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Autore: _Marlena_    20/07/2015    9 recensioni
[Established Relationship - Swan Queen]
La bruna la guardò, come se volesse incenerirla.
Nessuno, nessuno, poteva toglierle qualcosa dalle mani e poi pretendere di passarla liscia.
Ed Emma questo lo sapeva più che bene.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Oh, andiamo.» disse, sprofondando nei cuscini del letto e posandosi un braccio sugli occhi.
 
Regina alzò un sopracciglio, continuando ostinatamente a tenere lo sguardo sulle pagine davanti a sé.
 
Emma si girò verso di lei.
 
«Per favore Regina, sono quattro giorni che non esco da questa casa. Da questa stanza. Da questo letto. Io mi annoio!» disse la ragazza accarezzando nel frattempo il braccio dell’altra.
 
«Non è colpa mia se sei un’irresponsabile.» Regina si voltò nella sua direzione, facendo scivolare gli occhiali sulla punta del naso, per poi aggiungere prima di tornare a leggere «Uscire in pigiama sotto la neve. Davvero un’ottima idea, miss Swan.»
 
Emma si voltò dall’altro lato, sbuffando. Odiava quando Regina la chiamava così.
 
Ma non era nemmeno colpa sua se amava la neve. Quella mattina di qualche giorno prima, quando vide fuori dalla finestra i fiocchi che cadevano, si era precipitata nella camera di Henry, urlando «Sveglia, ragazzino! Fuori sta nevicando!» ed era corsa in giardino. Dopo pochi attimi il ragazzo l’aveva seguita, indossando però giubbotto e cappello. Emma si era voltata, vedendo Regina che la guardava scuotendo la testa, con un piccolo sorriso fra le labbra. E poi era iniziata la battaglia a palle di neve con il figlio. Finita immancabilmente con un pareggio. Per ordine di Regina. I due erano poi rientrati in casa e mentre Henry si toglieva il giubbotto, Emma aveva fatto il primo starnuto. Regina si era voltata subito verso di lei, con entrambe le mani sui fianchi e con un «Fila subito a farti una doccia calda, prima che tu ti prenda la febbre» l’aveva spedita in bagno. Tornata poi in cucina, aveva trovato Henry che faceva colazione, Regina che sfogliava il giornale con una tazza di caffè fra le mani e una tazza di cioccolata con cannella che aspettava solo lei. Emma si sporse per dare un bacio fra i capelli del figlio e quando provò a baciare Regina, la donna si spostò di lato, lasciando che baciasse la sua guancia.
«Non infetterai tutta la famiglia con i tuoi germi, miss Swan.»
Emma aveva fatto una smorfia, tirando su con il naso. Odiava ammettere che Regina avesse ragione, ma poi aveva sorriso.
 
Famiglia.
 
Era quello che erano diventati. Una famiglia.
 
Emma si voltò a guardare il profilo di Regina, sorridendo. La donna si era presa il pomeriggio libero, non avendo alcun impegno importante in municipio.
 
Poi si ricordò di essere ancora arrabbiata con lei, e Emma si postò facendo finire la sua faccia su una gamba di Regina.
 
«Io mi annoio, Reginaaa.»
 
L’altra alzò gli occhi al cielo, sospirando. «Vai ad annoiare qualcun altro, Emma,» e riprese la lettura.
 
Emma alzò lo sguardo indispettita «E chi? Siamo sole a casa, Henry è a scuola,» borbottò. Poi velocemente le sfilò il libro dalle mani, sorridendo divertita.
 
«Voglio un bacio, Regina.»
 
La bruna la guardò, come se volesse incenerirla.
 
Nessuno, nessuno, poteva toglierle qualcosa dalle mani e poi pretendere di passarla liscia.
 
Ed Emma questo lo sapeva più che bene.
 
«Sono giorni che non mi permetti di toccarti, di baciarti» Emma si fece più vicina a lei «e questo non mi va bene.»
 
«Hai avuto la febbre, cosa avresti voluto fare, mia cara?» aveva ribattuto Regina, senza che l’altra le desse ascolto.
 
«Perciò, se mi darai un bacio, io ti restituirò il libro, e non ti disturberò più.» e sorrise, appoggiando una mano sulla guancia dell’altra.
 
Regina conosceva quello sguardo, sapeva che la bionda le nascondeva qualcosa, ma anche a lei era mancato il contatto con l’altra. Così si sporse verso di lei e le loro labbra si incontrarono a metà strada in un dolce bacio. Emma sorrise e Regina potè sentirlo mentre le sfiorava il labbro inferiore con la propria lingua. Un mugolio soddisfatto uscì dalla bocca di Emma, per poi trasformarsi in uno di disappunto quando non sentì più le labbra di Regina sulle proprie.
 
«Il libro, forza.» Regina aveva allungato una mano per riprenderlo e Emma non aveva potuto far altro che ridarglielo, aggiungendo a sottovoce «Non ti disturberò più fino alla fine del capitolo…» e si era ridistesa, incrociando le braccia dietro la testa e chiudendo gli occhi mentre Regina riprendeva a leggere, scuotendo leggermente la testa e alzando gli occhi al cielo.
 
Dopo alcuni minuti passati a giocare con una ciocca dei propri capelli, la bionda aveva aperto un occhio e aveva girato la testa nella direzione della donna al proprio fianco.
 
«Hai finito il capitolo?»
 
«No.» aveva risposto Regina senza interrompere la lettura.
 
Emma aveva sbuffato mettendosi poi a giocare con l’elastico dei pantaloni della tuta che indossava.
 
