<
I vampiri si dirigono ad est,
sulla quattordicesima > la voce gracchiante del suo migliore
amico,
deformata dal microfono che portava all’orecchio, le
rimbombò in testa.
Quanto
mai ho acconsentito a questa cosa pensò
Buffy, sistemandosi
l’auricolare. Da quando, un anno prima avevano fermato
l’ennesima Apocalisse e
distrutto la Bocca dell’Inferno di Sunnydale, tutto era
cambiato. Le potenziali
Cacciatrici dell’intero pianeta
erano diventate effettive Cacciatrici e Buffy e i suoi amici le avevano
cercate
per tutto il mondo, radunandone diverse centinaia. Poi le avevano
stanziate in
diverse “cellule operative” (battezzate
così da Andrew) in ogni continente. Buffy
e gli altri si erano divisi le responsabilità
dell’addestramento e, in certi
casi, dell’educazione delle nuove Cacciatrici. Avevano deciso
di stabilire un
“quartier generale segreto” nei pressi di ogni
Bocca dell’Inferno, dove poter
organizzare efficacemente l’azione anti-demoniaca. Andrew
aveva insistito per
dotare ogni base di tecnologie piuttosto avanzate, “prese in
prestito” da
diversi suoi contatti. Da qui il microfono all’orecchio che,
dotato anche di un
GPS funzionale, permetteva di tenere sotto controllo le nuove reclute e
i loro
spostamenti. Buffy avrebbe preferito fare le cose alla vecchia maniera,
la
Caccia con il fidato paletto e l’amico istinto per
intenderci, ma si ritrovò ad
acconsentire alle proposte degli amici. Le sembrava di essere tornata
ai tempi
dell’Organizzazione, ma doveva ammettere che il nuovo sistema
aveva i suoi
vantaggi. Dopotutto, tenere d’occhio centinaia di ragazze
dotate di
superpoteri, molte delle quali animate dagli istinti ribelli
dell’adolescenza,
non era né facoltativo né facile. In quel momento
Buffy e cinque Cacciatrici
novelline, appena arrivate a Craterside, stavano inseguendo un gruppo
di
non-morti, una ventina più o meno che stavano fuggendo
costeggiando il tratto
est dell’interstatale 121, probabilmente in cerca di una
grotta o di
un’improbabile cripta nei dintorni. Buffy rimpiangeva i tempi
in cui ogni
borioso vampiro che incontrava si buttava senza esitare in un sano e
mortale
duello contro di lei. Ma con l’improvviso incremento delle
Ammazzavampiri,
molti demoni, si
davano alla fuga. Fin
dall’inizio dei tempi, fu stabilita la
nascita di una Predestinata per ogni generazione, la sola ed unica
Cacciatrice
in grado di combattere e sconfiggere tutte le Forze del Male. Ma a
seguito
dell’ultima Apocalisse, per sconfiggere il Male Primordiale,
Buffy e la sua
banda erano riusciti a cambiare le regole: grazie alla Falce,
un’ascia dai
poteri incredibili, Willow, la strega potentissima del gruppo,
riuscì a
spezzare il vincolo, permettendo ad ogni potenziale Cacciatrice del
pianeta di
indossare le vesti di supereroina. Quindi Buffy non poteva biasimare i
vampiri,
visto e considerato che una sola Cacciatrice era già un
grosso guaio,
trovarsene ad affrontare cinque era veramente un suicidio.
< Sarà
meglio dividersi! > disse Buffy
ad alta voce < tu, Jasmine, vieni con me. Le altre prendano il
fianco destro
e sinistro >
< Veramente io sarei
Jennifer >
< Ok, Jennifer
dobbiamo andare >. Fino a
quel momento aveva conosciuto più di 300 neo-Cacciatrici, e
imparare i loro
nomi si stava rivelando un’impresa piuttosto ardua. Andrew
aveva proposto di
affidare un numero a tre cifre ad ogni Cacciatrice e farlo stampare sul
braccio
con inchiostro verde brillante, ma la proposta era stata bocciata
all’unanimità. Bocciata nel senso che il giovane
criminale informatico aveva
assaggiato un bel calcio nel sedere, assestatogli da una giovane
recluta alle
prime armi. Calcio che gli era costato cinque punti di sutura alla
fronte. Da
quel momento Andrew fu molto più attento a limitare i suoi
malsani suggerimenti
di fronte alle neo-Cacciatrici.
