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Autore: alida    21/07/2015    0 recensioni
Primo incontro tra Steve e Bucky, così come l'ho immaginato io. Come sempre Steve è piccolo rispetto agli altri...
La ff non ha scopo di lucro. I personaggi appartengono a Stan Lee, alla Marvel ecc...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi mi sento molto ispirata, spero vi  piaccia . Grazie mille a chi legge , e anche a chi lascia la sua opinione.

A presto, Alida

 

 

 

Steve era seduto sui gradini d’ingresso della vecchia palazzina in cui viveva con la madre, aveva un pezzettino di legno in mano con il quale raschiava il duro cemento ai suoi piedi riuscendo a spostare soltanto un po’ di polvere.

“Spostati!”, gli intimò Frank, un ragazzo che era il triplo di lui, facendo ridere un gruppetto di ragazzini poco distanti.

Steve alzò lo sguardo e con molta compostezza e decisione rispose: “C’è tutto lo spazio che vuoi! Non ci vedi?”.

Qualche ragazzino che faceva parte del gruppetto sussultò dallo stupore. Non capitava tutti i giorni che un moscerino si opponesse a un calabrone e Frank era un grosso calabrone che non provava rancore ma sistemava tutte le questioni seduta stante, così con un grugno sul viso diede un calcio a Steve facendolo cadere dai gradini.

Una risata grassa uscì dalla sua bocca, mentre Steve cercava di riprendere fiato dopo aver sbattuto di malo modo le spalle sul cemento. Frank si chinò giusto il tanto di spingere il suo indice nel petto esile di Steve e ripeté: “La prossima volta, spostati!”.

Steve non replicò, guardò Frank che si allontanava e con fare schifato gli disse dietro. “Bullo!”, poi si diede una spinta con la schiena per sollevarsi e contemporaneamente qualcuno gli tenne le braccia per aiutarlo ad alzarsi.

“Ti sei fatto male?”.

“No, grazie”, rispose Steve. “Mi è capitato di peggio”.

Il ragazzo sorrise. “Quanti anni hai?”.

“Nove”.

“Ehi, sei tosto per essere così piccolo. I miei amici”, disse il ragazzo indicando il gruppetto con cui aveva assistito alla scena “dicono che sei un po’ stupido ad affrontare uno che è tre volte più grande di te”.

“Non sono stupido! Solo che non vedo perché non possa sedermi dove voglio. Tu ti saresti spostato?”, chiese incuriosito Steve.

“No!”, disse deciso il ragazzo “Ma io sono grosso, non come te”.

Steve non rispose niente.

“Dai, Bucky! Andiamo!”, gridarono dal gruppetto.

Steve li guardò, erano tutti ben piazzati non magri e fragili come lui, chinò la testa a terra e pensò che doveva assolutamente trovare il modo di crescere e diventare grande e grosso.

“Andate, io resto qui”, rispose Bucky e poi voltandosi sorrise a Steve.

“Perché non vai con loro? Non sono amici tuoi?”.

Bucky inspirò una bella boccata d’aria e togliendo con le mani un po’ di polvere dalle spalle di Steve rispose: “Bhè, uno grosso come me, può decidere che amici avere”.

“E allora preferisci stare con uno stupido come me?”, domandò con ironia Steve.

Bucky sorrise nuovamente, questo piccoletto ne aveva di lingua!

“Sì, preferisco te”.

“E perché? Se posso chiedere?”.

“Perché sono stupidi anche loro, ma tu sei un terzo di loro!”.

“Bhè, questa è davvero una risposta…”, Steve si fermò un attimo e un sorriso gli nacque sulle labbra, “una risposta stupida!”.

“Allora si direbbe che siamo della stessa stoffa! Comunque, io sono Bucky, piacere”, disse porgendogli la mano.

Steve guardò quella mano, e gli sembrò che fosse la cosa più naturale del mondo stringerla di contraccambio e rispondere: “Piacere, Steve” .

 

 

  
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