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Autore: ValeryJackson    20/07/2015    5 recensioni
[ Snowbarry l friendship!centric l Au/What if ]
"Ci sono persone a questo mondo che non puoi far altro che amare, non importa cosa tu voglia o quale sia il rapporto che vi lega. [...]
Per Barry, Caitlin era una di quelle persone."


E se fosse stata Caitlin la migliore amica di Barry? E se il ragazzo si fosse reso conto troppo tardi di essere innamorato di lei?
L'amicizia è sempre una scelta, certo. Ma che mi dite dell'amore?

«Fino alla fine, e anche oltre, Mr.Allen.» 
«Fino alla fine, e anche oltre, Dottor Snow.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caitlin Snow profumava di limone e crema per le mani.
Usava la stessa da quando aveva sette anni, quella con estratti di burro di karité. Se la spalmava più o meno tre volte al giorno: appena sveglia, durante il suo momento di pausa davanti alla tv e la sera, poco prima di andare a dormire.
A Barry non dispiaceva, quell’odore un po’ dolciastro, e non era più in grado di immaginare la ragazza senza, tanto che per il decimo compleanno di lei, lui gliene regalò un’intera confezione.
Aveva paura dei topi, era allergica ai germogli di soia e il suo colore preferito era il blu cobalto.
Amava i girasoli, e per quanto si sforzasse, era del tutto incapace di cantare. Però sapeva ballare, e la sua passione incondizionata per le scienze la portava spesso ad interrogarsi sui perché dell’universo.
Le era rimasta una piccola cicatrice sul polso, che si era fatta arrampicandosi su un albero quando aveva otto anni. A quel tempo lei era decisamente poco femminile, e il giovane Allen l’aveva sfidata a chi raggiungeva per primo il ramo più alto. Vinse lui, ovviamente, ma tutti i bambini che avevano assistito a quella prova si sorpresero nel constatare che la piccola Caitlin non sarebbe scesa giù da quella quercia senza prima essere arrivata a destinazione.
Fu pressappoco in quello stesso anno che con le sue labbra carnose e i suoi occhi da cerbiatto fece il proprio ingresso nella vita di Barry, capovolgendola quasi possedesse lo stesso impeto di un uragano.
 
La madre del ragazzo era morta quando lui aveva solo cinque anni, uccisa da un pirata della strada.
Il padre era in prigione. Aveva fatto delle scelte sbagliate, ma lui non l’aveva mai biasimato per questo, e spesso andava a fargli visita, raccontandogli gli ultimi avvenimenti della sua vita.
Il bambino era stato affidato alla nonna Claire dai servizi sociali. La donna aveva da poco superato la perdita del marito, ma si prese cura di Barry come una seconda mamma. Non gli fece mai mancare niente, accudendolo con premura e sostenendolo nel corso degli anni, con apprensione.
 
A sei anni, Barry fu iscritto alla scuola pubblica di Central City, città nella quale lui e Claire vivevano.
A sette subì il primo atto di bullismo. I bambini più grandi lo prendevano in giro per la sua situazione familiare, e lui si vergognava troppo per poter confidare alla nonna che, a volte, riuscivano anche a picchiarlo. Giustificava lividi o contusioni come incidenti dovuti alla sua scarsa coordinazione.
A otto anni, Tony Woodward superò il limite, inseguendolo fin sotto casa con la sua gang e prendendolo a calci.
Il giorno dopo, il più grande andò a scuola con il labbro spaccato.
Solo poi, Barry scoprì che era tutta opera di Caitlin Snow, che il pomeriggio precedente aveva tentato di rompergli il naso.
«Non sopporto i bulli come lui» aveva fatto spallucce la bambina, e Barry l’aveva ringraziata con un sorriso.
Dopo quel giorno, i due divennero ufficialmente inseparabili.
 
A undici anni Caitlin obbligò Barry a sedersi accanto a lei, in classe, così che potesse suggerirle durante i compiti di Algebra.
A dodici, lui prese ben otto note disciplinari e una sospensione. Sarebbero dovute toccare tutte alla mora, ma in un modo o nell’altro Barry riusciva sempre a scaricare la colpa su di sé, ottenendo delle punizioni minori anche grazie ai suoi ottimi voti.
A tredici anni i genitori di lei si separarono, e la ragazzina fuggì di casa, sparendo per circa dieci ore. Fu Barry a trovarla, rannicchiata ai piedi della quercia che da piccoli avevano scalato. Quella sera, quell’albero diventò il loro posto, lontano da tutti, alla periferia del parco della città.
A quattordici anni Caitlin si ubriacò per la prima volta, ad una festa di Lisa Bridge, e Barry fu l’unico che le resse i capelli mentre lei vomitava abbracciata al lavandino.
A quindici anni, la Snow aveva delle curve mozzafiato ed una certa predisposizione ad attirare le attenzioni dei ragazzi. Entrò a far parte delle cheerleader, e più volte tentò di convincere il suo amico a conquistarne una, con scarsi risultati.
 