Ma
dividersi fu inutile perché il
bosco convergeva in un’unica direzione e dopo pochi minuti si
ritrovarono tutte
nello stesso punto: le tracce dei vampiri si erano interrotte 200 metri
più
avanti, dove un piccolo torrentello melmoso indicava la via verso un
condotto
fognario. La puzza dei liquami che fuoriuscivano dal dalla fogna era
quasi
insopportabile. Appena aveva visto l’entrata del condotto
mille campanelli
d’allarme le erano risuonate in testa. Non
mi piace. Fu il primo pensiero che le ronzò in
testa. Con tutte le possibili vie
di uscita sarebbe stato difficile
stanare i vampiri e, allo stesso tempo, se i vampiri si fossero
organizzati
efficacemente, sarebbero potute cadere facilmente in trappola. Buffy si
sistemò
nuovamente il microfono all’orecchio che tendeva a cadere di
lato
Xander
rispose subito, impostando la
frequenza in modo tale che solo Buffy potesse sentire la sua voce
< Sissignora,
siamo già all’opera. Dammi un secondo. Mmmh un
minuto. Aspetta ancora un
attimo. Diamine, la connessione è lentissima! >
Buffy
sospirò. In quanto a
tecnologia avrebbero dovuto fare qualche aggiornamento. Dopo qualche
minuto le
nuove Cacciatrici davano già segnali di impazienza. Alcune
bisbigliavano
frenetiche tra loro:
<
Ma non dovremmo entrare? >
<
No stupida potrebbe essere una
trappola! >
<
Io direi di tornare indietro,
non possiamo rischiare! >
<
Ma siamo sicure che Xander.. >
Buffy
decise di mettere fine al
chiacchericcio. < Ok, ragazze adesso dovete darvi una calmata.
Una delle
virtù principali di una Cacciatrice è la
pazienza. Per elaborare un piano
efficace è necessario pensare. E pensare richiede tempo e
pazienza. Dovete
ricordare che la pazienza la gemella dell’intuito, non
sottovalutatela > I
bisbigli si ridussero percettibilmente, fino a scomparire. Ora le
ragazze
guardavano Buffy come se pendessero dalle sue labbra Bel
discorso si congraturò Buffy tra se e se avrei dovuto farlo a me stessa tanto tempo fa. Ho
sempre odiato
pazientare
Sentiva
che le ragazze non erano
pienamente consapevoli di ciò che comportava essere una
Cacciatrice. Molte di
loro erano guidate unicamente dalla loro esuberanza e dalla
“superbia di
superpoteri” che le portava a gettarsi contro il nemico senza
esitare e senza
pensare alle conseguenze. In tutte le spiacevoli circostanze che si era
ritrovata a fronteggiare, Buffy aveva sempre seguito ciò che
le diceva il suo
istinto anche se questo le
urlava a
squarciagola di scappare. Ed era per questo che era ancora viva. Non
era ancora
riuscita a trasmettere questo vitale insegnamento alle ragazze e sapeva
che
sarebbe stata una missione alquanto difficile.
Finalmente
Xander si fece sentire:
< Ok Buffy, abbiamo trovato la pianta delle fognature.
È enorme, ci sono
diversi cunicoli che si diramano in tutte le direzioni. Al centro
dovrebbe
esserci una sorta di discarica aperta. Ma la mappa risale a molti anni
fa, non
so se può essere ancora affidabile. Con tutti i condotti in
uscita che ci sono
i vampiri potrebbero essere andati dovunque. Potrebbe essere solo una
perdita
di tempo >
<
Grazie Xander. Ci sentiamo
dopo. > Buffy mise in stand-by l’auricolare. <
Missione annullata
ragazze. Si torna a casa >
Vide
alcune facce contrite, altre
sollevate. C’è ancora
molto lavoro da
fare si ritrovò a pensare Buffy mentre si
accingevano a tornare indietro molte di loro
non si rendono conto delle
loro capacità né sanno come sfruttarle al meglio
Ma
una voce preoccupata ruppe il
silenzio: < Aspettate! Dov’è Jennifer?
