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Autore: Dany Art 99    22/07/2015    1 recensioni
Eccomi qui con una nuova storia di una delle saghe che amo di più :) Qui voglio approfondire una coppia di cui non si parla molto, ovvero JuniperxGrover che io ho sempre amato..dandogli una mia interpretazione.
dal primo capitolo "In fondo l'amore ..non lo capisci finché non lo provi in prima persona.. ed io ero una di quelle ninfe che quando un'amica trovava il ragazzo e si univa a lui.. che la prendeva in giro anche se in fondo, per me, era più gelosia che sarcasmo..
bramavo quella felicità.
Ma non avrei mai pensato che sarebbe accaduto con quel satiro così buffo.
Ma l'amore è cieco.
E non sceglie chi unire."
se vi va passate a leggera e lasciate una recensione, Un bacio Dany
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grover Underwood, Juniper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eccomi qua tornata con una nuova storiaaaa.. è da un po' di tempo che mi sto mettendo in testa di scrivere delle FF sulle mie saghe preferite che sono tantissime premetto.. e questo voglio utilizzarlo come esperimento perchè sono fermamente convinta che non si possa fare meglio e neppure allo stesso livello del grande RickRiordan..
lasciamo stare i preamboli e vi lascio al capitolo,
Buona lettura
[Revisionato]




La vita di una Ninfa della foresta non si può dire né noiosa né divertente.. in fondo sei legata ad un albero per tutta la tua immortale vita.. non puoi né allontanarti.. né anche solo pensare di farlo... quindi non puoi vedere il mondo anche se è uno dei tuoi più grandi sogni.
La vita delle Nereidi era più semplice.. essendo Ninfe dell'acqua non potevi uscire dall'acqua.. e quindi non potevi andare sulla terra..ma l'acqua è praticamente dappertutto e non in un sol metro quadro piantato dentro la terra.
Una delle cose divertenti di questa vita però era il vendicarsi sui giovani maschi, spiriti della natura.. in particolar modo dei satiri.
In fondo erano buffi.
Ed io ero una delle più cattive negli scherzi.
Già a quindici anni ridacchiavo alle loro battute, sorridevo sempre ammiccando e quando loro cercavano di afferrarmi imi immergevo nella corteccia del mio albero per fargli abbracciare solo corteccia scura e fredda.
Vivevo in una foresta poco lontana da New York.. con mia madre e tutte le mie amiche Ninfe.
Era una vita noiosa ma felice.. mi bastava.
Un giorno stavo sola a dondolare le gambe sopra un ramo del mio albero guardando il fiumiciattolo che gli scorreva di fianco, avevo sedici anni e mezzo.
Il luccichio del sole si infrangeva sulla sua superficie e creava giochi di luce che mi piaceva guardare fin da piccola
Niente di speciale.
Poi vidi la figura di una ragazzo che si avvicinava al fiumiciattolo per bere.
Sembrava un mortale.
Aveva larghi pantaloni jeans, un paio di scarpe rosse, una felpa scura e una cappello colorato sopra i riccioli neri.
Non sembrava pericoloso e talvolta capitava un mortale che noi ninfe adescavamo per divertirci un po'.
Però .. era una cosa che non mi era permesso fare.
La mamma diceva che ero troppo piccola.
Cosa che non mi andava giù.. insomma tutte le mie amiche lo aveva già fatto.
Mi guardai intorno e vidi che di Ninfe sveglie non c'è n'era traccia. Era la mia occasione.
Saltai giù e mi sistemai sul corpo il vestito di fiori e mi lisciai i capelli castani posizionandoli come meglio potevo.
Non dovevo aver fatto nemmeno un po' di rumore visto che il ragazzo era molto intento a bere come se niente ci fosse oltre all'acqua.
Risi leggermente per attirare l'attenzione ma niente.
Mi scocciai un po' sbattendo il piede contro l'erba.
Strinsi le braccia intorno al petto.
Dei.. i mortali erano talvolta così tonti.
