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Autore: elyxyz    22/07/2015    16 recensioni
Raccolta di drabble, flash-fic e oneshot leggere, demenziali e comiche (spero).
Senza grandi pretese, spero regalino un sorriso!
Fic modern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash, altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 – “The Diamond of the Day (2)”
*I STORIA: “La Nutella non è stregata, Arthur”.
*II: Confrontarsi con i mezzi di trasporto del ventunesimo secolo è per Arthur una sfida.
*III: “C’erano dei bambini che giocavano, d’accordo?”
*IV: “Lo chiamano tatuaggio!
*V: “Ed è – mmmhhh – tempo che io vada a fare le abluzioni sotto alla cascata d’acqua tiepida…”
*VI: “Devi solo chiarirmi perché la bottega dello speziale adesso si chiama in quel modo assurdo: Farnagìa!
*VII: “Ma vi è un messaggero, un messo reale, un ambasciatore che chiede udienza fuori dai cancelli del nostro palazzo!”
*VIII: Arthur guarda le figure che cambiano sulla televedente (ocomediavolosichiama).
*IX: “Non ho resistito e ho googlato ‘Excalibur’!”
*X: “Su internet… nessuno è mai chi dice di essere!”
*E molte altre in aggiornamento!*
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A new life - Merlin post!5x13'
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La mentalità medievale di Arthur

Buongiorno! ^^

Non mi sono ancora liquefatta dal caldo e, seppur in ritardo, porto in dono un capitolo un po’ più lungo del solito, come richiesto negli ultimi commenti, sperando che vi strappi un sorriso in questa canicola insopportabile.

 

Anche qui valgono le stesse indicazioni dei precedenti capitoli e, in generale, di tutta la raccolta.

Sostanzialmente abbiamo delle fic modern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash, altre intese come semplice friendship.

 

Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of the Day (2)”.

 

 

Capitolo dedicato a chi ha recensito il precedente.

A Relie Diadamat, chibimayu, hiromi_chan, HowlingFang, FlameOfLife, Melipedia, ginnyred, DevinCarnes, Yuki Eiri Sensei, lunadistruggi.

Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

 

The Once and FuturePrat.

 

 

 

Capitolo XII: La mentalità medievale di Arthur

 

 

 

 

 

Quando Arthur ritorna a casa dal suo ‘giretto pomeridiano di ambientamento nel mondo moderno’ tutto lacero e sanguinante, Merlin è seriamente spaventato (prima) e arrabbiato (poi).

Il Re del Passato e del Futuro, invece, non fa una piega di fronte alla sua espressione inquisitoria.

 

“Sto seriamente considerando di portarti a spasso con un guinzaglio, lo sai?!” sbotta l’ex valletto, andando a prendere disinfettante e cerotti in bagno, per poi tornare con tutta la cassetta del pronto soccorso appresso per scrupolo. “Cos’hai combinato, stavolta?”

 

Ma non ho iniziato io!” si difende il nobile rapidamente, forse un po’ troppo querulo, cercando al contempo di trattenere un sibilo di dolore e le smorfie di sofferenza – ne va della sua mascolina dignità! – mentre il liquido brucia su tutte le escoriazioni delle sue mani e del viso (e probabilmente Merlin sta calcando un po’ troppo con quel batuffolo, appositamente per punirlo, anche se è innocente, lui!)

 

La tregua dura esattamente il tempo di fasciare le regali nocche scorticate, di applicare un paio di cerotti sui graffi in fronte e di spalmare una generosa dose di pomata sull’ematoma che si sta espandendo su uno zigomo.

 

“Guarda che disastro… L’occhio è già tutto nero…” borbotta il mago, preferendo dar voce al risentimento piuttosto che alla preoccupazione.

 

Arthur si limita a lasciarlo sfogare, mansueto, e intanto mugugna piano sentendo le mani indelicate del suo vecchio servo tastare con malagrazia la cute gonfia e dolorante del sopracciglio.

 

Vorrebbe sorridergli, ammiccando, per fargli capire che non è niente di grave, in realtà – lo sanno entrambi che è stato conciato molto peggio di così migliaia di volte e che ora si tratta solo di qualche graffietto di poco conto – ma Arthur non riesce a chiudere l’occhio che è troppo tumefatto e il taglio sul labbro punge, così il suo blasonato sorriso ne uscirebbe un po’ ammaccato.

 

Ma lo stregone sembra capirlo lo stesso, perché sbuffa scuotendo la testa, stiracchiando le labbra in una fugace rassegnazione.

