Fiori
rosa e Frida Kahlo
Il
nuovo copione a teatro… la torta… i
fiori… no, prima i fiori, poi la torta,
così almeno arriverà a casa ancora ben conservata.
Quello
sì che era
un bel programmino per una bella giornata, anzi per una giornata
speciale.
- Mamma
– mormorò
una vocina contro il viso di Kate Hummel-Anderson.
La donna si
scostò
dal viso quelle tre ciocche di capelli che sempre le sfuggivano dallo
chignon
durante la notte e aprì gli occhi incontrando quelli
luminosi, sormontati da un
paio di sopracciglia nere unite da una lieve peluria alla radice
superiore del
nasino all’insù, e stretti tra le palpebre e gli
zigomi sollevati da un sorriso
tutto dentini leggermente storti.
-
Buongiorno,
amore – disse Kate, sorridendo a suo figlio Spencer e facendo
per alzarsi ma il
bambino saltò sul letto accanto a lei.
- No, no,
non
alzarti! – strillò Spencer – Mammy vuole
portarti la colazione a letto e mi ha
detto di tenerti compagnia fino a che non avrà finito di
prepararla.
- Ma
davvero? –
disse Kate prendendo il bimbo tra le braccia e adagiandolo sulle sue
gambe
stese, come faceva da quando aveva imparato a gattonare –
Allora, se vuoi farmi
veramente compagnia, raccontami qualcosa di bello.
-
Sì sì – fece
Spencer, allegro, sistemandosi più comodamente
nell’abbraccio della madre –
Allora, ieri la maestra del campo scuola ci ha dato i colori a tempera
e ci ha
fatto disegnare, poi ci ha fatto vedere dei disegni da un grande libro.
Tommy
ha provato a prenderlo in mano ed era pesantissimo. Erano dei disegni
molto
belli e molto colorati e li aveva fatti, tanto tempo fa, una signora
con le
sopracciglia uguali uguali a quelle di Mammy.
A queste
parole,
Kate scoppiò a ridere e nascose il viso
nell’incavo del collo del figlio che si
lasciò andare ad una risata stridula a sua volta. E proprio
in quel momento, la
porta della camera da letto si aprì e Blair Hummel-Anderson,
un vassoio con
sopra una tazza di caffè e latte schiumoso, succo
d’arancia, biscotti
all’amarena e al cacao e una rosellina in un bicchiere
d’acqua, tra le mani.
- Stavate
parlando
di me? – disse la donna, il vassoio che le tremolava tra le
mani – O delle mie
sopracciglia?
- No, delle
sopracciglia della signora che faceva i disegni colorati che ci ha
mostrato la
maestra.
- Allora non
devo
sentirmi offesa – disse Blair con un sorrisetto, appoggiando
il vassoio sul
letto di modo che tutti e tre si servissero del suo contenuto, Spencer
dei
biscotti al cacao, Kate del caffè e latte e Blair di un
biscotto all’amarena –
Buon anniversario, amore – disse la donna raccogliendo con un
bacio la
schiumetta rimasta sul labbro superiore di sua moglie.
- Buon
anniversario – rispose Kate, ricambiandola con un sorriso.
- Possiamo
andare
al mare, oggi? – chiese Spencer, spargendo briciole sul letto
(e facendo
aggiungere a Kate un altro punto al suo programma della giornata).
- Ottima
idea –
disse Blair, cogliendo l’occhiata sconvolta della moglie nel
vedere i resti di
quel biscotto – Perché non vai in cameretta a
cercare il secchiello e la
paletta?
Con un
“sì” di
entusiasmo, il bimbo saltò giù dal letto, dopo
aver afferrato un altro
biscotto, e corse fuori dalla stanza per gettarsi in quel caos,
sondabile solo
per la sua mente di bambino, della sua cameretta, lasciando da sole le
sue
mamme.
- Non ti
dispiace,
vero? – disse Blair.
- Di passare
una
giornata con le persone che amo di più al mondo? Non
accadrà mai – rispose
Kate, affondando le dita tra i folti ricci della moglie –
Devo solo fare un
salto a teatro per consegnare il copione del prossimo spettacolo. Si
tratta di
andare e tornare. E poi pensavo, magari, di prendere anche qualcosa per
stasera.
- Ti chiedo
solo
di non fare le cose di fretta – disse Blair con una nota di
apprensione nella
voce.
- Oh, dai!
– la
tranquillizzò Kate, sorridendo divertita – Vedi
troppi film tristi. Nella vita
reale è difficile rischiare un incidente mortale il giorno
del proprio
anniversario.