A sedici anni, Barry si rese conto di essere irrimediabilmente innamorato di lei.
 
Lo capì quando vide Caitlin pomiciare con Raily Scott, entrambi già brilli, con un bicchiere di vodka in una mano.
Il ragazzo non voleva neanche andarci a quel party, ma l’amica lo aveva costretto, assicurandogli che si sarebbero divertiti. La verità è che lui aveva accettato solamente perché temeva che qualche giocatore di basket cercasse ti riaccompagnarla a casa.
Non avrebbe mai immaginato, però, che osservare le labbra di quel tizio premute contro quelle della ragazza scatenasse in lui tali sensazioni, come se un pugno di ferro gli avesse stretto la bocca dello stomaco in una morsa d’acciaio.
Era geloso? Da quanto aveva iniziato a pensare alla sua migliore amica in quel modo?
Quando l’afferrò per un polso per trascinarla in macchina, lei impuntò i talloni, facendo resistenza.
«Non è neanche l’una!» ribatté, mentre il moro le ordinava di mettersi la cintura.
«Non mi importa, è ora di andare via.»
Caitlin sbuffò, posando la fronte contro il finestrino. «Ti odio» borbottò, non appena lui mise in moto. E avrebbe continuato a farlo anche il giorno dopo, fino a che il ragazzo non si presentò al suo armadietto con un pasticcino.
 
Da quel momento, per Barry fu chiaro che la presenza di lei, nella propria vita, era del tutto essenziale.
 
A diciassette anni si iscrissero insieme al corso avanzato di Biologia Molecolare.
A diciotto, lui l’accompagnò al ballo della scuola. La ragazza indossava un abito lungo, con scollatura all’americana; il petto era velato da un corpetto color argento, e la pancia era lasciata scoperta, mentre una gonna di tulle acquamarina le fasciava i fianchi. Aveva i capelli raccolti da un lato, e l’amico la guardò estasiato, mentre scendeva lentamente le scale su quei tacchi vertiginosi.
Quando gli fu accanto, Barry tirò un sospiro di sollievo nel constatare che nonostante le scarpe di lei, lui continuava ad essere più alto di qualche centimetro.
Le aveva legato il bouquet da polso, e dopo aver scattato alcune foto erano saliti entrambi sulla sua Simca 1000 rosso fiammante, diretti verso la loro festa.
Si divertirono molto, danzando sulle note di un dj davvero bravo; ma il ragazzo poté giurare di non ricordare nulla, a parte il lento che avevano ballato insieme. Quasi quell’istante avesse surclassato tutti gli altri, rendendoli una macchia indistinta.
Il capo di lei sulla sua spalla; le braccia di lui attorno alla sua vita. Il resto non sembrava più così importante. 
 
A diciannove anni Caitlin ebbe quattro fidanzati, tutti degli idioti che alla fine la fecero solo soffrire.
A vent’anni, lei e Barry andarono entrambi all’Università. Lui scelse Chimica, lei Bioingegneria.
Quando la ragazza si laureò, il moro aveva già ottenuto la propria da un pezzo, ed era in procinto di intraprendere degli studi di Criminologia.
«Come dovrò chiamarti, ora?» la prese in giro il ragazzo, durante il banchetto che seguiva la cerimonia di premiazione.
Caitlin gli rifilò un’occhiataccia, ricordando tutti i futili appellativi che gli invitati le avevano affibbiato per complimentarsi con lei, stringendole con vigore la mano. «Si sta prendendo gioco di me, Mr. Allen?» lo minacciò, al ché lui sorrise, mostrando i palmi in segno di resa.
«Non mi permetterei mai, Dottor Snow.»
A loro piaceva darsi del lei, chiamandosi per cognome. Era una cosa che facevano dall’età di dieci anni, e anche se il più delle volte era un modo per schernirsi a vicenda, Barry considerava quello scambio di battute parte integrante della propria routine.
 
A ventisei anni la mora acquistò un piccolo appartamento in pieno centro, a Central City; e nonostante odiasse l’idea che a pagarle l’affitto fosse il padre, non poteva che essergli grata del ‘piccolo regalino’ che le aveva fatto.
«Non capisco perché ti ostini a non parlargli» la rimproverava Barry, e lei, inevitabilmente, faceva spallucce.
«Non abbiamo niente da dirci» si limitava a replicare. «E poi non voglio ascoltarlo mentre tenta di convincermi di trasferirmi a Malibu con lui e la sua terza moglie. La mia vita è qui, e non sono ancora pronta a lasciarla.»
Neanch’io, pensava sempre lui, ma ogni volta si teneva bene dal dirlo ad alta voce.
Come avrebbe fatto, senza Caitlin? Aveva paura anche solo di immaginare le proprie giornate senza la melodia della sua risata.
 
