DE’JA’ VU?
Terzo Secolo, antico
Giappone…
Fu qui che la
storia ebbe inizio!
L’antico Giappone
era fiorente e ricco, governato da un vecchio imperatore che aspettava che suo
figlio prendesse il suo posto come nuovo sovrano.
Ma non c’erano solo loro, era molto
organizzato l’impero…
Samurai di grande livello, pronti a dare la propria vita pur di
mantener fede al loro codice d’onore che onorava la devozione nei confronti
dell’imperatore.
Contadini
e popolazione divisa in
base alle proprie ricchezze…
Era proprio in
questo periodo che la storia dei Monkey, al governo
di questo vasto impero, prendeva la sua forma.
Garp D. Monkey
anziano imperatore dello splendido Giappone, era arrivato al capolinea della
sua intensa e ricca vita.
-Padre…
-Figlio mio… ormai
il regno è nelle tue mani…
-Farò del mio
meglio padre… ma non devi parlare così…
-Si Dragon… è
arrivata la mia ora ormai… ma promettimi di essere
forte…
-Farò del mio
meglio…
-Sei sempre stato
un disgraziato… un figlio pasticcione e sempre pronto a farmi mettere le mani
nei capelli… un vero ribelle!
-Ma pensavo che dovessi complimentarti con me,
non ammazzarmi in questo modo! – Protestò il figlio.
-Hai ragione… solo
che…
Ma il continuo di quella frase non arrivò…
Dragon rimase
immobile a fissare il padre…
-Padre? –
Sussurrò.
L’uomo non
rispondeva…
Sembrava essersi
spento per sempre…
-Padre… - Disse chiudendo
gli occhi e tremando.
-Il re è morto… - Parlò una guardia reale.
-Padre degenero! – Si alterò Dragon.
-Mio signore non
può rispondere in questo modo a suo padre! – Protestò la stessa guardia che
aveva parlato precedentemente.
-Invece si! Questo
vecchiaccio sta dormendo!
Iceburg, la guardia che ormai era da anni al
servizio del vecchio sovrano, non fece a meno di ridere, era sempre il solito.
-Vuoi morire o no
vecchio?
-Ma è questo il modo di rispondere a tuo
padre?
-Se fai il cretino
in questo modo si… - Sbuffò Dragon.
-Il punto è questo… voglio lasciare a te il mio potere… non posso più
continuare… - Rispose seriamente questa volta.
-Capisco…
sarò pronto padre… non
ti deluderò…
-Ne sono certo… -
Sorrise.
L’uomo era stanco,
anche se non perdeva occasione per stuzzicare il figlio, si poteva vedere
chiaramente nel suo volto i segni della vecchiaia e la sofferenza della
malattia che ormai da diversi anni lo stava lentamente consumando.
Iniziò a tossire,
ma non smise di parlare…
-Figliolo, abbi
cura dei miei nipoti…
-Sicuramente
padre… cresceranno rompiscatole come te! – Fece un ghigno.
-Non dire
fesserie! Sono cretini come il padre! – Rise a fatica l’uomo.
-Sono sempre pronti
a farsi complimenti, eh? – Sussurrò un’altra guardia.
-Che ci vuoi fare Paulie,
sono fatti così! – Fece un ghigno Franky.
Le due guardie erano al servizio di Dragon, erano stati allenati
personalmente da Iceburg, al servizio ormai da molti
più anni di loro e con una certa esperienza alle spalle.
-Salutami ancora
una volta i miei cari nipoti…
-Sicuramente
padre…
-Sono certo che
saranno grandi…
-Lo penso anche
io… hanno stoffa da vendere, sia Ace che Rufy…
-Ace non sembra interessato a diventare il tuo
successore, eh? – Fece un ghigno Garp.
-Assolutamente no…
gli interessa più viaggiare! E’ uno scansafatiche su certi aspetti…
L’anziano sovrano
sorrise…
-Rufy invece ha le sue ambizioni… - Fece un ghigno Dragon.
-Lo è sempre stato…
sin da quando aveva sei anni…
-E lo sarà sempre…
-Lo penso anche
io… sarà un grandissimo imperatore… - Fece un ghigno.
Questa volta Garp iniziò a ridere, il secondogenito di
suo figlio, Rufy, era davvero un ragazzo
stravagante.
Aveva passato bei
momenti con loro e gli era stato sempre vicino, visto che poco dopo la nascita del
piccolo, la madre, nonché moglie di Dragon, era morta.
-Figlio mio… ho una richiesta da farti come mio ultimo desiderio…
-Di cosa si tratta
padre?
-Sii forte, perchè voglio che questo impero
resti nella storia…
-Farò del mio
meglio… - Sorrise.
Furono le ultime
parole del grande imperatore Monky D. Garp.
La perdita del
vecchio sovrano fu un grande dolore per tutti…
Per una settimana
i funerali andarono avanti…
Intanto, Dragon
aveva preso pieno carico dei poteri che una volta erano nelle mani del padre.
Adesso doveva regnare
il grande Giappone, ed era tutto nelle sue mani.
L’impero di Dragon
era sempre fiorente e la prosperità non mancava.
Gli anni passarono
velocemente…
Ben sei anni dalla
morte del vecchio imperatore, e Rufy, il
secondogenito di Dragon, era arrivato alla sua maggiore età.
Al contrario, Ace aveva già ventuno anni, ma le sue idee erano sempre
chiare…
Non voleva
diventare imperatore per nessun motivo!
-Non riesco a capirti
figliolo, perché non vuoi succedermi?
-Perché non mi interessa padre… voglio viaggiare! – Sorrise il ragazzo.
-Allora dovrà diventare Rufy, sovrano al mio
posto… - Sbuffò l’uomo.
-NO!
-Come sarebbe a
dire no Rufy? Anche tu vuoi
viaggiare? – Si disperò Dragon.
-No…
-Ed allora cosa vuoi? – Chiese l’imperatore.
-Diventare il
migliore imperatore di tutti i secoli! E’ questo il mio sogno!
-E lo diventerai mio caro… - Sorrise l’uomo.
-Sempre il solito
ambizioso, eh fratellino? – Fece un ghigno Ace.
-Ma non in questo modo…
-Come sarebbe a
dire??? – Si allarmò il padre.
-Il primo che deve
salire al potere è Ace… non io… il mio posto me lo
voglio guadagnare e dimostrare quello che valgo! Sarebbe troppo facile
altrimenti… - Sorrise.