- Promettimi
solo
che non correrai. Che farai le cose con calma – Blair
affondò il viso
nell’incavo del collo di Kate e inspirò a fondo
l’odore di sonno e di vaniglia
della sua pelle.
- Ti
prometto che
farò con calma – promise la donna, baciandole una
tempia – Ma vi raggiungerò
più in fretta che potrò.
- Noi ti
aspetteremo in spiaggia – le sorrise Blair, rassicurata dalla
sua promessa.
*
* *
Mantenne la
promessa. Non corse. E in fondo non ne avrebbe avuto bisogno; alla
fine, in
un’ora aveva già portato il copione a teatro e
dato tutte le indicazioni
necessarie per la nuova messa in scena per la stagione teatrale di
Settembre.
Andò
poi in
pasticceria a ritirare la torta che aveva ordinato per quel giorno;
sebbene la
ricorrenza fosse l’anniversario del suo matrimonio con Blair,
le due donne
avevano deciso, di comune accordo, di optare per una torta panna e
cioccolato,
la preferita di Spencer (e di Blair, anche se non l’avrebbe
mai ammesso davanti
alla moglie, consapevole delle opinioni di quest’ultima
riguardo
all’alimentazione sana). Quindi la portò a casa e
la sistemò in frigo;
l’avrebbero mangiata quella sera… o meglio,
Spencer e Blair l’avrebbero mangiata,
mentre lei avrebbe giocherellato un po’ con la panna e
rosicchiato una fetta
sottilissima.
Le vennero
in
mente i fiori nel momento esatto in cui chiuse la porta di casa.
Per fortuna
il
fioraio era solo a un isolato da lì. Lo raggiunse in meno di
un minuto;
continuava a tenere un occhio puntato sul quadrante del suo orologio
per paura
di far aspettare troppo a lungo i suoi cari.
Dopo essere
stata
per più tempo del previsto indecisa tra delle classiche rose
e un elaborato
bouquet di gardenie, scelse un mazzetto di peonie rosa. Il solo
immaginare
l’espressione sorpresa e sorridente di Blair quando le
avrebbe porto i fiori,
le riempiva il cuore di una gioia infantile. Il loro “sogno
adolescenziale” che
continuava a vivere anche al principio della loro maturità.
E che sarebbe
durato per sempre.
Mentre si
stava
dirigendo alla macchina diede una scorta, come suo solito, alla vetrina
della
libreria sotto casa e… il ricordo del racconto di Spencer di
poche ore prima… i
“disegni molto belli e molto colorati” fatti da
“una signora con le
sopracciglia uguali a quelle di Mammy”… ed eccolo
lì, in vetrina, un librone
cartonato di poche pagine su alcuni dipinti di Frida Kahlo in
un’edizione per
bambini.
Se
c’era qualcosa
di meglio di vedere sua moglie felice per un suo regalo, quello era
vedere sua
moglie e suo figlio felici per dei regali che aveva fatto loro.
Quando Kate
salì
in macchina diretta alla spiaggetta, luogo del loro appuntamento, aveva
con sé,
sul sedile posteriore, un libro per bambini su Frida Kahlo e un
mazzetto di
peonie.
*
* *
Anche se era
piena
estate, la spiaggia raggiunta da Kate non era molto piena; la gente
preferiva
le grandi distese di sabbia dorata, e il mare blu cristallino, non
certo pochi
chilometri di spiaggia costellata da cespugli di piante psammofile e un
mare
incoronato di scogli che faceva la gioia dei tuffatori e dei pescatori,
ma era
proprio per questo che quella spiaggia era uno dei loro posto
preferiti, perché
era un luogo che potevano chiamare loro.
Individuò
subito
Blair sotto un ombrellone, che teneva d’occhio Spencer che
giocava con la
sabbia umida della battigia, protetto dal sole da un cappellino di
jeans e da
un doppio strato di crema solare sulle guance e sul nasino.
Tenendo tra
le
mani i fiori e il libro, Kate raggiunse la moglie.
- Hai visto?
–
disse, cogliendo la donna di sorpresa, inginocchiandosi accanto a lei e
porgendole le peonie rosa – Sono qui.
Blair le
rispose
con quel sorriso che Kate aveva desiderato vedere per tutto il girono,
e con un
bacio che non aveva bisogno di parole.
- Hai fame?
– le
chiese solo, stringendo al seno il mazzolino di peonie – Ho
portato dei
sandwich.
- Magari.
Sto
morendo di fame – rispose Kate affondando una mano nella
busta che Blair le
porse e tirandone fuori un sandwich ai gamberetti e facendo una piccola
smorfia
notando che c’era anche la maionese.