A ventisette anni Barry entrò a far parte della scientifica della polizia, e per festeggiare la Snow e sua nonna gli organizzarono una modesta festa a sorpresa, invitando lo stretto indispensabile di persone.
«Sono così fiera di te» lo aveva abbracciato Claire, stringendolo come se non volesse lasciarlo andare mai più.
Quella stessa sera, dopo che tutti se ne furono andati, lui e Caitlin uscirono per fare una passeggiata nella tiepida notte di quel martedì di Marzo.
«Non hai toccato neanche un bicchiere di tequila» si era complimentato il ragazzo, al ché lei aveva arricciato il naso, regalandogli una smorfia.
«Ero venuta lì per te, non volevo rischiare di svegliarmi domani mattina senza ricordare la faccia che hai fatto quando Emily Jow ti ha dato il suo regalo.»
«Dio, quel maglione era orribile!»
Risero entrambi di gusto, rendendosi conto solo dopo di essere arrivati nei pressi della quercia; la loro quercia.
Seduti ai piedi del tronco, sollevarono gli sguardi per osservare le stelle.
«Ricordi quando eravamo piccoli e giocavamo con il mappamondo in camera mia?» domandò la ragazza, e la bocca di lui si incurvò in un sorriso sghembo. «Chiudevamo gli occhi, lo facevamo girare, e quando si fermava indicavamo un punto a caso.»
«Volevamo visitarli tutti, quei posti» mormorò Barry, sovrappensiero.
«Ce l’ho ancora, quella lista, sai?» affermò quindi lei. «Anche se fin ora il viaggio più lungo che abbiamo fatto è stato quello per Starling City» ridacchiò, per poi guardarlo negli occhi. «Secondo te riusciremo mai a completarla?»
«Ma certo!» esclamò lui, soppesando attentamente i propri pensieri. «Presto o tardi – e soprattutto quando sarò abbastanza ricco da poterlo fare- ti porterò dove vorrai» promise, intrecciando le dita alle sue. «Fino alla fine, e anche oltre, ricordi?»
Quella semplice frase valeva più di mille parole. Più di mille ‘ti voglio bene’, di mille carezze, di mille abbracci e di mille risate.
Quello lì era un patto, un giuramento sancito anni prima da due bambini che non volevano lasciarsi mai, per nessun arcano motivo.
Era il filo invisibile che legava due cuori, al di là delle distanze e degli scherzi del destino.
«Fino alla fine, e anche oltre» annuì lei, posando la testa sulla sua spalla.
 
Ci sono persone a questo mondo che non puoi far altro che amare, non importa cosa tu voglia o quale sia il rapporto che vi lega.
Loro sono destinate a salvarti, risollevandoti dal baratro della desolazione proprio quando meno te lo aspetti.
Ci sono persone che resteranno al tuo fianco per sempre. Che saranno il tuo passato, il tuo presente e il tuo futuro.
Ci sono persone a cui basta uno sguardo, un cenno del capo, un sorriso, per farti stare bene; le cui braccia sono la dimora più sicura del mondo, e che ti conoscono più di quanto tu conosca te stesso.
Per Barry, Caitlin era una di quelle persone. E avrebbe continuato ad esserlo comunque, anche se le loro strade, un giorno o l’altro, si fossero separate.
Ora avevano ventotto anni, e lui non aveva mai avuto il coraggio di rivelarle i propri sentimenti. E non l’avrebbe mai fatto, poco ma sicuro.
Ormai era troppo tardi, e la loro amicizia era troppo importante, perché la sua impulsività mandasse tutto a rotoli.
Non poteva permettersi di perderla.
Lei era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.  


