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Autore: Arcadia_    16/07/2015    3 recensioni
It all seems so improbable,
I never would have thought that you're the one for me:
The definition of impossible
and I'm never gonna let you go.
-HD That's What Makes You Mine
[Mini Long][Kendall/Nuovo Personaggio][Schmidt Family]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kendall, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Art Of Moving On'
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The Definition Of Impossible
  
Capitolo Uno
 
La coppia, seduta nella fila di fronte alla mia, mi stava guardando da circa dieci minuti, borbottando infastidita perché continuavo a canticchiare la stessa melodia e a battere il piede per terra a ritmo.
«Sto aspettando l'idiota che ho sposato» dissi, all'ennesimo sbuffo da parte del signore.
La donna, forse sessant'anni, si mise gli occhiali e guardò subito la mia mano sinistra, non notando però la fede, «Suo marito?» chiese, per essere sicura di aver capito bene.
Mi tolsi le cuffiette della musica, «Ex marito. - la corressi - Stiamo divorziando»
«Oh. - esclamò quella, un po' contrariata - John, andiamo, chiamano il nostro volo» disse, anche se non era comparso alcun avviso sul tabellone.
Sorrisi e salutai con un cenno della mano i due signori, felice di essere di nuovo da sola in quella grande sala d'attesa. Mi alzai, stiracchiandomi, e andai alla grande vetrata che guardava direttamente sulle piste di decollo del LAX, in quel momento deserte. L'altoparlante richiamò la mia attenzione, ricordando ai passeggeri diretti a Düsseldorf che avevano ancora dieci minuti prima che il loro gate chiudesse. Mi voltai, controllando per l’ennesima volta il tabellone delle partenze, ma ancora non segnalavano nulla per Honolulu.
Mi avvicinai al bancone del bar e presi una bottiglietta d’acqua e un pacchetto di caramelle, poi tornai al mio posto, controllando le notifiche sul cellulare: nessuna nuova chiamata e solo un messaggio da parte di mio fratello. Sospirai, recuperando un libro dalla mia borsa e immergendomi nella lettura.
«Non ti deciderai mai a comprare un’altra copia di quel libro? Cade a pezzi» chiese qualcuno sedendosi accanto a me dopo qualche minuto.
«Mi ci sono affezionata ormai. - misi un segnalibro nel punto in cui ero arrivata e mi voltai - Ciao Kendall» lo salutai sorridendo.
«Ciao Jade» ricambiò lui, attirandomi in un caldo abbraccio.
Dopo tre mesi quel contatto mi era mancato, ma non l'avrei mai ammesso ad alta voce, non con le pratiche del divorzio quasi pronte.
«Come stai?» mi chiese staccandosi e togliendosi gli occhiali da vista.
Alzai le spalle, «Al lavoro è un casino, il trasloco mi sta distruggendo la schiena e ho i postumi di due giorni chiusa in laboratorio. - dissi, riassumendo la mia settimana - Tutto come sempre. - conclusi - Te, invece? Il tour come sta andando?»
«Per il momento bene. - sorrise soddisfatto - Abbiamo fatto un sacco di date nel sud America e in Canada. A febbraio andiamo anche in Europa, faremo quasi tutti gli Stati»
«Sono felice per voi. - controllai ancora una volta il tabellone, ma ancora tutto taceva - Non c'è Anne?» chiesi, non vedendo la sua attuale ragazza in giro.
Kendall si passò una mano tra i biondi capelli, «Mio fratello mi ha categoricamente vietato di portarla e tra l'altro ci siamo lasciati la settimana scorsa. – confessò lasciandosi andare sulla sedia – Non era il mio tipo»
«Oh, sembrava una ragazza così dolce. - risposi, un po' dispiaciuta per lui - Se togliamo il fatto che vi ho trovato nel tuo camerino mentre vi stavate spogliando»
«Jade, non voglio litigare con te. - mormorò Kendall mentre, finalmente, chiamavano il nostro volo per Honolulu - Possiamo evitare le frecciatine e gli insulti per questi tre giorni? Ti prego»
«Sì, scusami. - mi alzai e presi il mio trolley verde - È il matrimonio di tuo fratello, i battibecchi tra noi li rimandiamo allo studio dell'avvocato» ripetei quello che mia madre mi aveva fatto promettere il giorno prima.
«Grazie. - ci incamminammo verso il gate ventidue – Mamma non vede l’ora di riabbracciarti. Le manchi tanto»
«I tuoi sono già là?»
Annuì, «Sono partiti ancora lunedì con Kevin e Astrid per sistemare tutta la location»
«E perché tu non sei partito con loro? Hai aspettato me?» chiesi perplessa.
«Anche. - rispose mentre raggiungevamo la coda per imbarcarci - E ieri sera avevo un concerto in città»
«Oh, giusto! Alcune mie tirocinanti sono venute. - ricordai i discorsi delle ragazze che seguivo al lavoro - È da tanto che non sento un tuo concerto»
«Possiamo rimediare. - disse, toccando la custodia della chitarra che non avevo notato prima - Il mio discorso da testimone sarà una canzone»
«Bella idea. - commentai, approvando - Beh, che cosa faremo di preciso in questi tre giorni?»
«Non ne ho assolutamente idea. - mostrammo i passaporti e i biglietti a un'hostess, che ci indicò i nostri posti - Kevin mi ha accennato qualcosa, ma molto vagamente. L'unica cosa certa è che sabato alle quindici c'è il matrimonio. Domani rimane un grandissimo punto interrogativo»
Arrivammo ai nostri posti, vicino all'ala sinistra dell'aereo. Un altro hostess ci aiutò a mettere i bagagli nella cappelliera e la chitarra di Kendall venne messa nella stiva.
«Uh, prima classe. - commentai sedendomi nella poltroncina rossa e guardandomi attorno - Come mai hai prenotato qui? Lo sai che in economica si conoscono persone più simpatiche»
Alzò le spalle, prendendo posto accanto a me, «Sicuramente nelle prossime cinque ore non verremo richiamati per atti osceni o per il prolungato uso del bagno, quindi possiamo stare anche qui. - mi guardò ridacchiando – O avevi altri progetti?»
Cercai di non arrossire, «Io ti stavo baciando, tu hai iniziato a toccarmi le gambe. - mormorai guardando il LAX dal finestrino - E chissà quante volte hanno trovato gente fare sesso nel bagno dell'aereo»
Kendall scoppiò a ridere, «Con un po' di fortuna, ritroviamo l'hostess che è praticamente svenuta quando ci ha visti»
Gli diedi un pugno sulla spalla, «Stupido» borbottai.
«Ahio! - si massaggiò la spalla - Non hai perso l'abitudine di usare i miei tatuaggi come bersagli»
«Esattamente» risposi dandogli un buffetto sulla guancia.
Uno steward richiamò la nostra attenzione per le procedure di sicurezza, che durarono circa cinque minuti, tempo in cui l'aereo si posizionò sulla pista.
Accesi i motori, l'aereo prese a muoversi e nel giro di mezz'ora eravamo in quota, pronti per raggiungere le Hawaii.
«Non hai più paura di volare?» mi chiese Kendall quando l’obbligo della cintura venne disattivato. Fece scattare il fermo e allungò le braccia già intorpidite durante la salita.
«Non l’ho mai avuta» ammisi, cercando di capire perché la mia cintura non si slacciava.
«E allora tutte le volte che andavamo da qualche parte? – mi chiese aiutandomi -Passavi metà del tempo a stritolarmi la mano e l’altra metà a sbaciucchiarmi per non guardar fuori»
Alzai le spalle, «Dovevo far passare il tempo in qualche modo. – lo guardai – Io non ho mai avuto paura di volare, mi piacevano solo le tue attenzioni» ammisi.
«Le coccole ad alta quota sono la mia specialità. – commentò ridacchiando – Ci guardiamo un film?»