-Non ci posso
credere… cosa ho fatto di male per avere due figli scemi come loro? – Domandò
Dragon guardando in cielo.
-Allora salirò al potere… - Fece un ghigno Ace.
-Davvero? –
Domandò speranzoso il padre.
-Certo… ma poi mi
dimetto così subentrerà Rufy… - Rise
Ace.
-Uffa… - Rispose Rufy con il dito nel naso.
-Lasciamo
perdere… - Disse
affranto Dragon.
-Rufy guarda, che non c’è niente di male se sali
tu al potere e non io…
-Dici? Non devo
compiere grandi imprese? – Chiese poco convinto.
-Quello serve solo per dimostrare la tua grandezza… - Fece un ghigno
il fratello maggiore.
-Allora in questo
caso… sarò io il futuro imperatore di tutto il Giappone! – Esultò.
-Direi che abbiamo
trovato un compromesso… - Disse Ace
guardando il padre.
-Così pare
figliolo… così pare… - Sorrise.
In quel momento un
uomo dai capelli rossi, accompagnato da un altro uomo con un fisico massiccio e
con un codino nero, si avvicinarono all’imperatore con tanto di
inchino.
-Eccoci qui mio signore, ci ha fatto chiamare? –
Parlò il rosso.
-Si miei cari
amici… sono qui perché ho un grande favore da
chiedervi…
-Di che si tratta?
– Chiese l’uomo con il codino.
Gli uomini che
erano appena entrati a palazzo erano due samurai di grande
prestigio, fidati servitori dell’imperatore Monkey D.
Dragon, i loro nomi erano Shanks e Ben Beckman.
Il primo aveva i
capelli rossi ed era un gradissimo samurai, allenava
personalmente Rufy da diversi anni, era praticamente
il suo tutore.
Erano molto
legati, ed il giovane stravedeva per l’uomo dai capelli rossi.
Inoltre Shanks era privo di un braccio, e questo per salvare il
giovane Rufy, che all’età di sette anni, era caduto
in mare, aveva rischiato di annegare ed essere mangiato da un pesce pericoloso
se non fosse intervenuto il rosso.
Fu
un gesto di grande eroismo e per questo fu premiato, diventando il capo di tutti i samurai.
Ben Beckman, invece, era il suo braccio destro…
Avevano combattuto
sempre insieme, arrivando ad avere un grande rapporto
di fiducia ed amicizia.
Ben, al contrario
del rosso, era il tutore del primogenito del sovrano.
Non era facile
allenare uno come Ace, visto che
non ne voleva sapere di queste cose, anche se doveva ammettere che quando si
impegnava diventava un ottimo combattente.
Avevano sempre
combattuto per la famiglia Monkey ed erano fedeli
servitori della corona imperiale.
Inoltre non allenavano solo i due principi
imperiali, ma anche tantissimi altri samurai.
Shanks aveva un gruppo di ragazzi molto scalmanati,
ormai da anni, tutti considerati dei compagni per Rufy.
Ovviamente anche
Ben, oltre ad Ace, aveva altri giovani da allenare.
Erano divisi in
sezioni…
Le guardie
imperiali, invece, erano comandate da Iceburg,
ed i due plotoni, a loro volta, erano comandati da Paulie
e Franky.
Samurai e guardie
imperiali avevano ruoli differenti, ma allo stesso tempo importanti.
I primi erano
difensori personali dell’imperatore, ed erano una scelta al
quanto selettiva e spesso svolgevano missioni suicide, ma soprattutto
erano sempre al fianco del sovrano.
I secondi, invece,
avevano il compito non solo di proteggere l’imperatore, ma di salvare, in caso
di bisogno, e difendere fino all’ultimo, tutta la
popolazione.
-Volevo
chiedervi un piccolo favore… - Continuò l’imperatore.
-Di che si tratta?
– Chiese Ben.
-Vorrei che tu ti
occupassi di una faccenda molto delicata…
-Mi dica tutto mio signore… - Rispose con l’inchino.
-Vorrei che mi
portassi una geisha…
-Una geisha? –
Chiese stupito.
-Si… ti sembrerà
strano, ma voglio che sia sempre al fianco di mio
figlio Rufy… e gli faccia capire un po’ di cose… -
Fece un ghigno.
Ben Beckman si voltò per vedere il ragazzo…
Il giovane storse
la testa ed in tutta tranquillità si mise il dito nel naso…
All’uomo una grande goccia dietro la testa comparve, mentre il rosso non
fece a meno di ridere di gusto.
-Sarà un’impresa
ardua, ma farò del mio meglio… altre richieste?
-No, questo è
tutto…
-Quando devo partire? – Chiese Ben.
-Stanotte… Nico Robin ti darà tutte le informazioni necessarie…
In quel momento si
fece avanti la donna che era stata appena nominata…
Era molto bella e
fine…
Alta con un fisico
particolarmente formoso, occhi blu e capelli neri che le arrivavano sopra le
spalle.
Aveva un kimono,
viola con dei decori neri, molto fine, si poteva notare che era stato ricamato
con cura.
Sorrise…
Era una sorta di
dama di compagnia, era sempre presente a palazzo ed aiutava in ambito
burocratico l’imperatore.
Non era concesso
di solito alle donne avere simile cariche, ma
l’intelligenza di Robin era notevole e siccome per
anni sua madre era stata al servizio di Garp, con
ottimi risultati, Dragon aveva deciso di continuare portando con sé la figlia
della donna.
-Eccomi qui mio
signore… - Rispose la donna con tanto di inchino.
-Grazie per la tua
disponibilità… conto su di te per dare a Ben Beckman
le informazioni migliori per trovare la geisha che ho
richiesto… - Disse Dragon.
-Sarà
fatto mio signore, non la deluderò…
- Sorrise.
Nico Robin si voltò e non fece a meno di sorridere a Rufy…
Il ragazzo rispose
al sorriso…
Avevano instaurato
un ottimo rapporto, nonostante ci fosse qualche anno come differenza di età.
Spesso Rufy, la sera rimaneva sveglio a parlare con Robin, e quest’ultima gli
raccontava varie leggende e vecchie storie, tutte raccolte nei suoi
innumerevoli libri.
-Invece io, cosa
posso fare per lei mio signore? – Chiese Shanks.
-Vorrei che
portassi in giro per la città i tuoi allievi, compreso
Rufy ovviamente, per i soliti allenamenti…
-Sarà
fatto mio signore… mi preparo
subito! – Rispose con inchino il rosso.
