Come avrete capito tutti, io non credo nell'amore, non sono un tipo da smancerie e atti di affetto, tranne che con Michael. Perciò neanch'io credevo che lo avrei fatto.
Ero lì a crogiolarmi, a piangermi addosso per i miei appena compiuti trent'anni. Che cazzo, io sono Brian Kinney e non concepisco che uno come me debba invecchiare come tutti gli altri. Il solo pensiero di me con i capelli bianchi, il mio fascino sbiadito...puah che schifo.
Justin stamattina mi ha chiesto di andare al ballo come suo compagno ed io gli ho detto di no. Chi cazzo ne ha voglia di vedersi tutti quegli adolescenti in preda alla pubertà attorno. Sarebbe come ricordarmi ancora del fatto che sto invecchiando. Nah. Non fa per me.
Mentre mi stavo facendo giusto qualche goccetto per festeggiare questo giorno di rinnovata vecchiaia, mi trovo tra le mani quella sciarpa di raso bianca che mi ero regalato. 
Mille pensieri mi attraversano la mente senza che me ne accorga. Non so di preciso cosa mi abbia fatto cambiare idea, ma apro l'armadio e indosso i miei capi firmati migliori in total black con l'unico dettaglio bianco, la sciarpa di raso. Salgo a bordo della mia Jeep e vado al Saint James. 
Lo so, starete pensando che alla fine io tenga a Justin o che provi qualcosa per lui. Scordatevelo. Voglio dire, si è guadagnato l'affetto e la stima di tutto il gruppo, Michael, Ted, Emmett e sì anche il mio. Ma non quello che pensate voi. E poi questa scelta di andare al prom è come rivivere una parte della mia gioventù. Quindi vedetela anche come una scelta puramente egoista.

Appena entro, la musica riempie le mie orecchie e tutti questi adolescenti dall'ormone impazzito riempiono la sala.

Finalmente vedo Justin.

Era con Daphne. Wow... Non me lo aspettavo così. Stava davvero bene: il papillon azzurro che dava un tocco particolare al completo e i capelli tirati indietro. Stava parlando con Daphne, la quale appena mi vede fa segno verso di me a Justin. Dovevate vedere la sua faccia, è rimasto a bocca aperta. Un po' come tutti i presenti, data la mia età, ma il loro era più uno stupore bigotto e di sdegno, quello di Justin era uno stupore di gioia, che ti apre il cuore.

Lo so, starete pensando Se a Brian Kinney non frega di nessuno, comeha fatto a capire quello che provava Justin? Beh, lo so e basta. Non fatevi strane idee. Era ben evidente sul suo volto e chiunque se ne sarebbe accorto.
Rubo l'accompagnatore a Daphne e lo trascino sulla pista da ballo. Niente di più azzeccato delle note di Save The Last Dance For Me di Randy Meisner. Tutto quello che volevo in quel momento era ballare con Justin e rendere questo suo prom indimenticabile e sbattere in faccia a quei bigotti che il ragazzo gay del Saint James che hanno criticato ed insultato stava ballando con un uomo senza nascondersi come loro vorrebbero. Alla faccia vostra stronzi.
Il suo sguardo è così pieno di gioia ed emozione. Non riesco a trattenermi dal baciare le sue labbra carnose e morbide. Devo ammettere che mi sono sempre piaciute e unire le sue con le mie era un gioco che ho sempre amato, anche se tra noi non c'era nulla.
Su quella pista da ballo era come se ci fossimo solo noi, con i nostri sorrisi, sguardi, baci. 
Credo sia stato il miglior prom della mia vita, un giorno che entrambi ricorderemo per sempre. 
Vedere poi la faccia di quel Chris Hobbs è stato epico. Aveva gli occhi spalancati fuori dalle orbite come un ebete. Che lezione gli abbiamo dato. Fanculo Hobbs, le seghe dai gay ti piacciono e poi ti dà fastidio vederne due ballare insieme? Non è che sei un omosessuale latente?
Comunque dopo il ballo, Justin ed io siamo andati nel parcheggio al coperto, dalla mia Jeep. Era la felicità in persona. Ed essere in parte la ragione di quel sorriso, ma faceva sentire una persona diversa da quella menefreghista che tutti hanno di me. Perché solo chi lo merita può vedere lati di me che non tutti vedono.
Mentre si allontanava, lo guardavo allontanarsi dallo specchietto. Improvvisamente è sbucati dal nulla quel coglione di Hobbs con una mazza da baseball. Sono uscito immediatamente dall'auto con uno scatto per avvisare Justin, ma è stato troppo tardi. La mazza aveva già colpito quel visino dolce. Era caduto a terra senza sensi e sanguinante. Quel cazzo di Hobbs meritava una lezione e finché ero in tempo ho afferrato la mazza da baseball e gli ho sferrato un colpo allo stomaco. 

Vederlo così indifeso, per un attimo senza la forza di carattere che ha sempre dimostrato mi ha fatto un certo effetto. Tutto quello che riuscivo a ripetere era un tremendo No. Non poteva essere successo a lui, un ragazzo dolce, sensibile ma più maturo e coraggioso dei suoi coetanei. Non meritava tutto questo. 

Quando all'ospedale, ero in quel corridoio dalle pareti bianche e dall'odore di igiene, con Michael al mio fianco, tutti i muri e le barriere che mi ero costruito, per mostrare il Brian Kinney spavaldo ed egoista, erano crollate miseramente. Ripensavo a quando qualche mese prima Justin, io e gli altri attraversavamo felici quello stesso corridoio per la nascita di Gus. Ed ora guardate a che punto siamo arrivati. Senza che me ne accorgessi, le mie guance si sono fatte umide. Già, Brian Kinney è capace di emozioni, di piangere. Perché, cavolo, quel ragazzino ormai è uno di noi, nonostante l'età. E non avrei mai pensato di poterlo dire, ma comincio a tenere a lui. Cazzo, mi sto proprio rammollendo.

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NOTA DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :)
Sono tornata con una nuova OS introspettiva dal punto di vista di Brian Kinney. :)
Spero di essere rimasta fedele al personaggio e di non averlo reso OC.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensioncina! :) 
Un bacio,
Erica ♥