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Autore: esvree    22/07/2015    0 recensioni
La storia di un mostro, attraverso le vittime.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nola non avrebbe mai potuto immaginare che la sua vita, da romanzo rosa si sia potuta trasformare in romanzo dell'orrore così in fretta.
Fino ad un mese prima era innamorata dell sua vita e del suo ragazzo, aveva buoni voti a scuola e un futuro assicurato nell'azienda dei genitori. Era tutto cosi fottutamente perfetto...
E poi tutto il suo mondo era crollato.
Il suo ragazzo era sparito, la città fu invasa dal terrore.
Si ricordava benissimo l'ultimo suo giorno perfetto.
Era con Ermes nella loro panchina, nel loro pezzo di parco, il loro angolino d'amore. Era stato il luogo del loro primo appuntamento, del loro primo bacio, del loro primo "ti amo".
E anche quel giorno si stavano abbracciando.
E nella mente di Nola era ancora impresso il suo abbigliamento, la sua giacca di finta pelle, quelle orribili scarpe nere, quella maglietta arancione con la scritta "Camp Half blood", comprata per farla felice, i jens lunghi e sbucciati sulle ginocchia...
-Sei teso- aveva notato, passandogli una mano sui suoi capelli rossi disordinati.
-Anche tu-aveva risposto, fissandola con i suoi occhi nocciola nocciola ipnotizzanti.
-Sta tranquilla,- le aveva detto- agiscono solo di notte.-le aveva passato la mano candida sulla guancia abbronzata. Sembrava che stesse cercando di convincere sé stesso.
Si riferiva a una banda di criminali che uccidevano la gente senza alcuno schema, che c'era da molte settimane in città.
Prostitute, pendolari, coppie di piccioncini, avvocati, vagabondi, ritrovati uccisi o scomparsi.
Nola aveva rabbrividito, chiudendo gli occhi.
Poi aveva guardato l'orologio, ricordandosi del coprifuoco imposto dalla madre.
Con un bacio, si erano salutati, dandosi appuntamento per l'indomani. Nola si ricordava bene quel bacio: teso, distratto, breve.
Poi era tornata velocemente a casa, aveva osservato il tramonto dalla sua camera e si era messa ad ascoltare musica leggendo un libro.
La madre di Ermes la aveva interrotta dalla lettura, chiamandola.
-Ciao, Nola!-andò subito al punto.- Ermes è là da te?-aveva detto, con voce visibilmente preoccupata.
Nola si sentì gelare il sangue.
-No-aveva risposto, dopo essersi resa conto di ciò che poteva significare.
Ed ecco, in quel momento il suo mondo era crollato. La sua vita aveva smesso di avere un senso.
Il giorno dopo era andata alla panchina, trovandola vuota.
E il giorno dopo ancora.
E il giorno dopo ancora.
E il giorno dopo ancora.
E il giorno dopo ancora.
Poi si era rassegnata, in lacrime.
I giorni successivi erano passati lentamente. Nola guardava dalla finestra tutto il giorno, non andava a scuola, non aveva voglia di mangiare. Era distrutta. Leggeva libri senza capire nulla, stava ore e ore sotto la pioggia. Faceva lunghe passeggiate, con la musica a tutto volume, cercando di non pensare. Impossibile.
Poi un giorno, inconsciamente, era arrivata nel parco. Nel loro punto.
'Vattene via' si disse, ma era troppo legata a quel luogo.
Si era seduta sulla panchina, immaginando che lui fosse lì con lei.
Restò lì, cullata dalle note e dalla calda voce di un cantante inglese, e si sentì più che mai vicina ad Ermes. Sentì i suoi occhi che la guardavano, e le mani che le sfioravano i capelli.
Si addormentò.
Quando si svegliò, lui era lì, con lei. Le sfiorò leggermente lo zigomo con la mano, disegnando infiniti, con gli occhi chiusi, come non si fosse reso conto che lei si era svegliata.
Era più bello che mai.
La pelle era ancora più candida del solito, quasi innaturale, e i brufoletti sulle guance erano sparite. I capelli rossi avevano un colore più vivido che mai. Era bellissimo.
Ancora mezza addormentata, Nola si accoccolò tra le sue braccia, cercando di scaldarsi, come faceva spesso. Faceva freddo fuori. Ma non si riusciva a scaldare.
Poi capì che qualcosa non quadrava.
Si scostò in fretta, poi comprese.
Comprese tutto.
-Io sono morta-si disse ad alta voce-e tu sei un angelo.
Le labbra di Ermes si arricciarono in un familiare sorrisetto di scherno.
-Tu non sei ancora morta- disse con una voce melodica-e io non sono un angelo.
Aprì gli occhi, e Nola trattenne un urlo. Cercò di alzarzi, dimenandosi e scalciando, ma la sua presa era troppo forte.
Ermes la abbracciò, immobilozzandola, così facendo si trovarono faccia a faccia.
A Nola mancò il respiro.
Non riusciva a staccare lo sguardo da quegli occhi, un tempo nocciola. Ora erano rossi cremisi, ardenti come il fuoco.
Singhiozzò.
Vide che anche Ermes aveva smesso di respirare. Sembrava trattenersi, indeciso. Poi ci fu uno scatto.
Improvviso.
Quasi non lo vide.
Sentì un dolore bruciante alla gola. Provò ad urlare, ma non riuscì ad emettere alcun suono.
Dolore, dolore, lamenti.
Poi, nulla.



  
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