-Allora andiamo!
Non vedo l’ora! – Esultò il ragazzo.
I due si recarono
a chiamare l’altro samurai, un ragazzo dai capelli verdi e con lo sguardo
sempre serio.
-Ciao Zoro!
-Principe… -
Rispose con inchino.
-Che strazio! Lo sai che voglio che mi chiami Rufy! – Sorrise.
-Le regole sono
regole… ed io ho il compito di rispettarle… - Rispose
serio.
-Bravo Zoro, sei un grande esempio… - Sorrise Shanks.
-Allora andiamo a
chiamare anche Sanji? – Chiese Rufy.
-Certo, si parte
ora ragazzi… - Sorrise il rosso.
-Ci alleneremo
anche oggi, vero?
-Certamente Zoro, dovete essere sempre pronti! Ho il compito di farvi
diventare grandissimi samurai…
-E farò del mio meglio… il mio sogno è
diventare il miglior samurai…
-Per farlo dovrai avere costanza e determinazione ragazzo mio… - Fece
un ghigno Shanks.
-Ci riuscirò… -
Sorrise Zoro.
Mentre si incamminarono, i due notarono, che Rufy
si era già dileguato…
-Dove sarà finito quel babbeo? – Chiese Shanks.
-Sarà andato a
chiamare il cuoco…
-Sicuramente sarà
da lui… almeno coglierà anche l’occasione per mangiare… - Rispose
mettendosi la mano sulla faccia.
In tutta
tranquillità, anche loro arrivano in città, fino al locale di Zeff, il padre di Sanji, l’altro
samurai che si allenava con loro.
Era un piccolo
ristorante che preparava le migliori specialità culinarie di tutto il Giappone!
Zeff non era originario di quella zona, ma era
stato convocato personalmente dall’imperatore per via della sua incredibile
bravura nell’arte culinaria.
Mise
su famiglia, ma purtroppo la moglie, qualche anno fa, morì per un attacco da parte di briganti.
Lo stesso Zeff rimase ferito, perdendo l’uso della gamba destra…
Appena entrarono, Shanks
e Zoro, videro Rufy che
stava mangiando allegramente…
Ovviamente non fecero a meno di sospirare, era sempre il solito!
-Sempre a
mangiare, eh? – Chiese Shanks.
-Ho
fame, devo crescere…
-Di testa… -
Mugugnò Zoro.
-Volete favorire?
-No grazie Rufy… anzi pensa a muoverti che dobbiamo andare! –
Polemizzò Shanks.
-Aspettate… ancora
due porzioni da ordinare ed ho finito! – Sorrise.
Sia Zoro che Shanks non fecero a meno di cadere, rimanendo con le gambe in alto.
Non potevano crederci, Rufy era
davvero incorreggibile!
Zeff, il proprietario del ristorante, stava osservando il giovane principe, era davvero
sorprendente quel ragazzo, sicuramente unico nel suo genere.
Sanji, ormai era pronto per raggiungere i suoi
compagni, ma non fece a meno di fermarsi, ancora dietro al bancone, poco più
distante dal padre, ad osservare sconvolto i due malcapitati che erano svenuti
per sentire le sciocchezze di Rufy.
Continuava a
fumare, senza di quello non poteva più andare avanti ormai, ma non era la sua
unica passione, c’erano anche le donne!
-Grazie per il
pasto Zeff, sei sempre il numero uno! – Sorrise Rufy.
-Grazie a te principe!
E’ un piacere che la mia cucina sia di tuo gradimento!
– Fece un ghigno.
-Finalmente ecco
il cuoco… puzzi di fumo come sempre… - Gli disse Zoro.
-E tu non rompere…
- Ringhiò Sanji.
-Allora noi
andiamo, ciao Zeff! – Sorrise Shanks.
-Grazie a lei Shanks! – Rispose l’uomo con l’inchino.
Il rosso in paese
aveva la sua fama ed era amato e stimato da tutti per la sua grande
forza e per le sue idee giuste e sagge.
-Comportati bene
figlio depravato! – Brontolò Zeff.
-Pensa per te
vecchiaccio! Lavora bene! – Rispose con una linguaccia Sanji.
Finalmente anche Rufy era pronto e poterono girare per la città, per recarsi
alla via alberata, con tutti i ciliegi in fiore, visto che
ormai era la stagione, occasione in più per potersi rilassare ed allenare in
tutta tranquillità.
Mentre passeggiavano per la città, incontrarono Usop…
-Ciao Usop! – Lo salutò Rufy.
-Salve
principe! Anche oggi ad allenarvi? – Chiese stupito.
-Certamente! –
Sorrise Rufy.
-Ma non ti unisci a noi Usop?
– Chiese Sanji.
-Vorrei, ma devo aiutare mio padre… e poi non sono alla vostra altezza…
- Rispose tristemente.
-Ma non dire sciocchezze! Basta che ti eserciti
e diventerai anche tu un grande samurai! – Affermò Rufy con il sorriso.
-Yasop non fare storie e lascia venire tuo
figlio!
-Shanks, guardi che non sono io a non farlo
venire… - Rispose serio.
Tutti rimasero in
silenzio con tanti puntini che sovrastavano le loro teste…
Usop rimaneva sempre il solito bugiardo!
-Beh a dire il
vero dovevo andare a comprare un libro! – Cercò di rimediare.
-Ma da quando in qua figliolo? Fra poco
neppure sai leggere… - Rispose diretto il padre.
-Hai ragione
padre… ma volevo aiutarti… - Disse questa volta con
sincerità.
La famiglia di Usop non era affatto ricca e
dovevano lavorare duramente per mantenersi, soprattutto per curare la madre
molto malata.
-Riuscirò anche da
solo… tranquillo…
-Ma la mamma…
-La mamma starà
presto bene… vedrai che venderò tutto oggi! – Sorrise Yasop.
Intanto Rufy era immobile, con lo sguardo serio, che ascoltava
quello che i due familiari si stavano dicendo, quando allungò la mano verso il
giovane Usop.
-Prendi!
-Cosa è? – Chiese Usop.
- E’ un sacchetto
con delle monete d’oro…
-C-Cosa?
-Prendili e dalli
a tua madre, si deve pur curare in qualche modo! – Sorrise.
-Ma io non posso accettarli… - Rispose con gli
occhi lucidi.
-Non ti sto
facendo la carità… è un gesto d’amicizia… siamo sempre compagni di allenamento… e non solo! – Sorrise compiaciuto.
