Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: mamie    22/07/2015    7 recensioni
Halbarad è un amico, un fratello, il compagno di tante battaglie. Halbarad porta lo stendardo che annuncia a Gondor il ritorno del Re. Halbarad è un ricordo che fa male, ma i re non possono piangere...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Arwen, Halbarad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA PORTA CRUDELE
 
 
Questa è una porta crudele e la morte mi attende al di là di essa.
E tuttavia avrò l’ardire di varcarla.
 
Non piangere. È la prima cosa che ti insegnano da bambino.
Non piangere. Perché un Re, un Capitano, un discendente di Isildur deve essere forte, deve andare avanti, dritto per la sua strada, qualunque cosa succeda, chiunque debba lasciare lungo il cammino.
Lo imparano tutti, fra i Dùnedain: uomini, donne e bambini. Lo imparano, a maggior ragione, coloro che il destino pone a guida del proprio popolo. Il proprio dovere sta sopra ogni altra cosa, sopra i lutti e le gioie, sopra l’amore e il dolore. Il proprio dovere è un faro che non si deve mai smarrire.
Ma i ricordi, quando il giorno svanisce e ancora c’è nell’aria quel poco di luce che basta per trasformare tutto in un crepuscolo sereno, quelli non se ne vanno con la luce. Diventano più vivi man mano che le ombre si infittiscono.
 
Aragorn sfiora la lapide bianca, semplice, decorata solo con la stella del Nord. L’aria è tiepida e la sera è profumata. Una brezza morbida fa frusciare appena la veste leggera di Dama Arwen. È già passato un anno. Non sembra così tanto tempo.
 
La regina depone i fiori che ha portato, un gran mazzo di narcisi profumati. Aragorn pensa invece al grande stendardo nero che si gonfia al vento dei campi di Pelennor, quell’insegna che Halbarad ha tenuto in alto fino all’ultimo, e che gli è stata affidata anche nella bara, perché la portasse ancora con fierezza ovunque vadano le anime degli uomini coraggiosi e fedeli.
Gli sembra quasi di sentire, di nuovo, il frastuono delle armi, l’odore della polvere e le grida. Gli sembra quasi di sentire, di nuovo, il peso dell’amico fra le braccia, un sussurro di parole che non riesce a cogliere, la mano che stringe forte la sua e poi di colpo si abbandona, il sangue che cola come acqua.
Ma non c’è spazio per le lacrime in mezzo a una battaglia, e non si piangono i morti quando ancora i vivi hanno bisogno di essere difesi.
Il tempo del ricordo è un dono della pace.
 
Non piangere. È la prima cosa che ti insegnano. Ma non tutte le lacrime sono un male.
 
Un giorno tornerai a cavalcare con loro, con tutti quelli che porti nel cuore, che ti hanno seguito, che hanno dato il proprio sangue non per innalzarti ad un trono di pietra, ma perché ti hanno amato. Un giorno lo stendardo nero sventolerà di nuovo e tu vedrai il loro sorriso più luminoso del sole. Ora che riposino in pace e che il vento che viene dal mare culli il loro sonno, perché al di là dei confini del mondo vi è più dei ricordi.
 
 
Dormiranno a lungo
Sotto l’erba presso il Grande Fiume…

 
 
___________________________________________
NdA: le frasi in corsivo sono citazioni del Signore degli Anelli. Le prime sono le parole che pronuncia Halbarad prima che la Grigia Compagnia si avventuri per i Sentieri dei Morti. La seconda è di Gandalf quando si congeda per salire sulla nave che fa rotta a Occidente. La terza riprende le parole di Aragorn in punto di morte. La quarta è il canto del menestrello di Rohan che rievoca gli eroi dei campi di Pelennor.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: mamie