Mi avvicinai fino ad un passo di distanza e mi schiarii la gola più forte che potei.
Finalmente alzò la testa e cominciò a girarsi.
Io sorrisi più che potei aprendo per bene gli occhi e sbattendo le ciglia in modo sensuale per poi rimanere lì a guardarlo inarcando un sopracciglio.
Sembrava avere forse due anni più di me.. aveva un pizzetto sul mento leggermente lungo.. un principio di acne sulle guance e gli occhi scuri.
-Tu non sei un mortale- dissi a mo di accusa riprendendo la posa della braccia incrociate, -si..vede così tanto?- chiese strabuzzando gli occhi e dandosi una veloce occhiata ai vestiti.
-No.. solo che nemmeno io lo sono .. quindi lo capisco- dissi io squadrandolo, lui sorrise imbarazzato e si guardò intorno -sei l'unica Ninfa qui? Sembri piccola- disse lui puntando gli occhi su di me.
Assottigliai gli occhi e gli puntai un dito al petto, -io non sono piccola. Ho sedici anni- dissi stringendo i denti.
Lui rise leggermente e mi guardò, -ok ok piccola furia non alberarti che poi le foglie diventano marroni- disse sorridendomi.
Strinsi ancora di più i pugni ma cercai di non saltargli addosso e fargli ingoiare quel cappellino che gli ricopriva i capelli.
-Che stai facendo travestito da mortale? Sei strano- dissi io sedendomi a terra e incrociando le gambe.
-Sono un satiro cercatore di semidei.. devo infiltrarmi nelle scuole per cercarmi- disse lui togliendosi la scarpa e mostrandomela.
Era una normale scarpa con l'imbottitura ai lati e lo spazio per uno zoccolo, -dev'essere scomodo- commentai.
-Nah.. ormai ci sono abituato- disse lui, io mi sporsi verso di lui sfiorandogli con le dita la maglietta per tastare se avesse imbottiture ulteriori.
No.. era solo davvero magro come un cencio.
Lui cominciò a belare ed alzai gli occhi guardandolo da vicino, quasi sfiorandogli il naso con il mio.
-Perchè sei tutto rosso?- chiesi, -no..beee.. niente- riuscì a farfugliare, io mi allontanai e risi.
-Ed ora dove andrai?- chiesi appoggiando la schiena ad tronco, -a trovare altri .. semidei suppongo- disse lui guardandomi.
-Allora ti consiglio di muoverti.. le scuole stanno per aprire secondo il sole- dissi io guardando il sole alto nel cielo che illuminava tutta la foresta.
Lui guardò qualcosa in mano.. qualcosa di strano e strabuzzò gli occhi, -hai ragione.. sono in ritardo- disse alzandosi di scatto e rinfilandosi la scarpa sullo zoccolo spoglio.
Ma lo fece talmente velocemente che cadde di faccia sull'erba.
Risi e mi arrampicai sulla corteccia fino a tornare seduta sul ramo.
Lui mi rivolse un ultimo sguardo e poi si mise a correre sparendo dalla mia visuale.
Risi di nuovo e dissi fra me e me -corri piccolo satiro-.
Non avrei mai pensato che quellosarebbe stato il mio primo incontro con quello che sarebbe stato la mia metà.
In fondo nella mia vita non l'avevo mai provato quell'emozione chiamata amore.. quel sentimento.
In fondo l'amore ..non lo capisci finché non lo provi in prima persona.. ed io ero una di quelle ninfe che quando un'amica trovava il ragazzo e si univa a lui.. la prendeva in giro anche se in fondo, per me, era più gelosia che sarcasmo..
Bramavo quella felicità.
Ma non avrei mai pensato che sarebbe accaduto con quel satiro così buffo.
Ma l'amore è cieco.
E non sceglie chi unire.

Mi ero addormentata tranquillamente come al solito, la mamma mi aveva dato un bacio in fronte e mi aveva intrecciato i capelli con delle rose arancioni come le piaceva fare.
Mi ero addormentata serena.. non pensavo sarebbe successo tutto quell'inferno.
