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Autore: _LilianRiddle_    21/07/2015    7 recensioni
Eccomi tornata con una nuova storia, dopo tanto tempo. Questa volta mi sono dedicata ad una Dramione, un genere che io amo da morire. E' la prima, siate clementi ^^.
Dal testo:
"- Maledizione! – esclamò, preoccupandosi ancora di più vedendo Luna poco lontano da lui, priva di sensi.
S’inginocchiò accanto al ragazzo, che stava tentando, invano, di alzarsi.
- Fermo Malfoy, fermo. – cercò di trattenerlo Hermione, con le mani tremanti e le lacrime agli occhi, troppo preda delle sue emozioni per riuscire a formulare anche il più semplice degli incantesimi di cura.
Il ragazzo la scacciò malamente, tentando ancora una volta di alzarsi.
- Non ho bisogno del tuo aiuto, Mezzosangue. Ce la faccio da solo. – disse tentando di suonare cattivo e minaccioso, respingendo le sue mani.
- Zitto, Draco, zitto. – sussurrò Hermione. Il ragazzo sussultò sentendo il suo nome pronunciato proprio da lei, proprio da quella che avrebbe dovuto insultarlo e picchiarlo come avevano fatto quei ragazzi. E ne avrebbe avuto tutto il diritto, di questo era sicuro.
- Io non mi sono difeso, Hermione. – bisbigliò lui, prima di svenirle tra le braccia. "
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving each other - How to save a life'
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Capitolo XIX.
 
 
Glielo appoggiò accanto, sull’erba verde, mentre Ron si sedeva accanto a lei.
- Che cos’è? – chiese Harry, scorrendo le dita sul nome inciso nella pelle scura.
- L’ho trovato a Godric’s Hollow, quando ci siamo avventurati nella casa di Bathilda Bath. È il diario dell’ultimo anno a Hogwarts di tua madre. –
Harry annuì, prendendolo delicatamente tra le mani.
- L’hai letto? – chiese.
Hermione alzò le spalle.
- Ero curiosa.
Per un po’ i tre ragazzi stettero in silenzio, guardando il sole abbassarsi lentamente nel cielo.
- Avreste mai pensato a tutto questo? – chiese Ron.
- Tutto questo? – rispose Harry aggrottando le sopracciglia.
Ron fece un ampio gesto della mano.
- Guardateci. Siamo ancora qui, vivi. Innamorati. Quella notte a Godric’s Hollow, quelle notti sperduti tra mille pericoli… ci avete mai pensato a tornare qui, a guardare di nuovo il tramonto? A sopravvivere e, addirittura, a tornare a vivere dopo tutto quello che abbiamo passato? –
- In realtà non c’ho mai pensato. Allora tutto quello che dovevamo fare era trovare gli Horcrux e uccidere Voldemort. Non ho mai pensato al dopo. Non ci potevamo permettere di pensare ad un futuro, non noi tre. Davvero, quante possibilità avevamo di sopravvivere tutti e tre? – disse Hermione.
- Non abbiamo mai avuto vere possibilità di vincere. Ci sono un sacco di “se” e di “ma”, di persone che ci hanno aiutato e avrebbero potuto non farlo… se Narcissa non avesse mentito a Voldemort, lui avrebbe vinto. Se l’amore che la legava a Draco ed Ashling non avesse vinto, nessuno di noi tre sarebbe qui, ora. Se Neville si fosse arreso, se non avesse tagliato la testa a Nagini. Se gli altri non avessero avuto la forza di reagire. Se… - Harry scosse la testa. - Però siamo sopravvissuti. Tutti e tre. Chi l’avrebbe mai detto? –
- Nessuno. – rispose Ron.
Allungando il braccio oltre Hermione, il ragazzo afferrò il piccolo diario di Lily Potter.
- Allora, c’è scritto qualcosa d’interessante? – chiese.
Hermione scoppiò a ridere.
- Oh, non ci crederete mai! Tua madre era una donna molto forte, Harry. Ne ha passate tante. Non so come prenderai alcune cose che ci sono scritte, ma penso che valga la pena di leggerlo. È pur sempre qualcosa che ti può far conoscere un po' di più tua madre. –
- C’è scritto qualcosa di tanto compromettente? – domandò Harry.
Hermione arrossì.
- Probabilmente dovrai rivedere molte delle tue idee, Harry… -
- GRANGER! – urlò qualcuno dall’altra parte del parco.
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
- Ma che ci trovi in lui, Herm? – chiese Ron, guardando storto il ragazzo biondo che si avvicinava a loro.
- Non lo so, Ron. Se lo sapessi probabilmente non sarei nemmeno innamorata di lui. Fa tutto parte del pacchetto. – rispose Hermione, alzandosi.
- Cos’hai da urlare, maledetto Furetto? – chiese avvicinandosi a Draco, che ormai li aveva raggiunti.
- Dov’eri finita? Mi sono svegliato e tu non c’eri!
- Cos’è, ti mancavo, Malfoy?
- Sì. – rispose il ragazzo, mettendo il broncio come un bambino.
Adorava quando era così arrabbiato che le diceva la verità senza neanche accorgersene.
- Dovrai farti perdonare! – esclamò Draco, prendendola per mano e iniziando a trascinarla lontano dai suoi amici.
- Non ci penso neanche! – rispose Hermione – Ciao, ragazzi. Ci vediamo più tardi. – aggiunse salutandoli e seguendo il Serpeverde davanti a lei.
Harry guardò Ron perplesso. Il rapporto complesso che legava Hermione al loro peggior nemico non l’avrebbero mai compreso.
- Sembra stare meglio, però. – disse Ron.
- Sì. Sembrano stare meglio entrambi. – rispose Harry.
- Chi l’avrebbe mai detto, eh? Hermione e Malfoy… bah! – disse Ron e i due amici scoppiarono a ridere, sentendo un peso sciogliersi e scivolare via dal petto.
 
