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Autore: Alexiel Maho    21/01/2009    3 recensioni
*FF per il concorso di Art Fiction di Midori Mikan* Ovviamente Zonami! Una storia ambientata nell'Antico Giappone, che abbia un significato particolare per la ciurma di cappello di paglia? Oppure è solo una leggenda? O meglio ancora un déjà vu?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DE’JA’ VU

DE’JA’ VU?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terzo Secolo, antico Giappone…

Fu qui che la storia ebbe inizio!

L’antico Giappone era fiorente e ricco, governato da un vecchio imperatore che aspettava che suo figlio prendesse il suo posto come nuovo sovrano.

Ma non c’erano solo loro, era molto organizzato l’impero…

Samurai di grande livello, pronti a dare la propria vita pur di mantener fede al loro codice d’onore che onorava la devozione nei confronti dell’imperatore.

Contadini e popolazione divisa in base alle proprie ricchezze…

Era proprio in questo periodo che la storia dei Monkey, al governo di questo vasto impero, prendeva la sua forma.

Garp D. Monkey anziano imperatore dello splendido Giappone, era arrivato al capolinea della sua intensa e ricca vita.

-Padre…

-Figlio mio… ormai il regno è nelle tue mani…

-Farò del mio meglio padre… ma non devi parlare così…

-Si Dragon… è arrivata la mia ora ormai… ma promettimi di essere forte…

-Farò del mio meglio…

-Sei sempre stato un disgraziato… un figlio pasticcione e sempre pronto a farmi mettere le mani nei capelli… un vero ribelle!

-Ma pensavo che dovessi complimentarti con me, non ammazzarmi in questo modo! – Protestò il figlio.

-Hai ragione… solo che…

Ma il continuo di quella frase non arrivò…

Dragon rimase immobile a fissare il padre…

-Padre? – Sussurrò.

L’uomo non rispondeva…

Sembrava essersi spento per sempre…

-Padre… - Disse chiudendo gli occhi e tremando.

-Il re è morto… - Parlò una guardia reale.

-Padre degenero! – Si alterò Dragon.

-Mio signore non può rispondere in questo modo a suo padre! – Protestò la stessa guardia che aveva parlato precedentemente.

-Invece si! Questo vecchiaccio sta dormendo!

Iceburg, la guardia che ormai era da anni al servizio del vecchio sovrano, non fece a meno di ridere, era sempre il solito.

-Vuoi morire o no vecchio?

-Ma è questo il modo di rispondere a tuo padre?

-Se fai il cretino in questo modo si… - Sbuffò Dragon.

-Il punto è questo… voglio lasciare a te il mio potere… non posso più continuare… - Rispose seriamente questa volta.

-Capisco… sarò pronto padre… non ti deluderò…

-Ne sono certo… - Sorrise.

L’uomo era stanco, anche se non perdeva occasione per stuzzicare il figlio, si poteva vedere chiaramente nel suo volto i segni della vecchiaia e la sofferenza della malattia che ormai da diversi anni lo stava lentamente consumando.

Iniziò a tossire, ma non smise di parlare…

-Figliolo, abbi cura dei miei nipoti…

-Sicuramente padre… cresceranno rompiscatole come te! – Fece un ghigno.

-Non dire fesserie! Sono cretini come il padre! – Rise a fatica l’uomo.

-Sono sempre pronti a farsi complimenti, eh? – Sussurrò un’altra guardia.

-Che ci vuoi fare Paulie, sono fatti così! – Fece un ghigno Franky.

Le due guardie erano al servizio di Dragon, erano stati allenati personalmente da Iceburg, al servizio ormai da molti più anni di loro e con una certa esperienza alle spalle.

-Salutami ancora una volta i miei cari nipoti…

-Sicuramente padre…

-Sono certo che saranno grandi…

-Lo penso anche io… hanno stoffa da vendere, sia Ace che Rufy

-Ace non sembra interessato a diventare il tuo successore, eh? – Fece un ghigno Garp.

-Assolutamente no… gli interessa più viaggiare! E’ uno scansafatiche su certi aspetti…

L’anziano sovrano sorrise…

-Rufy invece ha le sue ambizioni… - Fece un ghigno Dragon.

-Lo è sempre stato… sin da quando aveva sei anni…

-E lo sarà sempre…

-Lo penso anche io… sarà un grandissimo imperatore… - Fece un ghigno.

Questa volta Garp iniziò a ridere, il secondogenito di suo figlio, Rufy, era davvero un ragazzo stravagante.

Aveva passato bei momenti con loro e gli era stato sempre vicino, visto che poco dopo la nascita del piccolo, la madre, nonché moglie di Dragon, era morta.

-Figlio mio… ho una richiesta da farti come mio ultimo desiderio…

-Di cosa si tratta padre?

-Sii forte, perchè voglio che questo impero resti nella storia…

-Farò del mio meglio… - Sorrise.

Furono le ultime parole del grande imperatore Monky D. Garp.

La perdita del vecchio sovrano fu un grande dolore per tutti…

Per una settimana i funerali andarono avanti…

Intanto, Dragon aveva preso pieno carico dei poteri che una volta erano nelle mani del padre.

Adesso doveva regnare il grande Giappone, ed era tutto nelle sue mani.

L’impero di Dragon era sempre fiorente e la prosperità non mancava.

Gli anni passarono velocemente…

Ben sei anni dalla morte del vecchio imperatore, e Rufy, il secondogenito di Dragon, era arrivato alla sua maggiore età.

Al contrario, Ace aveva già ventuno anni, ma le sue idee erano sempre chiare…

Non voleva diventare imperatore per nessun motivo!

-Non riesco a capirti figliolo, perché non vuoi succedermi?

-Perché non mi interessa padre… voglio viaggiare! – Sorrise il ragazzo.

-Allora dovrà diventare Rufy, sovrano al mio posto… - Sbuffò l’uomo.

-NO!

-Come sarebbe a dire no Rufy? Anche tu vuoi viaggiare? – Si disperò Dragon.

-No…

-Ed allora cosa vuoi? – Chiese l’imperatore.

-Diventare il migliore imperatore di tutti i secoli! E’ questo il mio sogno!

-E lo diventerai mio caro… - Sorrise l’uomo.

-Sempre il solito ambizioso, eh fratellino? – Fece un ghigno Ace.