Usop non fece a meno di commuoversi e si mise
in ginocchio abbracciando le gambe di Rufy.
Continuava a
ringraziarlo senza esitazione e con le lacrime agli occhi.
I presenti
sorrisero per quella scena, se Rufy sarebbe salito al
trono, molte cose sarebbero cambiate ed il regno
avrebbe vissuto giorni di gloria, se non secoli!
Finalmente anche
il ragazzo di umili origini, si unì al gruppo di Shanks…
Mentre continuavano a passeggiare per la città,
incontrarono Kaya, una dama di nobili origini,
insieme alla sua amica Bibi, anche lei della stessa
nobiltà, seguite dalla dama di compagnia della prima, Nojiko.
Erano tre facce
note ai ragazzi ed ovviamente i saluti non mancarono…
Dopo una breve
conversazione con il principe e gli sguardi languidi di Sanji,
che non smetteva di corteggiare le tre giovani, anche se senza successo, accompagnato
da uno sguardo rammaricato da parte di Usop ed un’espressione impassibile da parte di Zoro, la conversazione ebbe termine, ed ognuno riprese la
sua direzione.
-Sono davvero
molto simpatiche quelle tre ragazze! – Sorrise Rufy.
-Sono tre angeli
venuti dal cielo! – Replicò Sanji.
-Sempre il solito
cascamorto…
-Non rompere
samurai fallito! Tu cosa ne vuoi sapere di donne! – Ringhiò Sanji.
-Cosa vorresti insinuare???
-Che quando ti vedono scappano per la tua
brutta faccia!
-Parla
quello bello… - Ringhiò
Zoro.
-Ma tanto, anche se le vedi, neppure le
consideri…
-Meglio essere un
vero uomo come me… e non un omuncolo come te… - Fece un ghigno.
-Ora ti ammazzo!
-Provaci e ti
faccio a fette!
-Finitela per favore! – Cercò di calmarli Shanks.
Usop intanto continuava a sospirare…
-Che hai Usop?
-Niente…
-Non è vero! Dai parla! – Insistette Rufy.
-Kaya è una ragazza meravigliosa… ma siamo
troppo diversi…
-In che senso
scusa? Siete persone… - Notò il principe.
-Ma non in quel senso! Siamo
di due origini differenti… - Rispose tristemente.
-Quando salirò al trono io, questi problemi non ci
saranno più! – Sorrise.
-C-Come?
-Voglio diventare
il miglior imperatore di tutti i secoli ed uno dei tanti cambiamenti da fare è
proprio questo! Eliminerò questi divieti! Non contano le ricchezze, ma i
sentimenti! – Sorrise.
-Oh principe…
Ancora una volta Usop finì per piangere…
Finalmente
giunsero alla via alberata dei ciliegi in fiore e ne ammirarono
il panorama.
Shanks era avanti, seguito da Zoro
e Sanji…
Tutti e tre
avevano un sorriso beato e sereno sul volto…
Una leggera brezza
si era alzata, facendo volare qualche petalo di ciliegio, che finì per accarezzare le loro pelli.
Intanto Rufy ed Usop erano avanti che
correvano, sembravano due bambini!
-Bene ragazzi,
l’allenamento può cominciare! – Sorrise Shanks.
-Non vedevo l’ora… - Sussurrò Zoro.
Gli allenamenti
continuarono fino all’ora di cena, quando i ragazzi
dovettero ritirarsi nelle proprie abitazioni.
Sanji ed Usop
abitavano in città ed in poco tempo si diressero a casa, senza contare che il
primo continuò a litigare con Zoro per tutto il
tragitto.
Mentre Shanks, seguito
dai suoi altri due allievi, si recò a palazzo…
Zoro abitava in una delle piccole abitazioni
collegate al giardino imperiale, e questo perché era rimasto orfano.
La famiglia Roronoa era molto conosciuta, erano stati da secoli grandi samurai
al servizio della corona imperiale ed erano morti per essa.
L’imperatore, per
sdebitarsi per il duro prezzo che avevano pagato, ospitò il giovane Zoro nella loro grande dimora.
La vita anche se
poteva apparire serena, non lo era…
Molte guerre
spesso davano problemi, portando dolorose perdite al grande impero giapponese.
La notte passò
velocemente, finchè la mattina, Ben Beckman tornò dalla missione che l’imperatore Dragon gli
aveva raccomandato.
Si recò a palazzo,
seguito da una giovane, vestita con un lungo kimono rosso e dei fiori bianchi
decorativi, ed un velo, come se dovesse coprire il suo volto.
Una volta giunta a
palazzo, venne subito convocata davanti
all’imperatore…
Non mancava
nessuno!
Anche Shanks, insieme ai suoi allievi, compresi Usop e Sanji, che come al solito erano incantati dal meraviglioso palazzo, era
nella sala principale ed attendeva di conoscere la giovane geisha.
Dall’altro lato,
c’era Nico Robin con a lato
il fidato dottore dell’imperatore, Tony Tony Chopper.
Le tre guardie
imperiali, invece, erano a lato del sovrano e dei due figli.
-Eccomi qui mio
signore! Vi ho portato la geisha che desideravate… - Sorrise.
-Mi fa piacere che
hai compiuto la missione con successo! Vieni avanti…
La geisha molto
lentamente avanzò, fino ad arrivare vicino alle scale
dell’imperatore e come da protocollo, fece un inchino.
Si levò il velo,
mostrando il suo meraviglioso e giovane viso…
Tutti rimasero
stupiti da cotanta bellezza, senza contare che potevano vedere chiaramente che
la ragazza era molto giovane, anche se ovviamente aveva compiuto la maggiore
età.
-Il mio nome è Nami… sono la geisha che Arlong vi
ha mandato, mio signore… - Rispose con inchino.
-Piacere di
conoscerti mia cara… ti ho fatto venire fin qui come
dama di compagnia per mio figlio Rufy, il
secondogenito…
Il giovane
chiamato in questione fece un passo avanti, sorridendo alla ragazza…
-Piacere di
conoscerti Nami! – Sorrise.
-Piacere mio
vostra grazia!
Dopo le
presentazioni, Nami non fece a meno di incrociare gli
occhi di Zoro…
Si fissarono senza
batter ciglio, per poi cambiare lo sguardo altrove.
A Nami venne fatto visitare l’intero
palazzo e le mostrarono la sua bellissima stanza.