***
 
Harry guardava la pergamena che aveva in mano, piangendo a diritto. Di gioia o di dolore non lo sapeva.
Aveva aperto il diario di sua madre con tutta l’intenzione di leggerlo, quel pomeriggio, e invece si era ritrovato in mano una vecchia lettera, scritta su una vecchia pergamena, con l’inchiostro sbavato e rovinato in più punti.
E non aveva più smesso di piangere.
 
1 ottobre 1981
 
Caro Harry,
non so se leggerai mai questa mia lettera, ma nel caso in cui Bathilda riuscisse a darti questo diario, e la lettera con lui, volevo che sapessi alcune cose, tutte ugualmente importanti.
Io e tuo padre siamo molto felici di averti avuto. Vi amo entrambi come non ho mai amato nessuno. Ma devi sapere che tempo fa, ci fu un ragazzo che mi fece battere il cuore e che amai molto, troppo forse. Si chiama Severus Piton, ha preso una brutta strada, ma se dovessi incontrarlo nel tuo cammino, non giudicarlo dalla prima occhiata. Lui si scopre piano piano ed ha un’anima bellissima. Dagli una possibilità, saprà volerti bene e, chissà, magari anche tu imparerai a volergli bene.
Non farti mai guidare dalle apparenze, Harry. Sii forte e giusto, soprattutto con i tuoi nemici, e soprattutto se non conosci la loro storia. Impara anche a perdonare, quando ce ne sarà bisogno e abbia pietà, sempre, di chi ha una brutta storia alle spalle.
Probabilmente sarò morta da molto tempo quando leggerai questa lettera, ma spero che tu vivrai ancora con tua zia Petunia, con la mia amata sorella: lei ti vorrà bene, ne sono certa. In un modo o nell’altro te ne vorrà.
Sei la gioia di tutti noi, qui: non ho mai visto tuo padre, Sirius e Remus così felici. Quando tutto questo finirà, saremo una famiglia vera, tutti noi. Ti cresceremo con amore e non ti mancherà mai nulla. Ma se questo non dovesse succedere, se noi dovessimo morire, non disperarti: ti ameremo anche dal luogo in cui si va dopo la morte e ti aspetteremo lì, sorridenti e veglieremo su di te.
Tuo padre aggiunge che sarà orgoglioso di quando entrerai a Grifondoro (so che ti sembra strano che dica una cosa del genere, ma lui non ha la mia stessa fiducia sul fatto che sopravvivremo). Saremo orgogliosi di vederti in qualunque Casa di Hogwarts il Cappello Parlante vorrà smistarti.
Tuo padre si premura anche di dirti che ti vuole assolutamente nella squadra di Quidditch, proprio come lui.
Fa quello che devi per la tua felicità, Harry.
Harry, mamma ti ama.
Papà ti ama.
Sii prudente, Harry, sii forte.
 