-Ma non in questo modo…

-Come sarebbe a dire??? – Si allarmò il padre.

-Il primo che deve salire al potere è Ace… non io… il mio posto me lo voglio guadagnare e dimostrare quello che valgo! Sarebbe troppo facile altrimenti… - Sorrise.

-Non ci posso credere… cosa ho fatto di male per avere due figli scemi come loro? – Domandò Dragon guardando in cielo.

-Allora salirò al potere… - Fece un ghigno Ace.

-Davvero? – Domandò speranzoso il padre.

-Certo… ma poi mi dimetto così subentrerà Rufy… - Rise Ace.

-Uffa… - Rispose Rufy con il dito nel naso.

-Lasciamo perdere… - Disse affranto Dragon.

-Rufy guarda, che non c’è niente di male se sali tu al potere e non io…

-Dici? Non devo compiere grandi imprese? – Chiese poco convinto.

-Quello serve solo per dimostrare la tua grandezza… - Fece un ghigno il fratello maggiore.

-Allora in questo caso… sarò io il futuro imperatore di tutto il Giappone! – Esultò.

-Direi che abbiamo trovato un compromesso… - Disse Ace guardando il padre.

-Così pare figliolo… così pare… - Sorrise.

In quel momento un uomo dai capelli rossi, accompagnato da un altro uomo con un fisico massiccio e con un codino nero, si avvicinarono all’imperatore con tanto di inchino.

-Eccoci qui mio signore, ci ha fatto chiamare? – Parlò il rosso.

-Si miei cari amici… sono qui perché ho un grande favore da chiedervi…

-Di che si tratta? – Chiese l’uomo con il codino.

Gli uomini che erano appena entrati a palazzo erano due samurai di grande prestigio, fidati servitori dell’imperatore Monkey D. Dragon, i loro nomi erano Shanks e Ben Beckman.

Il primo aveva i capelli rossi ed era un gradissimo samurai, allenava personalmente Rufy da diversi anni, era praticamente il suo tutore.

Erano molto legati, ed il giovane stravedeva per l’uomo dai capelli rossi.

Inoltre Shanks era privo di un braccio, e questo per salvare il giovane Rufy, che all’età di sette anni, era caduto in mare, aveva rischiato di annegare ed essere mangiato da un pesce pericoloso se non fosse intervenuto il rosso.

Fu un gesto di grande eroismo e per questo fu premiato, diventando il capo di tutti i samurai.

Ben Beckman, invece, era il suo braccio destro…

Avevano combattuto sempre insieme, arrivando ad avere un grande rapporto di fiducia ed amicizia.

Ben, al contrario del rosso, era il tutore del primogenito del sovrano.

Non era facile allenare uno come Ace, visto che non ne voleva sapere di queste cose, anche se doveva ammettere che quando si impegnava diventava un ottimo combattente.

Avevano sempre combattuto per la famiglia Monkey ed erano fedeli servitori della corona imperiale.

Inoltre non allenavano solo i due principi imperiali, ma anche tantissimi altri samurai.

Shanks aveva un gruppo di ragazzi molto scalmanati, ormai da anni, tutti considerati dei compagni per Rufy.

Ovviamente anche Ben, oltre ad Ace, aveva altri giovani da allenare.

Erano divisi in sezioni…

Le guardie imperiali, invece, erano comandate da Iceburg, ed i due plotoni, a loro volta, erano comandati da Paulie e Franky.

Samurai e guardie imperiali avevano ruoli differenti, ma allo stesso tempo importanti.

I primi erano difensori personali dell’imperatore, ed erano una scelta al quanto selettiva e spesso svolgevano missioni suicide, ma soprattutto erano sempre al fianco del sovrano.

I secondi, invece, avevano il compito non solo di proteggere l’imperatore, ma di salvare, in caso di bisogno, e difendere fino all’ultimo, tutta la popolazione.

-Volevo chiedervi un piccolo favore… - Continuò l’imperatore.

-Di che si tratta? – Chiese Ben.

-Vorrei che tu ti occupassi di una faccenda molto delicata…

-Mi dica tutto mio signore… - Rispose con l’inchino.

-Vorrei che mi portassi una geisha…

-Una geisha? – Chiese stupito.

-Si… ti sembrerà strano, ma voglio che sia sempre al fianco di mio figlio Rufy… e gli faccia capire un po’ di cose… - Fece un ghigno.

Ben Beckman si voltò per vedere il ragazzo…

Il giovane storse la testa ed in tutta tranquillità si mise il dito nel naso…

All’uomo una grande goccia dietro la testa comparve, mentre il rosso non fece a meno di ridere di gusto.

-Sarà un’impresa ardua, ma farò del mio meglio… altre richieste?

-No, questo è tutto…

-Quando devo partire? – Chiese Ben.

-Stanotte… Nico Robin ti darà tutte le informazioni necessarie…

In quel momento si fece avanti la donna che era stata appena nominata…

Era molto bella e fine…

Alta con un fisico particolarmente formoso, occhi blu e capelli neri che le arrivavano sopra le spalle.

Aveva un kimono, viola con dei decori neri, molto fine, si poteva notare che era stato ricamato con cura.

Sorrise…

Era una sorta di dama di compagnia, era sempre presente a palazzo ed aiutava in ambito burocratico l’imperatore.

Non era concesso di solito alle donne avere simile cariche, ma l’intelligenza di Robin era notevole e siccome per anni sua madre era stata al servizio di Garp, con ottimi risultati, Dragon aveva deciso di continuare portando con sé la figlia della donna.

-Eccomi qui mio signore… - Rispose la donna con tanto di inchino.

-Grazie per la tua disponibilità… conto su di te per dare a Ben Beckman le informazioni migliori per trovare la geisha che ho richiesto… - Disse Dragon.

-Sarà fatto mio signore, non la deluderò… - Sorrise.

Nico Robin si voltò e non fece a meno di sorridere a Rufy

Il ragazzo rispose al sorriso…

Avevano instaurato un ottimo rapporto, nonostante ci fosse qualche anno come differenza di età.

Spesso Rufy, la sera rimaneva sveglio a parlare con Robin, e quest’ultima gli raccontava varie leggende e vecchie storie, tutte raccolte nei suoi innumerevoli libri.

-Invece io, cosa posso fare per lei mio signore? – Chiese Shanks.