Era stupita e
contenta al tempo stesso, non solo della sua stanza, ma anche delle persone con
le quali doveva rapportarsi, anche se sapeva molto
bene, che alla fine restava sempre e solo una geisha.
Spesso Nami, anche quando Rufy si
allenava, lo seguiva per continuare ad essere la sua dama di compagnia in
qualsiasi circostanza, proprio come l’imperatore le aveva ordinato.
Nonostante tutto gli sguardi con Zoro non
mancavano, e spesso anche qualche piccolo battibecco.
-Samurai di poca
grazia, non si risponde in questo modo alla dama di compagnia del principe! –
Rispose acidamente.
-Dama? Io non vedo
nessuna ragazza…
-Siete solo un
villano!
-E tu una strega!
-Non risponderle
in quel modo brutto bifolco! – Intervenne Sanji.
-Ecco il cretino
della situazione… - Ringhiò il samurai dai capelli verdi.
-Mia adorata Nami, è meravigliosa… proprio come questi ciliegi in fiore!
– Disse il cuoco con occhi sognanti.
- E’ davvero molto
gentile, ed apprezzo i suoi complimenti, ma mi dispiace romperle il suo sogno,
ma io sono solo la geisha di vostra altezza… - Rispose con sorriso.
-Lo so mia cara, e
mi si stringe il cuore, ma qualsiasi cosa desideri, sarò lieto di eseguirla! –
Affermò con gli occhi cuoriformi.
-Ah davvero? –
Fece un ghigno.
-Certo!!!
-Difendimi da quel
cafone dai capelli verdi, è davvero noioso… mi dice
cose poco carine… - Rispose in modo melodrammatico.
-COSA???? – Urlò
il ragazzo dai capelli verdi.
-Sarà fatto mia adorata!
-NAMIIIII!!!!
-Mi dica vostra
grazia…
-GUARDA COME
COMBATTO BENE! – Rise.
La ragazza si
voltò osservando il principe che combatteva con determinazione, era
interessante osservarlo.
Nami non fece a meno di sorridere in modo
sincero…
Zoro rimase sorpreso dell’espressione della
geisha, doveva ammettere che non si fidava molto della
giovane, ma alle volte, aveva delle espressioni davvero sincere.
Fece un ghigno
divertito…
Gli allenamenti continuarono finchè non tornarono
a palazzo…
-Ho voglia di
farmi un bel bagno caldo! – Sorrise Rufy.
-Vuole che
l’accompagni mio principe? – Fece un ghigno malizioso Nami.
-Certo che no! –
Arrossì.
Nami vedendo l’espressione imbarazzata, ma
soprattutto ingenua e pura da parte del giovane principe, non fece a meno di
ridere.
-Perché ridi? – Chiese
confuso.
-Siete
buffo principe!
-Come buffo?
-Siete un
personaggio singolare… - Sorrise.
-Ma mi stai prendendo in giro?
-Non mi
permetterei mai… - Sorrise.
Il ragazzo si recò
nella sua stanza, per rilassarsi, e finalmente potersi concedere, un bagno
caldo in tutta tranquillità.
La geisha rimase
sola…
Iniziò a
passeggiare per il giardino imperiale, osservando le piante ed il piccolo
ruscello, abitato da vari pesciolini rossi.
Sorrise…
Mentre camminava
si accorse di una piccola abitazione ed incuriosita, ma ovviamente con molto indiscrezione, si avvicinò, cercando di vedere di
cosa di potesse trattare.
Vide le spalle di
nude di un giovane…
Un giovane che
aveva conosciuto molto bene!
Ebbe un sussulto,
lentamente indietreggiò per non far percepire la sua presenza, ma il samurai si
era già accorto della geisha.
-Che fai? Mi spii anche ora?
-Certo che no!
-Ed allora cosa vuoi?
-Stavo guardando
tutto il giardino…
-Ma questo non è il giardino…
-Ma è nel giardino!
Zoro si alzò guardando in faccia la giovane
geisha…
Si fissarono, finchè a Nami l’occhio non cadde
sulla grande cicatrice che si estendeva lungo il petto
del giovane samurai.
Rimase raggelata
vedendo quel segno…
Zoro se ne accorse, ma
non perse occasione per stuzzicare la geisha…
-Che fissi? Ti sei incantata?
-Non ti sto
fissando! – Replicò.
-Bugiarda… - Fece
un ghigno.
-Che ti sei fatto sul petto?
-Ti riferisci a
questa cicatrice?
-Ed a cos’altro altrimenti? – Disse in modo
ironico.
-Allora vedi che
stavi guardando la mia cicatrice? – Fece un ghigno vittorioso.
-Diciamo che mi è
caduto l’occhio… hai più cicatrici che cervello…
-Ma devi avere sempre l’ultima parola geisha
maligna?
-Direi proprio di si… squattrinato…
-Cosa???
-Si mio caro… si
vede che sei un poveraccio…
-Non tutti sono
nati ricchi… e tu non mi sembri da meno…
Nami rimase con sguardo severo rivolto al
giovane, ma non rispose…
-Hai perso la
lingua mocciosa?
-No… e finiscila
di darmi nomignoli!
-Ti da fastidio
per caso? – Fece un ghigno.
-Sei monotono… - Ringhiò.
I due si
guardarono con sguardo omicida...
-Allora vuoi dirmi
della cicatrice? – Chiese in tono scocciato Nami.
-Dovrei?
-Perché non dovresti invece?
-Sono fatti
personali… ed alla fine neppure ti conosco… - Le rispose
in modo diretto.
-Hai ragione… ma
domandare è lecito… rispondere è cortesia… - Fece un
ghigno.
-Posso anche non
dirti niente comunque… non serve che mi dici queste stronzate…
-Allora è vero che
sei proprio cafone… che villano… - Rispose girandosi.
Zoro rimase immobile a fissare la ragazza con
sguardo serio…
-Sicuramente te la
sarai procurata durante uno scontro… alla fine sei sempre un
samurai… - Disse seriamente Nami.
-Sei
perspicace… - Fece un
ghigno.
-Sono
molto più intelligente di te… - Rispose tagliente.
-Allora potevi
fare altro…
-Non ho scelto io questa vita… - Disse abbassando lo sguardo.
Il samurai rimase sorpreso per la reazione da parte della ragazza, forse aveva
toccato un tasto dolente.
-Questa cicatrice
me la sono procurata durante uno scontro con un altro grande
samurai… uno che voglio battere a qualsiasi costo… è conosciuto come Occhi di
Falco… il suo nome è Mihawk…
-Capisco…
Zoro non aggiunse altro, lentamente si sedette
prendendo la sua katana e iniziò a pulirla
nuovamente.
