<< Non puoi dirmi cosa devo fare! Fattene una ragione! >>

<< Non sto cercando di dirti cosa fare! Sto solo cercando di avvertirti, perché sono preoccupata per te! >>

E' triste vedere due buoni amici litigare in questo modo, non è vero?

Randall e Niky erano entrambi matricole alla Monsters University. Si erano conosciuti il primo giorno, ed erano diventati presto inseparabili.

Randall era un camaleonte dalla pelle di colore viola; era in grado di cambiare il colore della propria pelle in modo da rendersi completamente invisibile.

Niky era una giovane strega. Il suo arrivo al campus aveva creato un grande scompiglio, dal momento che la ragazza aveva l'aspetto di un essere umano, ed i mostri credevano che gli esseri umani fossero tossici. Ma presto tutti si accorsero che Niky era molto lontana dall'essere ciò che appariva, e la giovane strega si fece presto un sacco di amici, specialmente tra i membri della confraternita Oozma Kappa.

Tutto era andato per il meglio, fino a quando Johnny Worthington, uno degli studenti più anziani, non aveva notato le abilità di Randall e non aveva deciso di proporgli do entrare a far parte degli Roar Omega Roar, la sua associazione. Randall, che fin dal primo giorno aveva desiderato con tutte le sue forze di entrare a far parte del gruppo dei “ragazzi più fichi del campus”, aveva immediatamente accettato. Si sarebe aspettato che Niky sarebbe stata felice per lui, dal momento che gli aveva sempre offerto il suo supporto, ma la giovane strage non aveva preso bene la notizia. Dal primo momento in cui aveva incontrato Johnny ed i suoi compari, li aveva considerati un branco di idioti. Così aveva cercato di convincere Randall a tagliare i rapporti con loro, prima che potessero ferirlo come avevano già fatto con i suoi amici dell'OK. Ma il mostro non aveva voluto sentir ragioni.

<< Sei preoccupata soltanto perché non hai fiducia in me! Se cedessi in me, non ti agiteresti tanto! Ammettilo, pensi che io sia solo una nullità! >> gridò.

<< Ma senti almeno quello che dici? >> domandò lei, allibita << Io non penso che tu sia una nullità, Randy! Credo in te, penso che tu sia il migliore! Se sono preoccupata, è solo perché - >> si fermò, lasciando la frase a metà.

Randall socchiuse gli occhi << Dillo >> la sfidò.

La ragazza sospirò << … Perché ti voglio bene... >>

Gli occhi del camaleonte si spalancarono. Pensava davvero che l'amica avrebbe detto che pensava che non fosse in grado di farcela.

La giovane strega lo guardò << Non capisci che mi preoccupo solo perché tengo a te? >> sussurrò con un'espressione triste sul volto.

Randall rimase a bocca aperta << Niky, io... >>

<< Che carini >> commentò una voce alle loro spalle, facendoli sussultare entrambi. Niky si voltò di scatto.

Johnny Worthington era in piedi di fronte alla porta della stanza di Randall; i suoi compari erano dietro di lui.

Chet Alexander, il migliore amico di Johnny, entrò nella stanza e si frappose tra Niky e Randall. << Che succede, ragazzi? >> domandò, mentre un sorriso ebete si apriva sul suo volto.

Johnny varcò la soglia a sua volta << Credo che il problema sia... >> disse, mettendosi accanto a Randall << ...che alla piccola amica di Boggs noi non piacciamo molto... >>

Niky lo fulminò con lo sguardo << Vi dispiace? Questa è una conversazione privata >>

<< Bhe, adesso invece è pubblica! >> esclamò Chet, scoppiando in una fragorosa risata.

Johnny posò un braccio sulle spalle del camaleonte << Allora, Boggs, hai intenzione di ascoltare la tua amica? Lascerai la confraternita per andare a fare un bel disegno insieme a lei? >>

La ragazza serrò la mascella. Johnny si stava riferendo a quando, prima che Randall entrasse a far parte dei RΩR, lei e l'amico erano soliti sedersi ai piedi di n grande albero e disegnare e leggere per ore.

Randall guardò Johnny, poi Niky. Non sapeva che cosa dire.

Johnny sogghignò e si voltò verso la ragazza << Bhe, che ti succede? Non hai qualche prezioso consiglio da dargli? >> domandò malignamente << Ci dispiace di aver interrotto la vostra conversazione, ma potete continuare, se lo volete... Io e i ragazzi saremmo lieti di prendervi parte... >>

Niky lo guardò; nonostante fosse molto, molto arrabbiata, si rivolse a lui in un tono estremamente calmo: << Non c'è alcun bisogno che io gli dica cosa fare, Randall sa bene cosa è meglio per lui. E non preoccupatevi, me ne stavo andando... >> Si voltò, e stava per lasciare la stanza, quando Johnny la fermò.

<< Aspetta >>

Le si voltò nuovamente verso di lui << Si? >>

<< So che non ti andiamo molto a genio, ma ci tenevo a dirti che... se mai decidessi di mollare quei perdenti della Oozma Kappa ed entrare in una vera confraternita... la nostra porta sarà sempre aperta... >> disse, con un sorriso sornione.

Ora ci stava provando!

Niky serrò nuovamente la mascella, tentando di mascherare la collera. Quando era arrivata al campus, Johnny l'aveva considerata una nullità, ma le cose erano cambiate non appena l'aveva vista alle prese con il Simulatore di Spavento. I suoi poteri le permettevano di trasformarsi, assumendo le sembianze di ciò che più spaventava il bambino che si trovava di fronte. Questa sua abilità le garantiva la possibilità di diventare uno dei mostri più spaventosi del campus, uno dei migliori. E Johnny voleva solo il meglio, per sé stesso. Peccato che a Niky lui non piacesse per nulla.

La ragazza gli sorrise affabilmente, e disse soltanto: << Faresti meglio a chiuderla... Perché congelerai, prima che io decida di unirmi a voi. Buona giornata! >> E se ne andò.

Johnny la guardò allontanarsi, e sogghignò << Adoro le sfide... >> Poi si voltò verso i suoi compari << Andiamo, ragazzi, ordiniamo qualcosa da mangiare. Abbiamo bisogno di energie per essere i migliori... >>

Randall li guardò lasciare la stanza, ed abbassò lo sguardo, pensando a Niky. Non gli piaceva il modo in cui Johnny la trattava, come se fosse di sua proprietà.

<< Tu non vieni, Boggs? >> domandò Johnny, voltandosi indietro.

Il camaleonte annuì. Voleva bene all'amica, ma non voleva assolutamente essere tagliato fuori. Così seguì i suoi confratelli e lasciò la stanza a sua volta, chiudendosi la porta alle spalle.