I tuoi genitori.
 
Se Harry avesse avuto quella lettera prima, tante cose sarebbero state diverse, forse.
Sua madre innamorata di Severus Piton. Il suo ex professore di Pozioni. Morto per un capriccio di Voldemort.
Scosse la testa.
Quella lettera era ciò che aveva desiderato di avere per anni: la conferma di essere amato dai suoi genitori.
Ginny gli sfiorò le spalle, mentre Harry gli passava la lettera.
- Leggi. – le disse.
La ragazza rimase in silenzio per un po’. Fu Harry a riprendere la parola.
- Guarda la data. –
- 1 ottobre 1981… oh! –
- Già. –
Ginny sollevò il mento di Harry, costringendolo a guardarla negli occhi.
- Tua madre ti ha amato, Harry. Tuo padre ti ha amato. Così come lo hanno fatto Sirius e Remus. E penso che alla fine anche Peter Minus ti abbia voluto bene. Sono tutti morti, è vero. Nessuno te lo può dire a voce, ma te lo hanno dimostrato in molti modi. Il loro amore ormai è perduto, però tu sei vivo, sei qui, ora, davanti a me e il tuo amore nei loro confronti è ancora più vivo che mai. – Ginny fece un sospiro. - E poi ci sono io, che sono viva, qui, davanti a te e che ti amo. Smettila di piangere, loro non avrebbero voluto che tu piangessi per il rimorso. Piangi di gioia, piuttosto, per la fortuna sfacciata che abbiamo avuto, per il futuro che noi potremo vivere. Sii forte, Harry. –
Il ragazzo si asciugò le ultime lacrime e guardò negli occhi la sua ragazza. La forza che vi leggeva dentro rendeva forte anche lui.
Avrebbero avuto una vita insieme, sarebbero stati felici. Avrebbero avuto una casa, un lavoro. Magari dei figli. Avrebbero litigato, oh sì. Sarebbe stato bello. All’improvviso gli venne un’idea.
- Che dici, Ginny, ci sposiamo? – chiese con un luccichio divertito negli occhi.
La ragazza rimase a bocca aperta.
- Chi… quando… eh? – lo guardò confusa, senza capire.
Harry rise della sua espressione, attirandola a sé per un bacio. Lo sguardo di Ginny si assottigliò pericolosamente.
- Mi stai prendendo in giro, per caso, Potter? – chiese mettendosi le mani sui fianchi.
Il ragazzo deglutì, ma non riuscì a togliersi il sorriso che gli illuminava il volto – e gli occhi.
- Perché no, Ginny? 
La ragazza scoppiò a ridere.
Andava tutto bene.
 