-Vorrei che portassi in giro per la città i tuoi allievi, compreso Rufy ovviamente, per i soliti allenamenti…

-Sarà fatto mio signore… mi preparo subito! – Rispose con inchino il rosso.

-Allora andiamo! Non vedo l’ora! – Esultò il ragazzo.

I due si recarono a chiamare l’altro samurai, un ragazzo dai capelli verdi e con lo sguardo sempre serio.

-Ciao Zoro!

-Principe… - Rispose con inchino.

-Che strazio! Lo sai che voglio che mi chiami Rufy! – Sorrise.

-Le regole sono regole… ed io ho il compito di rispettarle… - Rispose serio.

-Bravo Zoro, sei un grande esempio… - Sorrise Shanks.

-Allora andiamo a chiamare anche Sanji? – Chiese Rufy.

-Certo, si parte ora ragazzi… - Sorrise il rosso.

-Ci alleneremo anche oggi, vero?

-Certamente Zoro, dovete essere sempre pronti! Ho il compito di farvi diventare grandissimi samurai…

-E farò del mio meglio… il mio sogno è diventare il miglior samurai…

-Per farlo dovrai avere costanza e determinazione ragazzo mio… - Fece un ghigno Shanks.

-Ci riuscirò… - Sorrise Zoro.

Mentre si incamminarono, i due notarono, che Rufy si era già dileguato…

-Dove sarà finito quel babbeo? – Chiese Shanks.

-Sarà andato a chiamare il cuoco…

-Sicuramente sarà da lui… almeno coglierà anche l’occasione per mangiare… - Rispose mettendosi la mano sulla faccia.

In tutta tranquillità, anche loro arrivano in città, fino al locale di Zeff, il padre di Sanji, l’altro samurai che si allenava con loro.

Era un piccolo ristorante che preparava le migliori specialità culinarie di tutto il Giappone!

Zeff non era originario di quella zona, ma era stato convocato personalmente dall’imperatore per via della sua incredibile bravura nell’arte culinaria.

Mise su famiglia, ma purtroppo la moglie, qualche anno fa, morì per un attacco da parte di briganti.

Lo stesso Zeff rimase ferito, perdendo l’uso della gamba destra…

Appena entrarono, Shanks e Zoro, videro Rufy che stava mangiando allegramente…

Ovviamente non fecero a meno di sospirare, era sempre il solito!

-Sempre a mangiare, eh? – Chiese Shanks.

-Ho fame, devo crescere…

-Di testa… - Mugugnò Zoro.

-Volete favorire?

-No grazie Rufy… anzi pensa a muoverti che dobbiamo andare! – Polemizzò Shanks.

-Aspettate… ancora due porzioni da ordinare ed ho finito! – Sorrise.

Sia Zoro che Shanks non fecero a meno di cadere, rimanendo con le gambe in alto.

Non potevano crederci, Rufy era davvero incorreggibile!

Zeff, il proprietario del ristorante, stava osservando il giovane principe, era davvero sorprendente quel ragazzo, sicuramente unico nel suo genere.

Sanji, ormai era pronto per raggiungere i suoi compagni, ma non fece a meno di fermarsi, ancora dietro al bancone, poco più distante dal padre, ad osservare sconvolto i due malcapitati che erano svenuti per sentire le sciocchezze di Rufy.

Continuava a fumare, senza di quello non poteva più andare avanti ormai, ma non era la sua unica passione, c’erano anche le donne!

-Grazie per il pasto Zeff, sei sempre il numero uno! – Sorrise Rufy.

-Grazie a te principe! E’ un piacere che la mia cucina sia di tuo gradimento! – Fece un ghigno.

-Finalmente ecco il cuoco… puzzi di fumo come sempre… - Gli disse Zoro.

-E tu non rompere… - Ringhiò Sanji.

-Allora noi andiamo, ciao Zeff! – Sorrise Shanks.

-Grazie a lei Shanks! – Rispose l’uomo con l’inchino.

Il rosso in paese aveva la sua fama ed era amato e stimato da tutti per la sua grande forza e per le sue idee giuste e sagge.

-Comportati bene figlio depravato! – Brontolò Zeff.

-Pensa per te vecchiaccio! Lavora bene! – Rispose con una linguaccia Sanji.

Finalmente anche Rufy era pronto e poterono girare per la città, per recarsi alla via alberata, con tutti i ciliegi in fiore, visto che ormai era la stagione, occasione in più per potersi rilassare ed allenare in tutta tranquillità.

Mentre passeggiavano per la città, incontrarono Usop

-Ciao Usop! – Lo salutò Rufy.

-Salve principe! Anche oggi ad allenarvi? – Chiese stupito.

-Certamente! – Sorrise Rufy.

-Ma non ti unisci a noi Usop? – Chiese Sanji.

-Vorrei, ma devo aiutare mio padre… e poi non sono alla vostra altezza… - Rispose tristemente.

-Ma non dire sciocchezze! Basta che ti eserciti e diventerai anche tu un grande samurai! – Affermò Rufy con il sorriso.

-Yasop non fare storie e lascia venire tuo figlio!

-Shanks, guardi che non sono io a non farlo venire… - Rispose serio.

Tutti rimasero in silenzio con tanti puntini che sovrastavano le loro teste

Usop rimaneva sempre il solito bugiardo!

-Beh a dire il vero dovevo andare a comprare un libro! – Cercò di rimediare.

-Ma da quando in qua figliolo? Fra poco neppure sai leggere… - Rispose diretto il padre.

-Hai ragione padre… ma volevo aiutarti… - Disse questa volta con sincerità.

La famiglia di Usop non era affatto ricca e dovevano lavorare duramente per mantenersi, soprattutto per curare la madre molto malata.

-Riuscirò anche da solo… tranquillo…

-Ma la mamma…

-La mamma starà presto bene… vedrai che venderò tutto oggi! – Sorrise Yasop.

Intanto Rufy era immobile, con lo sguardo serio, che ascoltava quello che i due familiari si stavano dicendo, quando allungò la mano verso il giovane Usop.

-Prendi!

-Cosa è? – Chiese Usop.

- E’ un sacchetto con delle monete d’oro…

-C-Cosa?

-Prendili e dalli a tua madre, si deve pur curare in qualche modo! – Sorrise.

