Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre
Ricorda la storia  |      
Autore: Black Swan    21/01/2009    6 recensioni
"... Sto lasciandoti? O sei tu che hai lasciato me?
Amleto al confronto aveva a che fare con un quiz da quattro soldi.
Rabbrividisco.
Sto rinunciando a te? A combattere per te?
Ma per cosa? Per noi?
Sei tu che ti sei arreso per primo e non mi lasci scelta.
Devo salvare il salvabile. Devo salvare me.
O ciò che resta di me..."
Una one shot sulla fine della storia fra Luminor (ex Cinema Bizarre) e Jetsam sulle note di Il passo silenzioso della neve di Valentina Giovagnini.
Genere: Triste, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Luminor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Cuore Ha Il Passo Silenzioso Della Neve

I personaggi di cui scrivo non mi appartengono e non ho contatti con loro. Non pretendo di descriverli come sono in realtà, né di descrivere situazioni realmente vissute da loro.

Quanto scrivo non è a scopo di lucro.

Le mie sono opere di fantasia e rivendico i miei diritti su esse solo in quanto sono state partorite dalla mia immaginazione.

La canzone è Il passo silenzioso della neve cantata da Valentina Giovagnini, scritta da V. Incenzo e D. Pinelli.

I diritti appartengono ai legittimi proprietari.

 

 

 

 

 

 

Il Cuore Ha Il Passo Silenzioso Della Neve

 

 

 

 

 

Mi vesto come un angelo che sa

che nelle ali ha nuove libertà

e mi abbandono al gesto di volare via da te

 

Mi sono svegliato di colpo che è ancora buio.

So che devo andarmene.

Improvvisamente è chiaro. Cristallino.

Ciò che non hai detto è più chiaro di quello che ti è uscito di bocca.

Senza contare quanto sia stato eloquente il tuo modo di fare l’amore con me stanotte.

Ho accettato l’ultimo atto di pietà senza neanche essermi reso conto di avertelo chiesto.

Adesso mi riprendo la mia dignità.

Scivolo fuori dal letto e ti guardo un attimo.

Alla debole luce della Luna sembri irreale.

I miei occhi si abituano presto e inquadro i miei vestiti. E al buio, inquadrare il nero, non è esattamente una passeggiata.

Li indosso meccanicamente.

In silenzio.

 

ma non c'è traccia che ti lascerò

non c'è commedia in cui mi applaudirai

il cuore ha il passo silenzioso della neve ormai

 

Vorrei poter spegnere il mio cuore, per paura che il suo battito ti possa svegliare.

Non reggerei un confronto adesso.

Lo sguardo mi cade oltre la finestra… la tua… nostra abitudine di non chiudere mai totalmente le persiane mi permette di vedere che sta nevicando.

Mi sento quasi sollevato: la neve attutirà me, il mio cuore, la mia uscita dalla tua vita.

So che quando ti sveglierai resterai sorpreso. Capirai.

Non ho bisogno di perdere tempo a scrivertelo.

Anche io mi sto meravigliando di me stesso.

Tutta la mia decantata vena melodrammatica si è congelata intorno ad un semplice pensiero: non mi ami più.

Jetsam non mi vuole più.

Me ne vado.

Sperando che ogni silenzioso passo cancelli un po’ di te. Di me con te. Di noi.

 

Le tue mani mai

il tuo corpo mai

la tua mente mai più

Il tuo nome mai

i tuoi occhi mai

la tua voce mai più

 

Chiudo la porta alle spalle e… realizzo cosa ho fatto.

Cosa sto facendo.

Sto lasciandoti? O sei tu che hai lasciato me?

Amleto al confronto aveva a che fare con un quiz da quattro soldi.

Rabbrividisco.

Sto rinunciando a te? A combattere per te?

Ma per cosa? Per noi?

Sei tu che ti sei arreso per primo e non mi lasci scelta.

Devo salvare il salvabile. Devo salvare me.

O ciò che resta di me, tolte le tue mani che non mi toccheranno più, i tuoi occhi nei quali non affonderò più, la tua voce che non chiamerà più il mio nome, il tuo corpo che…

 

Nessuna estate canterà il tuo addio

da questa spiaggia in bianco e nero ed io

coloro le mie labbra con un'altra identità

 

Esco dal portone.

Mi serro nel cappotto.

Il cielo sta piangendo per me, spero lo faccia anche al posto mio. Lacrime ghiacciate.

Pensandoci non poteva che finire in inverno.

Vorrei essere in un altro posto. Non a Berlino, la città che amo e alla quale appartengo… ma in un posto che odio, da abbinare a questa catastrofe per poterlo cancellare insieme ad essa.

Vorrei essere un’altra persona. Non Luminor, l’etereo tastierista dei Cinema Bizarre, una persona in bianco e nero… ma una persona capace di rispecchiare i colori che la circondano, capace di affrontare tutto questo a testa alta.

Come se mi avesse sentito il vento scarica una raffica che quasi mi manda a gambe all’aria, mi chino in avanti per cercare di contrastarlo e rimanere in piedi.

I capelli sfuggono alla stretta della sciarpa intorno al collo e vorticano intorno al mio viso.

Sono circondato da un tornado di neve bianca e capelli neri.

Datemi un’altra identità. Come un rossetto che posso cambiare a piacimento.

Solo per stanotte.

Solo fino a quando sarò abbastanza lontano da qui da soffocare l’impulso di tornare sui miei passi.

Di tornare da te.

Al sorgere del Sole andrò in mille pezzi. Non posso dire domani perché è già domani.

E’ già iniziato il mio primo giorno senza di te… e l’ho iniziato sdraiato al tuo fianco.