***
 
Draco Malfoy accarezzò la schiena nuda di Hermione Granger.
Sorrise.
Affascinante come il destino scompigliasse a suo piacimento le vite degli esseri umani.
Se solo l’anno scorso gli avessero detto che avrebbe amato – parola che gli avrebbe sempre fatto paura – Hermione Granger, So Tutto Io, irritante, testarda, orgogliosa, bellissima, Nata Babbana, avrebbe iniziato a ridere e probabilmente non avrebbe smesso più.
Adesso, invece, stentava ad immaginarsi senza di lei. Lei era tutti i suoi ricordi felici. Non sarebbe mai stato in grado di produrre un Incanto Patronus decente senza pensare a lei.
La ragazza si girò verso di lui e lo guardò negli occhi.
- A che pensi? – chiese sfiorandogli una guancia.
Lui alzò le spalle.
- A quanto sia stato fortunato, alla fine.
- Posso farti una domanda, Draco?
- Dimmi pure.
- Che cosa faremo, una volta dati i M.A.G.O? Dove andremo a vivere, staremo ancora insieme? – Hermione stava per aprire la bocca ancora una volta, ma lui la fermò.
- Una volta dati i M.A.G.O, mi piacerebbe fare una vacanza. Con te, possibilmente. Potremmo invitare anche i tuoi amici. –
- Nostri, Draco. Nostri amici. –
Il ragazzo sbuffò, ma dovette cedere alla verità dei fatti. Stava iniziando ad apprezzare Harry Potter e la famiglia Weasley.
- Va bene, nostri amici, Hermione. E poi pensavo di ristrutturare il Manor… sai, ne parlavamo già da tempo con mamma e A… - Draco fece un respiro profondo. Hermione si avvicinò ancora di più a lui. – e Ashling. È così tetro e grande… e a mia madre non fa bene stare lì da sola, quindi, magari, potevamo andare a stare al Manor, per un po’ e sistemarlo… potremmo chiedere a zia Andromeda se vuole venire a stare lì anche lei, avrà bisogno di aiuto con il piccolo Teddy… - Hermione adorava il modo in cui Draco andava nel panico a parlare di sentimenti e pensieri vari.
Sorrise dolcemente, mentre il ragazzo continuava.
- Poi pensavo che potremmo far venire anche Neville. Non penso che debba stare troppo tempo da solo, lo vedo così perso, da quando Ashling è morta… - Draco abbassò gli occhi e il sorriso di Hermione si ampliò ancora di più.
- Trovo che queste siano ottime idee, Draco. – sussurrò, mentre lentamente lo sfiorava.
Con uno sguardo malizioso, lo stese sotto di sé, guardando divertita il suo sguardo confuso ed eccitato.
- Ma che fai, donna?!
- Non vuoi sapere quello che ho intenzione di fare io quest’estate? – chiese sfiorandogli le labbra con un bacio.
Il ragazzo le posò le mani sui fianchi, annuendo con un sorriso.
- Ho intenzione di mostrarti tutto l’amore del mondo.
 
***
 
24 dicembre, diciannove anni dopo.
 