Angolo Autrice:
Ebbene sì, sono tornata con un'altra fanfiction! Non me ne vogliano le lettrici di "Do it like nobody's around", ma per il momento sono bloccata e non so come procedere per quella storia, mentre per questa ho quasi tutti i capitoli pronti.
Come potete vedere, è una fanfiction solo su Kendall (vi minaccio prometto che posterò altre ff con anche gli altri ragazzi, ma questa volevo scriverla per il mio bel biondino!) e Jade, che è più o meno la protagonista di tutte le fanfiction che scrivo.
Se il capitolo vi è sembrato vago, vi chiedo scusa, ma fino al quinto/sesto capitolo sarà un quadro generale della situazione, poi i capitoli dal sei circa al dieci/dodici (devo ancora decidere quanti capitoli fare) conterranno il vero succo della storia! Sì, sono lenta a ingranare la marcia u.u scusate!
Inoltre, il comportamento di Kendall e Jade verrà spiegato, so che è strano vedere due che stanno per lasciarsi comportarsi normalmente, per il momento voglio vedervi soffrire lasciarvi nel dubbio.
Un'altra cosa, la fanfiction prende il nome da una delle canzoni degli Heffron Drive, che qui vi propongo in versione acustica.
Detto ciò, posso chiudere baracca e burattini per stasera e crogiolarmi nella stanzetta dove sono, che, a conti fatti, è più calda della fornace di Efesto!
Con la speranza che abbiate ghiaccioli nel freezer, vi saluto e vi mando un grosso bacione,
Jade.
  
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