- Per una
volta la
tua linea invidiabile non ne risentirà – la
rassicurò Blair con un’amichevole
spallata – Spencer, vieni a mangiare! –
chiamò il figlio agitando la mano per
attirare la sua attenzione.
Il bambino,
assorto nel suo mondo di castelli di sabbia, mostri marini ed eroici
cavalieri
di plastica, si accorse solo in quel momento dell’arrivo di
Mamma Kate, si pulì
in maniera lesta le mani nelle sottili onde che gli lambivano i piedi
nudi e,
tenendo in mano il secchiello sporco di sabbia bagnata, si diresse
dalle madri
incespicando goffamente nella sabbia per poi gettarsi tra le braccia di
Kate.
- Adesso che
siamo
insieme sarà una giornata bellissima – disse con
la sua innocente convinzione
di bambino.
- Lo so
– disse Kate
– E non solo perché sono qui. Guarda cosa ti ho
portato? – e gli porse il
librone grande quanto il suo piccolo petto.
Gli occhi di
Spencer si illuminarono di gioia e le labbra si distesero in un sorriso
pieno
che sembrava inondare tutto il suo visino – La signora dei
disegni – esclamò prendendo
il libro tra le mani come se si fosse trattato del suo tesoro
più prezioso –
Guarda come ti somiglia, Mammy – fece, mostrando
l’autoritratto della pittrice
in copertina.
- Non
è vero –
piagnucolò Blair mettendo su un broncio che Kate
trovò adorabile e che Spencer
volle subito cambiare in un sorriso – Io sono molto
più carina.
- Se ti
metti i
fiori tra i capelli… le somigli di più
– mormorò Spencer, timidamente, passando
un dito sulle peonie che la madre continuava a stringere al seno
– E poi… tu
rimani sempre la più bella.
Abbandonando
il
finto broncio, Blair attirò a sé Spencer
baciandogli le guance impiastricciate
di crema e sussurrandogli un tenero “amore”.
- Comunque
è vero –
disse Kate, sfilando tre peonie dal mazzolino – Questi fiori
sono proprio fatti
per essere parte di te – e glieli acconciò tra i
riccioli neri in modo che
sembrassero sbocciare dalla sua testa e rovesciarsi lungo la sua chioma.
Blair
chinò
timidamente il viso, sorridendo, ma la manina di Spencer lo
sollevò. Il bambino
guardò prima la madre, poi l’autoritratto di Frida
Kahlo, poi di nuovo la madre
– Lei era molto brava a disegnare – disse
– Ma tu sei più bella e sei una mamma
molto più brava.
- Sentito il
nostro ometto? – disse Kate cingendo le spalle di Blair
– Sei una brava mamma –
la guardò dolcemente negli occhi – e una moglie
straordinaria.
Uno
dei più di mille giorni felici di questa vita.
Nota
dell’autore:
Approdo
anch’io,
con grande ritardo e con un prodotto troppo semplice e breve, alla
Challenge
indetta dalle straordinarie Flan e Ginny_Potter.
Argomento di
quest’anno,
quelli che adesso sono i canon Daddy Klaine, ma come avete potuto
constatare di
persona, il tema che mi era stato assegnato, tramite un originalissimo
test
creato proprio dalle due genie creative sopra citate, era il
“Gender Bender” o “Genderswap”,
come dir si voglia, a mia scelta se rendere donna solo uno dei due o
tutti e
due. Alla fine ho scelto di invertire il genere ad entrambi, non tanto
per
mantenere l’idea dei Klaine che potrebbe mantenersi in piedi
anche se fossero
una coppia het, quanto piuttosto perché mi piaceva
l’idea di mettermi in gioco
con un tema che non ho mai affrontato. E ammetto che le fan art
Klaine!Genderswap di Flan mi hanno molto ispirato.
Poi…
il tema dei
fiori nel giorno dell’anniversario era qualcosa che ho sempre
voluto provare da
quando lessi per la prima “La signora Dalloway” di
Virginia Woolf.
Non penso di
aver
fatto qualcosa di ottimo, ma il caldo mi sta friggendo lentamente il
cervello e
questo è quello che sono riuscito a tirar fuori dalle mani
stando davanti al
quaderno. Spero comunque che possiate apprezzarlo nella sua quotidiana
semplicità.
Per
qualsiasi cosa
mi trovate sulla mia pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Lusio-EFP/162610203857483?fref=nf
E per
eventuali
domande, ho ancora ask (anche se ormai è passato di moda
XD): http://ask.fm/LusioEFP
Adesso vi
saluto
e... per chi andrà al Giffoni venerdì, ci
sarò anch’io. Sarò quello con il mio
logo di fabbrica (L) appuntato sul petto e con un ventaglio bianco
mezzo rotto
;)