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Autore: FairySweet    15/07/2015    2 recensioni
Aveva fatto una scelta, forse una scelta egoista e insensata ... già, perché per avere quel sogno sarebbe morta ma infondo, che importanza aveva? Non era per lei che lo stava facendo, non era lei che avrebbe vissuto assieme a quella tenera e dolcissima vita ... Era davvero tanto brutto desiderare che lui non restasse da solo? ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Karev, Cristina Yang, Derek Sheperd, Meredith Grey, Owen Hunt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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                                  Epilogo: La vita scorre ...





“Sei un'idiota” “Oh adiamo!” “Non ti avevo detto di stare attento?” ma il giovane sorrise porgendole la mano “Mi ricuci per favore?” “Idiota” ripeté sedendosi sullo sgabello di fronte a lui “Tuo padre sa che sei qui?” “Secondo te?” “Non sta urlando come un matto, no, direi di no” il bel volto del ragazzo si colorò di tenerezza “Perché farlo preoccupare?” “Perché è tuo padre! Si preoccupa per te!” “D'accordo” “Ho avuto diciassette anni anche io ma non giocavo con moto da cross e palle da rugby” “Se l'avessi fatto ti avrei sposata” ma lei non rispose, prese ago e filo iniziando a suturare il braccio del giovane.
“Tua madre ti avrebbe ucciso” “Lo so, lo so. Lei era come me” “No, era più pazza di te e ringrazio il cielo che il buon senso di tuo padre mitighi quel bel caratterino” “Mi dispiace” “Cosa?” “Non assomigliarle” Mer sollevò lo sguardo incontrando i suoi occhi.
Occhi chiari come il cielo che durante tutti quegli anni erano stati il suo placebo “Perché?” domandò studiandone le espressioni “Perché se io fossi più simile a lei papà non soffrirebbe così” “Daniel, ascoltami …” posò qualche secondo ago e filo mentre gli occhi cercavano quelli di suo nipote “ … non è un peccato essere diversi dai propri genitori. Tu sei tu, hai un carattere tutto tuo. Una vita tua, un modo d'essere che non può e non deve assomigliare a qualcun'altro. Tu sei un giovane ragazzo di diciasette anni, molto più alto di me, con un fisico da rugbista e il cuore di un angelo. È vero, tuo padre soffre, non passerà mai con il tempo perché per me è la stessa cosa ma non è colpa tua” “Me se io non fossi …” “Non pensarlo nemmeno” esclamò posando una mano sul volto del giovane “Tua madre ha fatto quello che fanno tutte le mamme. Ha scelto il bene del proprio bambino. Sei quella piccola personcina che la teneva sveglia la notte, che l'ha cambiata così tanto da costringerla a sorridere ogni volta che ti muovevi. Ti voleva un bene tremendo Daniel, porta dentro questo amore e non pensare a nient'altro. Tuo padre se la caverà bene vedrai” tornò a concentrarsi sul taglio che Daniel continuava a sminuire.
Un taglio di sei centimetri che partiva dalla mano e saliva lungo il polso. Giovane e bello, incurante dei pericoli che gli passavano accanto porprio come Cristina.
I capelli scuri dolcemente scompigliati, gli occhi grandi e colorati di cielo, l'incarnato chiaro e un corpo scolpito dalle lunghe ore passate sul campo da football.
Assomigliava alla sua persona più di quanto sembrasse, con lo stesso sorriso, la stessa passione per le moto e la stessa voglia di oltrepassare i limiti.