>
Buffy
si guardò attorno. < Jennifer!
> chiamò, non aspettandosi davvero una risposta. Maledizione! Quella ragazza è una testa
calda, dovevo immaginare che
avrebbe fatto qualcosa di stupido prima della fine della giornata.
Buffy
fece due calcoli. Non poteva essersene andata da più di
cinque minuti quindi,
se avessero fatto in fretta, avrebbe potuto raggiungerla in breve
tempo. Ma non
poteva lasciare lì le ragazze e in quel momento Jennifer
poteva essere già in
pericolo. Era una Cacciatrice ma era pur sempre una ragazzina, non
aveva mai
combattuto in un vero scontro e avrebbe dovuto uccidere venti vampiri
da sola.
Decisamente, non ce l’avrebbe fatta.
<
Va bene ragazze. Dietro di me e
fuori i paletti > Si addentrarono il più
silenziosamente possibile nel
cunicolo. Il soffitto dei condotti era crollato in più punti
e la debole luce
lunare rischiarava il pavimento sotto di loro. Buffy avvertiva che
c’era
qualcosa che non andava. Analizzate le tracce, avevano appurato che i
vampiri
sapessero con sicurezza dove dirigersi. Sembrava che conoscessero molto
bene il
posto. Ma, a meno che la loro aspirazione non fosse diventare dei bei
mucchietti di cenere, non era molto adatto come rifugio diurno.
Qualunque
vampiro non avrebbe gradito passare la notte in luoghi ammuffiti e
puzzolenti,
per quello ci pensava già di giorno. Buffy sentiva crescere
sempre di più la
sensazione di inquietudine. Più avanti intravide un oggetto
luccicante. Lo
raccolse. Era una piccola croce di legno che Buffy aveva visto al collo
di
Jennifer. Brutto segno. Le croci,
insieme all’acqua santa, erano tra i pochi oggetti in grado
di ferire un
vampiro. Per ucciderlo, invece, si poteva conficcargli un pezzo di
legno nel
cuore oppure esporlo alla luce del sole. Due metodi oltremodo efficaci.
<
Ragazze adesso… > Si girò di
scatto, colta da un’improvviso presentimento. Dietro di lei
non c’era nessuno.
< Ragazze! > chiamò poco convinta. Silenzio,
solo lo scrosciare timido e
costante dell’acqua corrente. Dove
accidenti sono finite? Si ricordò improvvisamente
degli auricolari che
ognuna di loro portava all’orecchio. Devo
ancora abituarmi a questi maledetti aggeggi
<
Xander, controllami la
posizione delle ragazze. Non so cosa sia successo ma ci siamo separate
>
Nessuna risposta. < Xander! > Dall’apparecchio
non giunse alcun rumore.
Poi uno sfrigolio. E un botto. Bene ci
mancava anche questa! Il microfono era esploso.
Buttò a terra quel che
rimaneva dell’ auricolare e, solo in quel momento, si rese
conto di essere
sola. Era una situazione in cui era abituata a trovarsi, dopo anni di
Caccia
solitaria, eppure, dopo i mesi passati in compagnia del vociare e delle
risate
delle nuove arrivate, si accorgeva della solitudine molto
più di prima. Beh sarà
come tornare ai vecchi tempi
pensò Buffy mentre si addentrava nel cunicolo. In quella
fogna non c’era nulla
per potersi orientare e quindi dovette procedere alla cieca, ma, in
breve
tempo, si rese conto che la sua impresa sarebbe stata più
difficile del
previsto: quel posto era come un labirinto. Buffy procedette a tentoni,
cercando un qualsiasi segno del passaggio delle ragazze. Non
trovò alcuna
traccia, né di loro né dei vampiri. Il dedalo di
cunicoli si diramava sempre
uguale e non c’era alcun modo per capire da che parte
dirigersi. Buffy
cominciava a irritarsi, le sembrava di camminare da ore e
l’olezzo e la puzza
di fogna non aiutavano favorivano certo il suo umore. < Buffy!
