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Autore: Love_in_idleness    22/01/2009    6 recensioni
Le stelle rimangono mute. Le stelle si stringono sul cielo che non è mai sembrato tanto vicino. Solo per questi ultimi istanti, io non appenderò il mio destino a delle stelle mute.
[Shion x Dohko]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aries Shion, Libra Dohko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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star hill

A Ila e ai suoi pezzettini di cuore, che come i miei sono attaccati con lo scotch, e non va bene!

 

starlit

̴

 

[Un mago disteso sul mondo d’argilla,

la testa avvolta da una benda lattea.

I segni delle tarde generazioni

fanno felice il celeste indovino]

 

Il cielo non è mai sembrato così vicino.

Eppure questa sera non è particolarmente diverso da tutte le notti in cui Shion si è affacciato a studiarlo. Ricorda la sensazione di aria fresca sul volto, e vento tra i capelli. Capelli danzanti. La veste ampia e morbida accarezzata dalla corrente. Libero di respirare, dopo lunghe ore nascoste dietro una maschera. Ricorda anche com’era piacevole il contatto, come lo aspettava, contando il tempo che l’avrebbe lasciato solo. Nel silenzio. Nella quiete celeste.

Perché poi, solo, lo era sempre stato.

Il cielo, pensa Shion, non è mai sembrato tanto vicino come oggi. Anche se è sempre lo stesso e lo ha osservato almeno un milione di volte. È più vicino, o forse è solo più pesante. Pare abbassarsi con lo scorrere dei minuti e schiacciarlo con tutto il suo peso. Pronto a spaccarsi a metà quando Ade lo riterrà opportuno e a trascinarselo dietro in questa gigantesca esplosione cosmica.

“E’ già arrivata alla fine?” Domanda alla notte.

La notte che un tempo mi rispondeva.

 

[Un mago disteso sul mondo d’argilla,]

 

“Me ne sto qui da un’eternità a osservare le stelle. È possibile che in tutto questo tempo non mi abbiano mai detto quello che desideravo sentire?”

Shion scuote la testa. È inutile continuare a cercare, inutile arrabbiarsi. Non c’è più tempo per questo, o per la disillusione. Non c’è tempo per i ricordi. Non c’è neanche il tempo di combattere…

Allora guarda la terra, il mondo d’argilla su cui per due secoli ha regnato silenziosamente senza lasciare una traccia. Dalla collina riesce a vedere la meridiana. Si scorgono nettamente gli ultimi fuochi sul punto di spegnersi.

Trascineranno via la vita.

Trascineranno giù il cielo.

“Shion,” Lo chiama alle spalle.

La sua voce non è esattamente come la ricordava. È possibile che in tutti questi anni sia rimasto troppo tempo col naso all’insù e gli occhi proiettati in una dimensione sublunare e inarrivabile, per continuare a sentirla.

Ogni notte, prima di addormentarsi, Shion cercava di ascoltare nella testa la sua voce. Dohko diceva sempre le stesse cose. Diceva: ovvio che vincerò io, con quell'esuberanza e quella malizia che possedeva un tempo. Ripeteva la stessa frase perché voleva conservare tutto del suo tono di voce, dell’intonazione, dell’accento forestiero. Shion chiudeva gli occhi e prima di addormentarsi assaporava quelle tre parole – per più di duecento anni ha continuato a farlo, uno dei tanti riti compiuti dal Pontefice. Col tempo deve essersi dolorosamente accorto che qualcosa, nel ricordo, andava perduto…

“Cosa guardi?”

"Il Santuario. E' tutto qui." Shion si volta, grave. Stessa espressione con cui un tempo gli diceva cosa fare, dove andare. Stessa espressione con cui una notte stellata, una notte esattamente come questa, con la luna e il vento e un cielo che non era mai sembrato così pesante, gli aveva detto addio.

Addio, devo dirgli di nuovo. Non è possibile.