“Zia?” “Dimmi” “Mio cugino ha finito la sua punizione?” “Finirà quando voi due non farete più idiozie con il tiro a segno” “Ma non era un'idiozia” “Dove cavolo avete la testa! È più grande di te e si lascia tirare continuamente in queste cose” “Siamo grandi entrambi per punizioni e divieti” “Sarete grandi quando non avrete più bisogno di punizioni e divieti” sbottò ironica ma la tenda attorno a loro si aprì all'improvviso “Cos'è successo?” “Solo un taglio” “Solo un taglio?” ripeté Owen, Meredith annuì sfinita mettendo un altro punto “Tuo figlio e quegli idioti dei suoi amici hanno deciso che giocare a football sulle moto da cross potesse essere un piacevole diversivo alla vita di tutti i giorni” “È una cosa grave?” “Solo qualche punto” “Perfetto” esclamò cercando lo sguardo del figlio “Perché ora ti ammazzo con le mie mani” “Papà, non credi di esagerare? È solo un taglio” “Analizziamo il taglio vuoi? Avevo o no espressamente vietato di prendere la moto da cross?” Daniel annuì appena sbuffando “E l'avevo fatto perché l'assicurazione andava rinnovata vero?” un altro cenno d'assenso e un sorriso leggero sulle labbra di Meredith “Ora, aiutami a ricordare Daniel, cosa ti ho detto ieri mattina?” “Che saresti andato a parlare con i miei professori perché il mio rendimento scolastico è leggermente calato” “Quindi bambino mio, questo tuo ipotetico quanto discutibile “taglio” è sul polso di un ragazzo che aveva il sedere su una moto senza assicurazione e che si divertiva a fare idiozie con i suoi compagni invece di aprire i libri di scuola!” “Fatto” esclamò allegra Meredith disinfettando la sutura “Ti rendi conto che poteva accadere di peggio?” “Ma non è accaduto papà” sussurrò il giovane scendendo dal lettino “Io sto bene, il mio polso sta bene e tutto andrà bene” “Su questo ho dei dubbi” ribatté gelido incrociando le braccia sul petto ma la risata del figlio lo costrinse a respirare di nuovo “Papà ogni volta è la stessa storia: succede qualcosa, tu ti arrabbia, mi sgridi e poi mi perdoni. Sono fatto così, non puoi semplicemente accettarlo?” “Tua madre mi fece la stessa domanda una volta” “Davvero?” sorrise appena annuendo “E cosa …” “Che l'avrei amata anche se fosse stata diversa da quella che era” “E l'hai fatto?” Meredith sospirò stringendosi nelle spalle “Le ho fatto del male. Tante di quelle volte da non riuscire più a ricordarlo ormai ma lei è sempre tornata da me. È sempre stata l'unica donna nella mia vita” “Ha ragione tuo padre. Era unica, tu sei unico. Ora via, fuori di qui prima che mi ricordi per quale motivo di ho suturato quel braccio” “D'accordo” esclamò divertito abbracciandola, Meredith scoppiò a ridere mentre le labbra del giovane si posavano sulla sua guancia “Ci vediamo stasera d'accordo?” “Resta lontano dall'ospedale per un po', altrimenti mi costringi ad amanettarti al letto di casa tua” “Guarda che non ho alcun potere su di lei” riprese Owen divertito da quella scenetta “Torno a casa tra qualche ora, hai bisogno di qualcosa?” “No, tutto a posto” “Sei sicuro?” “Sono sicuro” prese da terra il suo zaino e il casco incamminandosi verso l'uscita assieme al padre.
Erano passati anni, anni interi eppure, lei era sempre lì assieme a loro. Negli occhi di suo figlio, nel suo sorriso, nel modo buffo che aveva di dormire.
Era lì, scolpita a fuoco nella memoria e non ne sarebbe mai uscita perché non le avrebbe permesso niente del genere “Domani mattina c'è la partita, vieni a vedermi?” “Ne ho mai saltata una?” Daniel sorrise scuotendo leggermente la testa “Ci saranno anche gli osservatori per le squadre?” “Esatto” “Stai tranquillo, sei bravo, molto bravo. Arriveranno centinaia di richiesete vedrai” “Lo so” esclamò orgoglioso “Sono il migliore no?” “Scendi di nuovo sulla terra assieme a noi?” un altro sorriso luminoso e bello prima di vederlo saltare sulla sua moto, il casco saldamente avvolto attorno al suo volto mentre il rumore del motore riempiva le orecchie “Papà?” si voltò appena cercando gli occhi del figlio “Ti voglio bene” e per qualche secondo, tornò ad affacciarsi quel ricordo tenero e delicato, il ricordo di un bambino che gli correva in contro ogni volta che apriva la porta di casa, un bambino sorridente e felice che gli ripeteva le stesse parole ogni giorno.
“Ti voglio bene anche io Daniel” “Ci vediamo a casa” il rumore del motore diventò più forte, il sorriso sparì velocemente assieme a quel giovane che custodiva in sé due cuori e due anime.
  
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