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Autore: Road_sama    24/07/2015    3 recensioni
“Grazie del tuo tempo, ma ora lo abbiamo chiesto a qualcun altro.”
Izaya inarcò un sopracciglio. Perché avrebbe dovuto importargli di chi aveva accettato quello scomodo compito? Sospirò infastidito e accese il televisore. Si sdraiò in modo ancora più disordinato sul divano fino a far ciondolare la testa oltre il bordo. Quanto tempo sprecato. Osservò per un attimo gli animaletti paffuti che stavano cantando nel televisore prima che gli arrivasse un nuovo messaggio. La curiosità lo spinse ad afferrare l’oggetto elettronico. Lesse il contenuto del messaggio e un momento dopo schizzò in piedi con un ghigno che gli andava da un orecchio all’altro.
“Shizu-chan sarà sicuramente un miglior cuoco.”
//Shizaya
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Happy Birthday Shinra!





Erano circa le undici di Sabato mattina quando il suo cellulare cominciò a squillare con insistenza. Izaya, ovviamente, se ne stava comodamente seduto sul divano a poltrire. Non c’erano bande da aizzare né pedine da muovere in quella tiepida giornata di Aprile. Osservò di malavoglia lo schermo del telefonino e una punta, si solo una punta, di stupore lo pizzicò quando lesse il nome.
Dotachin.
Succedeva alquanto di rado che ricevesse telefonate dai suoi “amici” (di solito era lui a chiamare e soprattutto per provocare i propri interlocutori) e riceverne da Kadota era ancora più raro nonché strano. Premette il tasto verde con un misto di curiosità e sospetto. Non poteva essere lui…e poi che motivo avrebbe mai potuto avere per chiamarlo alle undici del mattino oltretutto?
-Pronto?- cinguettò con la sua voce stridula.
-Izaya-san! Fai il dolce per il compleanno di Shinra, perfavoree!- dissero le voci in coro di Erika e Yumasaki. Non si chiese nemmeno come i due ragazzi fossero in possesso del cellulare di Dotachin, quel ragazzo aveva abbassato così tanto la guardia con loro. Le labbra di Izaya si piegarono in ghigno divertito.
-Oh, perché dovrei?- chiese spegnendo la televisione che in quel momento sembrava procurargli fastidio.
-Celty lo aveva chiesto a noi, visto che non sa cucinare perché tutti hanno qualche altro compito per la festa.- rispose la ragazza.
-Ma noi dobbiamo assolutamente andare al raduno di cosplayer che ci sarà oggi!- concluse piagnucolando Yumasaki. Izaya rise di gusto.
-Non ho nessun motivo per fargli una torta.- disse marcando quasi con disgusto quella parola. Lui odiava i dolci, figuriamoci cucinarli.
-Quindi vi arrangiate, bye bye.- chiuse la chiamata seccato. Sperava di aver trovato un nuovo passatempo e invece si era ritrovato a parlare con quei due di un compleanno a cui non era nemmeno stato invitato. Non che non sapesse che la festa si sarebbe tenuta quella stessa sera a casa di Shinra alle otto in punto e non che non sapesse che erano stati invitati tutti quanti ad esclusione di lui. Non gli importavano quel genere di eventi, anzi lo avrebbero annoiato ancora di più. Di nuovo il suo cellulare prese a squillare in maniera forsennata nella sua tasca. Lo afferrò e rifiutò la chiamata. Che faccia tosta e che razza di creaturine irritanti. Trascorse qualche minuto da quando i due ragazzi lo avevano contattato e stava cominciando a credere che se ne fosse definitivamente liberato. Riprese in mano il telecomando per riprendere da dove aveva lasciato il programma televisivo quando il cellulare vibrò di nuovo. Questa volta si trattava di un messaggio.
“Grazie del tuo tempo, ma ora lo abbiamo chiesto a qualcun altro.”
Izaya inarcò un sopracciglio. Perché avrebbe dovuto importargli di chi aveva accettato quello scomodo compito? Sospirò infastidito e accese il televisore. Si sdraiò in modo ancora più  disordinato sul divano fino a far ciondolare la testa oltre il bordo. Quanto tempo sprecato. Osservò per un attimo gli animaletti paffuti che stavano cantando nel televisore prima che gli arrivasse un nuovo messaggio. La curiosità lo spinse ad afferrare l’oggetto elettronico. Lesse il contenuto del messaggio e un momento dopo schizzò in piedi con un ghigno che gli andava da un orecchio all’altro.
“Shizu-chan sarà sicuramente un miglior cuoco.”
 