> un
grido, alla sua destra. Si mise a correre il più velocemente
possibile, stando
bene all’erta, con il paletto in mano, pronta per qualsiasi
sorpresa.
Buffy
si riscosse all’improvviso
< Chi sei tu? > chiese, cercando di recuperare la
lucidità
La
Cacciatrice appariva rilassata,
ma le sue dita tamburellavano impercettibilmente
sull’impugnatura del paletto.
Nonostante l’aspetto apparentemente innocuo,
quella donna aveva un qualcosa in grado di ammaliare chi
le stava
intorno e quindi poteva essere ben più che pericolosa.
Nonostante il breve
momento di contemplazione avesse
suscitato in Buffy un senso di beatitudine, sapeva che tutto questo
poteva
essere un inganno.
Sul
viso candido come la neve della
signora era stampato un sorriso enigmatico.
<
Sono solo una messaggera, Buffy
Summers > la voce, sensuale tanto quanto il suo aspetto,
sembrava della
consistenza del fumo, come se si potesse afferrare le sue parole solo
per
qualche istante, prima di lasciarsele sfuggire dalla punta delle dita.
<
Come conosci il mio nome? >
<
Anche di Sopra e di Sotto si sente
parlare di te, Cacciatrice. Dovresti sentirti onorata di questo >
<
Di cosa stai parlando? Comandi
tu il manipolo di vampiri? >
<
Gli Impuri sono stati solo
frutto della tua immaginazione, semplici immagini create
all’interno della tua
mente. Dovevo trovare un modo per farti venire da me. Io porto un
messaggio,
Cacciatrice >
<
Che genere di messaggio? Dove
sono le mie compagne? > Buffy cominciava a spazientirsi,
più tempo passava
minori erano le probabilità di trovare le ragazze tutte
intere. Sempre che le
avesse ritrovate.
<
I tuoi Seguaci stanno bene, in
questo momento sono nelle rassicuranti braccia di Morfeo. Ho poco
tempo,
Cacciatrice, non mi è permesso stare qui più del
necessario. Ma ci sono tante
cose che devo dirti > Il volto della donna si fece
improvvisamente serio.
Buffy
sentì un improvviso bisogno di
ascoltare. Aveva la sensazione che ciò che avrebbe udito le
sarebbe stato di
vitale importanza per il futuro < Parla. Ti ascolto >
<
Presto, prima di quanto
possiate prevedere, una nuova Apocalisse attraverserà questo
mondo > Il tono
della donna era grave, venato di una nota di tristezza. < Voi
lotterete. Ma
non vincerete>
<
Che genere di Apocalisse? Chi
ti ha detto questo? >
<
Nessuno, Cacciatrice. Io ho la
capacità di vedere il futuro, il passato e il presente. Per
me spazio e tempo
non esistono. La Vista va oltre il tangibile. Oltre ciò che
tutti possono
vedere > Le ombre sul pavimento cominciarono a vorticare creando
un insieme
confuso di immagini. Un tempio dai mille colori fulgidi e brillanti. Un
prato,
coronato da centinaia di fiori disposti in un arcobaleno colorato. Al
centro di
quello spettacolo naturale si cominciò a distinguere una
macchia di colore
rosso purpureo. Si allargò sempre di più fino a
tingere tutta l’erba e i fiori
del suo colore mortale.
Buffy
sentì le viscere stringersi in
una morsa e distolse lo sguardo. < Che razza di magia
è questa? Sei una
strega? >
<
No. Non puoi comprendere quello
che hai visto. Solo noi Alti Profeti possiamo sapere cosa
succederà poiché
vediamo Avanti e Indietro, di Là e di Qua >
<
Ora basta parlare per enigmi!
Dimmi quello che sai! Cosa avverrà? Cosa dobbiamo fare per
fermarlo? >
<
Nulla. Voi non potete fermarlo.