-Tu non mi chiedi
niente invece?
-Sono cose che non
mi riguardano…
-Che persona seria… - Fece un ghigno.
-Non amo chiedere
cose altrui…
La geisha continuò a fissare Zoro, che con amore,
puliva la sua katana con il manico bianco.
-Ci tieni molto a
quella katana, vero?
-E da cosa lo deduci mocciosa?
-Dal fatto che
cambi espressione…
-Forse è proprio così… è legata ad una promessa… un ricordo
importante…
Nami non aggiunse altro, capì chiaramente che
era legata ad un triste passato.
Quella katana era importante per Zoro,
perché gli ricordava la sua sorellina Kuina, morta
quando era ancora una bambina per via di un tragico incidente.
Si erano sempre
allenati insieme, lui era il fratello maggiore e l’aiutava a migliorare la sua
tecnica con la katana, visto che
adorava combattere, e quella bianca, che ora teneva con cura, era proprio quella
della sorella.
Il sogno di Kuina era vedere il fratello che diventasse
il miglior samurai di tutto il Giappone, e lui voleva esaudire questo piccolo
desiderio, anche se sarebbe costato fatica e sudore.
Zoro era avvolto nei suoi pensieri, quando ritornò
alla realtà…
Si accorse che Nami era molto vicino al suo viso e lo guardava con un
ghigno divertito.
-Che ti prende ora? – Chiese con sguardo poco
convinto.
-Che ne pensi di passare una notte d’amore? –
Fece l’occhiolino.
-COSA?????
-Dai non ti
scaldare… - Ridacchiò.
-Ma sei pazza??? Tu sei la geisha del principe!
-Vedo che sei
molto legato a lui… - Rispose seria questa volta.
-Non è solo un
principe… ma è anche un amico… inoltre ho un codice da mantenere!
-Capisco…
Nami si alzò, ed iniziò a slacciarsi il kimono,
facendo sudare freddo al ragazzo dai capelli verdi.
-C-Che
stai facendo?
-Mi spoglio, non vedi?
-Ma hai capito
cosa ho detto???
-Certo… ma guarda
che mi devi pagare… non ti faccio certo servizi gratuiti! – Fece un ghigno.
-C-Cosa???
-Ho detto che mi
devi dare dei soldi per questo servizietto! – Rise
divertita.
Iniziò ad aprire
leggermente il kimono…
Si poterono notare
le sue spalle nude, mostrando un particolarissimo tatuaggio…
Una girandola ed
un mandarino…
Si
intravedeva il seno,
anche se non chiaramente, visto che era ancora leggermente coperto.
-Ma con che soldi?
-Non possiedi
soldi?
-Direi di no…
-Ma vivi a palazzo!
-E con questo?
-Maledizione!
Si ricoprì
velocemente ed iniziò a pensare…
-Che ti prende ora? – Chiese con una goccia
dietro la testa Zoro.
-Semplice… mi devi
dare comunque una piccola somma per lo spettacolo…
-COSA???? MA CHE
SPETTACOLO STAI DICENDO CRETINA???
-A parte che non
sono cretina… seconda cosa non urlare in questo modo con me bifolco… e per finire hai visto il mio petto…
-Cosa??? Ma tu sei pazza davvero… - Rispose con gli occhi di
fuori.
-Non mi interessa… pagami con cinquanta monete d’oro! – Fece un
ghigno.
-Ma non le possiedo!
-Ti arrangi! Devi
saldare il debito… altrimenti aumenterà… - Fece una
linguaccia.
-Strozzina…
-Squattrinato…
Si fissarono con
sguardo omicida, quando Nami uscì
dalla piccola abitazione del samurai, ma prima di andarsene disse ancora una cosa
a Zoro.
-Ricorda che devi
pagare i debiti! Non mi dimenticherò che mi devi cinquanta monete d’oro! – Fece
la linguaccia.
Zoro mugugnò semplicemente…
La geisha
velocemente si dileguò ed il ragazzo rimase confuso pensando al caratterino
isterico ed autoritario che aveva quella giovane.
Era davvero
insopportabile!
Eppure…
Non si fidava del
tutto di lei…
C’era qualcosa
sotto…
Le giornate
passarono velocemente e Nami era quasi un mese che
era giunta a palazzo.
Era sempre in
compagnia di Rufy ed il rapporto stava aumentando
notevolmente, ma ovviamente la geisha aveva notato che il principe era ancora
troppo ingenuo per certe cose.
Anche i litigi con Zoro
sembravano aumentare giorno per giorno!
Il samurai dai
capelli verdi, aveva notato che tutte le sere Nami
girava per il palazzo analizzando ogni cosa con grande interesse.
Non sembrava
volesse conoscere la struttura, bensì fare qualcosa di molto più serio…
Tutte le notti, Zoro la teneva sempre sotto controllo, quando una notte
cadde l’impensabile.
Nami girava per il palazzo, quando finalmente
giunse nella sala dell’imperatore, riuscendo ad entrare con indiscrezione addormentando
le guardie con un sonoro colpo, dato con un bastone che teneva nascosto in
mezzo al suo seno prosperoso.
Riuscì ad entrare
rubando parte dei gioielli più importanti, ma soprattutto quelli che avevano un
grande valore.
Nascondendoseli
con cura e vestendosi con un semplice kimono, in modo da essere scambiate per
una serva, riuscì ad uscire dal palazzo.
Ovviamente Zoro si era accorto di tutto e senza perdere tempo, avvolto
dall’oscurità della notte, inseguì la giovane che pensava di averla
fatta franca.
Con sorpresa anche
Shanks, insieme al principe Rufy,
si accorsero dell’accaduto e preferirono seguire il samurai dai capelli verdi,
senza informare l’imperatore Dragon che stava facendo sogni tranquilli.
Nami riuscì ad oltrepassare la cittadina che stava proprio ai piedi del palazzo imperiale e si
incamminò velocemente verso la via che le si presentava di fronte, ricca di
vegetazione, ma priva di abitazioni.
Sorrise…
Pensava ormai di
avercela fatta, quando si sentì toccare la spalla…
Ebbe un sussulto e
lentamente si voltò vendendo Zoro che la stava
osservando con sguardo gelido.
Le mancò il
respiro…
Era stata
scoperta!
-Che diavolo stai facendo?
-Lasciami!