 

***
 


Lui odiava usare internet. Gli veniva di certo più facile cercare le ricette in un libro cartaceo, ma l’ultima collezione di libri di ricette “Cuciniamo” era finito strappato o tritato dalle sue stesse mani visto che quegli chef la facevano tanto facile. Per loro era questione di un’oretta scarsa di lavoro, ma se gli albumi non si montano non è per niente facile e veloce! Pensare che a costringerlo a quel supplizio erano stati gli amici di Kadota lo faceva irritare ancora di più. Non aveva rifiutato la loro richiesta visto che sembravano piuttosto disperati, ma di certo cucinare un dolce di compleanno non era esattamente il suo forte.
Cominciò a premere i tasti della tastiera del portatile con l’indice. Dopo qualche minuto riuscì a scrivere “torte di compleanno” sulla barra di ricerca. Premette invio e alcuni risultati cominciarono ad affollarsi nella pagina di internet. I suoi occhi guizzarono da una ricetta all’altra in attesa di trovare quella più facile e adatta per l’occasione. Cominciò ad irritarsi quando tutte le torte che riusciva a trovare prevedevano strane componenti come “pasta di zucchero” o “alchermes”. Non era mica un cuoco, che razza di ingredienti erano? Era sull’orlo di prendere il computer e sbatterlo addosso a qualcosa quando trovò la sua torta ideale: crostata al cioccolato. Tirò un lungo sospiro mentre la rabbia accumulata in quei minuti cominciava a sbollire. Prese nota degli ingredienti che gli mancavano su un foglietto di carta per poi uscire di casa. Nonostante fosse appena il 2 Aprile, faceva già piuttosto caldo. Si guardò intorno osservando la gente che gli sfilava accanto e di tanto in tanto gli lanciava delle occhiate impaurite. Le ignorò come faceva sempre e si accese una sigaretta. Si sistemò meglio gli occhiali da sole sul naso mentre un pallido sole si faceva largo da una leggera coltre di nuvole. Si rigirò le chiavi del suo appartamento nella tasca dei pantaloni mentre uno strano presentimento si insinuava nella sua mente. Era come se sentisse un odore diverso dal solito e per giunta, ora che ci pensava, era da un bel po’ che la pulce non ficcava il naso negli affari di Ikebukuro. E questa cosa gli puzzava tremendamente.
Fece l’ultimo tiro per poi spegnere la sigaretta sotto la suola. Attraversò la strada e si diresse nel punto in cui si trovava il piccolo supermercato del suo quartiere. Oltrepassò le porte scorrevoli e un’ondata di aria condizionata lo investì. Erano appena usciti da un inverno piuttosto rigido e già mettevano l’aria condizionata così forte?
Si diresse nel reparto dei latticini senza neanche guardarsi intorno. Doveva prendere solo del burro, tre uova e qualche barretta di cioccolata da sciogliere. Nel giro di pochi secondi si trovò nella corsia giusta ma una figura in nero sul fondo attirò la sua attenzione.
-Buon pomeriggio, Shizu-chan.- disse Izaya con la sua voce pungente. Una grossa vena cominciò a pulsare sulla tempia di Shizuo mentre con grandi falcate ricopriva la distanza che li separava.
-Che cazzo ci fai qua?- chiese con tono aspro mentre il ghigno di Izaya si faceva più strafottente.
-Sono contento anche io di vederti, Shizu-chan.- lo ignorò.
-Rispondimi.- affermò secco mentre la sua presa sul foglietto con gli ingredienti si faceva quasi compulsiva.
-Compro degli ingredienti per il dolce di Shinra.- il pizzicore sulle dita di Shizuo si fece quasi irritante. Era lui che doveva fare la torta di compleanno a Shinra, perché diavolo si metteva di mezzo la pulce? Era sicuro fosse un altro dei suoi modi per irritarlo e ci stava riuscendo molto bene, come sempre.
-No, sono io che devo fare il dolce.- rispose con una finta calma. Izaya ridacchiò. Quel bastardo si stava divertendo. Allungò una mano su una scatoletta di burro mentre gli rivolgeva la solita espressione di scherno.
-Ti sbagli. Me l’ha chiesto personalmente.-
-Non sei nemmeno stato invitato.- ribadì quasi con disprezzo.
