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Autore: King Of My World    16/07/2015    0 recensioni
Ho deciso di pubblicare un tributo ai gay, il protagonista della storia sarò io stesso. E' una storia nata per gioco, perché io e la mia migliore amica appoggiamo il mondo gay, così, mi chiese se ne potevo scrivere una storia con un personaggio famoso: la scelta è caduta così, su Robert Pattinson. Vi prego, non vi arrabbiate perché è solo un tributo e visto che alla mia amica piace molto questo personaggio, ho deciso di pubblicare qui. Spero vi piacerà, buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo 

Grande amore



L’inverno passò in fretta, veloce come il vento. Roberto era steso fuori al giardino. Fuori c’era un sole incredibile, eppure eravamo solo agli inizi di maggio: il periodo della meravigliosa primavera.
Yara aveva cominciato a fare i prima passi della sua vita, anche se quando cadeva col sedere per terra, non faceva altro che piangere tutto il giorno. Io e Robert sembravamo felice, anche delle volte litigavamo spesso; l’amore però, era talmente forse che nessuno potrebbe mai impedircelo. Nemmeno una donna perfetta con dei fottuti capelli biondi.
Non avevo nulla contro le donne, anzi, le amavo con tutto il cuore. Tranne quelle stupide, insipide e acide come il vomito di un bambino.
Mentre mi cimentavo a preparare un dolce per quella splendida giornata di sole. Ma era anche una giornata particolare per il mio Robert: il suo compleanno.
Non mi sono spinto troppo oltre. Quindi stavo facendo un semplice salame a cioccolato con dei biscotti secchi. Non dovrebbe venire male, almeno speravo. Yara non faceva altro ronzarmi intorno e mi piaceva tantissimo, mentre ero assorto nel mio capolavoro: Robert non faceva altro che disturbarmi in continuazione e se la rideva, come al suo solito.
Una volta finito l’imposto con il cioccolato e i biscotti, misi tutto in freezer. In modo che si raffreddasse tutto, anche perché la cioccolata mi aveva scottato tutte le mani. Ero stato stupido, dovevo aspettare che si freddasse almeno un po’.
-Sta attento, piccolo!-. Mi rimproverò Robert, ma con aria scherzosa.
 
Mi piaceva un sacco essere chiamato in quel modo, era perfetto. Lui era perfetto.
-Eh, sorry. Ma mi ero dimenticato, spero sia buono. Ho fatto tutti di fratta!-. Protestai triste.
-Tranquillo sarà ottimo!-. Sorrise, non era vero, lui lo faceva solo per compiacermi un po’.
 
Mise le braccia attorno alla mia vita e mi guardò fisso negli occhi, ma dopo un po’ si erano spostati verso la nostra bambina: “la nostra” Yara.
 
-Salvatore, dimmi un po’… cosa hai deciso di fare dopo le superiori?-. Non faceva altro che fare la solita domanda, gli avevo detto settemila volta, o più, che avevo intenzione di fare Giurisprudenza.
-Quante volte devo ripeterlo, vorrei fare Giurisprudenza. Il diritto m’interessa tanto, perché vuoi che faccia economia come facoltà?-. Cercai di fargli cambiare idea, purtroppo non poteva scegliere lui per me. Dovrei farlo io e basta.
-Ad economia ci sono più sbocchi lavorativi, non credi?-. Disse, sembrava mio padre adesso.
-Sì, potrebbero esserci anche più sbocchi e tutto quello che dici, ma io vorrei fare dove sono più portato. Penso te lo abbia detto anche il mio professore. Ha deciso di mettermi 10. Inutile ripeterlo, sono portato per questo.-. Volevo provare a convincerlo, ma tutti volevano fare economia per me: anche mio padre faceva così, non lo sopportavo delle volte.
-Come vuoi.-. Sembrava irritato.
-A me il diritto piace, poi mi sono già informato, mi piace ciò che si studia e mi è sembrato tutto molto interessante. Devo decidere io cosa fare, amo questo? Quindi farò Giurisprudenza e poi c’è pur sempre qualcosa da fare. Lascia fare a me.-.
 