Dohko siede sulla scalinata. La sua armatura brilla tenue appena colpita dai raggi celesti. Il suo volto brilla e colpisce la vista. È ancora giovane e avvenente come quando l’aveva lasciato. Sguardo fiero e dolce, l’antica promessa sulle labbra che non potrà mai essere mantenuta.

 

[con uno scialbo splendore fosforico]

 

Quanto abbiamo sofferto, Dohko? Vorrebbe chiedergli.

Noi non ci meritiamo –

Shion percepisce la preoccupazione sul volto del compagno. E’ per Shiryu, che soffre. Per Shiryu e i suoi compagni. Per i Cavalieri d’Oro che ha visto crescere e superare il limite umano. Per il vecchio dolore della perdita che si affaccia e bussa di nuovo alla sua testa, sullo stesso campo di battaglia. Per il mondo intero.

Per lui?

“Devi capire, Shion. Vorrei parlare con te,” Dice. “se potessi, parlerei con te fino alla fine del mondo.”

Sorride lievemente, forse un po’ consolato. Alza lo sguardo, e per la prima volta dopo un tempo lungo quasi quanto un’eternità lo vede. Vede i suoi capelli, il suo viso, il mento pronunciato. Vede pelle, e muscoli, e sangue. Lo vede. Concreto. Raggiungibile. Non è un sogno, né un nome ricercato tra le stelle. È un vero respiro a pochi metri dal suo viso.

“Hanno raggiunto l’Ottavo Senso. Hanno oltrepassato ogni limite che pensavamo invalicabile. Hanno compiuto miracoli. Tutto quello che possiamo fare ora è fidarci di loro.”

Dohko lo guarda con una dolcezza che non ricorda di avergli mai visto addosso. Per un istante pensa di sorridere e di sciogliere quel velo di freddezza e la benda lattea che per secoli gli ha coperto gli occhi.

 

[Un mago disteso sul mondo d’argilla,

la testa avvolta d’una benda lattea.]

 

Non sembra tutto improvvisamente così veloce?

Paura di morire?

Shion non ha veramente paura di morire. Conosce la morte, ha già provato quel freddo intenso calargli nelle ossa, sotto la pelle in punti troppo profondi per essere scaldati.

Gli astri si avvicendano velocemente. È cambiato il cielo da quando per la prima volta è salito sulla Collina delle Stelle a studiare il loro moto e a leggerci dentro una qualsiasi profezia. Un destino a loro appeso che non si è mai rivelato.

Noi non ci meritiamo –

E all’improvviso lo sguardo di Dohko si muta in orrore. Shion si volta verso il mondo d’argilla. La meridiana è buia. Spenta. Vuota.

“La sento, sai,” Dice serenamente. “la morte mi sta richiamando nell’Ade. Vorrei non doverti di nuovo dire addio. Non meritiamo di dirci sempre addio.”

“Già.” E’ appena un sussurro.

Sente di nuovo quel freddo intenso, raggelante. Sensazione come di tutti gli organi che simultaneamente si riempiono di ghiaccio e si espandono. Brividi incontenibili.

 

[Ha abbracciato con l’ombra delle ali

Metà di tutto il mondo sublunare]

 

Shion sferra un colpo potente e lo colpisce allo stomaco. Dohko non se l’aspettava. Aveva abbassato la guardia e osservava intorno a sé alla ricerca di un diversivo. Ora è per terra, sul prato, schiacciato dal peso dell’amico. Si libera con un calcio e lo fa rotolare sull’erba, scappando. Ride, gli allenamenti ultimamente sono poco seri, con Dohko che sembra voler fare di tutto per prenderlo in giro. Ma va bene così.

A volte, guardando il paesaggio dal portico del suo freddo tempio, Shion pensa che ci sia tempo per la sofferenza. Pensa che un guerriero avrà sempre un’occasione per piangere e mordersi e morire, e che finché c’è felicità, e leggerezza, può farsele bastare.