-E allora? E’ solo un gesto carino che faccio per un mio amico. Se tu fossi mio amico, potrei farlo anche per te.- disse superandolo per prendere due uova.
-Lo faresti avvelenato, il dolce.- concluse Shizuo girandosi per seguire i suoi movimenti con lo sguardo. Izaya guizzava da uno scaffale all’altro con quel suo sorrisetto strafottente stampato in faccia. Il biondo aprì e richiuse qualche volta il pugno. Sapeva che quella dannata pulce lo stava provocando e sapeva anche che quella giornata non sarebbe finita bene.
-Smettila di darmi fastidio e lasciami fare quel dannato dolce.- disse infine, riprendendo la sua spesa.
-Sappiamo entrambi che il tuo dolce verrà un aborto considerando le tue abilità culinarie.- lo imbeccò ancora Izaya che ora se ne stava dall’altra parte della corsia. Shizuo digrignò i denti in un impeto di rabbia improvvisa.
-Che cosa vorresti dire con questo?- urlò, quasi, pronto per partire alla carica e spaccare l’amabile faccia di Izaya.
-Che fai schifo a cucinare, Shizu-chan.- un lampo rosso passò di fronte agli occhi di Shizuo, ma le sue gambe non si mossero ancora. Non poteva perdere tempo a rincorrere la pulce visto che erano già le tre del pomeriggio e doveva preparare un dolce. Fece un respiro profondo prima di voltare le spalle ad Izaya e andare nella direzione opposta.
-Non che le tue capacità siano migliori.- affermò prima di svoltare l’angolo e andare fino alla corsia dei dolcetti. Poteva chiaramente vedere con la coda dell’occhio che l’altro lo stava seguendo trottando di corsia in corsia nella parte opposta. Quanto lo faceva imbestialire quel suo comportamento. Arrivò davanti alle tavolette di cioccolato cercando di ignorare il fatto che Izaya fosse arrivato accanto a lui a qualche metro di distanza.
-E’ una sfida la tua? Chi è più bravo in cucina? O sai di essere troppo negato e quindi non ti metti neanche in gioco?- continuò a stuzzicarlo Izaya ondeggiando su se stesso come un bambino in attesa che sua madre accetti di portarlo al parco giochi.
-Non intendo fare sfide con te e poi…non sono negato in cucina!- Shzuo afferro con rabbia tre barrette di cioccolato al latte per poi dare una spallata ad Izaya e andare alla cassa a passo di carica.
-Allora hai paura, ammettilo Shizu-chan. Scommetto che non sai nemmeno a cosa serve la pasta di zucchero.- gli soffiò sulla schiena. Shizuo lo ignorò e poggiò i cibi sul bancone oltre al quale era seduta la commessa. Per qualche attimo perse di vista la pulce e quasi gli dispiacque di aver vinto così in fretta. Salutò con un grugnito la cassiera e si diresse all’uscita, ma ecco che Izaya apparse di nuovo sulla sua strada.
-Non ho paura.- gli sputò in faccia riferendosi al discorso che avevano interrotto poco prima. Lo superò di nuovo per dirigersi verso il suo appartamento.
-Scommetto che quello che preparerai farà stare male tutti alla festa e non potrai farci nulla visto che il tuo stomaco è a prova di bomba nucleare e non sente i sapori come la gente normale.- Izaya sembrava volesse veramente prenderle, quel giorno, ecco spiegato il motivo per cui continuava a seguirlo senza un minimo di esitazione. Stava sparando un mare di cavolate che gli stavano facendo ribollire il sangue nelle vene.
-Io invece scommetto che non hai mai preso in mano una padella visto che mangi sempre surgelati.- gli disse sferzante il biondo percorrendo velocemente l’ultimo tratto di marciapiede prima di casa sua. Izaya parve ferito da quelle parole perché tacque per qualche istante, poi però ritornò a guardarlo con ostilità.
-Sembri parecchio sicuro di te, Shizu-chan, ma cosa faresti se mi rivelassi un miglior cuoco di te?-
-Niente, perché non sei migliore di me.- affermò con freddezza il biondo mentre afferrava le chiavi del suo appartamento. Izaya sorrise soddisfatto. Aspettò che Shizuo aprisse il portone del condominio per poi sgusciare dentro con lui.
-Che fai?- gli chiese Shizuo riluttante.
-Ti dimostro che sono un cuoco migliore.- affermò un istante prima di entrare nell’appartamento.
 


