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Autore: lilac_sky    20/07/2015    2 recensioni
A Galway certe vite sono fatte per intrecciarsi tra loro.
Thelma ha vent'anni e anche i piedi abbastanza per terra.
La sua vita non è mai stata troppo noiosa, e non lo diventerá certo adesso che Agnes ha compiuto vent'anni anche lei, Luke si rivela sempre più ansioso, Calum è come se le rivolgesse la parola per la prima volta e Ashton riesce ad affascinare anche solo stando in silenzio.
No, a Thelma non sono mai piaciute le situazioni complicate: eppure ha la netta sensazione che ci si ritroverà in mezzo, da un momento all'altro.
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Consiglio la lettura delle OS dedicate ai singoli personaggi
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Thelma si sveglia per i raggi del sole pallido mattutino che le illuminano il viso e i capelli sparsi sul cuscino, e sorride, vedendo che finalmente anche a Galway è iniziata la tregua, anche se breve, dalle giornate di uggioso grigiore. Si alza per avvicinarsi alla finestra, affacciandosi alla ringhiera in ferro battuto del piccolo balcone, quello che dà sulla baia, a quell’ora ancora affollata di barche e pescatori: inspira l’aria profumata di fresco e salsedine, mentre la leggera brezza le scompiglia i capelli già annodati dalla notte.
E si ricorda improvvisamente dell’appuntamento alle sette con Luke.
Rientra velocemente, cercando di mettere un po’ in ordine i capelli con le mani, apre l’armadio con uno scatto e ne esce una camicia smanicata bianca, che indossa velocemente insieme alla gonna ancora poggiata allo schienale della sedia di vimini: non pensa neanche minimamente di preparare per la colazione, perché è sabato, e il sabato mattina si ferma sempre al bar di Molly a mangiare qualcosa. Prende la borsa di tela bianca, lasciata la sera prima all’appendiabiti dell’ingresso, ed esce chiudendosi la pesante porta alle spalle.
Un’altra giornata è cominciata.
 
«Ecco il tuo tè, Thelma. E un muffin: offre la casa»
Come sempre si è seduta al tavolino vicino alla grande vetrata che le mostra la colorata visuale della stradina in discesa. E come sempre, Molly le ha portato la colazione, accompagnata da un sorriso sdentato: sarà che Molly ha quasi 80 anni, ma resterà comunque l’adorabile signora che ti tira su il morale con una fetta di torta di mele. E Thelma sa che potrà sempre contare su di lei, nonostante la differenza di sessant'anni di età, perché Molly O’Connery è la persona più fedele e allegra che ci sia.
Per questo sorride di rimando, arricciando il naso, perché il forte odore di cannella del tè le fa quest’effetto: affonda i denti nel morbido, profumato muffin appena uscito dal forno e dà un’occhiata all’orologio accanto al bancone. Fa giusto in tempo a girare lo sguardo verso la strada, che vede un ragazzo biondo trafelato con le mani piene di fogli e una borsa nera a tracolla correre verso l’entrata del bar. E appena sente la sedia di fronte a lei strusciare rumorosamente sul pavimento di legno e un profumo fresco di bagnoschiuma, pensa che di persone che corrono più di Luke Hemmings la mattina, non ce ne siano.
«Scusami Thelma, non ho sentito la sveglia, mi dovevo fare la doccia e dovevo ancora preparare le cose per la lezione oggi a scuola, non mi sono neanche fatto la barba» dice frettolosamente e col fiatone Luke, poggiando la pesante borsa a terra e cercando di impilare in modo quantomeno decente la miriade di fogli che tiene tra le mani. Thelma non dice niente, perché conosce troppo bene quel ragazzo da sapere che si farebbe prendere da una crisi isterica, e lo osserva mentre toglie il cappellino da baseball con uno sbuffo e si passa nervosamente entrambe le mani tra i capelli biondi, che non ha avuto il tempo di asciugare dopo la doccia.
Solo quando lo vede poggiare pesantemente le mani sul tavolo, lo guarda negli occhi e gli sorride ampiamente: lui le lancia un’occhiata confusa, ma alla fine si ritrova a sorriderle a sua volta. «Non so come tu faccia ad essere così allegra tutte le mattine: sei anche peggio di Agnes» borbotta divertito, giocherellando distrattamente con quel piercing al labbro che ha voluto farsi a tutti i costi appena finito il liceo.
«Sai, è proprio una bellissima giornata», lo ignora lei, pulendosi le labbra rosse con un tovagliolino per togliere le briciole del muffin che ha appena finito «E dovresti provare a fare le cose un po’ più tranquillamente» continua, facendolo sospirare.
«Io…sai che non è facile, Thelma: insomma, insegno in una cavolo di scuola elementare e sto studiando per la laurea, non ho un attimo libero e il tempo va troppo veloce. Insomma, oggi Agnes compie 20 anni, io ne devo fare 23 e non mi sono mai sentito così vecchio in vita mia» dice tutto d’un fiato, e Thelma ha l’impressione che tenesse dentro di sé tutte quelle cose da troppo tempo, e che l’averle buttate fuori in un attimo non abbia potuto non fargli bene. Poggia una mano su quella grande di Luke, stringendola.
«Non sei vecchio, Luke, non pensarlo neanche: fare l’insegnante è tutto quello che sognavi di fare, ti sei laureato e ora stai studiando per la specialistica, hai una sorella splendida che farebbe di tutto per te e a cui tu daresti tutto. Sei ansioso, ansioso della tua stessa vita: eppure, se ci pensi bene, ogni cosa che fai e che hai ti piace. Vivi tranquillamente, goditi ogni momento perché questa è la tua vita, e nessuno può rovinartela». Luke la fissa in silenzio, con gli occhi socchiusi. Solo dopo qualche secondo scuote la testa con una risata, lei torna a bere il suo tè e lui a sistemare i fogli ancora sparsi sul tavolo. Quando sembra aver finito, poggia i gomiti sul tavolo e comincia a guardare Thelma, che scrive qualcosa sul suo quaderno senza accorgersi del ragazzo che la sta guardando.
«Sei fantastica, Thelma» mormora, costringendola ad alzare lo sguardo per farlo incrociare con il suo, e vede le sue guance tingersi di un leggero rosso, lo stesso colore delle sue labbra, e gli occhi brillare divertiti. La vede chiudere il quaderno per metterlo di nuovo nella borsa, la vede giocherellare con gli anelli che le decorano le dita sottili e passarsi un mano tra i capelli corti, constatando come i complimenti continuino a metterla in imbarazzo, proprio come quando lei era piccola.
«Avanti, Luke, parliamo di questa festa per Agnes che poi arrivi in ritardo a scuola» dice Thelma, impaziente di organizzare questa sorpresa per la sua migliore amica, sebbene il rosso sulle sue guance non se ne sia ancora andato completamente.
E Luke sorride tra sé, notando come sia brava, lei, a cambiare argomento: poi guarda l’orologio che tiene al polso e decide che è meglio pianificare tutto adesso. Anche a costo di arrivare un poco tardi a lezione.
 
