro che non ci sia nessuno (non voglio che si facciano strane idee) e mi sposto a lato per farlo passare:
-Entra.-
Si siede nell'angolo del letto, incrociando le gambe.
-B-bene...- sussurra visibilmente più rilassato.
Mi accoccolo vicino a lui, cercando di parlarci un po' per distrarlo. All'ennesimo tuono, sussulta, finendomi fra le braccia. Si raggomitola con le mani sulle orecchie, strofinando il naso sul mio petto.
-S-scusami...- balbetta con gli occhi lucidi. Un'altro botto e uno strilletto lo abbandona, stringendosi di più a me.
-D-davvero, mi dispiace...- ripete nuovamente.
-Non c'è problema...- dico stranito, non sapendo bene dove mettere le mani. Che cosa dovrei fare? Lo abbraccio molto delicatamente, pettinandogli i capelli con le dita.
-Sssh, tranquillo...è solo un po' di pioggia...- provo a tranquilizzarlo. Poi, un gemito spezza il momentaneo silenzio. Ci guardiamo entrambi in fiamme.
-Che cosa è stato?!- chiedo nervoso.
Il materasso della stanza matrimoniale ricomincia a cigolare, e questa volta non credo che stiano giocando a cuscinate, i due colombi. Non riusciamo a trattenere una grassa risata, che serve anche a calmare almeno un po' Takanori. Decidiamo di ascoltare un po' di musica con le cuffie, per coprire ogni rumore. Non è che sia propriamente piacevole sentire i tuoi migliori amici che si scambiano "dolci effusioni". Scopriamo anche di avere gli stessi gusti musicali. Buono a sapersi, avremo qualcosa di cui parlare al ritorno.
Finiamo con l'addormentarci uno accanto all'altro, stravolti, con la musica che ancora continua ad andare avanti. 

Note:
Macciao a tutti!
Eccomi di nuovo qua (sì, non ho una vita) ma questa volta con una storia horror (che di horror per ora non ha proprio nulla XD)!
Come avrete già capito, è una Reituki a senso unico (povero Taka-chan) con un Aoiha (molto molto molto MOLTO side) ad accompagnarla. Per ora ho lasciato il rating arancione (più che altro per la violenza) e spero di poterlo cambiarlo più in là, nel caso mi sfuggisse di mano e diventasse troppo splatter. Come ho già detto prima, ora come ora non è ancora successo nulla (infatti il capitolo è anche abbastanza corto) ma basta avere un po' di pazienza e verrette presto accontentati, piccoli sadici assetati di sangue :3 (sono passata dal chiamarvi "ciambelline" a "piccoli sadici"...tutto ciò è molto dolce e carino, sì sì u.u). Premetto che sono le tre di notte (no, non ho sonno) quindi domani darò un'altra occhiatina, ma non dovrebbero esserci errori (l'ho riletto quattro volte).
Bene, ora ho solo da finire il secondo capitolo di "Is this a baby" e sono dentro a tutte le scadenze (yay). Come le altre due ff, anche questa verrà aggiornata più raramente, anche se con capitoli più lunghi del solito.
E, niente, spero che vi piaccia ^^

Reichan :3

  
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