***
 


-Smettila di uccidere la tua stessa cucina, solo perché hai bruciato la crostata.- sibilò Izaya asciugandosi le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte. Era impegnato in un’operazione alquanto complicata e difficile: dividere i tuorli dagli albumi. Gli serviva concentrazione e mano da chirurgo, ma Shizuo continuava ad urlare e a cercare di tagliare un dolce al cioccolato la cui consistenza era arrivata ad eguagliare quella di un mattone.
-Al diavolo queste maledette ricette che fanno sembrare tutto così facile!- Izaya tirò il fiato non appena ebbe separato le ultime uova. Si voltò di scatto e lo fulminò con lo sguardo. Tutto quello era iniziato come un modo per far arrabbiare Shizuo, ma ora stava prendendo una brutta piega. Il biondo aveva bruciato tutto (Izaya non sapeva ancora spiegarsi come), mancava poco più di due ore all’incontro e loro non avevano un dolce pronto. Gli puntò addosso il mestolo di legno che poco prima aveva usato per mescolare l’impasto e si portò una mano al fianco. Izaya assunse la posizione più tagliente che poté e lo scrutò da sotto le ciglia scure. Shizuo se ne stava seduto su una sedia del tavolo tenendosi la testa tra le mani.
-Adesso ammetti di essere negato in cucina?- chiese retorico. Shizuo lo guardò malissimo prima di gettarsi su di lui minacciandolo di spaccargli la faccia. Izaya scartò di lato, anche se non avevano molto tempo e la loro ultima speranza era la torta che stava preparando proprio lui che non voleva preparare un bel niente, non gli sarebbe dispiaciuto fare incazzare un po’ il suo compagno di cucina. Cercò il coltello, ma in un lampo si ricordò di averlo lasciato nella giacca che aveva depositato all’entrata per non sporcarla. Si morse un labbro per poi correre lontano da lui. Il suo appartamento era troppo stretto per muoversi agevolmente.
-E’ tutta colpa tua, Izayaaa!- sentì urlarsi dietro da Shizuo. Schivò una sedia che andò a schiantarsi contro il muro di fianco a lui. Sorrise divertito perché nonostante tutto avrebbe potuto comunque godersi una sfuriata da parte dell’altro che senza accorgersene avrebbe ben presto distrutto la sua stessa casa. Strano come anche nelle situazioni più “critiche” Shizuo potesse strappargli un sorriso.