Dopo le mie parole, il suo viso stava per cambiare espressione. Avrei dovuto risponderlo così tempo fa. Io non volevo andare ad economia, anche se fosse stato fattibile, quindi avrei potuto anche sceglierla. Solo che, c’era la matematica per l’economia: detestavo tale disciplina. Quindi meglio evitare, poi sarei stato costretto a fare anche matematica finanziaria avanzata. Non mi piaceva tutta questa roba, meglio studiare e interpretare il diritto, la legge, era l’unica cosa che mi ispirava tanto. Avevo anche preso in considerazione la facoltà di lingue, scartata subito; Robert mi aveva fatto passare la voglia anche di questa mia considerazione, quindi meglio Giurisprudenza per quanto mi riguardava. A parte frequentavo un istituto tecnico-commerciale quindi sarebbe stata una scelta azzardata e precisa. Non potevo affatto pentirmi.
 
-Quindi farai questo?-. Chiese, con un mezzo sorriso tra le labbra.
-Sì-. Risposi, senza troppi pensieri.
-E va bene, domani andremo in giro per qualche buona università!-. Esclamò prendendomi la mano.
 
Che bello! Lo avevo convinto.
 
-Mi rendi felice, finalmente dopo mesi, ti ho convinto!-. Esplosi dalla gioia dandogli un abbraccio fortissimo.
Lui mi sorrise, come fa sempre.
Dopo un po’, cercai di mettere tutto a posto. C’era un disordine enorme in cucina. La domestica non era presente dato che fosse il primo di maggio. Quindi toccava a me, ma mentre stavo per mettere a posto. Robert mi chiamò essendo che stava nella nostra camera da letto assieme a Yara. Giocavano entrambi sul letto, ormai in quella casa c’erano solo e unicamente giocattoli.
 
-Cosa c’è? Mi avevi chiamato?-. Domandai, sorridendo.
 
Lui mise la bambina nella culla, sembrava stanca, quindi tra un paio di minuti si addormenterà. Mi si avvicinò fino ad arrivare alle labbra, sfiorandole. Forse voleva farmi impazzire, avrei voluto baciarlo sul serio e dimostrargli tutto il mio amore nei suoi confronti.
 
-Hai fatto tanto per il mio compleanno. Hai preparato la colazione, il pranzo, addirittura anche il dolce. Sei fantastico! Però… non basta!-. Rimasi pietrificato, cosa voleva dirmi in realtà? Ero curioso.
-Come non basta?-. Chiesi sbalordito.
-Potresti rendermi questo compleanno migliore se tu mi rispondessi di sì ad una cosa, che io ritengo molto importante.-. Mormorò al mio orecchio, mi stava mandando in tilt.
-Salvatore…-. Fece una pausa.
-Sì? Dimmi ti prego, non tenermi sulle spine.-. Protestai, mi stava facendo diventare matto.
-Mi vorresti sposare?-. Chiese, io rimasi in silenzio, non riuscivo a dire nemmeno una parola.
-C-cosa?-. Balbettai, non ci credevo.
-Vorresti sposarmi? Non sto scherzando, io ti amo!-. Mi guardò felice. Un momento, io non avevo ancora risposto.
-Sposarmi? E dove? In Italia non si può.-. Inventando una scusa, chissà cosa si sarebbe inventato adesso. Che pazzia!
-Lontano da qui, quindi? E’ un sì o un no?-. Ero in ansia, cosa dovevo fare?
-Ehm… Robert, la mia risposta è.-. Cercai di andare più piano che potevo.
-E’?-. Lui era impaziente di aspettare, come sempre.
-Robert, sì-. E lo baciai.
 
Mi sentivo felice, lui era lo stesso. Potremo forse essere una grande famiglia, su questo non saprei cosa dire. Gli altri pensavano che noi fossimo diversi. La mia amica di scuola ad esempio, raccontai tutto e la prese molto bene. Non saprei dirvi gli altri, in fondo cosa importava? L’amore non aveva mica differenze. E vissero per sempre… felici e contenti.
   
 
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