-Ma io non posso accettarli… - Rispose con gli occhi lucidi.

-Non ti sto facendo la carità… è un gesto d’amicizia… siamo sempre compagni di allenamento… e non solo! – Sorrise compiaciuto.

Usop non fece a meno di commuoversi e si mise in ginocchio abbracciando le gambe di Rufy.

Continuava a ringraziarlo senza esitazione e con le lacrime agli occhi.

I presenti sorrisero per quella scena, se Rufy sarebbe salito al trono, molte cose sarebbero cambiate ed il regno avrebbe vissuto giorni di gloria, se non secoli!

Finalmente anche il ragazzo di umili origini, si unì al gruppo di Shanks

Mentre continuavano a passeggiare per la città, incontrarono Kaya, una dama di nobili origini, insieme alla sua amica Bibi, anche lei della stessa nobiltà, seguite dalla dama di compagnia della prima, Nojiko.

Erano tre facce note ai ragazzi ed ovviamente i saluti non mancarono…

Dopo una breve conversazione con il principe e gli sguardi languidi di Sanji, che non smetteva di corteggiare le tre giovani, anche se senza successo, accompagnato da uno sguardo rammaricato da parte di Usop ed un’espressione impassibile da parte di Zoro, la conversazione ebbe termine, ed ognuno riprese la sua direzione.

-Sono davvero molto simpatiche quelle tre ragazze! – Sorrise Rufy.

-Sono tre angeli venuti dal cielo! – Replicò Sanji.

-Sempre il solito cascamorto…

-Non rompere samurai fallito! Tu cosa ne vuoi sapere di donne! – Ringhiò Sanji.

-Cosa vorresti insinuare???

-Che quando ti vedono scappano per la tua brutta faccia!

-Parla quello bello… - Ringhiò Zoro.

-Ma tanto, anche se le vedi, neppure le consideri…

-Meglio essere un vero uomo come me… e non un omuncolo come te… - Fece un ghigno.

-Ora ti ammazzo!

-Provaci e ti faccio a fette!

-Finitela per favore! – Cercò di calmarli Shanks.

Usop intanto continuava a sospirare…

-Che hai Usop?

-Niente…

-Non è vero! Dai parla! – Insistette Rufy.

-Kaya è una ragazza meravigliosa… ma siamo troppo diversi…

-In che senso scusa? Siete persone… - Notò il principe.

-Ma non in quel senso! Siamo di due origini differenti… - Rispose tristemente.

-Quando salirò al trono io, questi problemi non ci saranno più! – Sorrise.

-C-Come?

-Voglio diventare il miglior imperatore di tutti i secoli ed uno dei tanti cambiamenti da fare è proprio questo! Eliminerò questi divieti! Non contano le ricchezze, ma i sentimenti! – Sorrise.

-Oh principe…

Ancora una volta Usop finì per piangere…

Finalmente giunsero alla via alberata dei ciliegi in fiore e ne ammirarono il panorama.

Shanks era avanti, seguito da Zoro e Sanji

Tutti e tre avevano un sorriso beato e sereno sul volto…

Una leggera brezza si era alzata, facendo volare qualche petalo di ciliegio, che finì per accarezzare le loro pelli.

Intanto Rufy ed Usop erano avanti che correvano, sembravano due bambini!

-Bene ragazzi, l’allenamento può cominciare! – Sorrise Shanks.

-Non vedevo l’ora… - Sussurrò Zoro.

Gli allenamenti continuarono fino all’ora di cena, quando i ragazzi dovettero ritirarsi nelle proprie abitazioni.

Sanji ed Usop abitavano in città ed in poco tempo si diressero a casa, senza contare che il primo continuò a litigare con Zoro per tutto il tragitto.

Mentre Shanks, seguito dai suoi altri due allievi, si recò a palazzo…

Zoro abitava in una delle piccole abitazioni collegate al giardino imperiale, e questo perché era rimasto orfano.

La famiglia Roronoa era molto conosciuta, erano stati da secoli grandi samurai al servizio della corona imperiale ed erano morti per essa.

L’imperatore, per sdebitarsi per il duro prezzo che avevano pagato, ospitò il giovane Zoro nella loro grande dimora.

La vita anche se poteva apparire serena, non lo era

Molte guerre spesso davano problemi, portando dolorose perdite al grande impero giapponese.

La notte passò velocemente, finchè la mattina, Ben Beckman tornò dalla missione che l’imperatore Dragon gli aveva raccomandato.

Si recò a palazzo, seguito da una giovane, vestita con un lungo kimono rosso e dei fiori bianchi decorativi, ed un velo, come se dovesse coprire il suo volto.

Una volta giunta a palazzo, venne subito convocata davanti all’imperatore…

Non mancava nessuno!

Anche Shanks, insieme ai suoi allievi, compresi Usop e Sanji, che come al solito erano incantati dal meraviglioso palazzo, era nella sala principale ed attendeva di conoscere la giovane geisha.

Dall’altro lato, c’era Nico Robin con a lato il fidato dottore dell’imperatore, Tony Tony Chopper.

Le tre guardie imperiali, invece, erano a lato del sovrano e dei due figli.

-Eccomi qui mio signore! Vi ho portato la geisha che desideravate… - Sorrise.

-Mi fa piacere che hai compiuto la missione con successo! Vieni avanti…

La geisha molto lentamente avanzò, fino ad arrivare vicino alle scale dell’imperatore e come da protocollo, fece un inchino.

Si levò il velo, mostrando il suo meraviglioso e giovane viso…

Tutti rimasero stupiti da cotanta bellezza, senza contare che potevano vedere chiaramente che la ragazza era molto giovane, anche se ovviamente aveva compiuto la maggiore età.

-Il mio nome è Nami… sono la geisha che Arlong vi ha mandato, mio signore… - Rispose con inchino.

-Piacere di conoscerti mia cara… ti ho fatto venire fin qui come dama di compagnia per mio figlio Rufy, il secondogenito…

Il giovane chiamato in questione fece un passo avanti, sorridendo alla ragazza…

-Piacere di conoscerti Nami! – Sorrise.

-Piacere mio vostra grazia!

Dopo le presentazioni, Nami non fece a meno di incrociare gli occhi di Zoro

Si fissarono senza batter ciglio, per poi cambiare lo sguardo altrove.

