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Autore: LorasWeasley    23/07/2015    12 recensioni
AU [solangelo]
"Finirai per odiarmi, lo so. Alla fine di tutto mi odierai come non hai mai odiato nessuno in vita tua"
...
"-Will … Non dovresti fidarti di me. Non farlo.
La risposta non arrivò subito, ci mise diversi secondi, anche questa non era più che un sussurro.
-Troppo tardi piccoletto."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fireworks


I suoi amici sapevano che la sua non era una famiglia ricca, non una di quelle da possedere tre macchine, una villa con piscina e giardino, vestiti firmati e un televisore di 85 pollici.
Pensavano che fosse una di quelle famiglie nella media, non sapevano qual’era la verità.
Nessuno sapeva quello che Nico Di Angelo faceva per pagarsi semplicemente gli studi.
Tutti credevano che fosse solo abbastanza solitario, per questo non usciva quasi mai con nessuno. A nessuno era mai passato per la mente che non uscisse per mancanza di soldi o perché dovesse lavorare per comprare quel nuovo libro che i professori chiedevano, quella nuova calcolatrice scientifica o, semplicemente, i colori e le tele.
E a Nico andava bene così.
Andava assolutamente bene fino a quando nessuno avesse scoperto come andavano le cose realmente.
Lo faceva soprattutto per proteggere Hazel, la sua sorellastra.
Ne aveva già persa una di sorella, non avrebbe permesso a nessuno di portargli via anche l’altra.
Il loro padre lavorava in nero, faceva il venditore ambulante.
Avevano anche una matrigna, non era né sua madre né la madre di Hazel, lei non faceva nulla dalla mattina alla sera, stava tutto il giorno chiusa in quel buco di casa a lamentarsi costantemente per qualsiasi cosa.
Era così odiosa che Nico forse poteva anche compatire suo padre che ogni due giorni tornava a casa completamente ubriaco.
Forse, ma non l’aveva mai fatto, non avevano nulla e lui spendeva tutto quello che guadagnava in alcool.
Quella sera in paese c’era la festa di un santo.
A Nico importava così poco che si era già scordato che santo stessero festeggiando.
Suo padre era da qualche parte a vendere palloncini dei personaggi dei cartoni animati, trombette e cose simili.
Era una di quelle sere dove di solito guadagnava il doppio, il problema era farli arrivare a casa quei soldi.
Nico lavorava insieme agli addetti dei fuochi d’artificio.
L’aveva “venduto” suo padre a quelli, erano dei suoi amici, naturalmente non c’era niente in regola, non era neanche maggiorenne, ma questo non importava a nessuno.
Senza ombra di dubbio l’avrebbero pagato molto di meno di quanto si meritasse uno che sapesse e potesse seriamente fare quel lavoro.
Ma a suo padre andava bene così e Nico aveva accettato. Nessuno sapeva meglio di lui di quanto avessero bisogno di quei 70 euro.
Mentre aspettava il momento in cui avrebbero dovuto sparare le bombe se ne stava da solo, seduto nello scalino più alto del municipio a fumare.
Non che lui fumasse spesso, non poteva comprarsele le sigarette, ma qualche volta riusciva a rubarle.
Si sentì osservato e notò che nell’ambulanza posteggiata a diversi metri di distanza c’era un ragazzo biondo che lo stava fissando.
Quando incrociò il suo sguardo il ragazzo distolse in fretta il suo tornando a parlare con un uomo con la divisa della croce rossa.
Nico assottigliò gli occhi per osservarlo meglio, sembrava della sua età, ma forse era più grande.
Distolse lo sguardo da lui, spense la sigaretta gettandola a terra e calpestandola, per poi andare dagli altri giocherellando distrattamente con il piercing ad anellino che aveva nel labbro, era ora di iniziare.
Quella non era la prima volta che faceva una cosa del genere, l’aveva già fatto altre volte, ma quel giorno andò tutto storto.
Avvenne tutto talmente in fretta che Nico ricordava a tratti, solo una cosa era vivida nella sua mente: il dolore.
Non erano né all’inizio né alla fine, Nico aveva acceso una fiaccola, nell’allontanarsi l’aveva però urtata con il piede e questa era scivolata. Non puntava più verso l’alto, ma verso di lui.
Il resto fu questioni di secondi: la bomba che lo colpisce al fianco, lui che vola a terra e il fuoco.
Il fuoco che gli brucia la maglietta, riesce a spegnerlo quasi subito, ma ormai la carne è bruciata.
Urla, urla da quando è volato a terra, sente distrattamente delle voci intorno a lui, non capisce nulla di quello che dicono.
Sopra di lui i fuochi d’artificio continuano a susseguirsi nel cielo nero.
Qualcuno si inginocchia al suo fianco, Nico gli artiglia un braccio infilzandogli le unghie nella carne.
-Fallo smettere- gli esce con un tono supplichevole, doloroso – Brucia. Fallo smettere!
L’ultima frase la urla, ma non gli importa di nulla.
Quello inginocchiato accanto a lui gli deve bloccare le mani e rischia di ricevere un calcio, ma riesce a evitarlo.
Gli dice qualcosa ma Nico non capisce, è sordo dal dolore.
Si rende conto che il ragazzo è proprio quello che prima era vicino l’ambulanza.
L’ultima bomba che vede esplodere è di colore arancione.
L’arancione circonda il suo volto, come un’aureola.
Capisce di star impazzendo quando l’unico pensiero che la sua mente partorisce è: “Un angelo. E’ così bello che deve per forza essere un angelo”
Poi sviene.
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Vi avevo promesso una nuova long sulla Solangelo ed eccola qui.
Questo è ancora il prologo, ma spero che possa iniziare a piacervi come l'altra.
La lunghezza dei capitoli sarà varia, conto di aggiornare presto senza intervalli troppo lunghi.
Certo siamo ormai quasi ad Agosto, ma spero di farcela.
Mi fate sapere che ne pensate? Per favore.
Un bacio, Deh
  
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