Si rincorsero per un’ora buona e dire che casa del suo nemico fosse diventata un attacco d’arte contemporanea era dire poco. Izaya si lasciò cadere sul pavimento della cucina, luogo dove la loro pseudo litigata era cominciata, seguito da Shizuo che era ormai da un po’ che arrancava dietro di lui.
-Ti ho preso, dannata pulce.- sbuffò il biondo afferrandogli un polso. Stettero così immobili finché non ebbero ripreso fiato, poi Izaya si alzò di scatto sgranchendosi le dita.
-Dovremmo, tipo fare un dolce, Shizu-chan. Non c’è più tempo per certe effusioni.- disse con un sorriso beffardo che gli campeggiava in viso.
-Dove tieni lo sbattitore elettrico?- chiese Izaya senza lasciare all’altro ragazzo tempo per ribattere. Una strana quiete era calata tra di loro, come se quella sfuriata avesse contribuito ad abbassare la tensione e il loro odio reciproco.
-N-Nella mensola in alto.- balbettò Shizuo mettendosi a sedere sul pavimento in legno scuro della stanza. Il ragazzo in piedi individuò la scatola dello sbattitore sopra di lui, si protese per prenderla ma con suo grande disappunto si rese ben presto conto di essere troppo basso. Tutta colpa di quel dannato Shizuo che faceva le cose troppo alte solo perché lui assomigliava ad un armadio a due ante. Provò una seconda volta a prendere quel cartone ma ancora non ci riuscì.
-Dai, ti dò una mano.- gli arrivò la voce di Shizuo da dietro, da troppo vicino, da così vicino che quando tentò di scansarsi o di protestare, l’altro aveva già afferrato la scatola al suo posto. Stettero immobili per qualche istante, cercando di capire cosa stesse succedendo. Shizuo aveva fatto aderire il suo petto contro la schiena di Izaya il quale ora si trovava incastrato tra il corpo del suo arci nemico e il piano cottura del suo arci nemico. Un brivido involontario percorse la schiena del più basso che senza neanche accorgersene si era girato per guardare in faccia l’altro. Shizuo se ne stava con la scatola dello sbattitore elettrico a fissarlo imbambolato.
-Beh concludiamo qualcosa?- chiese provocatorio Izaya, mordendosi un labbro per risultare più accattivante . Shizuo si diede una scrollata come se si fosse appena reso conto della situazione e si staccò dall’altro incredulo. Izaya rise forse sollevato o forse amareggiato dalla reazione dell’altro, per poi girarsi di nuovo e riprendere a fare il dolce da dove aveva interrotto circa un’ora prima.
 