Con scatto la
geisha si allontanò dal samurai e si fissarono con freddezza.
-Pensavi di farla
franca, eh?
-Si è vero… lo
speravo… vedrai che ci riuscirò comunque… - Fece un
ghigno.
-Non mi sono mai
fidato di te…
-Pazienza… poco mi importa…
-Non fare la
spiritosa… anzi preparati che pagherai per l’affronto che hai portato alla
famiglia imperiale dei Monkey!
-Fatti sotto… non ho certo paura di battermi con te… - Rispose seria.
Nami non poteva negare che aveva paura di
affrontare Zoro, ma in qualche modo doveva pur
difendersi e scappare con il bottino.
-Ti ha detto il
tuo capo di rubare, eh?
-Assolutamente no…
-Bugiarda!
Zoro si avvicinò alla ragazza ed iniziò a
strattonarla, voleva saperne di più al riguardo.
Nami, impaurita, prese una piccola lama che
aveva preso in caso di bisogno, ed attaccò il samurai provocandogli due ferite.
Per cercare di
scappare il più velocemente possibile, la geisha inciampò e cadde all’indietro
fissando spaventata il ragazzo che aveva appena ferito.
Zoro era rimasto senza parole…
I suoi occhi
sembravano che stesse provando una profonda rabbia nei confronti di Nami.
Con freddezza si
avvicinò velocemente alla ragazza facendole mettere il viso verso il terreno, e
lui sopra di lei, per impedirle di scappare.
Allungò la katana di fianco alla geisha, proprio all’altezza della
gola…
Nami ovviamente si spaventò ed iniziò ad
urlare…
-Stai zitta!
-Levati! Non
toccarmi maledetto!
-Parla, perché hai
rubato e tradito la famiglia imperiale! Parla!!!
-Lasciami andare…
-Ti ho detto di parlare… - Disse con tono freddo.
Nami iniziò a preoccuparsi e preferì iniziare a
parlare…
Non era nella posizione
migliore per continuare a combattere verbalmente con il samurai.
-Non è stato il mio capo ad ordinarmi di rubare… è stata un’idea
mia…
-Perché?
La geisha non
rispose…
-TI HO DETTO DI
PARLARE!!!
-Volevo rifarmi
una vita nuova! Ero stufa di essere considerata solo una bambola!
-Il principe non
ti ha mai trattata come tale…
- E’ vero… ma un
giorno potrebbe farlo, oppure vendermi ad altre
persone una volta che si è stancato della mia presenza e non la ritiene più
necessaria… perché alla fine questo è il mio compito… essere venduta al
migliore offerente… perché il mio corpo è solo un oggetto…
Strinse i denti…
Voleva piangere,
ma era forte e doveva resistere…
-Cosa? – Chiese
stupito Zoro.
-Il mio corpo è
solo un oggetto e lo sarà sempre… sono stufa che venga
usato… voglio essere libera… scappare e non tornare più!
Una lacrima le
rigò il viso ed il samurai rimase senza parole…
Non sapeva più
cosa dire…
-AMMAZZAMI!!!
-Cosa?
-TI HO DETTO DI
AMMAZZARMI!!!
-Che stai dicendo? – Chiese confuso il samurai.
-Ho
infranto il regolamento rubando all’imperatore… ora infliggimi la punizione… non ho paura di morire… -
Rispose con voce roca.
Zoro alzò il braccio…
Nami chiuse gli occhi pensando che fosse
arrivata la sua fine, ma non sentì arrivare il colpo decisivo, anzi il peso che
era sul suo corpo si era levato.
Alzò lo sguardo e
vide il samurai che era in piedi che la fissava…
-Perché non mi hai ucciso? – Chiese stupita.
-Perché va contro i miei principi… - Rispose serio.
-Come?
-Io non uccido le donne… va contro i miei principi…
Nami era sorpresa, all’inizio aveva reagito in
modo preoccupante, ma gli occhi del ragazzo non erano cattivi, al contrario,
erano profondi e buoni.
-Inoltre, ho anche
infranto il regolamento…
-C-Cosa?
-Dovevo proteggere
il principe… e non l’ho fatto… avrei dovuto punirti
come impone la legge… ma non lo sto facendo… e non lo farò…
-Cosa stai cercando di dire? – Chiese preoccupata.
-Che sarò io
stesso a pagare, con la mi stessa vita, l’errore che
ho appena commesso… - Rispose serio.
La rossa si mise la mani sulla bocca e sgranò gli occhi…
Zoro alzò il braccio, era
pronto a trafiggersi…
Non disse niente…
Chiuse gli occhi
ed il braccio si mosse…
Ci fu un urlo da
parte della ragazza, ma accadde qualcosa…
-P-Principe…
- Disse Zoro.
-Non farlo amico
mio… - Rispose serio Rufy.
Il principe aveva
fermato il braccio di Zoro, impedendogli di compiere
quella sciocchezza.
-Devo…
ho infranto le regole…
non sono degno di servirla… - Aggiunse abbassando lo sguardo.
Shanks era indietro che, con volto serio, osserva la scena…
-Invece ti sei
comportato benissimo! – Sorrise Rufy.
-C-Come? – Chiese stupito Zoro.
-Non ti avrei mai
perdonato se l’avessi uccisa…
-Ma perché vostra grazia? Io vi ho derubato… - Rispose con gli occhi lucidi Nami.
-Ed allora? Ho tanto di quei gioielli che un
po’ di oro in meno non mi farà diventare di certo
povero! – Fece un ghigno.
Sia Nami che Zoro erano
senza parole…
Rufy era davvero eccezionale!
-Non voglio
perdere il mio migliore amico…
-Principe…
-Ti sei comportato
benissimo… proprio come avrei voluto io…
Rufy, successivamente,
si avvicinò lentamente verso Nami…
-In quanto a te…
La ragazza ingoiò
a fatica…
-Vuoi tornare a
palazzo con noi?
-Come??? – Chiese sorpresa.
-Quanto è successo
rimarrà un nostro segreto… anzi lascia rimediare tutto a me, so
come comportarmi! – Fece l’occhiolino.
-Pensavo di dire
che era una esercitazione… potrebbe essere un’idea… -
Intervenne Shanks.
-Direi che è
perfetto! – Rise Rufy.
-Io non so cosa
dire… - Rispose confusa.
-Devi solo dire si e tornare a palazzo… rimarrai con noi ed andrà tutto
bene… non sarai un geisha, ma una dama di corte… una mia amica… - Sorrise il
principe.