- Hermione…
- Smettila, Draco.
- Non penso che sia una buona idea.
La ragazza si fermò con le mani sui fianchi.
- Draco.
- Sì?
- Smettila.
L’uomo che la guardava dall’altra parte della camera le lanciò uno sguardo truce. La donna sbuffò, girando intorno al letto che ormai condividevano da diciannove anni.
- Tutti gli anni la stessa storia. Non puoi andare nel panico ancora adesso perché passerai il Natale con quelli che secoli fa erano tuoi nemici. Nessuno ti odia più. Nessuno ti ha mai odiato. Che problema c’è? –
Draco abbassò gli occhi.
- Sai che non mi piace stare in mezzo alla gente. –
Certo che Hermione lo sapeva. Amava quell’uomo da troppo tempo, ormai, per non sapere perfettamente quello che gli passava per la testa.
Scosse la testa, sistemandogli la cravatta.
Alla fine, avevano davvero risistemato il Manor e ci erano davvero andati a vivere.
Solo loro, però. Narcissa si era trasferita permanentemente da sua sorella, contenta di riformare quel rapporto che le era stato strappato molto tempo prima. Teddy, invece, passava sei mesi a Malfoy Manor e sei mesi a Grimmauld Place. Insieme alle sue due famiglie, Malfoy e Potter.
Avevano celebrato il loro matrimonio proprio nel loro giardino, in una fresca giornata di inizio ottobre. Hermione ricordava ancora le lacrime che era riuscita a far versare a Draco. Suo marito. Un mezzo sorriso le incurvò le labbra.
- Ti ricordi il nostro matrimonio, Draco? – chiese.
L’uomo sbuffò.
- So dove vuoi andare a parare, donna. Non te la caverai con la storia del nostro matrimonio.
- Però è una bella storia, quella del nostro matrimonio.
- Noi siamo una bella storia.
I due si sorrisero, innamorati.
Si erano scelti tanto tempo prima e avevano avuto il coraggio di non lasciarsi. Non era stato facile, le liti furiose sfociavano spesso in duelli all’ultimo incantesimo, ma l’amore che li legava li aveva resi una bella storia. Una storia felice.
- Mamma! Papà! – chiamò una voce dal piano di sotto. – Facciamo tardi! –
Hermione si allontanò dal marito, lo prese per mano e lo trascinò al piano di sotto, dove i loro figli li stavano aspettando.
Davanti a lei apparve un bellissimo ragazzo in giacca e cravatta, elegantissimo, con i biondi capelli ricci come quelli della madre e gli occhi marroni screziati, chissà come, d’azzurro. Uno strano e bellissimo miscuglio di Hermione e Draco.
- Antares, dillo a tuo padre che siamo in ritardo, non a me. –
Lui sbuffò guardando storto l’uomo davanti a lui.
- Sei sempre il solito, papà! Cosa avete fatto tutto questo tempo te e la mamma? Possibile che tutte le volte è sempre la stessa storia? Non riusciamo mai ad arrivare in orario! – esclamò.
Draco scosse la testa. Suo figlio era proprio come sua madre. Saccente ed irritante. Lo amava da morire.
- Al posto di lamentarti sempre come al solito, vai a chiamare le tue sorelle.– gli rispose Draco.
- Eltanin! Altair! – urlò di rimando il giovane, beccandosi lo sguardo irritato del padre.
- Non mi sembra che ti sia sforzato molto, anche io avrei potuto chiamarle così! Sei proprio un Corvonero, mai capaci di fare qualcosa di pratico!
Antares stava per aprire bocca, quando Hermione si interpose tra loro con le mani sui fianchi e lo sguardo che non prometteva nulla di buono.
- Mi sembrate due bambini! – esclamò minacciosa.
- Io sono un bambino, mamma! Ho solo tredici anni. – le rispose Antares.
Hermione alzò un sopracciglio.
- Dodici e mezzo, fino a prova contraria. E comunque, sei un bambino solo quando ti fa comodo. E chiedi scusa a tuo padre.
- Ma, mamma…  
- Antares Draco Malfoy! Hai intenzione di non fare quello che ti ho chiesto?
Il ragazzo abbassò la testa e sussurrò: - Scusa, papà.
L’uomo gongolò, soddisfatto.
- Scuse accettate, Antares.
La moglie lo colpì sul braccio.
- Non fare il bambino, Malfoy.
In quel momento, ridendo, scesero le gemelle Malfoy. Una, Altair, corti capelli biondi e sguardo glaciale, era la copia sputata di suo padre. Finita, chissà come mai, a Serpeverde. L’altra, Eltanin, capelli indomabili e occhi scuri, era la versione in miniatura di Hermione. Grifondoro convinta.
I genitori ancora non capivano com’era potuto succedere. Tre figli, tre case diverse. Ricordavano ancora le scommesse tra di loro. Tutte perse da ambo le parti.
- Siamo tutti pronti? – chiese la madre, aprendo la porta di casa e facendo uscire il resto della famiglia.
