A
Beatiful Dream
Era
una bella giornata a Dale, il sole splendeva nel cielo, gli uccellini
cinguettavano felici, la gente parlava allegramente per le strade ed
ormai il
drago Smaug era solo un ricordo.
La
vita riprendeva a scorrere tranquillamente anche dentro la montagna
dove Thorin
scudo di Quercia era divenuto Re.
In
una stanza della montagna però, si respirava aria di ansia e
trepidazione che
stonava totalmente con i tempi di pace.
Il
principe Fili camminava irrequieto per tutta la sua stanza mentre suo
fratello
minore Kili sedeva sul suo letto e tentava, invano, di calmarlo,
“tu non
capisci Kili, come faccio ad andare li e chiedergli di sposarmi? Come
minimo
suo padre mi uccide” esclamava il biondo, suo fratello
sbuffò sonoramente, era
una settimana oramai che ascoltava ripetutamente lo stesso discorso.
Kili
non era mai riuscito a convincere il fratello, ma stavolta non avrebbe
lasciato
correre, stavolta l’avrebbe vinta lui.
“Vestiti
in fretta, usciamo” esclamò saltando
giù dal letto, Fili lo guardò
scandalizzato, “Fratello io ho un problema grave, non posso
uscire”, Kili
sbuffò di nuovo, doveva proprio spiegargli tutto a quel
testone?
“E’
proprio per questo che usciamo, devi rinfrescarti le idee”
mormorò guardandolo
accondiscendentemente, Fili aveva la netta sensazione che il fratello
lo stesse
considerando un idiota, “come vuoi tu”
mormorò. Forse aveva ragione lui, uscire
mi avrebbe fatto bene, pensò.
Kili
sorrise divertito, il fratello non immaginava nulla; ieri sera era
andato dal
mastro gioielliere più famoso della montagna e gli aveva
commissionato un
anello in mithril, rabbrividì al pensiero delle spiegazioni
che avrebbe dovuto
dare a sua madre e a suo zio per quell’acquisto.
Lui
non avrebbe mai potuto prendere una sposa, si era ripromesso di non
sposarsi
mai perché il suo cuore era lontano con l’elfa che
glielo aveva rubato.
“Sono
pronto” esclamò il fratello strappandolo ai suoi
tristi pensieri, “bene, andiamo”
mormorò sorridendo; Fili lo sapeva che quel sorriso era
falso, quando si era
girato lo aveva visto perdersi nei suoi pensieri, pensava a lei, a
Tauriel,
all’ elfa che aveva salvato il suo fratellino a costo della
vita.
“Dove
andiamo?” mormorò, Kili lo guardò
divertito, ogni traccia di malinconia era
scomparsa, “a Dale” esclamò,
l’altro si sentì congelare, “no! Potrei
incontrare
Bard e in quel caso non saprei cosa fare”
“tranquillo
fratellino! Bard è andato a caccia con lo zio!”.
In
realtà, Kili aveva obbligato lo zio a chiudersi nelle sue
stanze con un sporco
ricatto e con Tilda aveva organizzato un incontro tra Bard e Fili
più la futura
sposina nella piazza della cittadella, ogni cosa doveva andare secondo
i suoi
piani.
Presi
i cavalli ci volle poco per arrivare a Dale, la città grazie
all’oro della
montagna, era rinata più bella e forte di prima, e sotto il
governo di Bard
cresceva sempre di più.
Camminavano
per la città e chiacchieravano tranquillamente, molti li
salutavano mentre
altri li guardavano ammirati, dopotutto erano degli eroi della
battaglia dei
cinque eserciti, erano famosi.
Arrivarono
in anticipo sul luogo dell’appuntamento e Fili propose di
andarsi a sedere
all’ombra della fontana, Kili era irrequieto, attendeva la
sua complice con
trepidazione, “Kili, cos’hai?”
mormorò il fratello.
Il
ragazzo non rispose, era troppo concentrato su una via che portava
all’entrata
della piazza, aveva visto Bard accompagnato dalle sue due figlie,
doveva agire
in fretta.
“Vedi
Fili, ho riflettuto parecchio durante i nostri incontri e sono giunto
alla
conclusione che tu non chiederai mai a Sigrid di sposarti,
perciò, tieni
questo” tirò fuori l’anello e glielo
mise in mano “fai uscire la voce e chiedi
a Bard, che per tua informazione sta arrivando, quello che devi e ci
togliamo
il pensiero” esclamò.
Fili
lo guardò sconvolto, il suo adorato fratellino aveva
complottato contro di lui,
stava per dirgliene quattro quando la voce squillante di Tilda lo
richiamò alla
realtà.
“Fili,
Kili, che piacere vedervi” mormorò Bard, mentre
suo fratello si dilettava con
le formalità, lui guardò Sigrid e il coraggio
uscì fuori, sconfiggendo la paura
che aveva di Bard, strinse forte l’anello che aveva in mano e
sentì che il
momento era giunto, doveva chiedere all’uomo la mano si sua
figlia.
“Bard”
esclamò, l’uomo si voltò verso di lui,
“siamo qui, non per causalità, ma
perché
voglio chiederti la mano di tua figlia Sigrid, l’amo con
tutto me stesso! E’ la
mia stella ed il mio cuore, senza di lei non sarei nulla”.
Lo
sterminatore di draghi era colpito dalla semplicità e
sincerità di quelle
parole, osservò lo sguardo che aveva sua figlia mentre
osservava il giovane
principe, era uno sguardo completamente innamorato.
Sorrise
felice, “hai la mia approvazione”
mormorò tranquillo, sapeva con certezza che
sua figlia sarebbe stata in ottime mani.
Sigrid
cominciò a piangere di gioia “non posso crederci,
è un sogno che si avvera”
mormorò, “svegliati Sigrid, non è un
sogno!” esclamò la sorella.
“Svegliati
Sigrid, svegliati!”
La
ragazza aprì gli occhi, sua sorella Tilda stava cercando di
svegliarla.
“Tilda?”
borbottò, lei la guardò male, “si!
Alzati, stai facendo tardi! Oggi ti sposi!”
esclamò la più piccola.
Sigrid
si svegliò completamente a quelle parole, è vero,
oggi mi sposo, pensò
tristemente, una lacrima sfuggì al suo controllo, si sposava
con un uomo che
non amava, perché il suo Fili era morto.
Il
suo era stato un sogno, solo un sogno, Sigrid sospirò
malinconicamente, almeno
nei suoi sogni stava insieme a lui.