 

Per implorarti di lasciarmi qui

in questo freddo innaturale che

cancella case strade e non ha più pietà per te

Le tue mani mai

il tuo corpo mai

la tua mente mai più

Il tuo nome mai

i tuoi occhi mai

la tua voce mai più

Come sabbia sei nel mio pensiero

aquila che ormai non ha più cielo

e cade in volo

 

Cerco di immaginare cosa farò adesso.

Senza di te.

Queste tre parole non hanno senso, semplicemente.

E se ne hanno uno, in questo momento non sono in grado di trovarlo.

Visto che di natura sono molto più bravo a risolvere i problemi degli altri piuttosto che i miei, la mia mente si concentra su Strify, Yu, Kiro e Shin.

Non so come farò a dire tutto a quei quattro.

Per quanto siano fuori di testa… e di quattro spesso e volentieri non se ne fa uno… hanno imparato a conoscermi.

Sono dietro lo specchio bianco e nero che mostro al mondo.

Io e Jet ci siamo lasciati.

La spiegazione più lineare del mondo.

Ecco la soluzione. Lasciamo perdere le mani, gli occhi, la voce…

Ho bisogno di semplicità adesso. Meglio che ammettere che non sono sicuro di chi abbia lasciato chi.

Signori, capita anche ai migliori.

Capita anche a Luminor.

Voglio dire, non sono il primo e non sarò l’ultimo.

Ma tu

Tu sei tu.

Maledizione.

Senza di te.

Niente, non ci riesco. Ho un muro nero davanti che mi impedisce di andare oltre queste tre parole.

Ho rallentato.

Me ne accorgo per lo smorzare della forza dei fiocchi che sbattono contro il mio viso.

Scosto con una mano i capelli dal viso… sono congelati… sembrano bianchi.

Anche le mie mani lo sono.

Non puoi girare per Berlino d’inverno senza guanti senza incorrere in questi piccoli… inconvenienti.

Improvvisamente mi sento pesantissimo.

Lo scheletro che cammina che si sente pesante.

Ci sarebbe da ridere.

La neve sembra essersi trasformata in sabbie mobili.

Stranamente carezzevoli, in realtà.

Ecco la parola magica.

Realtà.

Un pensiero mi sfiora la mente.

No, non è proprio il caso di mettersi a sedere ad aspettare.

Cosa poi?

Ho perso i miei binari.

Non sono più parte di una coppia.

Ho perso il mio cielo… e sto cadendo volando.

Se ci penso un attimo non so neanche dove sto andando.

Mi fermo.

Luminor, calma, ok?

Ecco… sì, sto andando a casa.

Riconosco alcuni punti di riferimento.

Sto cadendo ma sono ben cosciente.

A casa, devo arrivare a casa.

 

La tua mente mai più

la tua voce mai più

mai mai più

Le tue mani mai

il tuo corpo mai

la tua mente mai più

Il tuo nome mai

i tuoi occhi mai

la tua voce mai più

 

Arrivo al portone che sono ormai un pezzo di ghiaccio.

E ancora il mio cervello è fermo a quel pensiero, a quei tuoi tratti che amo così tanto… e dei quali adesso dovrò fare a meno.

Non mi chiamerai, lo so.

Non tornerai indietro.

Forse ho sopravvalutato le capacità di amare di un ragazzo di diciannove anni.

Forse ho sopravvalutato la mia.

 

Il cuore ha il passo silenzioso della neve ormai

 

Entro in casa.

Buio, caldo, tranquillità.

Ho il cappotto congelato addosso.

Sento improvvise vampate, come se il mio corpo, imprigionato nella morsa del gelo, stesse chiamando a sé tutto il tepore di quelle mura.

Aiuto.

Ho bisogno di aiuto.

Come un automa attraverso l’ingresso e punto una porta.

La apro senza bussare, sapendo benissimo quanto questa mancanza di attenzione lo faccia andare in bestia.

«Strify…»

La mia voce, già profonda e gutturale, sembra arrivare dal centro della terra.

Cazzo, spaventa anche me.

Strify fa un salto dal letto… vuoto a parte lui, per fortuna, e realizzo solo in questo momento che sarebbe perfettamente potuto non esserlo… che lo fa finire in terra, «Lumi! Cristo, non ti ho sentito!!»

Oh lo so.

Sono silenzioso.

E più sto male e più lo divento.

Mi fissa nel buio.

Lo vedo muoversi senza capire cosa stia facendo.

Si accende una debole luce… la piccola lampada che tiene sul comodino.

Mi fissa ancora.

Si rialza lentamente, aggrappandosi alle coperte aggrovigliate, senza staccare gli occhi da me.

«Che hai?» chiede con un filo di voce.

Devo essere un mostro.

Scuoto le spalle.

«Luminor, che cazzo è successo?»

«Semplicisticamente… io e Jet ci siamo lasciati.»

E scoppio a piangere in singhiozzi accorati.

Ho la sensazione, mentre Strify mi abbraccia senza pronunciare sillaba, incurante di essere in maglietta e slip contro un cappotto inzuppato di acqua gelata, che saranno le prime lacrime di una lunghissima serie.

So, senza guardare, che ha smesso di nevicare. Ho cominciato io, a piangere: il cielo può tirare il fiato.

Adesso però mi merito un po’ di rumore… adesso il mio cuore può battere con tutta la potenza di cui è capace.

 

 

 

______________________________________________

 

NOTE:

 

… ok, sono davanti a questa riga di note da due minuti.

 

Prendetela come è venuta.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre / Vai alla pagina dell'autore: Black Swan