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Autore: karasu_chan    16/07/2015    2 recensioni
*DRARRY*
Come tutte le sere Draco si ritrova da solo in biblioteca, in conflitto con il mondo e con se stesso. Ma non sa che una dolce visita sta per capitargli... e finalmente i reali sentimenti di ognuno vengono a galla
" Così io lo strinsi tra le mie braccia, e le mie narici si inondarono del suo profumo, e il battito del suo cuore echeggiava nelle mie orecchie. Ci appartenevamo, lo avevamo sempre saputo. Lui era mio, e io ero suo. Sempre."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~THE BOY WITH SILVERY HAIR
Era tarda sera, la fine di una fredda  giornata di inizio dicembre. Mi trovavo nella biblioteca, che già dal primo anno era diventata per me l'unico luogo dove potessi stare solo, senza che Tiger e Goyle mi seguissero come due cagnolini ovunque. Avevo accettato la loro compagnia per puro sfruttamento, ma a volte la loro stupidità mi faceva assai pentire di quella scelta. Perciò mi rifugiavo lì, dove loro non sarebbero mai venuti a cercarmi. Pochi sapevano che amavo leggere, anzi a dir la verità nessuno, ma il profumo dei libri e la calma di quei corridoi mi faceva dimenticare quanto odiassi tutto il resto della mia esistenza. Ero stravaccato sulla mia solita poltrona verde acceso, con in mano un grosso tomo sulla biografia di Salazar Serpeverde. Quella sera però, non ero molto in vena della mia solita ora di lettura, e quindi mi limitavo a sfogliare distrattamente le pagine consumate, lanciando sguardi pensierosi fuori dalla finestra, dove piccoli fiocchi di neve lentamente cadevano al suolo, imbiancando il paesaggio. Era come un manto che purificava il mondo da tutto lo sporco e il brutto che c'era e continuava a perseverare. Mi venne in mente un verso che avevo letto in un libro di poesie babbane, l'anno prima (potrà sembrarvi strano che leggessi un libro scritto da un babbano, ma l'avevo preso per caso e volevo capire quanto la poesia babbana fosse patetica).
"La neve dell'oblio"
Come si chiamava? Eliot, mi pare,  e le iniziali erano qualcosa come T.S., o T.R., non ricordavo bene. Mi aveva colpito in particolare quel verso. Era la neve, che come l'oblio cancellava tutto ciò che toccava. Un suono insolito mi scosse dalle mie riflessioni. Erano... passi? A quest'ora non c'era mai nessuno in biblioteca. Mi girai intorno, ma non vidi anima viva. Doveva essere in un altro corridoio. Sentii un tonfo e un'imprecazione soffocata.
"Fa' che non mi trovi, per favore", pregai nella mia mente. Dal punto in cui ero io non c'era altra via per uscire se non quella dove si trovava il suddetto disturbatore, e non avevo nessuna intenzione di incontrare qualcuno, e già solo il fatto che aveva stravolto il mio unico istante di pace mi mandava su tutte le furie. Sentii quei passi farsi più forti e avvicinarsi a me, e feci che infossarmi di più nella poltrona, sperando di mimetizzarmi con essa e portai la mano alla bocca, soffocando un gemito di stizza. E poi, un fruscio rosso svoltò l'angolo svelando l'identità dell'intruso. Subito i muscoli irrigiditi della mascella si aprirono e i miei occhi si spalancarono, mentre i pugni stretti si allentarono. Era...
-Potter?!-, esclamai, quasi inconsapevolmente, mentre i pugni si richiudevano nuovamente in una stretta morsa e le unghie si piantavano nei palmi.
-Malfoy, tu...-, mormorò lui, stupito almeno quanto me che io mi trovassi lì a quell'ora.
Non potei fare a meno di notare le sue guancie, che si erano colorite di un  rosso accesso quasi quanto la sua divisa, gli occhiali tondi leggermente storti sul naso affilato e che rendevano i suoi accesi occhi verdi ancora più grandi e luminosi, e i capelli che erano più arruffati di qualcuno appena sceso dal letto. Tra le dita teneva un libro che non dava l'idea di una lettura leggera. Quando mi notò fece un passo indietro, come se la mia presenza lo intimorisse, ma in un battito di ciglia il suo sguardo sorpreso si trasformò in uno spavaldo.
-Cosa ci fai in biblioteca a quest'ora?-, mi chiese, con tono di sfida.