Mi svegliarono delle urla.
Non urla di gioia .. erano urla di disperazione, paura e di dolore.
Un odore nauseabondo mi invase le narici  cominciai a tossire mentre uscivo dalla corteccia e appoggiavo i piedi sull'erba fresca.
Ma di fresco non c'era niente.
Il fuoco era ovunque. Gli alberi delle altre erano avvolti dal fuoco come i loro corpi.
Le loro urla mi perforavano le orecchie ed il panico cominciò ad affluire in me.
Chi era così credule da farlo? Da appiccare il fuoco ad un piccolo boschetto?
Mortali..
Il fumo non mi faceva né vedere niente né farmi muovere.. non riuscivo a respirare.
Non vedevo niente.. cominciai ad andare a tentoni tossendo e coprendomi con una mano la bocca mentre cercavo di non inciampare in niente. Mi mossi verso l'acqua.. forse mi sarei salvata.
Poi un urlo lo riconobbi e mi girai di scatto.
-Mamma!- urlai e cominciai a correre verso di lei, -via Juniper.. corri!- urlò lei distesa a terra mentre le sue vesti prendevano fuoco.
Il suo albero quasi del tutto annerito dal fuoco.
Lacrime cominciarono a fuoriuscire dai miei occhi bagnandomi le guance di fuliggine.
-No mamma!- urlai e mi mossi verso di lei ma lei mi guardò -Juniper.. tu.. salvati.. ti prego.. CORRI!- urlò e non disse più niente.
Il suo corpo cominciò a brillare di un intensa ombra verde brillante e nacque un ramoscello di rosa arancione.
Corsi più che potei e mi chinai a guardarlo,lo estirpai dolcemente ignorando tutte le altre luci verdi che vedevo con la coda dell'occhio.
Piansi di nuovo stringendo al petto quella piccola rosa, -mamma.. ti salverò...ti ripianterò e vivrai la tua vita come rosa.. ma vivrai- dissi fra le lacrime e cominciai a correre verso il mio albero, quello più vicino all'acqua.
Inciampai una volta quando sentii la gamba bruciare ma non mi fermai rialzandomi e ricominciando a correre.
Mi tuffai nell'acqua e cominciai a nuotare con una sola mano arrivando all'altra sponda.
La gamba continuava a bruciare nonostante fossi in acqua e capii che il mio albero aveva preso fuoco.. non mi rimaneva molto tempo quindi.
Feci una piccola buca vicino alla sponda e ripiantai la rosa, cospargendola di un po' di acqua e sorridendo leggermente nel vedere la rosa che riacquistava un po' di vigore.
-Ora.. starai bene.. mamma- dissi io accarezzandone un petalo e sentendo anche l'altra gamba andare a fuoco.
Non.. riuscivo più a connettere i pensieri e sentii una voce che urlava.. una voce maschile.. diversa da quelle delle ninfe dei boschi.
-Piccola driade! Vieni qui.. nuota verso di me- disse quella voce.. mi risultava molto famigliare, mi girai e vidi il satiro della mattina..
-VIENI QUI!- urlò agitando le mani e cominciò a suonare una melodia che fece spegnare le fiamme al mio albero.
Nuotai lentamente, stordita dal fumo e dalla stanchezza ed arrivai per grazie degli Dei all'altra sponda dove il ragazzo mi prese in braccio e mi fece stendere.
-Non posso farti rimanere qui.. non è un incendio normale..è fuoco appiccato dai mostri.. non si fermerà- disse lui guardandosi intorno in cerca di una soluzione.
-Io ..non posso muovermi.. da qui- dissi io tossendo e stringendo una mano sulla sua felpa.
-C'è una possibilità.. ma farò molto male.. tieni questa- disse e si tolse la felpa e mi ci avvolse.
Non vidi che cosa fece.. ma sentii molto dolore.. un fremito che mi invase totalmente e non mi lasciò un minuto di respiro.
Mi sentii come se mi avessero estratto il cuore poi svenni.