A Nami venne fatto visitare l’intero palazzo e le mostrarono la sua bellissima stanza.

Era stupita e contenta al tempo stesso, non solo della sua stanza, ma anche delle persone con le quali doveva rapportarsi, anche se sapeva molto bene, che alla fine restava sempre e solo una geisha.

Spesso Nami, anche quando Rufy si allenava, lo seguiva per continuare ad essere la sua dama di compagnia in qualsiasi circostanza, proprio come l’imperatore le aveva ordinato.

Nonostante tutto gli sguardi con Zoro non mancavano, e spesso anche qualche piccolo battibecco.

-Samurai di poca grazia, non si risponde in questo modo alla dama di compagnia del principe! – Rispose acidamente.

-Dama? Io non vedo nessuna ragazza…

-Siete solo un villano!

-E tu una strega!

-Non risponderle in quel modo brutto bifolco! – Intervenne Sanji.

-Ecco il cretino della situazione… - Ringhiò il samurai dai capelli verdi.

-Mia adorata Nami, è meravigliosa… proprio come questi ciliegi in fiore! – Disse il cuoco con occhi sognanti.

- E’ davvero molto gentile, ed apprezzo i suoi complimenti, ma mi dispiace romperle il suo sogno, ma io sono solo la geisha di vostra altezza… - Rispose con sorriso.

-Lo so mia cara, e mi si stringe il cuore, ma qualsiasi cosa desideri, sarò lieto di eseguirla! – Affermò con gli occhi cuoriformi.

-Ah davvero? – Fece un ghigno.

-Certo!!!

-Difendimi da quel cafone dai capelli verdi, è davvero noioso… mi dice cose poco carine… - Rispose in modo melodrammatico.

-COSA???? – Urlò il ragazzo dai capelli verdi.

-Sarà fatto mia adorata!

-NAMIIIII!!!!

-Mi dica vostra grazia…

-GUARDA COME COMBATTO BENE! – Rise.

La ragazza si voltò osservando il principe che combatteva con determinazione, era interessante osservarlo.

Nami non fece a meno di sorridere in modo sincero…

Zoro rimase sorpreso dell’espressione della geisha, doveva ammettere che non si fidava molto della giovane, ma alle volte, aveva delle espressioni davvero sincere.

Fece un ghigno divertito…

Gli allenamenti continuarono finchè non tornarono a palazzo…

-Ho voglia di farmi un bel bagno caldo! – Sorrise Rufy.

-Vuole che l’accompagni mio principe? – Fece un ghigno malizioso Nami.

-Certo che no! – Arrossì.

Nami vedendo l’espressione imbarazzata, ma soprattutto ingenua e pura da parte del giovane principe, non fece a meno di ridere.

-Perché ridi? – Chiese confuso.

-Siete buffo principe!

-Come buffo?

-Siete un personaggio singolare… - Sorrise.

-Ma mi stai prendendo in giro?

-Non mi permetterei mai… - Sorrise.

Il ragazzo si recò nella sua stanza, per rilassarsi, e finalmente potersi concedere, un bagno caldo in tutta tranquillità.

La geisha rimase sola…

Iniziò a passeggiare per il giardino imperiale, osservando le piante ed il piccolo ruscello, abitato da vari pesciolini rossi.

Sorrise…

Mentre camminava si accorse di una piccola abitazione ed incuriosita, ma ovviamente con molto indiscrezione, si avvicinò, cercando di vedere di cosa di potesse trattare.

Vide le spalle di nude di un giovane…

Un giovane che aveva conosciuto molto bene!

Ebbe un sussulto, lentamente indietreggiò per non far percepire la sua presenza, ma il samurai si era già accorto della geisha.

-Che fai? Mi spii anche ora?

-Certo che no!

-Ed allora cosa vuoi?

-Stavo guardando tutto il giardino…

-Ma questo non è il giardino…

-Ma è nel giardino!

Zoro si alzò guardando in faccia la giovane geisha…

Si fissarono, finchè a Nami l’occhio non cadde sulla grande cicatrice che si estendeva lungo il petto del giovane samurai.

Rimase raggelata vedendo quel segno…

Zoro se ne accorse, ma non perse occasione per stuzzicare la geisha…

-Che fissi? Ti sei incantata?

-Non ti sto fissando! – Replicò.

-Bugiarda… - Fece un ghigno.

-Che ti sei fatto sul petto?

-Ti riferisci a questa cicatrice?

-Ed a cos’altro altrimenti? – Disse in modo ironico.

-Allora vedi che stavi guardando la mia cicatrice? – Fece un ghigno vittorioso.

-Diciamo che mi è caduto l’occhio… hai più cicatrici che cervello…

-Ma devi avere sempre l’ultima parola geisha maligna?

-Direi proprio di si… squattrinato…

-Cosa???

-Si mio caro… si vede che sei un poveraccio…

-Non tutti sono nati ricchi… e tu non mi sembri da meno…

Nami rimase con sguardo severo rivolto al giovane, ma non rispose…

-Hai perso la lingua mocciosa?

-No… e finiscila di darmi nomignoli!

-Ti da fastidio per caso? – Fece un ghigno.

-Sei monotono… - Ringhiò.

I due si guardarono con sguardo omicida...

-Allora vuoi dirmi della cicatrice? – Chiese in tono scocciato Nami.

-Dovrei?

-Perché non dovresti invece?

-Sono fatti personali… ed alla fine neppure ti conosco… - Le rispose in modo diretto.

-Hai ragione… ma domandare è lecito… rispondere è cortesia… - Fece un ghigno.

-Posso anche non dirti niente comunque… non serve che mi dici queste stronzate

-Allora è vero che sei proprio cafone… che villano… - Rispose girandosi.

Zoro rimase immobile a fissare la ragazza con sguardo serio…

-Sicuramente te la sarai procurata durante uno scontro… alla fine sei sempre un samurai… - Disse seriamente Nami.

-Sei perspicace… - Fece un ghigno.

-Sono molto più intelligente di te… - Rispose tagliente.

-Allora potevi fare altro…

-Non ho scelto io questa vita… - Disse abbassando lo sguardo.

Il samurai rimase sorpreso per la reazione da parte della ragazza, forse aveva toccato un tasto dolente.

