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Autore: _black_rose_    16/07/2015    8 recensioni
Il moro alzò lo sguardo blu al cielo torbido.
«Sai che per raggiungerti dovrò morire. E sai che io sono immortale.»
«So anche che per raggiungermi dovresti essere ucciso, perché se seguissi il corso della tua natura non invecchieresti.»
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Se volete potete ascoltare in sottofondo Ebano (il ritmo è perfetto per la situazione) o In Un Giorno Di Pioggia (per le parole di alcune strofe) dei Modena City Ramblers. 
La fic è ambientata in Sardegna, a San Teodoro, anche se non centra con i nostri pg.*

 
Is è mo laoch, mo ghile mear / Lui è il mio eroe, il mio amore
Is è mo shaesar ghile mear / Lui è il mio cesare, il mio amore
Nì fhuaras fèin aon tsuan ar seàn / Non ho trovato felicità o riposo
o chuaigh ì gcèin mo ghile mear / da quando il mio amore è partito
Addio, addio e un 
bicchiere levato al cielo d'Irlanda e alle nuvole gonfie.
Un nodo alla gola ed un ultimo sguardo alla vecchia Anna Liffey e alle strade del 
porto
.


 
La pioggia portava il profumo di fiori secchi e piante selvatiche tipiche del luogo.
Il mare del porticciolo aveva un odore diverso da quello dell'oceano. Sapeva più di sole caldo, pesce e logori pescatori. L'oceano no, era diverso. Quello sapeva di distacco, di incontrollabilità, di smemoratezza, di atarassia e di grandezza.
Il vento sussurrava storie incomprese tra gli alberi delle piccole barche a vela, facendo ondeggiare le bagnarole
colme di reti.
Gli unici altri rumori erano le onde che rinsaccavano sulle carene e sui ciottoli della riva e di tanto in tanto il frinire di qualche cicala tra gli arbusti rinsecchiti.
 
Un vecchio compagno ti segue paziente, il mare si sdraia fedele ai tuoi piedi,
ti culla leggero nelle sere d'inverno, ti riporta le voci degli amanti di ieri.


 È in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.


Alec sospirò. 
Se ne stava seduto sui sassi della riva, davanti all'acqua del piccolo porto, le gambe tirate al petto e le braccia tese in avanti appoggiate sulle ginocchia, le dita delle mani intrecciate.

Magnus si sedette di fianco a lui, senza guardarlo. Inspirò profondamente, riempiendosi le narici di quel profumo. Un granchio risalì un sasso che emergeva dall'acqua. 
«Cosa credi che farai?»
«Credo che ti aspetterò per sempre.» Il moro gettò un sassolino di fronte a sé.
«E poi?» Il maggiore guardò distrattamente le grosse pietre che costituivano i bracci del porto.
«Poi ricorderò i momenti passati insieme e mi illuderò dicendomi che prima o poi arriverai.»
Il moro alzò lo sguardo blu al cielo torbido.
«Sai che per raggiungerti dovrò morire. E sai che io sono immortale.»
«So anche che per raggiungermi dovresti essere ucciso, perché se seguissi il corso della tua natura non invecchieresti.»
Il Figlio di Lilith voltò il viso e osservò il profilo dell'altro, lo sguardo posato sull'acqua increspata dal vento e dalle gocce di pioggia.
«Per una volta voglio fare l'egoista. So che ti chiedo molto.»
«Lo farò volentieri. Dal momento in cui il tempo ti strapperà via da me io non vivrò più; sarò solo un corpo abbandonato alla solitudine e al dolore.»
«Non metterci troppo.» Alec sospirò.
 
È in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

 
«Ma per ora siamo vivi, quindi andiamo.» Magnus si alzò in piedi, tendendo una mano al ragazzo.
«Dove andiamo?» chiese il moro, guardando l'altro dal basso.
«Non lo so, ma andiamo.» disse, prendendolo per mano.
E in un giorno di pioggia ti rivedrò ancora
e potrò consolare i tuoi occhi bagnati.
In un giorno di pioggia saremo vicini,
balleremo leggeri sull'aria di un Reel.




Spazio autrice

Colta da improvvisa ispirazione ho buttato giù questa sorta di songfic, ambientata in Sardegna. Il luogo è stato di ispirazione, ed è diventato ambientazione della storia. I nostri Malec (ho scelto loro come protagonisti, ma i due potrebbero essere chiunque, anche al di fuori del fandom, perché ci sono affezionata) sono alle prese con uno degli argomenti più ostici della loro relazione. Ho trattato il tema con "leggerezza" perché mi sono immaginata che i due avessero avuto molte altre conversazioni in merito e non ho analizzato le loro emozioni perché mi sono posta come osservatore e narratore esterno. Spero di non essere risultata troppo oscura in alcune parti, perché ho voluto dare un po' di intimità al discorso dei due, senza andare a rendere completamente palesi i significati delle loro parole. Spero si sia capito che quel "non metterci troppo" sia riferito al fatto che Magnus non debba far aspettare Alec troppo a lungo una volta morto, prima di raggiungerlo in qualche modo.
Che dire, spero vi sia piaciuta questa piccola OS -io ho slacrimato a scriverla - e se volete lasciate qualche commento, mi farebbe molto piacere.
  
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