Poi allunga due dita e stavolta accarezza la palpebra con delicato garbo, con la premura che sempre sfocia in devozione, e di colpo Arthur avverte il familiare formicolio della magia di guarigione. Tempo qualche battito di ciglia, e l’occhio contuso è tornato normale. Il resto dei cerotti è ancora lì, come le escoriazioni che si è procurato, come monito per ricordargli che sì, Merlin è sempre lì per lui, ma no, non per questo lo perdonerà così facilmente per averlo spaventato.

 

“Mi piace la caccia!” sbotta di colpo il sovrano di Camelot. “Lo sai, no?”

 

Il mago lo fissa intensamente per un istante.

“Forse il danno è maggiore di quel che pensavo. Hai per caso battuto la testa?”

 

“Non fare l’idiota, Merlin…”

 

“Io? Io farei l’idiota?! Se non erro, sei tu quello che se n’è appena uscito con una stupidissima affermazione su… su… No, aspetta un momento…” Lo stregone ansima rumorosamente, mentre l’idea gli lampeggia in testa a caratteri cubitali. “Hai cercato di andare a caccia?! Ti prego, ti prego… non dirmi che hai cacciato dentro ai giardinetti…”

 

Arthur sfodera lo sguardo più indignato del suo repertorio, quello che usa ogni volta che il suo compagno lo deride per qualcosa di moderno che gli sta sfuggendo o sta fraintendendo – il che capita troppo spesso, per i suoi nobili gusti.

 

“No! Certo che no! Ma per chi mi hai preso?!” si difende oltraggiato.

 

Ma, allora, cosa…?”

“Stavo camminando per i fatti miei, quando un tizio mi si avvicina e si presenta, dicendo di chiamarsi Peta e-

 

“Volevi dire ‘Peter’?” lo corregge Merlin, per puntiglio. “Oppure… era un nome straniero?”

 

“Lasciami continuare!” lo rimbrotta il monarca, gesticolando, e aspettando il silenzio dell’altro. “Insomma!”, riprende poi, infervorato dal ricordo: “Quel bifolco mi chiede di firmare non so dove, per abolire la caccia alla volpe! Ma siamo matti, dico io!

 

“Cioè… aspet-

 

“Gli ho detto che non avrei assolutamente firmato nessun Decreto Reale per l’abrogazione della caccia!” rende noto re Pendragon. “E quel tipo – che doveva essere un pazzo, te lo dico io, Merlin – mi ha chiesto tutto scandalizzato perché gli avessi detto di no! Ma ti pare?”

 

“Fammi indovinare la tua risposta…” ironizza il mago.

 

“Gli ho detto che la caccia è il passatempo più bello del mondo! Che sarà sempre il mio divertimento preferito!

 

“E… lui?”

 

“Lui mi ha dato del retrogrado, urlandomi contro che non siamo più nel Medioevo!”

 

“Oddio…”

 

“Beh, gli ho risposto che io, nel Medioevo, ci vivevo benissimo! E ne vado fiero! E ci tornerei, anche!”

 

“E… quindi ti ha messo le mani addosso?”

 

“No, continuava a gridare ‘Oscurantismo medievale!’ come se fosse stato uno sbandieratore…

 

Mmmh…”

 

“Gli ho detto di smetterla subito di inveire, e che avrebbe meritato la gogna per il suo comportamento!”

 

“Ed è stato allora che ti ha colpito…?”

 

“Certo che no! Era ovvio che avessi ragione io! Gli ho spiegato che, se non aveva mai provato, non poteva capire la soddisfazione di uccidere un cinghiale a colpi di lancia o un cervo con la balestra…

 

Ouch!” ansima Merlin, immaginando il colpo metaforico all’animalista.

 

“Sì, anche quel tizio si è messo ad ansimare dopo che è sbiancato. Credevo avesse un mancamento lì davanti a me…

 

“Perciò… se stava svenendo, non poteva colpirti, o sbaglio…?”

 

“No, ma si è ripreso in fretta e ci è arrivato vicino quando gli ho riferito che ero molto orgoglioso del tappeto d’orso che avevo nella mia vecchia camera. Ricordi il mio scendiletto, com’era morbido e folto? Quante volte ti ci sei addormentato sopra?” domanda ironico e nostalgico al contempo.

 

“Insomma! Ma come siete finiti alle mani?” insiste lo stregone, preferendo accantonare i ricordi, per chiudere la prolissa questione.

 

“Quando gli ho detto che ad ogni compleanno regalavo una nuova stola di pelliccia a quella traditrice di mia sorella… una di volpe, di ermellino, di lupo, di zibellino, di visone…”

 

“E allora te le ha date di santa ragione…

 

“No, Merlin”, lo smentisce, altezzoso. “Avevo tutto sotto controllo… almeno all’inizio. Perché devi sapere che quel villano è stato un vero farabutto: si è fatto aiutare da altri tre tizi, che si chiamavano Peta come lui, e tutti insieme mi hanno sopraffatto per un istante – uno solo, beninteso – perché sarò anche fuori allenamento, ma ci vuol molto di più per vincere contro Arthur Pendragon!”

