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Autore: fay90    16/07/2015    1 recensioni
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Fili è tormentato da un problema, vorrebbe chiedere alla sua fidanzata di sposarlo ma ha troppa paura del padre.
Kili, oramai esasperato dai continui vaneggiamenti e sproloqui del fratello decide di agire.
Con l'aiuto di una complice molto vicina alla futura sposina, cercherà di far dichiarare al più presto il fratello; riuscirà nella sua "disperata" impresa?
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bard, Fili, Kili
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Beatiful Dream

 

Era una bella giornata a Dale, il sole splendeva nel cielo, gli uccellini cinguettavano felici, la gente parlava allegramente per le strade ed ormai il drago Smaug era solo un ricordo.

 

La vita riprendeva a scorrere tranquillamente anche dentro la montagna dove Thorin scudo di Quercia era divenuto Re.

In una stanza della montagna però, si respirava aria di ansia e trepidazione che stonava totalmente con i tempi di pace.

 

Il principe Fili camminava irrequieto per tutta la sua stanza mentre suo fratello minore Kili sedeva sul suo letto e tentava, invano, di calmarlo, “tu non capisci Kili, come faccio ad andare li e chiedergli di sposarmi? Come minimo suo padre mi uccide” esclamava il biondo, suo fratello sbuffò sonoramente, era una settimana oramai che ascoltava ripetutamente lo stesso discorso.

 

Kili non era mai riuscito a convincere il fratello, ma stavolta non avrebbe lasciato correre, stavolta l’avrebbe vinta lui.

“Vestiti in fretta, usciamo” esclamò saltando giù dal letto, Fili lo guardò scandalizzato, “Fratello io ho un problema grave, non posso uscire”, Kili sbuffò di nuovo, doveva proprio spiegargli tutto a quel testone?

 

“E’ proprio per questo che usciamo, devi rinfrescarti le idee” mormorò guardandolo accondiscendentemente, Fili aveva la netta sensazione che il fratello lo stesse considerando un idiota, “come vuoi tu” mormorò. Forse aveva ragione lui, uscire mi avrebbe fatto bene, pensò.

 

Kili sorrise divertito, il fratello non immaginava nulla; ieri sera era andato dal mastro gioielliere più famoso della montagna e gli aveva commissionato un anello in mithril, rabbrividì al pensiero delle spiegazioni che avrebbe dovuto dare a sua madre e a suo zio per quell’acquisto.

Lui non avrebbe mai potuto prendere una sposa, si era ripromesso di non sposarsi mai perché il suo cuore era lontano con l’elfa che glielo aveva rubato.

 

“Sono pronto” esclamò il fratello strappandolo ai suoi tristi pensieri, “bene, andiamo” mormorò sorridendo; Fili lo sapeva che quel sorriso era falso, quando si era girato lo aveva visto perdersi nei suoi pensieri, pensava a lei, a Tauriel, all’ elfa che aveva salvato il suo fratellino a costo della vita.

 

“Dove andiamo?” mormorò, Kili lo guardò divertito, ogni traccia di malinconia era scomparsa, “a Dale” esclamò, l’altro si sentì congelare, “no! Potrei incontrare Bard e in quel caso non saprei cosa fare”

“tranquillo fratellino! Bard è andato a caccia con lo zio!”.

 

In realtà, Kili aveva obbligato lo zio a chiudersi nelle sue stanze con un sporco ricatto e con Tilda aveva organizzato un incontro tra Bard e Fili più la futura sposina nella piazza della cittadella, ogni cosa doveva andare secondo i suoi piani.

 

Presi i cavalli ci volle poco per arrivare a Dale, la città grazie all’oro della montagna, era rinata più bella e forte di prima, e sotto il governo di Bard cresceva sempre di più.

Camminavano per la città e chiacchieravano tranquillamente, molti li salutavano mentre altri li guardavano ammirati, dopotutto erano degli eroi della battaglia dei cinque eserciti, erano famosi.

 

Arrivarono in anticipo sul luogo dell’appuntamento e Fili propose di andarsi a sedere all’ombra della fontana, Kili era irrequieto, attendeva la sua complice con trepidazione, “Kili, cos’hai?” mormorò il fratello.

Il ragazzo non rispose, era troppo concentrato su una via che portava all’entrata della piazza, aveva visto Bard accompagnato dalle sue due figlie, doveva agire in fretta.

 

“Vedi Fili, ho riflettuto parecchio durante i nostri incontri e sono giunto alla conclusione che tu non chiederai mai a Sigrid di sposarti, perciò, tieni questo” tirò fuori l’anello e glielo mise in mano “fai uscire la voce e chiedi a Bard, che per tua informazione sta arrivando, quello che devi e ci togliamo il pensiero” esclamò.

 

Fili lo guardò sconvolto, il suo adorato fratellino aveva complottato contro di lui, stava per dirgliene quattro quando la voce squillante di Tilda lo richiamò alla realtà.

 

“Fili, Kili, che piacere vedervi” mormorò Bard, mentre suo fratello si dilettava con le formalità, lui guardò Sigrid e il coraggio uscì fuori, sconfiggendo la paura che aveva di Bard, strinse forte l’anello che aveva in mano e sentì che il momento era giunto, doveva chiedere all’uomo la mano si sua figlia.

 

“Bard” esclamò, l’uomo si voltò verso di lui, “siamo qui, non per causalità, ma perché voglio chiederti la mano di tua figlia Sigrid, l’amo con tutto me stesso! E’ la mia stella ed il mio cuore, senza di lei non sarei nulla”.

 

Lo sterminatore di draghi era colpito dalla semplicità e sincerità di quelle parole, osservò lo sguardo che aveva sua figlia mentre osservava il giovane principe, era uno sguardo completamente innamorato.

Sorrise felice, “hai la mia approvazione” mormorò tranquillo, sapeva con certezza che sua figlia sarebbe stata in ottime mani.

 

Sigrid cominciò a piangere di gioia “non posso crederci, è un sogno che si avvera” mormorò, “svegliati Sigrid, non è un sogno!” esclamò la sorella.

 

“Svegliati Sigrid, svegliati!”

 

La ragazza aprì gli occhi, sua sorella Tilda stava cercando di svegliarla.

“Tilda?” borbottò, lei la guardò male, “si! Alzati, stai facendo tardi! Oggi ti sposi!” esclamò la più piccola.

 

Sigrid si svegliò completamente a quelle parole, è vero, oggi mi sposo, pensò tristemente, una lacrima sfuggì al suo controllo, si sposava con un uomo che non amava, perché il suo Fili era morto.

 

Il suo era stato un sogno, solo un sogno, Sigrid sospirò malinconicamente, almeno nei suoi sogni stava insieme a lui.

  
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