«E ora l’hai finito?»
 
«Emma non ho nemmeno finito la pagina, da quando me l’hai chiesto prima.»
 
La ragazza sbuffò nuovamente, poi si tirò su, appoggiandosi sui gomiti, con una luce negli occhi.
 
«Voglio fare un gioco.»
 
«No.»
 
«Che cosa? Andiamo Regina, per favore.» e si mise a fare gli occhi da cucciolo.
 
«Non fare la bambina Emma.» rispose, facendo però l’errore di voltarsi per guardarla negli occhi. Quella ragazza era maledettamente bella, ma a volte si comportava peggio di Henry quando era piccolo. Regina sapeva benissimo chi era il “bambino” di casa.
 
Sospirò, mettendo un dito fra le pagine e chiudendo il libro.
 
«Se mi prometti di non interrompermi più fino alla fine del capitolo, prometto di giocare con te, Emma.» perché Regina sapeva che in fondo, non sarebbe mai riuscita a resistere alla ragazza stesa accanto a lei.
 
Emma sorrise vittoriosa, promettendo, e si coprì fin sopra la testa con il lenzuolo.
 
Regina la guardò, alzando un sopracciglio, per poi riaprire il libro fra le sue mani, non badando poi più di tanto ad Emma che si muoveva sotto le coperte.
 
Dopo alcuni minuti, Regina iniziò a sentire dei sospiri provenire da accanto a lei, ma li ignorò.
 
I sospiri diventarono però sempre più forti, sempre più veloci.
 
Si tolse gli occhiali, appoggiandoli sul comodino di fianco al letto e chiuse il libro con un  dito per tenere il segno, voltandosi poi a guardare l’ammasso di coperte vicino a lei. Le guance di Regina si colorarono leggermente di rosso, vedendo uno strano movimento.
 
Prese il lenzuolo con una mano e lo tirò via «Emma, cosa stai f-»
 
Spalancò gli occhi.
 
Emma era nuda, gli occhi chiusi, le labbra leggermente aperte, i capelli abbandonati sul cuscino.
 
Regina guardò velocemente il corpo davanti a lei. Meravigliata come la prima volta che lo aveva visto, che lo aveva sfiorato, che lo aveva baciato, che lo aveva marchiato.
 
Emma era nuda.
 
I muscoli del suo corpo atletico tesi, le gambe un po’ aperte, il bacino leggermente alzato, il braccio che si muoveva…
 
Regina le afferrò il polso, incapace di spostare lo sguardo dalla mano.
 
«Emma ma che-» deglutì, la bocca improvvisamente asciutta.
 
Emma aprì gli occhi, osservando Regina iniziò a fare movimenti sempre più veloci con la mano, finchè il suo braccio non venne alzato verso l’alto.
 
Con il respiro un po’ affannato, Emma si tirò su a sedere, portandosi la propria mano verso la bocca, con Regina che le stringeva ancora il polso. Si fece scorrere l’indice lungo tutto il suo labbro inferiore, con estrema lentezza. Ed altrettanto lentamente, la punta della sua lingua catturò i suoi umori poco dopo. Gli occhi di Regina seguirono la scena, guardando prima la mano, poi le labbra ed infine la lingua di Emma, incantata.
 
Gli occhi di Regina erano scuri, come due pozzi.
 
Quelli di Emma erano lucidi di desiderio.
 
«Allora, Maestà, finito il capitolo?»
 
La donna alzò di scatto lo sguardo, puntandolo negli occhi di Emma. Provò a deglutire un paio di volte, inutilmente.
 
Emma si morse il labbro, soddisfatta, quando Regina si portò la sua mano vicino al viso e si infilò il dito medio di Emma in bocca, succhiandolo avidamente e assaggiando.
 
Con un rapido movimento, lo sceriffo finì per schiacciare il corpo del sindaco fra il suo e il materasso, imprigionandole entrambi i polsi con una sola mano.
 
«Allora, Regina, vuoi ancora giocare con me?» Emma si abbassò verso l’altra donna, sfiorandole le labbra con la lingua.
 
Regina provò a ribattere, ma ogni parola le morì in gola quando il ginocchio di Emma spinse contro l’alto proprio al centro delle sue gambe.
 
Emma percorse velocemente il corpo della donna sotto di lei con la mano libera, per poi infilarsi sotto la canotta blu che Regina indossava. Canotta che ovviamente non era sua e che la proprietaria le sfilò alla svelta.
 
«Da quando in qua il sindaco ruba? Non va affatto bene sai. Dovrei informare lo sceriffo di questo.» e le prese il labbro inferiore con i denti, tirandolo leggermente finchè un mugolio non uscì dalle labbra della donna. «Oh, ma aspetta un attimo, lo sceriffo sono io.»
 
Regina rimaneva immobile sotto il suo tocco. Non sapeva cosa la destabilizzasse di più, se il corpo nudo e caldo di Emma premuto contro il suo, se la voce arrochita della donna, se la gamba che non aveva smesso di spingere, o se gli occhi pieni di passione che la fissavano e correvano lungo il suo addome, sul profilo dei seni e sulle sue labbra.
 
Regina strinse forte le gambe, cercando di placare quella familiare sensazione di calore che solo Emma era in grado di suscitarle.
 
«Signorina Swan.» riuscì a ribattere Regina dopo alcuni istanti «Lei non ha idea del guaio in cui si è cacciata.»
 
Il libro scivolò per terra con un tonfo, mentre Emma si avventava sulle labbra di Regina.
  
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