Voi sarete sterminati >
La
morsa che Buffy sentiva si fece
più forte. < Abbiamo sempre combattuto. In ogni
Apocalisse. E abbiamo sempre
vinto, alla fine. Come sarà diversa questa? A che cosa
dobbiamo prepararci? >
La
voce della donna si indurì < Non
potete fermarla. Dovete scappare. Dovete nascondervi. Dovete andare
dove non
possono trovarvi. Non ci sarà più speranza per
questo mondo >
<
In che cosa sarà diversa questa
Apocalisse? > insistette la Cacciatrice
Il
volto della donna si intristì
< Hai rotto l’equilibrio, Cacciatrice. Deve essere
ristabilito >
<
Come ristabilito? Che cosa
arriverà? > Buffy non cominciava a non sopportare
più l’atteggiamento
misterioso della donna.
<
Arriverà ciò che voi non potete
combattere. Potete solo scappare. Non mettere in pericolo la tua gente,
Cacciatrice. Se vi opporrete, sarete distrutte >
La
Cacciatrice ne aveva abbastanza
di enigmi e parole vuote Ok, basta con le
buone Buffy si lanciò in avanti, con
l’intenzione di afferrare la donna e
costringerla a parlare più chiaramente, ma prima che potesse
anche solo
toccarla, ella svanì. Che cosa..?
<
Sei troppo impetuosa
Cacciatrice. Ciò che vi ha reso forti, sarà
ciò che vi distruggerà >
Buffy
si guardò intorno, cercando la
donna. Sembrava scomparsa, perlomeno nel piano fisico. < Che
cosa posso fare?
> Buffy si accorse suo malgrado che la sua voce aveva assunto un
tono
disperato.
<
Devi solo ricordare… > il
suono si abbassò sensibilmente di tono, come se la sorgente
si stesse
lentamente allontanando < che la strada… > ora
le parole erano appena udibili
< si può cambiare.. > In un attimo tutto
finì. Le voci, che fino a quel
momento avevano tormentato la testa di Buffy, sparirono. Le ombre
furono
risucchiate nel vuoto, insieme al colore rosso del suolo. Le torce
scomparvero.
Buffy si ritrovò improvvisamente lì, pensierosa e
inquieta, in mezzo a una
discarica puzzolente. Solo un rumore disturbava il silenzio appena
conquistato:
il russare ritmico e costante di cinque ragazze addormentate.
Willow
si alzò piano dal letto, cercando di non fare rumore.
Qualcosa aveva destato il suo sonno. Una sensazione, forte quanto
presentimento
si stava faceva largo dentro di lei, scavando nel suo cuore, nel
tentativo di
trasmetterle un messaggio. Nell’aria si percepiva
elettricità, non
l’elettricità naturale, ma una sorta di
elettricità magica, persistente e
continua come la quiete prima della tempesta. Willow si chiuse in bagno
cercando di riordinare i pensieri. Sarebbe successo qualcosa di grosso.
Lo
percepiva, ma non riusciva a concretizzare chiaramente ciò
che sarebbe
accaduto. Chiuse gli occhi, cercando di esplorare dentro di
sé per trovare
qualcosa che potesse indicarle la via da percorrere. Ma mille pensieri
le
affollavano la mente. Come si sarebbe comportata? Avrebbe dovuto dirlo
agli
altri? E se poi si fosse sbagliata? Lei e i suoi amici erano
già impegnati su
diversi fronti, non voleva dar loro altre preoccupazioni per la testa.
Sentì un
paio di braccia cingerle la vita.
<
Ehi piccola. Va tutto bene? > Willow sorrise e si
appoggiò al corpo sodo e muscoloso della sua ragazza,
Kennedy.
<
Sì, sto bene. È che ieri sera ho mangiato troppo,
probabilmente non ho digerito > Non era mai stata brava a
mentire e
probabilmente Kennedy se ne accorse ma non disse nulla.
<
Vieni, andiamo a letto. Ci penso io a farti rilassare >
Quando le loro labbra si incontrarono e le loro lingue si incrociarono,
Willow
non pensò più a nulla. Eppure anche
lì, nel bel mezzo dell’estasi
dell’amore,
la sensazione pungeva. Sarebbe arrivato qualcosa. Qualcosa di potente.
La
scossa stava arrivando.