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Autore: Sathys    21/07/2015    0 recensioni
Scuoti la testa mentre le porte si richiudono cercando di rimuovere dalla mente quel posto assurdo e guardi altrove per distrarti. E funziona. Oh se funziona.
C'è una ragazza che è entrata nel vagone dove sei tu. Non è particolarmente alta però ti colpiscono i suoi capelli. Un caschetto piuttosto corto, mosso e viola.
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene, ho scritto questo racconto come regalo (ancora sì) per una persona che per me era davvero speciale.
Ascoltavo Arabella
Do I Wanna Know? 
Buona lettura.
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Sei piena di adrenalina mentre siedi in metrò. Però la senti scorrere nelle vene solo perché sei riuscita a sfuggire a dei tipi inquietanti, perdono, furia inquietanti, che ti stavano seguendo da un po'. 
Non sai cosa volevano da te quei tre ragazzi che sembravano spacciatori ma tiri un respiro di sollievo quando, guardandoti attorno, non vedi nessuno di loro. Anche perché altrimenti saresti andata nel panico e poi altro che adrenalina.
Chiudi gli occhi appoggiando la testa allo schienale e ti rilassi quel tanto che basta a farti sentire i muscoli iniziare a diventare masse doloranti per lo sforzo. Ti fa male anche il petto ma il cuore ha smesso di battere forte. Adesso tornerai a casa e sarà tutto come prima. 

Almeno credi. 

La linea che hai preso sembra fare più fermate del previsto e il tuo cellulare è scarico perché hai sbadatamente lasciato il caricatore nell'aula di informatica e nella fretta non lo hai nemmeno staccato dalla presa. Forse saresti persino felice se la scuola prendesse fuoco per una tua sbadataggine. Ma riflettendoci nulla prende fuoco per così poco. 

Almeno credi.

Cerchi invano un MP3 nella tasca dei tuoi pantaloni ma hai solo un pacchetto di Lucky Strike Rosse, che per un tuo vizio non sono esattamente in tasca. Però non si può fumare nel vagone, e quindi ti lasci andare ad un lungo sospiro mentre scivoli sul sedile strusciando i palmi delle mani sui jeans usurati che ti rifiuti di cambiare. Sono troppo comodi, proprio come il sedile su cui ti trovi ora.

Almeno credi.

L'ennesima fermata è in una stazione che non hai mai visto. Buia, brutta e logora. L'odore che entra nel tuo vagone è persino troppo forte e ti ricorda un qualsiasi posto usato nei film horror o nei videogiochi per incutere ansia o paura. Niente potrebbe rendere bello quel posto.

Almeno credi.

Scuoti la testa mentre le porte si richiudono cercando di rimuovere dalla mente quel posto assurdo e guardi altrove per distrarti. E funziona. Oh se funziona.
C'è una ragazza che è entrata nel vagone dove sei tu. Non è particolarmente alta però ti colpiscono i suoi capelli. Un caschetto piuttosto corto, mosso e viola. 
Continui a guardarla mentre si avvicina e ti accorgi che ogni passo che fa verso di te con i suoi "stivali interstellari" diventa sempre più bella.
Ti sorride, come se ti conoscesse da sempre, mentre si siede nei due posti liberi davanti al tuo.
Ed è in quel momento che senti che non tornerà tutto come prima una volta a casa. 
Lo stesso momento in cui senti il tuo cuore accelerare e la pelle ardere. 
Lo stesso momento in cui il tuo sedile diventa improvvisamente troppo scomodo per poter continuare a guardarla.
A questo punto cambi persino idea su quel posto brutto e malfamato dalla quale è salita questa ragazza.
Provi a osservarla dal finestrino approfittando delle mura sotterranee della metro che rendono sempre tutto buio. 
Si sta togliendo il cappotto lasciando intravedere un vestito lungo e argentato con le spalline sottili.
Non puoi fare a meno di immaginare la tua mano allungarsi per sfilarle quell'abito così prezioso. Ma te ne penti poco dopo perché ti sembra troppo delicata per poterle fare qualcosa. 
Quando si infila le cuffiette cerchi persino di capire che genere di musica ascolta e sei anche fortunata perché il volume è eccessivamente alto. 
Ti lasci cullare da quel suono fino a dimenticare il rumore attorno a te. Non ti sei mai sentita così e questa sensazione ti spaventa e ti incuriosisce per tutto il viaggio, di fermata in fermata, fino alla tua.
Quando l'altoparlante annuncia la tua meta inizi ad accorgerti del tempo che hai passato a fissare la piccola ragazza senza nome e ti alzi in tutta fretta per scendere. 
Inizialmente ti penti di essere andata così veloce e non averla potuta guardare l'ultima volta. Ma ti accorgi che non occorreva poiché ti sta raggiungendo, sorridendo di circostanza verso te. Tu ricambi, con un sorriso un po' goffo, prima che lo stridio delle porte metalliche interrompa l'incantesimo. 
La inviti a scendere e lei ti ringrazia prima di buttarsi tra le braccia di un ragazzo.
Sospiri frustrata prima di accorgerti realmente di chi sia quel ragazzo. E i due dietro.
Bestemmi ancor prima che il tuo cervello finisca di formulare la parola "spacciatori".
Il resto accade in una frazione di secondi. La ragazza ti indica, loro scattano in avanti e tu, bé, ricominci a correre.
  
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