-Questa cicatrice me la sono procurata durante uno scontro con un altro grande samurai… uno che voglio battere a qualsiasi costo… è conosciuto come Occhi di Falco… il suo nome è Mihawk

-Capisco…

Zoro non aggiunse altro, lentamente si sedette prendendo la sua katana e iniziò a pulirla nuovamente.

-Tu non mi chiedi niente invece?

-Sono cose che non mi riguardano…

-Che persona seria… - Fece un ghigno.

-Non amo chiedere cose altrui…

La geisha continuò a fissare Zoro, che con amore, puliva la sua katana con il manico bianco.

-Ci tieni molto a quella katana, vero?

-E da cosa lo deduci mocciosa?

-Dal fatto che cambi espressione…

-Forse è proprio così… è legata ad una promessa… un ricordo importante…

Nami non aggiunse altro, capì chiaramente che era legata ad un triste passato.

Quella katana era importante per Zoro, perché gli ricordava la sua sorellina Kuina, morta quando era ancora una bambina per via di un tragico incidente.

Si erano sempre allenati insieme, lui era il fratello maggiore e l’aiutava a migliorare la sua tecnica con la katana, visto che adorava combattere, e quella bianca, che ora teneva con cura, era proprio quella della sorella.

Il sogno di Kuina era vedere il fratello che diventasse il miglior samurai di tutto il Giappone, e lui voleva esaudire questo piccolo desiderio, anche se sarebbe costato fatica e sudore.

Zoro era avvolto nei suoi pensieri, quando ritornò alla realtà…

Si accorse che Nami era molto vicino al suo viso e lo guardava con un ghigno divertito.

-Che ti prende ora? – Chiese con sguardo poco convinto.

-Che ne pensi di passare una notte d’amore? – Fece l’occhiolino.

-COSA?????

-Dai non ti scaldare… - Ridacchiò.

-Ma sei pazza??? Tu sei la geisha del principe!

-Vedo che sei molto legato a lui… - Rispose seria questa volta.

-Non è solo un principe… ma è anche un amico… inoltre ho un codice da mantenere!

-Capisco…

Nami si alzò, ed iniziò a slacciarsi il kimono, facendo sudare freddo al ragazzo dai capelli verdi.

-C-Che stai facendo?

-Mi spoglio, non vedi?

-Ma hai capito cosa ho detto???

-Certo… ma guarda che mi devi pagare… non ti faccio certo servizi gratuiti! – Fece un ghigno.

-C-Cosa???

-Ho detto che mi devi dare dei soldi per questo servizietto! – Rise divertita.

Iniziò ad aprire leggermente il kimono…

Si poterono notare le sue spalle nude, mostrando un particolarissimo tatuaggio…

Una girandola ed un mandarino…

Si intravedeva il seno, anche se non chiaramente, visto che era ancora leggermente coperto.

-Ma con che soldi?

-Non possiedi soldi?

-Direi di no…

-Ma vivi a palazzo!

-E con questo?

-Maledizione!

Si ricoprì velocemente ed iniziò a pensare…

-Che ti prende ora? – Chiese con una goccia dietro la testa Zoro.

-Semplice… mi devi dare comunque una piccola somma per lo spettacolo…

-COSA???? MA CHE SPETTACOLO STAI DICENDO CRETINA???

-A parte che non sono cretina… seconda cosa non urlare in questo modo con me bifolco… e per finire hai visto il mio petto…

-Cosa??? Ma tu sei pazza davvero… - Rispose con gli occhi di fuori.

-Non mi interessa… pagami con cinquanta monete d’oro! – Fece un ghigno.

-Ma non le possiedo!

-Ti arrangi! Devi saldare il debito… altrimenti aumenterà… - Fece una linguaccia.

-Strozzina…

-Squattrinato…

Si fissarono con sguardo omicida, quando Nami uscì dalla piccola abitazione del samurai, ma prima di andarsene disse ancora una cosa a Zoro.

-Ricorda che devi pagare i debiti! Non mi dimenticherò che mi devi cinquanta monete d’oro! – Fece la linguaccia.

Zoro mugugnò semplicemente…

La geisha velocemente si dileguò ed il ragazzo rimase confuso pensando al caratterino isterico ed autoritario che aveva quella giovane.

Era davvero insopportabile!

Eppure…

Non si fidava del tutto di lei…

C’era qualcosa sotto…

Le giornate passarono velocemente e Nami era quasi un mese che era giunta a palazzo.

Era sempre in compagnia di Rufy ed il rapporto stava aumentando notevolmente, ma ovviamente la geisha aveva notato che il principe era ancora troppo ingenuo per certe cose.

Anche i litigi con Zoro sembravano aumentare giorno per giorno!

Il samurai dai capelli verdi, aveva notato che tutte le sere Nami girava per il palazzo analizzando ogni cosa con grande interesse.

Non sembrava volesse conoscere la struttura, bensì fare qualcosa di molto più serio…

Tutte le notti, Zoro la teneva sempre sotto controllo, quando una notte cadde l’impensabile.

Nami girava per il palazzo, quando finalmente giunse nella sala dell’imperatore, riuscendo ad entrare con indiscrezione addormentando le guardie con un sonoro colpo, dato con un bastone che teneva nascosto in mezzo al suo seno prosperoso.

Riuscì ad entrare rubando parte dei gioielli più importanti, ma soprattutto quelli che avevano un grande valore.

Nascondendoseli con cura e vestendosi con un semplice kimono, in modo da essere scambiate per una serva, riuscì ad uscire dal palazzo.

Ovviamente Zoro si era accorto di tutto e senza perdere tempo, avvolto dall’oscurità della notte, inseguì la giovane che pensava di averla fatta franca.

Con sorpresa anche Shanks, insieme al principe Rufy, si accorsero dell’accaduto e preferirono seguire il samurai dai capelli verdi, senza informare l’imperatore Dragon che stava facendo sogni tranquilli.

Nami riuscì ad oltrepassare la cittadina che stava proprio ai piedi del palazzo imperiale e si incamminò velocemente verso la via che le si presentava di fronte, ricca di vegetazione, ma priva di abitazioni.

Sorrise…

Pensava ormai di avercela fatta, quando si sentì toccare la spalla…

Ebbe un sussulto e lentamente si voltò vendendo Zoro che la stava osservando con sguardo gelido.

Le mancò il respiro…

Era stata scoperta!