-Potrei farti la stessa domanda-, risposi, con sufficienza, senza riuscire a reggere il suo sguardo. Inspiegabilmente quei due occhi verdi riuscivano a farmi sentire una strana sensazione allo stomaco ogni volta che li incrociavo.
Lui quindi, colto alla sprovvista e senza una risposta pronta, balbettò qualche sillaba senza senso e io, sempre con tono leggero e canzonatorio gli domandai:- Allora? Cos'è Potter, il gatto con il muso da maiale della tua amichetta dentona ti ha mangiato la lingua?-.
Probabilmente aveva colto il leggero riferimento alla Granger, perchè subito partì in quarta rispondendomi:-E tu invece? Dove hai lasciato i tuoi scagnozzi? A rimpilzarsi per poter venire qua a fare cosa? Consultare qualche libro di magia nera?-.
Un leggero fremito mi scosse le dita, che nascosi subito sotto la divisa, per evitare che le vedesse. Magia nera... quindi Potter pensava volessi diventare un Mangiamorte... non sapeva però qual era la verità. Ma anche se gliela avessi detta, lui non mi avrebbe mai creduto. Perchè avrebbe dovuto? In tutti quegli anni l'avevo solo maltrattato, umiliato, sbeffeggiato. Ma lui non sapeva perchè, non sapeva niente, era così stupido, non capiva...
-Allora Malfoy? Non mi rispondi?-, protestò. Era sempre lì, quel dannato, che mi spuntava nei momenti peggiori. Non volevo vederlo, non quella sera.
-Ascoltami, Potter. Tu pretendi di sapere cose che non puoi comprendere. Ti impicci sempre in affari che non ti riguardano, e pensi di poterla passare sempre liscia solo per quella patetica cicatrice che ti trovi sulla fronte. Tu non puoi capire-.
Lui si avvicinò alla mia sedia, puntando quegli occhi fiammeggianti nei miei. Non so perchè si spinse a tanto, forse anche lui quella sera era nervoso quanto lo ero io.
-Allora fammi capire-. Quelle tre parole mi fecero stare peggio di qualsiasi cosa lui mi avesse detto o fatto  negli ultimi anni. Perchè quello sguardo, le mani appoggiate sui braccioli, così vicino a me, e quelle parole che mi spingevano alla verità, a un misto di speranza e disperata voglia di avere qualcuno vicino a me. Perchè l'avevo respinto, in tutto quel tempo, solo perchè volevo che lui mi fosse più vicino di chiunque altro, anche quando eravamo solo bambini. Perchè qualcosa, in lui, mi aveva sempre fatto desiderare di potergli stare accanto. E questo mi spaventava, anzi, mi terrorizzava.
-Draco...-, sentir uscire il mio nome da quelle labbra fu come farmi esplodere il cuore. Senza accorgermene mi alzai di scatto, spingendolo via, ma lo scaffale davanti a noi lo bloccò e ci ritrovammo con i nostri corpi così vicini che potevo sentire il suono ritmico del suo respiro, che ora era leggermente  accellerato. La sua schiena aderiva contro la libreria, mentre i nostri petti quasi si toccavano, e potevo sentire il profumo della sua pelle. Chiusi gli occhi. Lui non parlava, mi fissava, allibito, scioccato, oppure semplicemente in attesa, non riuscivo a definire quell'espressione. Un ciuffo ribelle gli cadeva sulla fronte, coprendogli leggermente l'occhio sinistro. Respinsi l'istinto di spostarglielo. Appoggiai una mano accanto alla sua testa,e fu come avvolgerlo, e a meno che lui non mi spingesse via con la forza, non aveva via di scampo. Sentivo il suo bacino muoversi, a disagio, e premere contro il mio.
-Perchè sei venuto in biblioteca, stasera?-, sussurrai al suo orecchio.
Lui, con voce tremante disse:-Un... un libro. Dovevo... dovevo trovare un libro. Per Pozioni. Un compito per domani.-.
Il tremolio imbarazzato della sua voce lo rendeva così fragile davanti a me, come non lo era mai stato. Era sempre circondato da un'aria di sfida quando mi parlava o guardava, nemmeno per un secondo si era mostrato vacillante. Eppure quella sera nei suoi occhi leggevo qualcosa che non avrei mai pensato di poter vedere in quei due occhi verdi. Non era paura, non era timore, era... qualcosa di più profondo, di più intenso.