***
 


-Shizu-chan- disse con un finto tono esasperato –devi fare degli strati di crema, non devi ammazzare l’intera torta.- concluse ridacchiando leggermente. Dire che Shizuo fosse negato era dire poco. Dire che Shizuo fosse nervoso in quel momento era fare un eufemismo.
-Pensa a pulire la mia cucina. Tu e quel dannato sbattitore elettrico avete schizzato ovunque.- Effettivamente, la simpatica pulce, non era così bravo in cucina come facesse sembrare. Per prima cosa aveva sbagliato la quantità di zucchero da mettere nel pan di spagna (era amaro come poche cose avesse mai mangiato), quindi avevano dovuto rifare tutto daccapo. In più, come se non bastasse, quando aveva cominciato ad usare lo sbattitore elettrico, aveva cominciato a schizzare crema da tutte le parti. Senza contare il fatto che nelle sue mani lo sbattitore sembrava un procione meccanico impossessato dal demonio.
-Non che sia tanto meglio comunque.- asserì acidamente Izaya mentre passava la spugna umida sui fornelli completamente imbrattati di bianco. Shizuo si guardò intorno. Un’altra volta si era lasciato trasportare dalla rabbia ed era finito per spaccare tutte le sedie della cucina contro il muro e per lanciare oggetti alla rinfusa (piatti compresi) contro la suddetta pulce. Riusciva a farlo incazzare come pochi, anzi, come nessuno. E poi, come se non avesse già fatto abbastanza al suo povero appartamento, era successa quella cosa. Quella cosa per cui Shizuo ora rischiava di distruggere l’intera torta. Lui gli era andato contro per aiutarlo a prendere la scatola dello sbattitore e Izaya l’aveva detto.
 Beh, concludiamo qualcosa?
Quel “beh, concludiamo qualcosa?” continuava a riecheggiare in lui come se Izaya lo avesse urlato in una valle tra le montagne e l’eco si prolungasse all’infinito. Ad aggravare il tutto, c’era il fatto che per un momento aveva pensato di baciarlo. Non era la prima volta che si baciavano, no questo no. Era capitato altre volte, quando erano mezzi ubriachi ad una festa delle superiori oppure durante i loro numerosi inseguimenti. Non era strano che si mollassero delle testate, o qualcosa del genere, e per caso, si per caso, le labbra si scontrassero. Erano perlopiù contatti brevi e improvvisi, non avevano nulla a che fare con baci veri.
-Se continui così consumi il pan di spagna, Shizu-chan.- affermò con il solito tono beffardo Izaya che nel frattempo si era messo vicino a lui e lo guardava con curiosità. Solo in quel momento si accorse che stava spalmano la crema nello stesso punto da mezz’ora e un pericoloso avvallamento si era formato sul pan di spagna. Si rizzò di scatto rischiando di colpire dritto in faccia il suo acerrimo nemico che, purtroppo, si scansò in tempo.
-S-Si.- balbettò Shizuo sovrapponendo l’ultimo strato.
-Ora che si fa?- Izaya lo osservò ancora per un istante con il suo sguardo tagliente, poi ritornò a fissare lo schermo del portatile di Shizuo che era sopravvissuto intatto alla furia distruttrice di quest’ultimo. Appoggiò i gomiti sul tavolo dando la possibilità al biondo di vedere il suo fondoschiena in tutto il suo splendore. Doveva essere una provocazione quella? Lo stava provocando di proposito, lo sapeva, ma d'altronde non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli ovali perfetti fasciati dai suoi pantaloni neri.
-Devi prendere lo zucchero a velo e aggiungerlo alla panna…poi devi- non riuscì a terminare la frase perché Shizuo aveva affondato entrambe le sue mani sul didietro di Izaya. Quello era arrossito bruscamente, stando attento a non farsi vedere dall’altro. Era davvero sconcertante quanto Shizuo fosse in grado di sorprenderlo. Non faceva mai quello che si aspettava. Prima pensava che lo avrebbe baciato e non lo aveva fatto, ed ora di certo non aveva pensato a quella complicazione. Si mise in piedi con lentezza calcolata per poi puntare i suoi occhi scarlatti in quelli scuri di Shizuo. A quel contatto visivo il biondo era brutalmente arrossito e aveva immediatamente ritirato le mani.
Troppo tardi.
Izaya si mosse verso di lui come un predatore di avventa sulla preda, lo aveva strattonato verso il basso per il colletto della camicia fino ad arrivare a baciarlo. Shizuo, dopo un primo momento di esitazione, si era abbandonato sul più basso, cadendogli letteralmente addosso. Izaya aveva battuto la schiena contro il pavimento mentre l’altro nel vano tentativo di aggrapparsi a qualcosa si era portato dietro la terrina con la panna che si era versata interamente sul petto di Izaya.
Inutile aggiungere che entrambi si erano scambiati un’occhiata complice prima di riprendersi a baciarsi senza freni.
 