 

“E poi?”

 

“Quando li ho resi abbastanza malconci, se ne sono andati e io sono stato magnanimo a non inseguirli. Quindi, non avendo più niente da fare, sono tornato da te…

 

“Oh, mi sento lusingato!” ironizza Merlin. “Anzi, sai cosa? Anch’io dovrei iscrivermi alla PETA!”

 

Arthur gli lancia un’occhiataccia guardinga. “E perché mai?”

 

“Perché ho sempre nutrito un grande amore verso gli animali… soprattutto per un certo un asino reale!”

 

Merlin!” raglia suddetto asino, indignato, e mentre il compagno ride di lui, entrambi ricordano quell’imbarazzante incidente con il Goblin e le orecchie pelose che l’erede al trono si era ritrovato magicamente cucite addosso.

 

“Erano deliziose…” sospira il mago, nostalgico.

 

“Erano mortificanti”, lo corregge il re, indispettito. “E mi hai anche lasciato a ragliare più del dovuto, solo per puro divertimento…

 

“Dovevo pur togliermi qualche sfizio, no?” ammette Merlin, candidamente, con un sorriso malandrino che fa sempre venire il batticuore al Re in Eterno.

 

“Sì, beh, d’accordo…” farfuglia quindi, arrossendo per il momento di debolezza. “Cioè, no. Non sono d’accordo. Ma ormai è tardi per recriminare su ciò che abbiamo fatto…

 

“Sagge parole”, concorda l’ex valletto, accoccolandosi contro di lui sul divano, accarezzandogli dolcemente una delle mani bendate che si è trascinato in grembo.

 

Arthur si rilassa all’istante a quel tocco così familiare e benefico. Ma il silenzio dura poco.

“Mi rammarico di non averti mai regalato un bel mantello foderato di pelliccia, quand’eravamo a Camelot”.

 

“Hai sempre provveduto al necessario: un paio di stivali nuovi ogni autunno e mi davi i soldi con cui avrei comprato gli abiti da sostituire qualora fosse servito…

 

“Ma tu, invece che nuovi calzoni, continuavi sempre ad acquistare quegli stupidi stracci che ti legavi al collo!”

 

“Per tua informazione, vanno ancora di moda…

 

Mph!”

 

“…Una volta – ti ricordi? – mi hai donato persino dei guanti imbottiti con pelo di coniglio. Dèi, erano caldissimi… la cosa più morbida che abbia mai posseduto”.

 

“Sì, e alla prima occasione, tu li hai mandati a tua madre”.

 

“Beh”, Merlin arrossisce, stupito che quel suo piccolo segreto non sia poi così segreto. “Se li avessi usati, si sarebbero rovinati subito e… e gli inverni a Ealdor erano sempre più freddi che al castello…

 

Ma entrambi sanno che non c’è bisogno di vere spiegazioni per quel gesto, perché il ricordo di Hunith è sempre nei loro cuori.

 

Il Re del Passato e del Futuro si tira contro il suo mago, incurante delle proteste per le ammaccature subìte e ricambia le coccole con piccoli tocchi e baci disseminati su ogni lembo di pelle disponibile.

Poi, come folgorato da un’idea geniale, si scosta un po’ – giusto quel pochino che serve a concentrarsi, ma non troppo da avvertire il dolore della perdita.

 

“Potrei regalartela ora, una bella pelliccia… magari come copriletto! Credo che le notti invernali siano alquanto rigide qui e quel coso dai tubi caldi non scalda come un vero caminetto con la legna e le fiamme!

 

“Non mi serve più una pelliccia foderata, Arthur…” ansima Merlin, mescolando i loro fiati.

 

“Perché?”

 

“Perché, adesso, nelle notti lunghe e fredde, ho te”.

 

 

 

- Fine -

 

 

 

 

Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.

 

Ringraziamenti: Un abbraccio alla mia kohai, che subisce le mie paranoie e mi beta le cose al volo. Ti lovvo, Giuls!


Note: Per quelli che non lo sapessero, la sigla P.E.T.A. sta per: People for the Ethical Treatment of Animals (PETA), che è un’organizzazione non-profit a sostegno dei diritti animali, o almeno questa dovrebbe essere la sua missione. Non entro nel merito della questione, perché non intendo scatenare polemiche pro o contro.

 

Per fortuna, dal 2005 in Gran Bretagna la caccia alla volpe è stata definitivamente abolita; e invece, purtroppo, da noi è ancora permessa. Ç__ç

Va beh, smetto di lamentarmi… ^^’’

 

 

Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare!
Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^

 

 

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Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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