 
 
 
Thelma sta camminando per il centro di Galway, la cavigliera che tintinna lievemente ad ogni passo e i ciuffi di capelli che, mossi dal vento, le coprono la fronte.
Ha appena accompagnato a scuola Luke, che l’ha salutata con un buffetto sulla guancia, e adesso sta vagando senza una meta ben precisa.
Alla fine hanno deciso che quella sera faranno una sorpresa ad Agnes, con una festa semplice ed un numero di invitati che si può contare sulla punta delle dita, perché tanto a lei non sono mai piaciuti i festeggiamenti in grande. Hanno anche deciso che si farà tutto a casa di Thelma, che tutti sanno dov’è, e che si vedranno nel pomeriggio per sistemare il salone e per preparare qualcosa da mangiare.
“A Calum spieghi tutto tu” aveva poi liquidato la faccenda invitati Luke, promettendo che si sarebbe occupato lui personalmente delle ragazze (figurarsi) prima di sparire dietro al portone della scuola brulicante di bambini chiassosi in grembiule, e lei non aveva avuto tempo né modo di replicare. Perché è sempre di Calum che si sta parlando. Quel Calum con la pelle abbronzata, i bicipiti sviluppati e il sorriso bianchissimo, quel Calum con le mani grandi e callose per via del basso che suona da anni.
Beh, tutto questo non passa inosservato a Thelma, che vorrebbe sprofondare ogni volta che se lo ritrova vicino: e sapere che trascorrerà a casa sua un’intera serata, e che è toccato a lei il compito di avvertirlo, la fa stare male. Perché lei non è pratica a conversare tranquillamente con un ragazzo bello come lui, si sente…a disagio. Con Luke è diverso, perché lo conosce da anni: e sì, anche Calum lo conosce da anni, ed è pure il migliore amico di Agnes, ma è diverso. Semplicemente perché Luke non è Calum, non è un metro e ottantotto di assoluta meraviglia, come appare ai suoi occhi.
Lei è una ragazza timida, che si imbarazza facilmente, a cui si annoda la lingua e si annebbia la mente, impedendole di formulare una frase di senso compiuto. E per questo non vuole andare da Calum per dirgli della festa di quella sera.
Peccato che il suo passo veloce l’abbia portata involontariamente al porto, dove c’è un Calum Hood in bella vista con la pelle bruciata dal sole e una sigaretta tra le labbra, appoggiato alla barca sopra cui ha lavorato fino ad ora.
Sospira, Thelma, e raccoglie tutto il suo coraggio prima di avvicinarsi.
Spera solo di non arrossire troppo.
 