Così si lascia riprendere e trascinare di nuovo a terra con un tonfo.

“Certo che se il destino di Atena è nelle tue mani,” Ride Dohko. “non dureremo un giorno, quando comincerà la Guerra!”

 

[disteso sul mondo d’argilla,]

 

Shion solleva le macerie. Dohko ha qualcosa di rotto, probabilmente. Per qualche secondo non riesce a muoversi. Poi alza appena la testa e lui è lì, le sue braccia forti, il suo sguardo fiero, i capelli danzanti nella polvere. È chino su di lui, la schiena inarcata lo protegge dalla battaglia che infuria.

Di nuovo, uno sguardo amorevole. Fiato su labbra che non possono ancora mantenere la loro promessa, perché fuori potrebbe esserci la fine del mondo.

 

[con uno scialbo splendore fosforico

La notte spazia per la via delle regine.]

 

Shion lancia un ultimo, disperato, sguardo alle stelle. “Non c’è davvero niente per noi?” Chiede.

Le stelle rimangono mute. Le stelle si stringono sul cielo che non è mai sembrato tanto vicino.

Ora di recidere il legame. Solo per questi ultimi istanti, io non appenderò il mio destino a delle stelle mute.

“Ci incontreremo presto,”

“Ho aspettato duecentoquarantatre anni,” Dice. “posso aspettare ancora?”

No.

Ora di mantenere la promessa.

Si china appena sulle sue labbra di nuovo giovani, di nuovo rosa. Mai nemmeno sfiorate prima di questo momento, per aspettare una risposta dal cielo che ha ostinatamente mantenuto il suo silenzio. Per un attimo sembra che il gelo interiore si sciolga in un fiume di felicità e leggerezza.

È una bella sensazione, morire in questo modo. Shion si lascia cadere in ginocchio sui gradini, mentre Dohko intreccia le dita ai suoi capelli danzanti, fili sempre più spenti e fragili. Corpo sempre più impalpabile. Ancora lo sente, in quell’abbraccio cercato da secoli e da secoli osteggiato. Ancora per poco sente il cuore battere e i polmoni riempirsi di aria e la sua presenza severa, massiccia, maestosa.

 

[Un mago…]

 

Dohko guarda la danza di luce attorno a sé. Se avesse dovuto inventarsi per loro un addio, l’avrebbe desiderato così, come un turbinio fosforescente, un’esplosione di calore. Si lascia accarezzare da quell’ultima scintilla di cosmo e dalla speranza di una nuova promessa da mantenere, dovessero trascorrere due millenni, questa volta.

Di nuovo dobbiamo dirci addio?

Ci incontreremo presto –

 

 

***

Io non volevo farlo, sapete. È stato più forte di me. Sono così *C* pucci e così tristi e non si può fare a meno di dare una mano. Altrimenti non se la caveranno mai, ecco ùwù. Io li amo.

Un grazie a tutte le meravigliose autrici di questo fandom. Era tanto che non passavo da queste parti – una volta era vuoto e triste mentre ora pullula di meraviglie. *w* si mi sto rivolgendo proprio a tutte voi la fuori! *w*

Un grazie a Blok che ora vuole la mia morte. La poesia tra parentesi è sua. Si intitola solo “Notte”. Se a qualcuno interessasse posso darvi il testo intero che purtroppo possiedo solo in italiano. Non infierirò mai più in questo modo sulla letteratura, prometto ùwù.

[E' ovvio che il colore è stato scelto in onore di quel cosino lilla e adorabile che si chiama Mu *w*]

***

Random Corner,

   ovvero come l’autrice ha partorito l’idea:

 Me [guardando X Factor] < ma te li immagini? Non ce la possono fare…

Ila [pure lei] < Già

Me < immagina la scena...

Me < shion: ho aspettato 243 anni… posso aspettare ancora!

Me < dohko: e no, checcazzo è_é!

 

***

Baci a tutti XD

Martina

   
 
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