Si presero tutti per mano e si smaterializzarono, apparendo davanti ad una casa a loro ben conosciuta. Era una tradizione consolidata, ormai, passare il Natale a Grimmauld Place, che non era più la casa tetra e triste in cui era vissuto Sirius Black. Harry e Ginny avevano fatto un ottimo lavoro di ristrutturazione, anni prima, e poi non se ne erano più andati da lì.
I Malfoy entrarono senza bussare.
- Ciao a tutti! – esclamò Hermione, dirigendosi in cucina, dove sapeva di trovare una Ginny molto indaffarata a preparare il pranzo per tutta la loro grande famiglia.
- Ciao Herm! – esclamò la donna, dando un bacio all’amica. – Ciao Draco. – disse poi rivolta al biondo, baciando anche lui.
Erano diventati amici, alla fine. Draco Malfoy e Ginevra Weasley adoravo, l’uno dell’altra, la lingua biforcuta e il sottile umorismo.
Anche Harry Potter fece il suo ingresso nella cucina sovraffollata.
- Buon Natale Herm! – baci. – Malfoy, sempre intorno a ficcare il naso, vedo. – pacca sulla spalla amichevole al suo ex nemico.
- Mai quanto te, Potter. – rispose, ricambiando il saluto.
Negli anni, i rapporti tra i due erano migliorati notevolmente, fino a saldarsi in una forte amicizia.
- Antares, James è su nella sua stanza. – disse Ginny, rivolgendosi al giovane, che sparì contento su per le scale.
- Zio Harry! Indovina in che casa sono finita! – esclamò entusiasta Eltanin. Adorava Harry e Ginevra, che erano il suo padrino e la sua madrina.
- In Grifondoro! Lo sapevo, tesoro. Me l’ha detto tua madre appena l’ha saputo. – le rispose Harry, abbracciandola.
- Siamo i primi? – chiese Hermione.
In quel momento, la porta di casa Potter si aprì ancora una volta e un’orda di Weasley ci sciamò dentro. Bill e Fleur salutarono i presenti, seguiti dalle due figlie, Victoire e Dominique.
Dietro di loro apparvero Ron e Samia, con i loro due figli. Rim Rose Weasley, primogenita, bellissima, stessa età delle gemelle Malfoy, Grifondoro. Capelli riccissimi dal caratteristico color Weasley, sguardo intelligente e penetrante. Aveva un rapporto strano con la prima delle gemelle Malfoy, Altair.
- Malfoy. – disse alzando il mento.
- Weasley. – rispose l’altra alzando un sopracciglio.
I genitori scossero il capo, sorridendo. Sapevano che le due ragazzine si adoravano e che tra loro c’era molto più di una semplice amicizia.
E poi c’era il piccolo Hugo, che corse su per le scale alla ricerca di Lily Luna Potter, la sua migliore amica da sempre.
Gli ospiti si spostarono nel grande salone adiacente alla cucina, dove un alto albero di Natale magnificamente addobbato faceva bella mostra di sé circondato da mille e mille regali.
Seduti in un angolo, con le teste vicine, sussurravano fitto fitto tra loro Eltanin e Albus Severus Potter, che per sua immensa gioia era finito a Grifondoro come tutti i suoi parenti. Sembrava di tornare indietro nel tempo e guardare Harry ed Hermione quando erano piccoli.
Iniziarono a sedersi a tavola quando Kreacher, che ancora serviva Harry e la sua famiglia, annunciò che la cena era quasi pronta.
In quel momento, arrivarono anche Narcissa con la sorella Andromeda e il giovane Ted Lupin, che salutò Victoire con un leggerissimo bacio sulla guancia. Dietro di loro, apparvero Neville Paciock e Luna Lovegood, seguiti dalla loro unica figlia: Ashling Paciock.
C’era voluto del tempo, per Neville, per scendere a patti con tutto il dolore causato dalla morte di Ashling, per assimilarlo e prenderlo per mano, per smettere di combatterlo ed accettarlo. Ma nel suo lungo percorso non era rimasto solo a lungo. Luna, in punta di piedi, era entrata nella sua vita e c’era rimasta. Si amavano. E non avevano voluto sposarsi. Luna aveva affermato che il matrimonio non faceva per loro, che stavano molto meglio così. Poi Luna era rimasta incinta e Neville aveva passato notti in bianco pensando al nome da dare alla sua bambina. Quando Luna, inaspettatamente, aveva affermato che la loro figlia di sarebbe chiamata Ashling, il cuore di Neville s’era quasi fermato sotto la forza dell’amore che sentiva per quella strana donna. Finalmente stava bene, Ashling sarebbe stata contenta di lui.
Si sedettero tutti a tavola, mentre i piatti venivano riempiti di cibi deliziosi.
Tutti erano felici, finalmente.
La cicatrice di Harry non bruciava più da molto tempo.
Andava tutto bene.
 