Angolo Scrittrice. 
Bounjour a tout le monde!
Dunque, mi chiamo ValeryJackson, e come avrete tutti ben capito, sono qui per propinarvi una delle mie storie. 
Ho notato che (per quanto riguarda a fanfiction) non è molto frequentato, questo fandom. E la cosa mi dispiace tanto, perchè trovo che The Flash sia una delle serie tv meglio riuscite degli ultimi dieci anni. 
Beh, che dire? Snowbarry nel cuore, no? ahahah
Permettetemi di dire tre rapide parole riguarda questa mini-long.
Innanzi tutto, non ho idea di quanto durerà. All'inizio avevo calcolato una quindicina di capitoli (o giù di lì), ma questo numero potrebbe variare. Dipende dal successo che avrà, e se saranno in molti -relativamente parlando- a seguirla. In tal caso, potrebbe diventare più lunga. Nell'ipotesi, invece, in cui faccia schifo a tutti, verrà interrotta, dato che non ho voglia di annoiare nessuno. 
Mi piacerebbe davvero che questa fosse diversa, perchè tutte le storie che ho seguito qui, prima o dopo sono state lasciate in sospeso, per non essere mai continuate. 
Non so se le miee idee vi piaceranno, ma doveva farlo per forza. Chi come me shippa Barry e Caitlin lo capirà. 
Nessuno si è mai chiesto come sarebbero andate le cose se fosse stata lei, la sua migliore amica, e non Iris? Beh, io ho provato ad immaginarlo, e questo è il risultato. 
Premetto alcune cose:
- Nonostante luoghi e personaggi siano pressocchè gli stessi, questa fic non avrà come protagonista un Barry Allen che diventa Flash. Sarà semplicemente un ragazzo normale, che esce con gente normali e che fa cose... beh, normali. Non vi sono supereroi o cose del genere, e questo spiega il motivo per cui vi sono gli avvertimenti AU e What if?. 
- La storia e ciò che vi accade è tutto frutto della mia fantasia, ovviamente, ma spesso troverete dei riferimenti alla serie originale, come ad esempio battute, circostanze, azioni o quant'altro. Questo per due motivi. Il primo, per rendere il tutto più verosimile, più credibile. Il secondo, perchè una Snowbarry shipper come me non può non ricordare alcune tra le più belle citazioni che questi due marshmallows si sono scambiati. Sarebbe ssemplicemente ingiusto, ptf. 
- Appariranno anche alcuni personaggi dell'universo di Arrow, oppure verrano semplicemente citati, yep. 
- Questo prologo iniziale ho preferito sfruttarlo per spiegarvi al meglio il rapporto che ho immaginato per Mr. Allen e il Dottor Snow. Ho tentato di racchiudere in poche righe tutti gli avvenimenti importanti nei quali si sono imbattuti da quando si conoscono, che come vedete li vedono perlopiù insieme. Il primo capitolo inizierà direttamente dal punto in cui questo si è interrotto, ovvero con i nostri due giovani che hanno ventotto anni. Forse ci saranno dei flashback, ma di questo non sono del tutto sicura. Verranno poi aggiunti nei capitoli a seguire nuovi dettagli che caratterizzano il loro rapporto, e che ho preferito non insierire qui, per non renderlo pesante e confuso. 
- Non preoccupatevi se Caitlin, per i primi tempi, vi sembrerà un po' OOC. Sembrerà strano, ma è del tutto voluto. Come potete notare, però, quest'avvertimento nelle note non c'è. Ergo, presto la dolce Snow diventerà quella che tutti noi conosciamo. C'è un perchè a questa mia scelta di giustificare il suo comportamento 'perfezionista' con un determinato avvenimento, e mi piace pensare a lei come una che prima di lavorare agli Star L.A.B.S. si divertisse; alla quale piacesse andare alle feste e fare la bella vita. Non so perchè ho sempre immaginato ccosì la sua adoloscenza, ma ho voluto condividere con voi questa mia visione ahah
- Barry, in questa long, non è mai andato a vivere a casa di Iris. E' per questo che ho inserito il personaaggio della nonna Claire. Immagino per lei lo stesso ruolo che ha avuto Joe nella vita del ragazzo, solo che al femminile. Spero che riuscirete ad amarla, e che possa conquistare i vostri cuori proprio come ha fatto il vecchio West. 
- Il banner l'ho fatto io, e anche se fa un po' schifio, spero vi piaccia. Non so se verrà cambiato nel corso della storia, ma per ora resterà quello lì. 
Bien, bien. Credo di aver detto tutto. 
Chi mi conosce sa che sono solita pubblicare il martedì; ma nuovo fandom, nuove regole! Perciò, tenterò di pubblicare una volta a settimana, il lunedì. E se tutto va bene, forse aggiornerò anche con più frequenza, ovvero due volte. 
Tecnicamente ora dovrei dirvi che ci si vede il prossimo lunedì, ma purtroppo parto per le vacanze sabato, e non potrò aggiornnare per due settimane. Vedrò di rilasciare il primo capitolo questo venerdì, quindi, ma non prometto nulla ahah
Che altro? Well, fatemi sapere che cosa ne pensate. Le vostre prime impressioni, se vi è piaciuto. Accetto appieno anche le peggiori critiche, seppur costruttive. 
Mi auguro di non aver fatto una pazzia, pubblicando questa storia. 
Alla prossima, speeders! 
Da questo momento anche vostra, 

ValeryJackson

 
  
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