Molto lentamente, spostai le labbra dal suo orecchio in fiamme fino al collo, dove sentivo il pulsare incessante e impetuoso del suo cuore. Con un tocco leggero come una piuma di grifone le posai sulla sua pelle calda e lo udii trasalire.
-Draco, cosa stai...-, mormorava, ma in alcun modo cercava di fermarmi, e la cosa non era stranamente da lui. Il mio Harry non si arrendeva mai così facilmente. Sembrava più incapace di contenere ciò che provava e confuso su cosa fare. Sempre molto delicatamente percorsi il tratto del collo, sfiorandolo leggermente con le labbra, arrivando alla mascella e al mento, e infine, alla sua bocca. Era così vicina, e mai nella mia vita avevo desiderato altro. Solo quelle labbra, appoggiate alle mie. Perchè in un modo che non riuscivo a comprendere, seppur l'avessi sempre identificato come mio nemico, era l'unico che avessi mai desiderato. Gli altri erano miseri rimpiazzi, persone che detestavo ma accettavo per non rimanere più solo di quanto mi sentissi. La realtà però era che lo sognavo, sempre, e quel desiderio mi lacerava fino a farmi diventare sempre più irritante e freddo verso il mondo, perchè ero convinto che lui non mi avrebbe mai voluto e solo il pensiero di quel rifiuto era come la più nera delle morti.
-Harry, io...-, sussurrai, ma non sapevo cosa dire, c'era troppo, tutti i sentimenti e le emozioni repressa di una vita, una vita trascorsa nel desiderio di qualcuno che non potevi avere e in una solitudine amara e sporca. Avrei voluto potergli far leggere tutto quello che sentivo dentro di me in quell'attimo.
Ma lui, come sempre, doveva sorprendermi. In un battito di ciglia mise le sue mani attorno al mio viso, accaldato e arrossato quanto il suo, lasciando così cadere il libro a terra, che fin'ora aveva tenuto, il quale fece un botto però incomparabile a quello del mio cuore. Mi spinse di nuovo verso la poltrona, dove caddi, e come prima, ci ritrovammo nella medesima posizione, ma stavolta eravamo più vicini e le sue mani erano sulla mie guance. I nostri corpi si cercavano, i nostri sguardi si scrutavano, e non so quanto durò quel momento, se un secondo, un'ora, un giorno o un millennio. Eravamo solo noi, come avevo sempre desiderato. Noi.
In modo impetuoso, ma allo stesso tempo delicato e soave, lui mise le labbra sulle mie, e se per un attimo fummo immobili, lentamente riuscii ad aprire la mia bocca sulla sua, mentre lui si sedeva sulle mie ginocchia e intrecciava le braccia attorno al mio collo, e io sui suoi fianchi. Mi baciò, e vidi tutte le stelle del firmamento. La sua bocca sapeva di cioccolato, ed era soffice, minuta, ma era solo tutto ciò di cui avevo bisogno. Prima che me ne accorgessi, lacrime roventi mi bruciavano il volto come fuoco vivo. Lui, asciugandole disegnando cerchi immaginari con i pollici, mi chiese:
-Perchè stai piangendo?-,
E io gli risposi, con una leggera risata, probabilmente la prima vera che avessi mai provato da troppo tempo: -Perchè ho paura che tutto questo sia solo un sogno e ora mi svegli da solo su questa vecchia poltrona come sempre-.
I suoi occhi mi trafissero e la sua voce leggiadra sussurrò: -Se questo è un sogno, vorrei che nessuno mi svegliasse mai più-.
Così io lo strinsi tra le mie braccia, e le mie narici si inondarono del suo profumo, e il battito del suo cuore echeggiava nelle mie orecchie. Ci appartenevamo, lo avevamo sempre saputo. Lui era mio, e io ero suo. Sempre.

ANGOLO AUTRICE:
Ho voluto togliermi lo sfizio di fare un piccolo one-shot drarry, che era da molto che volevo fare. I personaggi non sono inseriti in un contesto vero e proprio, e non ho voluto approfondire tanto il contesto quanto invece la situazione sentimentale tra i due. Sono un po' la versione "rivisitata" dei drarry secondo il mio punto di vista, ma spero vi sia piaciuta <3 mi farebbe moltissimo piacere sapere i vostri commenti a riguardo e se lasciaste una recensione sarebbe per me una gioia immensa! ringrazio anche solo chi aggiungerà questa storia alle preferite/seguite/ricordate. Grazie per aver letto questa storia e a presto <3
Gothic_angel_

   
 
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