-Che diavolo stai facendo?

-Lasciami!

Con scatto la geisha si allontanò dal samurai e si fissarono con freddezza.

-Pensavi di farla franca, eh?

-Si è vero… lo speravo… vedrai che ci riuscirò comunque… - Fece un ghigno.

-Non mi sono mai fidato di te…

-Pazienza… poco mi importa…

-Non fare la spiritosa… anzi preparati che pagherai per l’affronto che hai portato alla famiglia imperiale dei Monkey!

-Fatti sotto… non ho certo paura di battermi con te… - Rispose seria.

Nami non poteva negare che aveva paura di affrontare Zoro, ma in qualche modo doveva pur difendersi e scappare con il bottino.

-Ti ha detto il tuo capo di rubare, eh?

-Assolutamente no…

-Bugiarda!

Zoro si avvicinò alla ragazza ed iniziò a strattonarla, voleva saperne di più al riguardo.

Nami, impaurita, prese una piccola lama che aveva preso in caso di bisogno, ed attaccò il samurai provocandogli due ferite.

Per cercare di scappare il più velocemente possibile, la geisha inciampò e cadde all’indietro fissando spaventata il ragazzo che aveva appena ferito.

Zoro era rimasto senza parole…

I suoi occhi sembravano che stesse provando una profonda rabbia nei confronti di Nami.

Con freddezza si avvicinò velocemente alla ragazza facendole mettere il viso verso il terreno, e lui sopra di lei, per impedirle di scappare.

Allungò la katana di fianco alla geisha, proprio all’altezza della gola…

Nami ovviamente si spaventò ed iniziò ad urlare…

-Stai zitta!

-Levati! Non toccarmi maledetto!

-Parla, perché hai rubato e tradito la famiglia imperiale! Parla!!!

-Lasciami andare…

-Ti ho detto di parlare… - Disse con tono freddo.

Nami iniziò a preoccuparsi e preferì iniziare a parlare…

Non era nella posizione migliore per continuare a combattere verbalmente con il samurai.

-Non è stato il mio capo ad ordinarmi di rubare… è stata un’idea mia…

-Perché?

La geisha non rispose…

-TI HO DETTO DI PARLARE!!!

-Volevo rifarmi una vita nuova! Ero stufa di essere considerata solo una bambola!

-Il principe non ti ha mai trattata come tale…

- E’ vero… ma un giorno potrebbe farlo, oppure vendermi ad altre persone una volta che si è stancato della mia presenza e non la ritiene più necessaria… perché alla fine questo è il mio compito… essere venduta al migliore offerente… perché il mio corpo è solo un oggetto…

Strinse i denti…

Voleva piangere, ma era forte e doveva resistere…

-Cosa? – Chiese stupito Zoro.

-Il mio corpo è solo un oggetto e lo sarà sempre… sono stufa che venga usato… voglio essere libera… scappare e non tornare più!

Una lacrima le rigò il viso ed il samurai rimase senza parole…

Non sapeva più cosa dire…

-AMMAZZAMI!!!

-Cosa?

-TI HO DETTO DI AMMAZZARMI!!!

-Che stai dicendo? – Chiese confuso il samurai.

-Ho infranto il regolamento rubando all’imperatore… ora infliggimi la punizione… non ho paura di morire… - Rispose con voce roca.

Zoro alzò il braccio…

Nami chiuse gli occhi pensando che fosse arrivata la sua fine, ma non sentì arrivare il colpo decisivo, anzi il peso che era sul suo corpo si era levato.

Alzò lo sguardo e vide il samurai che era in piedi che la fissava

-Perché non mi hai ucciso? – Chiese stupita.

-Perché va contro i miei principi… - Rispose serio.

-Come?

-Io non uccido le donne… va contro i miei principi…

Nami era sorpresa, all’inizio aveva reagito in modo preoccupante, ma gli occhi del ragazzo non erano cattivi, al contrario, erano profondi e buoni.

-Inoltre, ho anche infranto il regolamento…

-C-Cosa?

-Dovevo proteggere il principe… e non l’ho fatto… avrei dovuto punirti come impone la legge… ma non lo sto facendo… e non lo farò…

-Cosa stai cercando di dire? – Chiese preoccupata.

-Che sarò io stesso a pagare, con la mi stessa vita, l’errore che ho appena commesso… - Rispose serio.

La rossa si mise la mani sulla bocca e sgranò gli occhi…

Zoro alzò il braccio, era pronto a trafiggersi…

Non disse niente…

Chiuse gli occhi ed il braccio si mosse…

Ci fu un urlo da parte della ragazza, ma accadde qualcosa…

-P-Principe… - Disse Zoro.

-Non farlo amico mio… - Rispose serio Rufy.

Il principe aveva fermato il braccio di Zoro, impedendogli di compiere quella sciocchezza.

-Devo… ho infranto le regole… non sono degno di servirla… - Aggiunse abbassando lo sguardo.

Shanks era indietro che, con volto serio, osserva la scena…

-Invece ti sei comportato benissimo! – Sorrise Rufy.

-C-Come? – Chiese stupito Zoro.

-Non ti avrei mai perdonato se l’avessi uccisa…

-Ma perché vostra grazia? Io vi ho derubato… - Rispose con gli occhi lucidi Nami.

-Ed allora? Ho tanto di quei gioielli che un po’ di oro in meno non mi farà diventare di certo povero! – Fece un ghigno.

Sia Nami che Zoro erano senza parole…

Rufy era davvero eccezionale!

-Non voglio perdere il mio migliore amico…

-Principe…

-Ti sei comportato benissimo… proprio come avrei voluto io…

Rufy, successivamente, si avvicinò lentamente verso Nami

-In quanto a te…

La ragazza ingoiò a fatica…

-Vuoi tornare a palazzo con noi?

-Come??? – Chiese sorpresa.

-Quanto è successo rimarrà un nostro segreto… anzi lascia rimediare tutto a me, so come comportarmi! – Fece l’occhiolino.

-Pensavo di dire che era una esercitazione… potrebbe essere un’idea… - Intervenne Shanks.

-Direi che è perfetto! – Rise Rufy.

-Io non so cosa dire… - Rispose confusa.

-Devi solo dire si e tornare a palazzo… rimarrai con noi ed andrà tutto bene… non sarai un geisha, ma una dama di corte… una mia amica… - Sorrise il principe.