 
 
Come andò a finire…
 
Hermione e Draco: Draco ed Hermione non smisero mai di amarsi e quando meno se lo aspettavano, Hermione restò incinta del piccolo Regulus Malfoy, scalmanato come pochi, con una vera adorazione per lo zio George Weasley, che gli insegnò tutti i passaggi segreti di Hogwarts, per poi scoprire con sgomento che aveva rivelato i suoi segreti ad un piccolo Serpeverde.
 
James Sirius Potter e Antares Draco Malfoy: restarono sempre migliori amici, anche quando Antares rubò la ragazza a James e lui per ripicca gli fece sparire il materasso per un mese. Adesso, entrambi fuori da Hogwarts, erano diventati entrambi giocatori di Quidditch. Ovviamente in squadre diverse.
 
Albus Severus Potter ed Eltanin Narcissa Malfoy: alla fine si innamorarono, al contrario di quanto successe alle loro copie più grandi. Nulla riuscì mai a dividerli, neanche quando Eltanin, per una scommessa, baciò un altro ragazzo e Albus, geloso, non le rivolse la parola finché non ricevette scuse adeguate.
 
Altair Hermione Malfoy e Rim Rose Weasley: Altair e Rim annunciarono un capodanno, ai loro genitori e parenti, che non erano solo semplici amiche. Al posto di ricevere il disprezzo che si aspettavano, ricevettero le risate dei genitori che affermavano di saperlo già da tanti anni, che loro non erano semplici amiche.
 
Ginny ed Harry: Harry non smise mai di ficcare il naso negli affari di Draco, Ginny non smise mai di adorare la parlantina del Serpeverde. Harry si domandava ancora che cosa avesse fatto di così buono nella sua vita per meritarsi una famiglia come quella. Ginny non perse mai la pazienza col suo Grifondoro preferito.
 
Ron e Samia: andarono a vivere in Egitto, dopo che Ron si fece male sul lavoro e fu costretto alla scrivania. Il camino di casa loro era collegato a quello di casa Potter e, nonostante le proteste scherzose di Ron, anche a quello di casa Malfoy. Non si perdevano nulla della vita mondana Londinese e, nel resto dell’anno, vivevano spaparanzati tra i cammelli.
 
Ashling Paciock: adorava i suoi genitori e i grandi occhi azzurri della madre, abbinati ai capelli neri del padre, la rendevano bella ed affascinante. Si scoprì che era brillante proprio come la strega di cui portava il nome, con cui faceva lunghe chiacchierate grazie al quadro che la ritraeva e che viaggiava tra Malfoy Manor e casa Paciock ad intervalli di sei mesi.
 
 
Finite Incantem.
 
 
 
Angolo dell’Autrice:
Non posso credere di essere arrivata alla fine di questa storia, finalmente. Sono passati quasi due anni da quando l’ho iniziata e non mi sembra vero che sia riuscita a portarla a termine.
Non mi dilungo mai troppo negli “Angoli dell’Autrice”, perché mi imbarazza davvero tanto e non so mai cosa dire.
Spero che questa storia, nonostante tutti i miei ritardi nel postare i capitoli, sia piaciuta come è piaciuta a me scriverla.
Ringrazio di cuore tutti quelli che l’hanno letta e recensita, messa tra le preferite, seguite o ricordate. Mi avete resa una persona felice.
Ricordo che non ho scritto questa storia a scopo di lucro e, come ben sapete, i personaggi appartengono alla nostra amata J.K. Rowling; Ashling è un personaggio di mia invenzione e, come tale, se mai qualcuno dovesse inserirlo in una sua storia ( cosa di cui dubito :’)) è tenuto ad avvisarmi e a chiedermi il permesso.
Rinnovo i miei ringraziamenti a tutti voi.
Alla prossima storia,
un bacio enorme,
Lilian <3
  
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