-Pan.. ti prego... fa che funzioni- sentii dire da quella voce che mi aveva salvata.. il satiro.
Sentivo ancora dolore.. ma mi sentivo come in un nuovo corpo.
Intorno a me qualcosa di caldo mi avvolgeva.. qualcosa che sapeva da capre, scuola.. e lattine?
Mossi un po' le palpebre e sentii un mormorio sommesso intorno a me.
Aprii un occhio e vidi il satiro chino su di me con un leggero sorriso di preoccupazione in volto.
-Finalmente.. piccola ninfa.. credevo di non avercela fatta- disse lui strofinandosi la fronte come se fosse sudata.
-Infatti non avresti dovuto farlo Underwood.. è una cosa contro le regole trapiantare il cuore dell'albero di una driade!- sbottò un satiro molto anziano.
-Se non l'avessi fatto.. beee... Sileno, lei sarebbe morta- disse il ragazzo strigendomi leggermente.
-Che..è successo?- chiesi biascicando le parole.. avevo la bocca impastata, -l'incendio stava divampando troppo.. non sono riuscito a salvare tutto il tuo albero..ho dovuto prenderne il fulcro e farlo assimilare da un ginepro.. e con la benedizione di Pan.. sei viva- disse lui sorridendomi.
-E la ..mamma?- sussurrai anche se sapevo già la risposta, -mi dispiace- disse lui abbassando il viso.
Nuove lacrime cominciarono a bagnarmi le guance e i singhiozzi a scuotermi, mi strinsi a lui e piansi.
-Sul serio Sileno..guarda questa piccola driade .. sarà ben accolta qui- disse un'altra satiro, Sileno sembrò indispettito e sbuffò battendo lo zoccolo a terra.
-Vi prego.. è rimasta sola.. senza una terra..- sussurrò il satiro che mi stringeva dolcemente, -su su Sileno.. può stare qui.. può vivere qui e saremo contenti di averla fra i nostri ranghi- disse una voce profonda mentre un centauro ci veniva vicino.. il suo sguardo era dolce pensai.
-Vedi Sileno.. anche Chirone dice lo stesso- disse di nuovo l'altro satiro, -avete vinto.. ma tu Underwood te ne occuperai e dovrei adempiere al tuo compito di trovare semidei, senza tralasciare nessuno dei due- disse Sileno andandosene, Chirone lo seguì mentre l'altro satiro rimaneva con noi.
Mi appoggiò una mano sulla fronte e mi accarezzò il viso, -benvenuta mia cara.. io sono Leneo o faccio parte del Consiglio dei Satiri anziani..ora devo andare ma non mancherò di certo... di venirti a salutare nuovamente- disse sorridendomi per poi andarsene e lasciare me e il satiro da soli.
-Grazie- sussurrai staccandomi da lui leggermente, -beee ho fatto solo il mio dovere..- disse lui arrossendo.
-Questo è il tuo albero.. non credevo di farcela- disse lui indicando un bell'albero dietro di noi..
Non era la mia quercia ma dovevo a lui la mia vita.
-Dove siamo..esattamente?- chiesi guardandomi intorno.. una piccola foresta, un ammasso di rocce molto vicino a noi, un laghetto con delle canoe.. dodici capanne intorno ad un falò ma rimasi fissa sui sassi.
-Questo è il pugno di Zeus.. lunga storia- disse lui ridendo, -comunque dimmi il tuo nome- aggiunse dopo, -Jun..Juniper- dissi io guardandolo.
-Io sono Grover.. Grover Underwood- disse sorridendomi e mi poggiò le mani sulle spalle girandomi verso quella sottospecie di campo estivo.
Lui si abbassò e mi sussurrò -Benvenuta al Campo Mezzosangue Juniper-.




Eccoci arrivati alla fine, spero che vi sia piaciuto se si recensite e fatelo anche perconsigli e cose del genere XD
vi aspetto al prossimo capitolo, che prometto arriverà presto.
Un bacio, 
*Dany

   
 
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