-Vostra grazia…

Nami aveva gli occhi lucidi e si avvicinò al principe abbracciandolo con forza.

La geisha si accorse dell’errore che aveva appena commesso, staccandosi velocemente dal ragazzo.

-Mi scusi…

-Ma figurati! Anzi mi ha fatto piacere questa tua reazione, vuol dire che accetti! – Sorrise il principe.

I due giovani si guardarono e risero, quando Rufy sorrise ed abbracciò con forza Nami.

Avvicinò anche Zoro, fino stringerlo in modo affettuoso, anche se il samurai non era molto contento di tale gesto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Insomma questo è quanto è successo…

-Ma come, non succede altro? – Domandò Chopper curioso.

-Ci potrebbe essere dell’altro … - Sorrise Robin.

-Dai racconta Robin! Ci hai incuriosito tanto! – Affermò Usop.

-Dai finisci il racconto! Quel principe, che mi è molto simpatico, ha delle idee interessanti! Voglio sapere se ha realizzato il suo sogno!

Il ragazzo di gomma era curioso di sapere l’esito della storia…

Robin aveva raccontato una delle sue tante storie raccolte nei suoi incredibili libri, a tutta la ciurma di cappello di paglia, che con molto interesse l’aveva seguita.

-Ti posso dire caro capitano, che il principe è diventato imperatore… e tutto è rimasto nella storia… - Sorrise Robin.

-WOW!!! MERAVIGLIOSO! LO SAPEVO CHE ERA UN GRANDE!!! – Esultò cappello di paglia.

-E degli altri? Dai Robin dicci qualcosa! – La pregò Chopper.

-Siamo curiosi! Vogliamo altri dettagli… - Fece un ghigno Franky.

-Secondo me, quel povero contadino che si allenava con i samurai, era davvero coraggioso, aveva tanti misteri sotto… me ne intendo io di queste cose… - Disse con guardo soddisfatto Usop.

-Devo ammettere che sembrava simpatica la guardia reale, intendo uno dei due allievi… peccato che sia stato poco presente… - Sbuffò Franky.

-Secondo me il migliore era il cuoco! Quello aveva capito tutto… di cucina e di donne… - Rispose convinto Sanji.

-A me piaceva il dottore di corte, alla fine faceva il mio stesso mestiere… a te, invece, chi piaceva Robin? – Chiese dolcemente la renna.

-Devo dire che mi incuriosiva la dama di corte che si occupava delle faccende burocratiche… sembrava un ruolo interessante…

-Secondo me il samurai che viveva a palazzo sembrava in gamba… anche se un po’ sfortunato… - Aggiunse Zoro.

-Un cretino come te allora! Secondo me, invece, la geisha era davvero interessante! – Ridacchiò Nami.

-Una strega e strozzina come te direi…

Dicendo questo lo spadaccino uscì dalla cucina per recarsi sul ponte a prendersi una boccata d’aria.

-Ma dove vai Zoro? Non vuoi sentire l’ultima parte che ci dice ora Robin? – Chiese Rufy.

-Non mi interessa… grazie… - Sbadigliò.

-Sempre il solito bifolco… - Replicò Sanji.

-Adesso lo vado a prendere io!

La rossa inviperita, uscì dalla cucina per prendere a calci quel maleducato di uno spadaccino.

Era sempre il solito!

-Allora Robin ci dici qualcosa? – Chiese Usop.

-Per favore!!! – Supplicò Chopper.

-Dai Robin, sono curioso anche io… - Sorrise Franky.

-Vi posso dire che il giovane principe salì al trono e molto cose cambiarono… la dinastia dei Monkey andò avanti per diversi secoli, portando il Giappone ad un grande splendore…

-Lo sapevo! Era un grande quello! – Sorrise Rufy.

-Ovviamente si sposò ed ebbe una splendida famiglia…

-E con chi? – Chiese Chopper.

-Questo non ve lo posso dire…

-Ma perché scusa? – Domandò Usop.

-Perché rovinerei, forse, parte della storia… ed alla fine non è specificato del tutto… senza contare che molte cose possiamo intenderle anche adesso…

-Adesso??? – Ripeté Chopper.

-Che vorresti dire? – Chiese Usop.

-Niente ragazzi… la storia finisce qui… avvolta con un pizzico di mistero e magia! – Sorrise Robin.

Rufy non fece a meno di ridere, era davvero sorprendente la sua archeologa!

Intanto fuori, vicino ai mandarini…

-Allora brutto cafone vuoi entrare dentro?

-Perché dovrei?

-Sentiamo almeno la conclusione…

-Non c’è altro da aggiungere…

-Sei sempre il solito noioso…

Dicendo questo la navigatrice diede un sono pugno in testa allo spadaccino, che ovviamente si lamentò per il male subito.

-Ahi! Mi hai fatto troppo male! Sei una strega Nami!

-E tu un cafone… e non rompere per un pungo…

-Strozzina…

-Squattrinato…

-Strega…

-Cafone…

-Stupida piagnona di una mocciosa!

-Adesso ti faccio vedere io!

La rossa partì con un altro pugno, ma che questa volta venne intercettato dallo spadaccino che lo bloccò.

Il contatto provocò ad entrambi con un déjà vu

Zoro e Nami, anche se non si dissero niente, videro un’immagine…

Una ragazza dai capelli rossi e sbarazzini, con un kimono rosa leggermente abbassato, sdraiata a terra e la fascia rossa che veniva levata con delicatezza da un ragazzo dai capelli verdi, che continuava con amore a baciarle il collo.

I due rimasero immobili spalancando gli occhi…

Si staccarono velocemente…

-Che ti prende mocciosa?

-Potrei farti la stessa domanda!

-Niente… - Mentì Zoro.

-Anche io niente!

Si fermarono a guardare il cielo stellato…

-Zoro posso farti una domanda?

-Spara!

-Secondo te quella storia che ci ha raccontato Robin è vera?

-Ne dubito… sarà una leggenda…

-E se fosse vera ed è stata portata avanti negli anni?

-Mah… chi lo sa

-Già… chi lo sa… alla fine tutto è possibile… - Sorrise.

I due giovani risero e continuarono a fissare il cielo, per poi raggiungere nuovamente i loro compagni in cucina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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