-Vostra grazia…
Nami aveva gli occhi lucidi e si avvicinò al
principe abbracciandolo con forza.
La geisha si
accorse dell’errore che aveva appena commesso, staccandosi velocemente dal
ragazzo.
-Mi scusi…
-Ma figurati! Anzi mi ha fatto piacere questa
tua reazione, vuol dire che accetti! – Sorrise il principe.
I due giovani si
guardarono e risero, quando Rufy sorrise ed abbracciò
con forza Nami.
Avvicinò anche Zoro, fino stringerlo in modo affettuoso, anche se il
samurai non era molto contento di tale gesto.
- Insomma questo è
quanto è successo…
-Ma come, non succede altro? – Domandò Chopper
curioso.
-Ci potrebbe
essere dell’altro … - Sorrise Robin.
-Dai
racconta Robin! Ci hai incuriosito tanto! –
Affermò Usop.
-Dai
finisci il racconto!
Quel principe, che mi è molto simpatico, ha delle idee interessanti! Voglio
sapere se ha realizzato il suo sogno!
Il ragazzo di
gomma era curioso di sapere l’esito della storia…
Robin aveva raccontato una delle sue tante
storie raccolte nei suoi incredibili libri, a tutta la ciurma di cappello di
paglia, che con molto interesse l’aveva seguita.
-Ti posso dire
caro capitano, che il principe è diventato imperatore… e tutto è rimasto nella
storia… - Sorrise Robin.
-WOW!!! MERAVIGLIOSO! LO SAPEVO CHE ERA UN GRANDE!!! – Esultò cappello di paglia.
-E degli altri? Dai Robin
dicci qualcosa! – La pregò Chopper.
-Siamo curiosi! Vogliamo altri dettagli… - Fece un ghigno Franky.
-Secondo me, quel
povero contadino che si allenava con i samurai, era
davvero coraggioso, aveva tanti misteri sotto… me ne intendo io di queste cose…
- Disse con guardo soddisfatto Usop.
-Devo ammettere
che sembrava simpatica la guardia reale, intendo uno
dei due allievi… peccato che sia stato poco presente… - Sbuffò Franky.
-Secondo me il
migliore era il cuoco! Quello aveva capito tutto… di cucina e di donne… - Rispose convinto Sanji.
-A me piaceva il
dottore di corte, alla fine faceva il mio stesso mestiere… a te, invece, chi
piaceva Robin? – Chiese dolcemente la renna.
-Devo dire che mi incuriosiva la dama di corte che si occupava delle
faccende burocratiche… sembrava un ruolo interessante…
-Secondo me il
samurai che viveva a palazzo sembrava in gamba… anche
se un po’ sfortunato… - Aggiunse Zoro.
-Un cretino come
te allora! Secondo me, invece, la geisha era davvero interessante! – Ridacchiò Nami.
-Una strega e strozzina
come te direi…
Dicendo questo lo
spadaccino uscì dalla cucina per recarsi sul ponte a prendersi una boccata
d’aria.
-Ma dove vai Zoro?
Non vuoi sentire l’ultima parte che ci dice ora Robin?
– Chiese Rufy.
-Non mi interessa… grazie… - Sbadigliò.
-Sempre il solito
bifolco… - Replicò Sanji.
-Adesso lo vado a
prendere io!
La rossa
inviperita, uscì dalla cucina per prendere a calci quel maleducato di uno
spadaccino.
Era sempre il
solito!
-Allora Robin ci dici qualcosa? – Chiese Usop.
-Per favore!!! – Supplicò Chopper.
-Dai Robin, sono curioso anche io… - Sorrise Franky.
-Vi posso dire che
il giovane principe salì al trono e molto cose
cambiarono… la dinastia dei Monkey andò avanti per
diversi secoli, portando il Giappone ad un grande splendore…
-Lo sapevo! Era un
grande quello! – Sorrise Rufy.
-Ovviamente si
sposò ed ebbe una splendida famiglia…
-E con chi? – Chiese Chopper.
-Questo non ve lo posso dire…
-Ma perché scusa? – Domandò Usop.
-Perché rovinerei, forse, parte della storia… ed
alla fine non è specificato del tutto… senza contare che molte cose possiamo
intenderle anche adesso…
-Adesso??? – Ripeté Chopper.
-Che vorresti dire? – Chiese Usop.
-Niente ragazzi…
la storia finisce qui… avvolta con un pizzico di mistero e magia! – Sorrise Robin.
Rufy non fece a meno di
ridere, era davvero sorprendente la sua archeologa!
Intanto fuori,
vicino ai mandarini…
-Allora brutto cafone vuoi entrare dentro?
-Perché dovrei?
-Sentiamo almeno
la conclusione…
-Non c’è altro da
aggiungere…
-Sei sempre il
solito noioso…
Dicendo questo la
navigatrice diede un sono pugno in testa allo spadaccino,
che ovviamente si lamentò per il male subito.
-Ahi! Mi hai fatto
troppo male! Sei una strega Nami!
-E tu un cafone… e non rompere per un pungo…
-Strozzina…
-Squattrinato…
-Strega…
-Cafone…
-Stupida piagnona
di una mocciosa!
-Adesso ti faccio
vedere io!
La rossa partì con
un altro pugno, ma che questa volta venne intercettato
dallo spadaccino che lo bloccò.
Il contatto
provocò ad entrambi con un déjà vu…
Zoro e Nami, anche se
non si dissero niente, videro un’immagine…
Una ragazza dai
capelli rossi e sbarazzini, con un kimono rosa leggermente abbassato, sdraiata
a terra e la fascia rossa che veniva levata con
delicatezza da un ragazzo dai capelli verdi, che continuava con amore a
baciarle il collo.
I due rimasero
immobili spalancando gli occhi…
Si staccarono
velocemente…
-Che ti prende mocciosa?
-Potrei farti la
stessa domanda!
-Niente… - Mentì Zoro.
-Anche io niente!
Si fermarono a
guardare il cielo stellato…
-Zoro posso farti una domanda?
-Spara!
-Secondo te quella
storia che ci ha raccontato Robin è vera?
-Ne dubito… sarà una leggenda…
-E se fosse vera ed è stata portata avanti
negli anni?
-Mah…
chi lo sa…
-Già… chi lo sa…
alla fine tutto è possibile… - Sorrise.
I due giovani
risero e continuarono a fissare il cielo, per poi raggiungere nuovamente i loro
compagni in cucina.