***
 


-Le star si fanno attendere!- annunciò Izaya alle dieci di sera mentre varcava la soglia di casa Shinra con uno Shizuo che lo seguiva alquanto incazzato. Tutti gli invitati erano rimasti per qualche istante basiti di vederli entrare insieme e con quella “tranquillità” che aleggiava intorno a loro (sempre se uno Shizuo che con un dolce in mano continuava a borbottare contro Izaya “adesso ti ammazzo, avevi detto che aspettavi un po’ prima di entrare.”). In particolare Erika, aveva un sorriso malato stampato sulle labbra perché effettivamente era l’unica che potesse sapere com’erano andate le cose quel pomeriggio.
C’erano stati attimi di panico quando Shizuo all’improvviso si era svegliato dal suo stato di dormiveglia urlando “oddio”. Izaya che era esattamente accanto a lui, era sobbalzato. Inutile dire che fossero entrambi completamente nudi e sdraiati sul pavimento di quello che rimaneva della cucina di Shizuo.
“Lo so che il sesso con me è paradisiaco, ma non vedo la necessità di urlarlo in questo modo, Shizu-chan” gli aveva sorriso sornione Izaya.
“Che ore sono? La torta! Il compleanno di Shinra!” la pulce aveva riso un momento prima di osservare l’orologio del forno. Erano le nove passate e loro erano completamente ricoperti di panna, nudi, accaldati e con un dolce mancante di un elemento. Al ricordo di quello che avevano fatto con la stessa panna che serviva per ricoprire la torta, Izaya aveva curvato le labbra in un ghigno compiaciuto. Le grandi scoperte si facevano sempre per caso, dopotutto.
Shizuo si era messo in piedi di scatto come una molla e aveva cominciato a rivestirsi, notando solo in un secondo momento di avere i capelli completamente imbrattati di panna…e non solo, pensò Izaya tra sé e sé a quel ricordo. Aveva iniziato a ridere di gusto come se quella giornata fosse stata particolarmente proficua nonostante non avesse usato molto i suoi giochini mentali. Shizuo correva da una parte all’altra della stanza, prima alla ricerca dello zucchero a velo, poi del suo gilet e infine di un po’ d’acqua che gli sistemasse alla buona i capelli. In tutto quel piccolo teatrino Izaya era rimasto imbambolato come uno spettatore. Questo, in fondo, era il vantaggio di non essere invitati. Si poteva ritardare e nessuno si sarebbe arrabbiato. Shizuo a quel punto aveva cominciato ad urlargli dietro ogni tipo di insulto presente sulla Terra perché decisamente doveva chiudere casa e non poteva lasciarlo dentro, da solo e in quello stato. Izaya aveva fatto di tutto per ritardarlo guadagnandosi una vena grossa e pulsante sulla tempia di Shizuo.
Alla fine erano arrivati a destinazione con due ore di ritardo che, per gli standard di Shizuo, era decisamente troppo. Nonostante questo Shizuo aveva appoggiato la “torta” (che aveva visto più cose di una banda di fangirl) sul tavolo e si era scusato.
Il dolce era venuto abbastanza buono, in fin dei conti. Nessuno aveva avuto il coraggio o la spudoratezza di chiedere ad alta voce perché Izaya indossasse una vecchia maglietta di Shizuo sotto alla solita giacca nera.
Decisamente un buon compleanno, Shinra!




Note dell'autriciah:
Hello pipol!
Dunque, premetto che questa è una fanfic assolutamente stupida e senza pretese. Fino all'ultimo soono rimasta indecisa se cacciarci in mezzo pure il PWP e fare una pella rossa soltanto per voi, però alla fine ho desistito. Insomma, è pur sempre la prima fanfiction nel fandom non posso partire così brutalmente.
Non ho nessuna nota da farvi, se non sperare di avervi fatto sorridere o perlomeno immaginare un pomeriggio nell'appartamento di Shizuo mentre le nostre beneamate nemesi cercano di fare un dolce per Shinra.
L'ultima cosa da dire è che questa cavolata la dedico alla mia jemellina che mi ha fatto riappasionare a questa coppia dopo avermi fatto conoscere quella ff (che so che tutte quante conoscete) che non aggiorna da tre anni e lo sa quanto sono disperata perché non può interromperla così. Ti odio ma ti voglio bene per questo, jem.
Detto questo, se trovate degli errori (visto che è un pochino tardi lol) segnalatemeli.  
A presto,
Road_sama

 
  
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