«Thelma!» esclama Calum buttando la cicca della sigaretta ormai finita a terra e rivolgendole un ampio sorriso, che lei ricambia sperando che l’ansia non abbia il sopravvento su di sé.
«Ciao» dice semplicemente, stupendosi di come la sua voce non sia risultata troppo tremolante, per cui decide di andare subito al dunque. «Oggi è il compleanno di Agnes, io e Luke avevamo pensato di fare una festa a casa mia» dice velocemente, mentre Calum si toglie gli stivali di gomma e il pantalone di cerata gialla «Dato che vorremmo fosse una sorpresa, potresti passare a prenderla con la scusa di portarla fuori, venendo invece da me».
Così tanta ansia non l’ha mai sentita nemmeno per gli esami all’università, perché Calum la sta guardando con quegli occhi scuri e un mezzo sorriso sulle labbra carnose e screpolate. «Sì, penso proprio che sia una buona idea» esclama, forse a voce un po’ troppo alta, e Thelma sorride contenta: l’ansia è passata in un attimo, pensando che tutto quello che vuole è far felice Agnes in un giorno così speciale.
Ma è solo un attimo. Perché Calum guarda l’ora sul cellulare e si accorge che il suo turno al porto quel sabato è finito.
«Senti, se non hai altro da fare qua potrei andare a casa e magari accompagno pure te» dice con un sorriso, e come può resistere, Thelma, a quel viso così bello: così è costretta ad aspettarlo, mentre lui posa la salopette impermeabile gialla e gli stivali nella stiva della barca. Scende con un salto e con l’ennesimo sorriso le fa capire che possono cominciare ad andare.
 
Thelma non sa che dire.
La sua mente, sempre così creativa, non è capace di trovare un argomento di cui parlare con quel ragazzo sorridente che le cammina accanto: ed è frustrante, per una come lei, non riuscire a pronunciare una sola parola, perché per quanto si scervelli non riesce neanche a capire cosa possa passare per la testa di Calum.
Anche se lui sembra tranquillo, perché non vede l’ora di tornare a casa e buttarsi a peso morto sul letto, stanco per la levataccia di ogni sabato per andare ad aiutare lo zio sulla barca: socchiude gli occhi, quasi nascondendoli con le pieghe della pelle che si vengono a formare agli angoli, e si passa una mano tra i riccioli neri. Thelma non lo guarda neanche, o sa già che arrossirebbe per un gesto tanto insignificante quanto affascinante per lei.
Camminano l’uno accanto all’altra, avvolti da un pesante silenzio che fa venire a Thelma voglia di piangere: una situazione così imbarazzante non avrebbe mai voluto che le capitasse, e preferirebbe di gran lunga morire di paura con un thriller al cinema, piuttosto che fare un pezzo di strada a piedi sola con Calum.
Dopo venti interminabili minuti, arrivano davanti alla porta della villetta di Thelma, che si trattiene dal sospirare di sollievo.
«Beh» esordisce lui piantando le mani nelle tasche dei jeans «Allora stasera passo a prendere Agnes alle 9..?»
«Sì, basta che ce la porti viva» scherza facendolo ridere, e Thelma vorrebbe sprofondare.
«Allora a stasera» dice, e lei ringrazia il cielo che se ne stia andando . Peccato che Calum si sporga un attimo per darlo un bacio sulla guancia in fiamme della ragazza. «Ciao, Thelma».
E dannazione, quell’occhiolino prima di girarsi e andarsene definitivamente non ci voleva. Perché il cuore di Thelma ha cominciato a battere troppo forte, e quando entra in casa sbatte furiosa i piedi per terra: perché non è possibile che ogni volta quel ragazzo riesca a farle quest’effetto.
















SALVE!
Eccomi, sono sempre io, elena/wild_nirvana.
Mh, quindi. Due parole (anche se proprio due sarà difficile).
Era da un pochino che avevo questa cosa pronta: per chi abbia letto le mie due prime OS, beh, questa è la long che sviluppa tutto e molto di più. 
Ed era da un pochino che volevo andare un po' avanti con i capitoli per capire bene se sviluppare quest'idea o no: credo che ora che ho pubblicato il primo capitolo, beh, sarò costretta ad andare avanti. E comunque mi sarebbe dispiaciuto non poco mandare a farsi friggere tutte le idee che avevo in testa.

Coooomunque. Questo primissimo capitolo (è la mia prima long, cappero) presenta la nostra protagonista, Thelma, che - sempre per chi ha letto Green Eyes, la os su di lei - diciamo mi rispecchia. Ha una vita particolare, che scoprirete più avanti.
Calum...beh, qui all'inizio mi è piaciuto in particolar modo, perchè immaginarmelo con stivaloni e cerata da pescatore è stato davvero esilarante: ma è stato il massimo. Spero che in queste vesti vi piaccia.

Se siete arrivate fin qui sotto, vi dico grazie con tutto il cuore e vi do tanti tanti bacini: vorrei davvero sapere se questo capitolo vi piace, i vostri pareri, se volete sapere cosa succederà nei capitoli successivi.
Ergo, recensite! 
è la mia prima long, non avete idea di quanto io sia emozionata e poco convinta di quello che sto facendo (ho appena pubblicato il primo capitolo? Uao).
Boh, non so cos'altro aggiungere. 
Ancora mille grazie se siete arrivate a leggere fino a qui: spero di trovare sotto il capitolo anche solo una recensione!

Tanti baci, bellezze
elena

 
  
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